Fra quelli che hanno preso in considerazione il libro “ingannati”, molti non sono stati in grado di procedere per una sorta di pregiudizio che, guarda un po’, è stato simmetrico: se molti di quelli appartenenti all’area cosiddetta “di sinistra” si sono irritati nel trovare una visione cristiana del mondo, molti di quelli appartenenti invece all’area cosiddetta di destra o conservatrice hanno trovato, nella critica alla politica USA, un motivo per non procedere oltre e bollare il libro e l’autore come “di sinistra” o peggio ancora “comunista”. Posizioni oltranziste e rigidità da entrambe le parti, quindi; segno dell’efficacia dell’indottrinamento operato da TV e media nel convincerci che tutto il dibattito debba restare confinato fra questi due poli, in modo tale da incanalare tutto nei due finti partiti, pidielle e pidimenoelle come li chiama Grillo; niente di nuovo, come ho indicato ad esempio qui e qui.
A confondere ancora un po’ le idee, oggi aggiungo qualche considerazione sull’opportunità della gestione pubblica del bene comune e dei beni privati. Come ho già detto molte volte, secondo me il governo dovrebbe intervenire il meno possibile nella vita dei privati, ritenendo che il libero mercato si autoregoli per il meglio; più che un liberista estremo tenderei quasi a definirmi anarchico.
In vacanza in sud Ialia, però, accompagnato da alcuni amici, sono stato a vedere dei fondi, delle costruzioni abbandonate da molti decenni, dei terreni incolti che potrebbero produrre moltissimo, e il pensiero che mi è sorto spontaneo è stato: “ma possibile che si possa tenere improduttivo tutto questo ben di Dio? Possibile che non possa esistere una forma di legislazione che impedisca tale sperequazione, da una parte chi ha talmente tanti soldi che può permettersi di tenere beni senza nessun utilizzo, e dall’altra parte gente che non trova lavoro, non trova finanziamenti se ha un’idea imprenditoriale?” Sento subito la replica: “ognuno fa quello che vuole con le sue cose, cosa vuoi che facciamo, aboliamo la proprietà privata?”
Ma se per assurdo il 99% delle terre fosse in mano all’1% della popolazione, e questa non le lavorasse, e il restante 99% della popolazione morisse di fame nell’1% della terra, non sarebbe giusto intervenire d’autorità? Dovremmo ancora rispettare il sacro diritto della proprietà privata? (privata proprio perchè è stata acquisita privatizzandola, togliendola cioè all’utilizzo e al bene comune).
E mi è venuta in mente la storia, vera, raccontatami da un amico, riguardo ad un tale che aveva ereditato una casetta nell’Alto Adige e, non andatoci per qualche anno, si è visto multare dall’amministrazione locale perchè il giardino era coperto di erbacce ed era particolarmente brutto, specialmente in confronto con quelli confinanti che, come si sa, sono tutto un fiorire di colori ordinati e gioiosi.
Ecco, forse la soluzione potrebbe essere questa: nessun “esproprio proletario” di marxiana memoria, ma una tassazione inversamente proporzionale all’utilizzo che di un certo bene se ne fa. Tieni un fondo per anni senza farlo fruttare? Allora ti tassano ad un livello che prima o poi ti sarà conveniente liberartene. Lo fai lavorare, produci, fai lavorare gente? Sei esentasse. Una gestione della res publica che avesse come fine la massimizzazione del bene comune dovrebbe ragionare così.
Esattamente come la penso: ma ciò deve valere anche per il demanio statale.
Tu, comune pinco pallo, hai tot terreno boschivo sul tuo territorio che va a ramengo: alberi che, caduti, devono star lì a fare humus (è reato far legna secca senza autorizzazione), ex pascoli coperti di felci e infestanti, rovi ovunque e sentieri impraticabili. Nel contempo elargisci sussidi ai disoccupati, bella cosa certo, indispensabile, ma dove è scritto che non si possa affidare loro la terra da gestire? Molti (ne sono certa) si rifiuterebbero… niente sussidio.
Nel caso da Lei esposto il comune incassa le entrate dei proprietari pigri, nel mio risparmia. E l’ambiente ci guadagna in entrambi!
Esatto, non è complicato, non serve un genio di economia-socio-finanziaria-applicata! Basterebbe un po’ di buon senso. Ma si vede che le direttive (occulte) sono altre!