L’amica Sonia, dopo aver letto il libro, mi confida che è stata per lei una grandissima sorpresa aver scoperto l’inganno del riscaldamento globale, lei che aveva creduto nella buona battaglia per l’ambiente, e aveva fatto di Al Gore un mito, stile Rock star, con tanto di poster in camera da letto, quando era più giovane. A beneficio di chi non ha letto il libro, ricordo che la tesi esposta non è che il riscaldamento globale non esista, ma che l’effetto su questo delle attività umane sia ininfluente, in particolare le emissioni di CO2 per attività industriali, se le variazioni climatiche, nei secoli trascorsi, ci sono sempre state anche in assenza di produzioni industriali. Tutto il capitolo relativo si basa su un paio di documentari, uno dei quali è anche riportato su questo sito.

Questa premessa è d’obbligo perchè non vorrei dare l’impressione di aver avuto un ripensamento, nel riportarvi il breve video che vi allego adesso (*). Anche se le premesse (=global warming causato dall’attività umana) non sono condivise, le considerazioni e i ragionamenti che vengono spiegati sono anzi un rafforzativo della mia idea iniziale che le variazioni climatiche siano state cavalcate a fini economici e di sfruttamento dell’ignoranza collettiva (ma va? Che novità!). Tale convincimento è ulteriormente confermato dall’altro documentario che consiglio a tutti di vedere, quello di Michael Murphy sulle scie chimiche, disponibile in rete anche con i sottotitoli in italiano che si intitola “Why in the world are they spraying?“.

Sostanzialmente il meccanismo di “Cap and trade” prevede due passi: il primo (Cap), che fissa un limite massimo alle emissioni, limite che va ovviamente di anno in anno calando (cioè diventa sempre più stringente); il secondo (Trade) prevede che il governo, l’autorità (che non possono a questo punto che essere mondiali, se no a che serve? Mica il CO2 si ferma ai confini nazionali!) distribuisca un certo quantitativo di “azioni” che non sono altro che “autorizzazioni ad inquinare“; in tal modo le aziende virtuose potranno usare meno di tali buoni, e venderli ad altre aziende meno virtuose che, per poter continuare ad operare, dovranno acquistare il cosiddetto “diritto ad inquinare” (o a produrre CO2).

Il principio di rendere antieconomiche attività che recano danno alla collettività è sicuramente giusto e condivisibile, ma, come spesso accade (e come viene anche sottolineato nel video), “the Devil is in the details” (il diavolo si annida nei dettagli); in particolare viene fatto osservare che:

  • il meccanismo è stato studiato e proposto da Enron, Goldman Sachs, ecc., sempre i soliti che hanno portato avanti altre bolle speculative, come la New Economy delle DotCom, o i Subprime, guadagnadone fantastriliardi e uscendo dal gioco prima degli altri, ai quali la bolla scoppiò in mano;
  • Tali proponenti guadagneranno le aliquote per le transazioni globali di questi permessi che, come detto, necessiteranno di una autorità mondiale per essere trattati in maniera uniforme e coerente in tutto il mondo; un passo in più verso un governo mondiale?
  • Esistono dei cosiddetti meccanismi di free-permits: permessi che verranno dati gratuitamente… indovina a chi? Proprio a quelli che fino ad oggi hanno inquinato di più, permettendogli non solo di continuare, ma addirittura di vendere tali permessi ad altri, lucrando da una posizione di rendita;
  • Offsetting: anche qui, un eccanismo di scambio di permessi di inquinare che risulta difficilissimo da controllare, essendo gli offset-permits commercializzabili in tutto il mondo, basati su stime di riduzione, al limite solo su rinunce a progetti di investimento precedentemente annunciati, lasciando lo spazio a enormi possibilità di truffa.

Insomma, un altro dei sistemi studiati secondo lo schema classico: Problem-Reaction-Solution. Vogliamo che la gente accetti un governo mondiale che accetti nuove tasse, che sono imposte per il semplice fatto che esistono, che respirano, che emettono CO2? Bene, ecco lo schema:

Problem: il riscaldamento globale

Reaction: sono tutti preoccupati che il mondo finirà sott’acqua per l’innalzamento degli oceani, lo scioglimento dei ghiacciai, la fame, la carestia, ecc.

Solution: dare autorità ad un governo mondiale che penserà al loro bene, a risolvere la situazione.

Alla fine, sempre lo stesso schema, quasi noioso…

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 (*) fra l’altro, parte di una serie interessantissima di video (“The story of stuff”)che consiglio, alle insegnanti delle medie, di far vedere in classe.