Ricevo e volentieri pubblico. Miei commenti alla fine.
Negli USA si prospetta una necessaria feroce campagna di sostegno per il governo Obama da parte dei suoi fidati, anche se cresce una forte opposizione da parte del Senato americano (e una forte avversione di buona fetta del popolo americano contro una leadership vista “debole e ipocrita”), che sempre più manifesta perplessità di fronte all’abitante della Casa Bianca. Difatti lo hanno ostracizzato per la sua iniziativa sul TTIP, tanto entrato in astio all’opinione pubblica a ragion ben veduta, dato che la segretezza non è mai foriera di buon consiglio… anche perché in politica i buoni segreti sono solo i segreti svelati, e questo era noto pure ai tempi dei Romani!
Se da una parte il TTIP fa paura all’opinione pubblica europea, dall’altra non fa fare salti di gioia al popolo americano, il quale sa bene della superiorità qualitativa delle merci europee soprattutto in ambito tecnologico, alimentare e prestigio commerciale. Difatti i cosiddetti arbitrati internazionali possono trasformarsi in coltelli a doppio taglio.
Con ciò non sto dicendo di abbassare la guardia, anzi, dico di alzarla! NON FIDARSI E’ MEGLIO!
Inoltre per un risibile guadagno di 90 miliardi di dollari per tutta l’UE (poco o nulla per i singoli 28 paesi) e un guadagno di 120 miliardi di dollari per gli USA all’anno mi sembra che non si possa prospettare un risollevamento per le sorti dei due continenti, ma solo grane!
In più ciò che pesa all’America di Obama è soprattutto questa rivoluzione energetica a “gambe mozze” dello shale gas. Secondo stime attuali (magari in futuro avremo nuove sorprese con nuove rilevazioni) gli USA avrebbero la riserva di idrocarburi non convenzionali più alta al mondo. Su di essi è dai lontani anni Venti del Novecento che si facevano studi, ma rimasero inutilizzati perché non estraibili (sono praticamente petrolio e gas incastrato “molecolarmente” nelle rocce/argille, per capirci). Solo negli ultimi anni si è trovato un modo per estrarlo, solo che la tecnica è troppo costosa, in più le ultime spinte al deprezzamento anticipate da Rockefeller sembra che non abbiano giovato all’America, soprattutto perché i rivali energetici dell’OPEC hanno fatto cartello per abbassare il prezzo del greggio. Di lì gli USA hanno intrapreso la strada dell’autosufficienza energetica al costo di andare in pura perdita, non proprio un bell’affare! Non è stato proprio il massimo per gli USA giocare al ribasso contro l’OPEC (dove loro ci guadagnano comunque e gli USA no… già questa manovra fa capire come le lobbies dell’energia stiano voltando le spalle alla superpotenza stelle e strisce andando seppur collateralmente a favore della Cina).
Al momento tra prospetti dei fondi BlackRock e Il Sole 24 Ore sembra che nessuno voglia toccare il tasto dolente, soprattutto perché una bolla speculativa anche se fondata su un puro azzardo fa sempre piacere (soprattutto se dietro le promesse di guadagno futuro qualcuno ci rimette “soldi presenti e reali”).
Per ridurre i costi, il governo Obama sta lasciando “libera iniziativa” per far sì che i piccoli imprenditori ci rimettano le proprie risorse e falliscano per lasciare sciacallaggio ai potenti imprenditori che raccoglieranno a piene mani le “carcasse” lasciate per strada (impianti, uomini, giacimenti abbandonati da chi non poteva più coprire i costi).
Si crea così la condizione per un “monopolio naturale agli ormoni”, modificato geneticamente e pompato artificialmente.
Anche se ultimamente oltre ai tanti piccoli imprenditori falliti dobbiamo contare qualche grande impresa “finita a gambe all’aria”. E su ciò stanno marciando le class action delle popolazioni locali che sembra ogni tanto vincano pure (e per le lobbies che già ci rimettono non è proprio piacevole).
L’idea potrebbe pur essere buona, ma “la gatta frettolosa fa figli ciechi”. Soprattutto col debito pubblico in mano ai cinesi e i tempi stretti non si può aspettare di raggiungere la potenzialità export che in teoria ci sarebbe nel 2035, quando ormai gli altri paesi sono diventati le prime potenze mondiali da un bel pezzo (neanche l’autosufficienza prospettata nel 2020 basta).
Il mio pensiero è che le risorse energetiche di shale gas non basteranno a salvare l’America dal declino e che rischiano in futuro di finire in mano agli stranieri che trasformeranno gli USA “nell’appartamento del mondo”, preso a brandelli dall’emergente potenza degli ex poveri. Ma ciò mi preoccupa, perché se sul fronte economico-finanziario l’America ha già “bandiera bianca” in mano e non lo dice finché ciò può rimanere segreto e quindi “recuperabile in corner” secondo la convinzione dell’Intelligence USA, sul fronte militare si rischia una vera guerra logorante fino all’ultimo stremo.
E fidatevi, sul fronte militare quello che si dice su internet sono tutte cazzate! Nessun servizio segreto farebbe mai veramente trapelare le informazioni sulla reale situazione militare propria, la propaganda funziona solo in tempo di questua, non in tempo di guerra! E neanche quello che si vede su youtube come “censurato, segreto, bilderberg” o banalità varie è affidabile. Al massimo quella propaganda serve per un certo target giornalistico o lobbistico commerciale, non per strategia militare! Si può al massimo intuire quali siano le reali disponibilità sulla base della cronaca, ma è una conoscenza postuma!
Perciò gli USA devono minacciare la Russia ai confini Nato e premere l’acceleratore (anche a costo di un false flag). Da che mondo è mondo, nessun paese ha mai fatto la guerra in tempo di benessere, o se fosse non la farebbe mai se avesse “l’ansia di domani” (che in questo caso è ben motivata). In più si devono aggiungere le tensioni secessioniste al Sud degli Stati Uniti, dimostrate “a mò di messaggio subliminale massonico” col rimpiazzo della bandiera stellestrisce con la bandiera sudista. A segno di una crescente insofferenza degli Stati del Sud verso il governo di Washington, una profonda divisione sociale che si sperava superata con la “campagna elettorale di Obama”, fondata soprattutto sull’idea di rinnovamento e speranza per l’America ferita dal costo della guerra e dalla crisi che coi tempi stretti del governo Bush era incolmabile. I fomentatori sono arrivati anche in territorio USA, sarà una bella gatta da pelare, con risvolti politici potenzialmente tragici (non ultimo la secessione del Texas per la “clausola di ammissione con riserva nella federazione” e la liquidazione dalla FED del Nord Dakota, ad esempio)
CONCLUSIONE: mi auguro che i potenti della terra per quanto corrotti o interessati che siano, collaborino per arrestare le pratiche scellerate e le “riforme” da loro paventate al pubblico, perché né TTIP né una guerra contro la Russia né altre sanzioni dovrebbero più esistere.
Enrico G.
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OSSERVAZIONE MIA
L’analisi mi semra troppo incentrata sull’autorità degli stati, e anaizza come protagonisti dello scenario attori che in realtà, a mio avviso, recitano una sceneggiatura scritta da altri. Alle multinazionali, veri poteri che stanno sopra i governi, non interessa più di tanto il potere degli USA o dell’Europa, se non per avere una piazza controllabile in cui installare le proprie basi. Da questo punto di vista le multinazionali sono le prime fautrici della globalizzazione, perchè hanno tutto l’interesse a poter spostare capitali, mezzi di produzione, risorse senza alcun vincolo di sorta. E, come detto nel post su Nando Ioppolo (cercate all’interno del sito) ci fanno credere che le “conquiste” in termini di libera circolazione dei icapitali, detassazione, moneta unica, siano a nostro favore. Quando in realtà, al 99% della gente, tutto ciò non interessa nulla e porta soltanto conseguenze negative.
Grazie Enrico del tuo contributo.
Io trovo eccellente ed utile l’analisi politico-economica dell’ occidente presentata da Enrico.
L’ osservazione aggiunta di Alberto ammette un intervento dellemultinazionali in entrambi i campi avversari, ne sono ben capaci, le quali potrebbero benissimo ora dar forza alle attuali politiche economiche dell’ oriente cino-russo verso l’Europa. Non si può dimenticare il fatto che la popolazione russa è meglio informata di quella europea e americana, ed il soldato russo, all’occorrenza, essendo molto più motivato e determinato di quello americano, potrebbe infliggere una sorprendente sconfitta militare agli ex ricchi e prepotenti a stelle e strisce
…e capaci solo di eliminar il Nemico coi lor mirabolànti…” droni “…hìhìhì…
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troppo facile…troppo comodo…troppo furbesco…e,sopratutto…troppo proditorio…
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tragi-comico,vile espediènte…ripugnànte assài…sìa per ARES che per MARS…!!!
Ottima ed acuta osservazione ha fatto Alberto facendo notare che in realtà la politica conta relativamente quando si tratta del nostro presente.
Per comprendere quello che accade nel mondo, dobbiamo usare un parametro “chi gioverebbe di più da ciò che sta accadendo?”… Nel nostro esempio americano, i tre poteri maggiori sono la politica, le multinazionali e i banchieri, i quali o vanno a braccetto o vanno in guerra. In effetti nell’articolo si sarebbe dovuto chiarire questo necessario concetto.
Nel caso specifico, Obama rappresenta un leader debole ed inconsistente, il declino americano fa parte di un piano commerciale lobbistico che vede nell’amministrazione della Casa Bianca un cameriere vecchio e zoppo, dove oramai la parte dei leoni la giocano gli asiatici che quindi rappresentano “un’onda da surfare”. Alle multinazionali lo spirito patriottico da ingenuo americano fa ridere a crepapelle.
In questo istante i banchieri americani si sono decisamente schierati a favore dei lobbisti commerciali, senza neanche troppi problemi visto che la loro politica monetaria può essere direttamente influenzata dalle multinazionali (tanto è che ognuno dei 12 distretti della FED ha la sua “compagnia beniamina istituzionale” come da Statuto). Quindi i banchieri sono il “jolly della situazione” (come in realtà hanno sempre fatto).
Inoltre la verginità dei mercati asiatici è parecchio più profittevole di un deserto imminente come sta accadendo in Europa (la più ricca ancora per poco, non si scherza con la storica “ruota della fortuna”). Abbiamo distrutto parte della domanda europea, col risultato che abbiamo meno redditi e quindi per gli americani aprirsi ai mercati europei sarebbe possibile solo seguendo la “oramai via più facile”:
– Distruggere ulteriormente il mercato interno e saccheggiare le risorse europee, costringendo le lobbies europee a cedere agli yankees assecondando le loro richieste ormai sempre più scollegate da necessità neoclassiche dell’economia reale. Sarebbe impossibile una terza via di arricchimento per entrambi, visto che significherebbe persino “darsi la zappa sui piedi” contro la concorrenza internazionale.
– Bisogna per loro reclamare la vera paternità dell’euro, così che i patri ordini siano recepiti, l’euro è nato per l’austerità, per controllare l’Europa come in altri modi sarebbe stato impossibile.
Checchè se ne dica, la Germania sa bene di ciò, e rischia di venire degradata da “prima della classe” a “prima dello sgabuzzino”; di certo la Merkel non esulta all’idea di contrattare con le lobbies americane, di cui conosce l’inferiorità sotto molti profili rispetto alla produzione tedesca. Ma neanche può fare brutto muso, perché sa bene che la massoneria anglo-americana ha il suo solito modus operandi da “cosa nostra” (a proposito, si dice che la massoneria anglo-americana sia “figliastra” di cosa nostra) cioè omicidi passati per suicidi od omicidi censurati dai media nazionali.
Anche se le multinazionali hanno poteri enormi, talvolta spudorati ed eccessivi, devono rendere conto di chi non cede ai loro profitti, di chi resiste per “esigenze lobbistiche nazionali”:
E qui entra in gioco la Francia, che strano a dirsi ha la sua massoneria in guerra con quella anglo-americana, tant’è che sospetto che gli attentati in Tunisia (di influenza francese) e l’attentato a Lione non siano un caso, o anche se lo fossero “potrebbero trasformarsi in armi di ricatto” tra lobbies.
Per chiarire, potrebbero fare millantato credito tra massonerie per dirsi “guarda che cosa posso fare contro di te” e la rivale “cascarci come una pera cotta”, se non si trattasse proprio di qualcosa di intenzionale nessuno dei due tragici episodi.
La storia del TTIP alle lobbies francesi non piace proprio per niente. Alla Merkel non dispiace perché esiste un tacito accordo tra Obama e Merkel per garantire la leadership tedesca, sempre ammesso che la Merkel non abbia un piano B. Questo presunto piano B potrebbe veramente esistere, dato che in Germania come in nessun altro paese il movimento STOP TTIP ha avuto la più ampia diffusione, segno che neanche la Merkel può ignorare questa fetta di elettorato (e siccome “i partiti anti-sistema” in Germania sono proibiti, ma paradossalmente questi si sono diffusi, è segno che la Merkel se li vuole tenere come “carta di riserva” anche per scucire condizioni più favorevoli alle lobbies americane, pena il “sabotaggio” dei loro profitti in Europa).
Però è da tenere conto che la “carta di riserva” può sfuggire di mano persino agli stessi che pensano di usarla a proprio favore indirettamente.
Perciò io penso che in realtà anche i potenti sono in balia del caso. E che tutto può veramente accadere. In fondo, non sono onnipotenti.
Sicuro…non sono etèrni…hìhìhì…non sono…onni-potènti…hìhìhì…non sono onni-sciènti…hìhìhì…
ma si compòrtan…’sti supèrbi fessi… come se lo fossero…beh…tocca ora all’Altissimo smentirli…hìhìhì…
creàndo,a breve,la Storica,Fatàl,Necessària ” Condizione ” affinché Justitia sìa fàtta…hàhàhà…
distruggendo il presente diabolico & satanico stato di cose,che giova solo ad una vile,pigra minoranza…
casa non più certo rinviabile per altri Cento…Mille…Diecimila Anni…troppo comodo e furbesco,sarebbe…
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sennò son tutte vàne chiacchiere…tutto ciò che ci raccontan…Rabbìni…Prèti…ed Imàm…!!!
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…Rabbìni,Prèti ed Imàm…che se ne stàn comodamente rintanàti nelle lor Sancte***Sedi…
zitti e muti…ciechi e sordi…mentre la Satàna e la di Lèi Satanerìa impervèrsa,ovunque…
beh…è ora che li Summi***Sacerdòti…èscan dalle Lor còmode tàne…pronunziàndosi…
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KORAM***POPVLO…VRBI ET ORBI…sennò…son assènti ingiustificàti…ERGO…bocciàti…hìhìhì…!!!
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La Merkel non ha più il potere di qualche anno fa, lo dimostra già come si sia messa supina di fronte ai potenti industriali tedeschi che esportano nel mondo e da quanto questi ultimi siano tanto potenti da corrompere i governi di vari paesi a comprare le loro mercanzie (specialmente attrezzature high-tech in cui i tedeschi eccellono sopra gli americani da ormai anni – vedasi l’odierna tecnologia aerospaziale – e prodotti metallurgici vari, tra cui automobili e mezzi militari), essendo esse molto costose ma anche sconvenienti da comprare in un mondo dove le invenzioni “invecchiano alla velocità della luce”.
La cancelliera sa bene quanto della leadership tedesca dipenda da questa sua posizione privilegiata concessale dagli USA, perché altrimenti potenze come la Francia e l’Inghilterra e non ultima anche l’Italia l’avrebbero “mangiata viva” in assenza di “arbitri esterni sleali”.
Basti vedere il pressing che fa la Casa Bianca sulla BCE affinché conceda liquidità alla Grecia, segno che il sistema politico europeo è fragile e la leadership tedesca – che fa la complice degli USA per spiarci tutti – ha la fobia maledetta ben sapendo di quanti tramano contro di lei. Per ora riesce a gestirli e a “viver cheta” senza pensarci troppo oppure sa (o pensa di sapere) come reprimerli, ma se le cose cambiano la leadership tedesca verrebbe fagocitata in un attimo, colpita al cuore e schiacciata dai burattinai lobbisti tedeschi (che sembrano una massoneria ambigua, non si sa quante fazioni esattamente ci siano, ma sembra che siano tutte divergenti).
Tuttavia neanche Washington si fida del tutto della Merkel, dato che seppur essa possa essere loro fedele (a cottimo), ci sono lobbies tedesche potenti cui il TTIP piacerebbe solo per saccheggiare il mercato americano (convinti come sono di vincere una causa contro il governo USA), cosa che non credo facile visto che non è dato ad un vassallo di schiacciare il suo feudatario. Conscia di ciò, la Merkel sa bene di dover stemperare i bollenti spiriti che salgono dal sud Europa.
Per quanto il denaro decida come debba girare la ruota della fortuna della storia, ci sta anche la politica che conta, un fattore “esterno” all’economia che però la condiziona e può sempre fare “jolly”.
In questo caso, le lobbies tedesche stanno attente affinché il TTIP non si trasformi nel boomerang prospettato a titolo di pagina, perché un partenariato del genere porterebbe un’ulteriore riduzione della domanda interna europea, che serve a stabilizzare la velocità di variazione dei prezzi (se si fissano i tassi nominali, l’inflazione decide il tasso d’interesse reale ovvero la “variazione del potere d’acquisto”). E siccome le lobbies tedesche corrompono a destra e manca per far comprare la loro costosa merce, una deflazione ulteriore può ripercuotersi sui loro profitti… Anche se penso che credano di poter loro stessi smantellare l’Europa per imporre le loro fabbriche ovunque, alla faccia degli americani.
Il problema è che questo piano non andrà in porto, perché gli altri popoli non sono coglioni come credono arrogantemente, poi perché l’espansione che prospettano dovrebbe agire su lungo termine, dopo anni andrebbe in porto, e in un periodo come questo intanto che tratti i rivali hanno fatto scacco matto.
Poi perché anche fosse che raggiungono il lungo termine, molti sono “morti di fame” e l’Europa nella migliore delle ipotesi resterebbe una “Dubai nel deserto”, con alcune città ricchissime e intorno povertà per migliaia di chilometri, con un PIL medio nazionale precipitato.
Diciamo che i lobbisti stanno prendendo la “palla al balzo” per creare un nuovo modello economico di iper-sfruttamento, basandosi sul calo delle pretese umane fino quasi alla schiavitù, sperando di dare un contropiede ai rivali e così imporsi nei paesi stranieri come “nuovi mercati emergenti”.
Ed è qui che sta a voi fermare questo delirio fanta-economico!