Ricevo da TTS (The Truth Seeker) e volentieri pubblico.

-oOo-

Se ascoltate questa intervista in video dell’economista Nino Galloni, vi renderete conto della mostruosità del progetto che ha demolito l’Italia industriale a partire dalla fine degli anni ’80.

In sintesi (poi voi potete vedervi il video), l’Italia voleva cambiare la sua economia in meglio, affinché fosse più competitiva e meno dipendente dall’Europa. Poi la Germania si è riunita, e Kohl fece un accordo con Mitterand. La Francia avrebbe appoggiato l’unificazione tedesca, ma in cambio la Germania avrebbe dovuto rinunciare al marco. La Germania accettò, ma come contropartita ulteriore chiese alla Francia un progetto di deindustrializzazione dell’Italia, poiché se l’Italia si fosse mantenuta forte dal punto di vista produttivo-industriale, l’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto lettera morta e la Germania avrebbe pagato pesantemente sia la rinuncia al marco che la sua riunificazione. Da qui la svendita dei nostri gioielli alla fine degli anni ’80, sotto una duplice pressione: esterna (l’abbiamo letta) e interna, di quegli affaristi cioè che con la privatizzazione a prezzi di saldo avrebbero fatto un bel po’ di grassi affari alle spalle della collettività.

Riferimenti:

https://www.italiador.com/leconomista-galloni-la-germania-accetto-leuro-solo-in-cambio-del-fallimento-dellitalia/

https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/germania-si-a-euro-ma-in-cambio-deindustrializzazione-dell’italia/

 

1.    Nino Galloni: “Ho previsto l’euro-disastro e mi hanno fatto fuori”, di A. Giorgiuti per  Libero Quotidiano, 1 febbraio 2017

È il 1981. Il ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, invia al governatore della Banca d’ Italia Carlo Azeglio Ciampi una lettera, con la quale lo solleva dall’ obbligo di acquistare i titoli di Stato rimasti invenduti nelle aste. La decisione, della quale il Parlamento viene tenuto all’ oscuro, provoca un aumento dei tassi di interesse, perché da quel momento il Tesoro per piazzare le sue obbligazioni sul mercato deve renderle più convenienti.

Secondo molti, è qui che si origina l’ enorme debito pubblico italiano. Lo Stato si indebita non per finanziare investimenti, ma per pagare i costi, sempre più alti, del suo stesso debito: un circolo infernale. In quel 1981 Nino Galloni, figlio di Giovanni, politico Dc tra i più stretti collaboratori di Aldo Moro, non ha ancora 30 anni ma guarda a quegli avvenimenti da un osservatorio privilegiato: da due anni è funzionario del ministero del Bilancio, dove ha conosciuto Andreatta prima che questi traslocasse al Tesoro. Ripercorrendo quelle vicende, Galloni, oggi membro del collegio dei sindaci dell’ Inail, parla di “colpo di Stato”.

Come si giustificò quella decisione?
«Le ragioni erano tre: anzitutto, dovevamo allinearci alle decisioni prese a livello internazionale; quindi dovevamo combattere la corruzione, togliendo alla classe politica “corrotta e clientelare” l’ arma degli investimenti pubblici. Eppure grazie a quello strumento l’ Italia si era trasformata da Paese agricolo in una delle più grandi manifatture del pianeta».

E la terza ragione?
«Me la rivelò lo stesso Andreatta, in un colloquio drammatico al ministero del Tesoro. Gli feci notare che molte piccole imprese, pur valide, avrebbero incontrato difficoltà finanziarie, visto che il rialzo dei tassi avrebbe aumentato il costo del denaro chiesto in prestito alle banche. Mi rispose che l’ obiettivo era proprio quello: distruggere le piccole aziende, troppe e inefficienti».

Con Andreatta non fu l’ unica discussione.
«Gli contestai anche che il debito pubblico sarebbe salito, superando il Pil».

E lui?
«Annuiva, ma poi diceva che le mie preoccupazioni erano esagerate. E invece, come poi s’ è visto, erano anche troppo prudenti».

Proseguimento:

https://web.archive.org/web/20170201203253/https://www.liberoquotidiano.it/news/economia/12292522/nino-gallioni-euro-disastro-mi-hanno-fatto-fuori.html

In particolare i seguenti passaggi dell’articolo:

 

Nel 1989 Andreotti le scrisse per chiederle di far parte del suo nuovo governo.
«Aveva letto una mia intervista dove criticavo le scelte fatte otto anni prima. Mi scrisse chiedendomi di collaborare per cambiare l’ economia italiana. Io avevo lasciato l’ amministrazione pubblica, decisi di rientrare».

Di nuovo al Bilancio. Ministro: Paolo Cirino Pomicino.
«Vengo messo al vertice del ministero. Non era un ministero importante dal punto di vista della spesa, ma lo era dal punto di vista delle procedure. E tutto passava da me».

Durò pochi mesi.
«Guido Carli, ministro del Tesoro, ricevette una telefonata da Helmut Kohl. Andreotti si arrese alle sue pressioni, che si univano a quelle di Bankitalia, Fondazione Agnelli e Confindustria, la quale invece di fare gli interessi degli iscritti faceva gli interessi dei pochi che avrebbero poi venduto le proprie aziende a buon prezzo, mentre quelle di Stato furono svendute a prezzo di magazzino».

Perché Kohl aveva voce in capitolo?
«Kohl e Mitterrand avevano fatto un patto. Il primo voleva la riunificazione tedesca, il secondo voleva evitare, per ragioni di immagine, la svalutazione del franco come via alla competitività dell’ economia francese. Da quel patto nacque l’ euro».

Quel patto cosa significò per noi?
«Con i cambi fissi e poi la moneta unica, che ci impediva di svalutare, perdemmo la grande impresa privata e si ridimensionò notevolmente l’ industria a partecipazione statale. Solo le pmi, contro i pronostici, resistettero. In fondo, la Francia ha pagato un prezzo maggiore».

 

 

2. ”La svendita dell’Italia – Intervento di Nino Galloni”, Ing Fabio Conditi per Scenarieconomici, 1 maggio 2023

 

Intervento di Nino Galloni al Convegno “UN MONDO POSITIVO – Analisi, progetto e realizzazione di una Rinascita Economica”, che si è tenuto il 24 marzo 2023, nella Sala dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.

Nino Galloni ha parlato della sua esperienza nelle istituzioni negli anni ’80 e ’90, quando l’Italia è stata svenduta per permettere alla finanza internazionale di riprendere il controllo della situazione alla fine e dopo gli anni ’70. Questo è il video del suo intervento :…

Questo invece è la trascrizione del suo intervento alla Camera :

“Allora, partiamo da quello che per me è stato l’inizio della mia esperienza nella pubblica amministrazione, parliamo degli anni ’70 e quindi della prima Repubblica.

Qual è la differenza tra gli uomini politici della prima Repubblica e quello che è accaduto successivamente ?

Gli uomini della prima Repubblica avevano tanti difetti, ma avevano un pregio principale, l’obiettivo più importante era quello di arricchire gli italiani e quindi potevano litigare fra di loro su come farlo, ma non c’era grande differenza fra i partiti, cioè le differenze riguardavano il come, ma non il che cosa.

E tutti sappiamo che c’è un solo modo per arricchire i cittadini ed è quello di sottrargli con le tasse di meno di quello che spendiamo, quindi se noi ricaviamo 500 dalle tasse e vogliamo spendere 700 per fare le autostrade, i porti, gli aeroporti, le ferrovie ed il più bel sistema, giudicato ai tempi dei tempi, il miglior sistema sanitario pubblico del pianeta, scuola, università, la ricerca, eccetera, eccetera, dobbiamo perseguire questo tipo di politiche.

Allora si pone il problema e pongono il problema a noi funzionari : come si ricavano questi 200 che mancano, come si creano, come si ottengono ?.

Ci dicevano a noi destinati a diventare classe dirigente, sappiate che ci sono due sistemi.

Del primo non dovrete parlare mai, perché se questi politici capiscono che lo Stato può emettere tutta la moneta che vuole senza debito, siamo rovinati, chissà che cosa combinano, chissà dove si spingono. Quindi voi lo dovete sapere, perché la vostra missione sarà quella di resistere alle spese dei politici, ma non glielo dovrete mai spiegare. Poi in realtà non era vero, perché molti politici lo sapevano, qualcuno c’ha rimesso anche le penne, vedi l’anno prima che era stato ucciso Aldo Moro.

L’altro sistema è quello del debito, ma caratteristica della nostra gestione, visto che la Banca d’Italia creava moneta solo per finanziare quei 200, era che il potere di decidere il rendimento di questi titoli del debito, stava al Ministero del Tesoro. Era lui che decideva un tasso di interesse incredibilmente basso, per non bruciare, per non sprecare di quella spesa pubblica, se non il minimo indispensabile.

Ovviamente erano titoli poco redditizi, quindi nessuno li comprava e allora la Banca d’Italia stampava la moneta, la metteva a passività per nascondere quello che stava facendo, all’attivo i titoli che aveva comprato. È grazie a ciò che noi siamo diventati la quinta potenza industriale del pianeta, la quarta potenza manifatturiera e soprattutto davamo fastidio nel mediterraneo, perché quando Kissinger ricevette Moro, gli disse chiaramente “dovete smetterla di crescere in questo modo, state scombinando tutti i nostri piani, quelli della Francia, quelli dell’Inghilterra, quelli di Israele, se tu continui così t’ammazzo”. Poi lui tornò in Italia, lo riferì alle uniche due persone di cui si fidava, che erano sua moglie, che gli consigliò di lasciare la politica, e mio padre, che me l’ha raccontato.

Quindi nel 1981, si decide di interrompere questo sistema, il Ministero del Tesoro si spossessa del potere di decidere il tasso di interesse e lo cede ai mercati, cioè alle grandi banche, che allora erano ancora pubbliche. Le quali banche dicono “ma che io, se c’è l’inflazione al 10% ti compro i titoli al 5%? Almeno voglio il 15%, il 20%”. Quindi così io prevedo che ci sarà una crescita esponenziale del debito pubblico, e che questo provocherà tutta una serie di conseguenze sul sistema economico.

Mi ricordo che Federico Caffè, con cui parlammo a caldo di questa cosa, mi disse caro Galloni, questo è un errore gravissimo, da sottolineare due volte con il matitone blu. Ma speriamo almeno che non buttino via il bambino, cioè lo sviluppo economico, con l’acqua sporca, che era per combattere la corruzione e il clientelismo. Quest’ultimo, ci raccontavano, era il motivo per cui si era cambiato il sistema, in peggio per l’Italia, per lo Stato e per tutti, ma adesso dimostrerò che non era vero.

Infatti, a distanza di tanto tempo, posso dire, senza tema di essere smentito, che il bambino l’abbiamo buttato via e l’acqua sporca, cioè la corruzione, ce la siamo tenuta.

Questa è stata la grande sconfitta della classe politica successiva a quella della prima Repubblica, perché io lo avevo intuito fin d’allora, quando, pochi mesi prima del divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, io avevo fatto una ricerca sulle pensioni di invalidità e annessi e connessi nel mezzogiorno d’Italia, da cui si vedeva chiaramente che non era possibile che ci fossero tutti quegli invalidi, tutti quei disabili, eccetera, eccetera, e allora feci i miei conti e li portai ai miei superiori e i miei superiori mi guardarono e mi dissero “Nino non ci rompere i coglioni, questo lo dobbiamo fare per rompere il cartello dei disoccupati meridionali, perché se si uniscono i disoccupati e si alleano con i lavoratori nel nord, che stanno appoggiando le Brigate Rosse, abbiamo chiuso”.

E allora io presi le mie carte ed in buon ordine me ne andai, anche se poi le pubblicai con una introduzione di Federico Caffè. Qualche mese dopo scopro che vogliono finanziare con tassi d’interesse di mercato, anzi superiori a quelli di mercato, quelle spese. Allora dico scusate, o l’una o l’altra, o state con le Brigate Rosse oppure mi dovete spiegare perché avete preso questa decisione e cominciai a litigare con tutti, tranne con quelli che mi sostenevano, come Caffè, come Donat-Cattin e altri, e mi scontravo con Ciampi, con Andreatta, con Carli, insomma alla fine dovetti lasciare l’amministrazione, non prima di avere fatto le mie considerazioni sulle conseguenze di quella scelta e di quello che si stava facendo.

Per la cronaca, e questo è molto importante, fu sottratto il potere di decidere gli investimenti pubblici alla classe politica, e a chi fu dato questo potere? Durante gli anni ‘80 alle partecipazioni statali, mentre ai politici rimaneva solo il potere di decidere le nomine, quindi dopo il 1981 non ci dobbiamo meravigliare che la classe politica sia andata sempre peggiorando, perché prima dovevano decidere gli investimenti pubblici, e allora ci tenevano a fare buone cose con quei soldi, mentre dopo  l’81 in pratica il potere di decidere gli investimenti pubblici fu dato alle partecipazioni statali, quindi ai politici restava ben poco, cioè restava solo di fare le nomine, ma non di decidere le strategie.

Nel 1989 si scopre che il povero Galloni aveva ragione, quindi Andreotti mi chiama nel governo che si sarebbe fatto successivamente e lì si andai bene, riuscivo un po’ a governicchiare e a cambiare le cose, almeno  finché non successo un fatto che è alla base della nascita dell’Euro in Europa.

Nessuno era d’accordo con la riunificazione della Germania, men che meno l’Italia e men che meno la Francia. Allora Kohl che fa, va a trovare Mitterand senza avvisarlo e gli propone questo scambio : gli dice guarda se tu mi appoggi per la riunificazione della Germania, io rinuncio al Marco.

Poiché il Marco schiacciava la Francia, la Francia doveva svalutare continuamente la sua moneta perché non era in grado di reggere né la concorrenza italiana, né quella tedesca. Quindi Mitterand accetta, per cui da quel momento diventano tutti filo-unificazione della Germania, e per me suona la seconda campanella che me ne dovevo andare.

Va bene, fin qui ci siamo, ma il problema non è lì. Il problema è che questo accordo fra Kohl e Mitterand per funzionare richiedeva la deindustrializzazione dell’Italia, perché sennò vi immaginate noi che eravamo così competitivi … avremmo distrutto la Francia, ma avremmo distrutto anche la Germania. Probabilmente, quindi, era necessario avere una moneta, che poi era il Marco, per fermarci ma c’era un altro passaggio fondamentale.

Dopo il 1992, con la crisi del sistema monetario europeo e la privatizzazione delle partecipazioni statali, il potere di decidere gli investimenti pubblici, questa volta, viene sottratto alle partecipazioni statali e viene concesso alle multinazionali, che si comprano le nostre partecipazioni statali a volte a prezzi di magazzino, a volte per un tozzo di pane.

Dopodiché francesi e tedeschi, in particolare, dovranno decidere i nostri interessi pubblici e poi vedi come ci siamo ridotti. Ma ci è andata fin troppo bene, per quelle che erano le premesse che sto cercando di riassumere in pochi minuti.

Quindi dopo il ‘92 vengono privatizzate anche le banche pubbliche e conseguentemente anche la Banca d’Italia, visto che era controllata dalle banche pubbliche insieme all’INPS. La quota dell’INPS è l’unica che rimane pubblica, era rimasto con il 5-6%, che mi ricordo difendevamo con le unghie e con i denti, in quel periodo.

Guarda caso mi trovo sempre nei posti giusti a vedere le catastrofi, perché a quel tempo ero all’INPS e allora si privatizzano le banche pubbliche, trasformandole in società per azioni e vendendo le quote ai privati che a quel punto controllavano la banca che teoricamente non era più pubblica, perché ovviamente gli azionisti sono diventati privati.

Quindi entriamo nella fase dell’Euro, e non c’era molto da meravigliarsi, per me è stato facile proseguire il ragionamento, scrivere libri che evidenziavano i problemi ed ero l’unico a farlo a quei tempi, parliamo appunto del 2001.

Guardate, dicevo, sono misteri e misfatti, ma non sono cose che ci porteranno niente di buono, la moneta unica, eccetera, eccetera.

Quindi proviamo a riassumere. Abbiamo visto il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia, le privatizzazioni delle partecipazioni statali, poi l’euro, adesso arriviamo ad un altro passaggio che è importante.

Qui apro un po’ di differenze teoriche con i miei amici, cioè nel 2008 io avevo previsto che ci sarebbe stata una crisi finanziaria, in un libro che si chiama il grande mutuo, che ha avuto molto successo e che mi ha fatto rendere ancora più inviso alle banche, ma questo è un altro discorso.

Poi dopo il 2008, praticamente, invece di saltare tutto il sistema, viene proposta la nuova dottrina economica e cioè che le banche centrali immetteranno quantità illimitate di moneta a corso legale per impedire l’unica cosa che determina il fallimento delle banche e cioè la mancanza di liquidità quindi le banche, che avevano riacquisito come ricordava prima Ilaria, la condizione di universalità, cioè di poter mescolare, con conseguenze devastanti, anche per la clientela, il credito e la speculazione, anche con l’emissione di derivati a go go.

E allora dovevano fallire, perché solo per gestire tutta quella montagna di liquidità, cioè parliamo di quadrilioni cioè di migliaia di migliaia di milioni di miliardi, 30 o 40 volte il PIL mondiale, per gestire anche un 2 o un 3%, non c’era tutta quella liquidità nel sistema quindi l’hanno dovuta immettere artificiosamente creando una creazione di moneta a corso legale che non si era mai vista.

Allora tutti voi a prevedere che ci sarebbe stata la crisi finanziaria, io dico no perché di tutta quella liquidità che hanno creato per sostenere le banche, i derivati e tutto il resto appresso, non doveva arrivare una sola goccia all’economia reale. Allora voi dite non arriva il sangue e quindi moriamo, mentre invece non moriamo perché i privati possono emettere la loro moneta, che è moneta fiduciaria, vi ricordate le vecchie cambiali, con cui fu fatto il miracolo economico italiano, poi oggi sono monete complementari e roba così, però non è lì il problema.

Il problema è che il debito non è sempre insostenibile, se io faccio investimenti in attività reali e mi indebito, poi quando non posso più sopportare il debito, rimette i nostri debiti come noi li mettiamo ai nostri debitori e quant’altro, fallisco ma intanto abbiamo costruito ponti, ferrovie, strade, autostrade, eccetera e poi si ricomincia.

Questa è un sistema che può non piacere, ma il punto è che oggi nell’economia il debito cresce di più del reddito sistematicamente, ma perché ? Perché la redditività della gran parte degli investimenti si è abbassata, vanno bene solo le multinazionali certo, possono non pagare i lavoratori o sottopagarli, non pagano le tasse, non pagano i contributi, eccetera, eccetera sottopagano i fornitori e quindi riescono a fare profitto. Ma la gran parte delle piccole medie imprese non ce la fa più, allora il problema del debito è quando il reddito non cresce abbastanza, perché se io mi indebito per esempio per comperare una casa e c’è un reddito elevato, non me ne accorgo Ma se poi mi abbassano il reddito e il debito è rimasto uguale, allora sono rovinato.

Il punto, quindi, è la redditività degli investimenti, soprattutto quelli nell’economia immateriale che non consideriamo, perché guardiamo solo all’intelligenza artificiale, alla robotizzazione, industria 4.0 e tutto quanto appresso, guardiamo solo alla produzione di beni materiali.

Infatti quello che diventa più importante nelle nostre società è la produzione di beni immateriali, cioè servizi di cura delle persone, dell’ambiente e del patrimonio esistente, però in queste attività se andiamo a fare bene i conti, scopriamo che il fatturato è sistematicamente più basso del costo, quindi che tipo di impresa deve fare questo tipo di investimenti, senza che qualcosa compensi quella differenza?

Ecco l’importanza della cosiddetta moneta positiva, ovvero della moneta non a debito emessa dallo Stato.

Un’ultima cosa.

A Davos, che cosa hanno scoperto dal World Economic Forum, che neanche loro hanno abbastanza risorse per farci campare, e allora qual è la soluzione? Ma è semplice, farci morire, è semplicissimo.

Ma c’è una buona notizia, spero che sia buona per tutti qua dentro, non funziona.

Questi di Davos devono andare a casa. Adesso stanno studiando come uscire di scena e se Putin vincerà la guerra travolgerà tutta una serie di leader politici che l’hanno osteggiato e quindi ci sarà il ricambio. Ma io perché avevo capito che non funzionavano le ricette di Davos?

Perché io frequento la missione di mio fratello in Congo, che uno dei paesi più poveri della terra.

Lì la gente non aveva i tre euro per comperarsi la medicina contro la malaria e moriva. Però prima di morire aveva fatto 8 figli e di questi 4 erano morti piccolini di malaria. Ma gli altri quattro avevano fatto 8 figli, 4 per 8 fa 32.

Ecco perché i piani di Davos non funzioneranno mai.”

Il video integrale del convegno, suddiviso in n.3 parti, si può vedere su “Byoblu – La TV dei cittadini” con questi link:

– 1° parte – INFERNO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-1-parte/

– 2° parte – PURGATORIO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-2-parte/

 3° parte – PARADISO – https://www.byoblu.com/2023/04/02/un-mondo-positivo-marzo-2023-3-parte/

Fabio Conditi

Presidente di Moneta Positiva

Riferimento:

https://scenarieconomici.it/la-svendita-dellitalia-intervento-di-nino-galloni/

 

Breve commento

 

Le parti sottolineate parlano da sé, ergo, che la Germania abbia fatto molto correttamente i compiti in campo economico è solo una vulgata propagandistica anti italiana di TV e giornaloni , CVD!!

PS CVD = Come Volevasi Dimostrare.


 

3.https://www.libreidee.org/2013/05/italia-potenza-scomoda-dovevamo-morire-ecco-come/

Estratti iniziali dell’articolo:

Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi. A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.

E’ la drammatica ricostruzione che Nino Galloni, già docente universitario, manager pubblico e alto dirigente di Stato, fornisce a Claudio Messora per il Nino Galloniblog “Byoblu”. All’epoca, nel fatidico 1989, Galloni era consulente del governo su invito dell’eterno Giulio Andreotti, il primo statista europeo che ebbe la prontezza di affermare di temere la riunificazione tedesca. Non era “provincialismo storico”: Andreotti era al corrente del piano contro l’Italia e tentò di opporvisi, fin che potè. Poi a Roma arrivò una telefonata del cancelliere Helmut Kohl, che si lamentò col ministro Guido Carli: qualcuno “remava contro” il piano franco-tedesco. Galloni si era appena scontrato con Mario Monti alla Bocconi e il suo gruppo aveva ricevuto pressioni da Bankitalia, dalla Fondazione Agnelli e da Confindustria. La telefonata di Kohl fu decisiva per indurre il governo a metterlo fuori gioco. «Ottenni dal ministro la verità», racconta l’ex super-consulente, ridottosi a comunicare con l’aiuto di pezzi di carta perché il ministro «temeva ci fossero dei microfoni». Sul “pizzino”, scrisse la domanda decisiva: “Ci sono state pressioni anche dalla Germania sul ministro Carli perché io smetta di fare quello che stiamo facendo?”. AndreottiEccome: «Lui mi fece di sì con la testa».

 
4. Fra le altre cose la Germania ha barato nei conti pubblici e negli aiuti di stato, allego due interessanti file a riguardo

 

2 commenti a “Nino Galloni racconta la svendita dell’Italia”
  1. Integrazioni. Prima parte.

    Per quanto riguarda:

    “4. Fra le altre cose la Germania ha barato nei conti pubblici e negli aiuti di stato, allego due interessanti file a riguardo”

    ecco un articolo emblematico contenuto in uno dei due file, arriva!

    “Theo Waigel: se uscite dall’Euro, la Germania crollerà!”

    16 luglio 2016

    da it.sputniknews.com

    Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un estratto significativo delle sue dichiarazioni.

    Nota. Nell’intervista Waigel fa riferimento in primis all’Italia, ma le sue considerazioni restano valide anche in relazione ad altri paesi dell’UE.

    Theo Waigel: se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco — che tornerebbe nuovamente in circolazione —. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale. L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sé che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino?…..

    Proseguimento e riferimenti:

    https://web.archive.org/web/20160801184716/http://www.ticinolive.ch/2016/07/16/theo-waigel-uscite-dalleuro-la-germania-crollera/

    http://www.libreidee.org/2016/07/i-tedeschi-fuori-dalleuro-la-germania-crolla-e-litalia-vola/

  2. Integrazioni. Seconda parte.

    La Big Picture, ovvero il quadro generale, del quale Nino Galloni non ha parlato, arriva!

    Spoiler: UE = Progetto CIA!!

    PS nella cosiddetta informazione alternativa indipendente, tanti altri come lui su questo specifico punto, chissà come mai……!

    “La Ue fatta nascere dalla Cia
    Che finanziò massicciamente tutti i leader europeisti

    I documenti sono stati scoperti da Joshua Paul, un professore della Georgetown University”

    di James Hansen per ItaliaOggi – Numero 019 pag. 13 del 23/01/2016

    Con l’entrata nel vivo del dibattito inglese sulla permanenza nella Ue (il cosiddetto referendum «Brexit») è tornata a galla, nel Regno Unito, una vecchia notizia che forse vale la pena conoscere, specialmente perché, all’epoca, è passata quasi del tutto inosservata in Italia. Nel 2000 un ricercatore della Georgetown university, Joshua Paul, ha trovato negli US national archives prove documentali molto chiare che il progetto per l’Unione europea nasce in non poca parte come una sofisticata iniziativa dell’intelligence americana.
    Tra gli altri documenti, un memorandum del 1950 dà istruzioni dettagliate sulla conduzione di una campagna per favorire la creazione di un parlamento europeo. È firmato dal generale William Donovan, il direttore nel corso della seconda guerra mondiale dell’Oss-Office of strategic services, diventato la Cia alla fine del conflitto. Il principale veicolo per il coordinamento e il finanziamento è stato l’American committee for a united Europe, l’Acue, fondato nel 1948. Donovan, nominalmente tornato a vita privata, ne era il presidente. Il vicepresidente era Allen Dulles, il fratello del segretario di stato John Foster Dulles e lui stesso il direttore della Cia negli anni Cinquanta. Il board era composto da numerose altre figure di primo piano nell’intelligence, sia di provenienza Cia che già attive nell’Oss.

    Proseguimento:

    https://web.archive.org/web/20220317170729/https://www.italiaoggi.it/news/la-ue-fatta-nascere-dalla-cia-2053384

    Commento

    In particolare il seguente passaggio finale da sottolineare col pennarello rosso:

    “L’archivio scoperto da Paul contiene anche un memorandum datato 11 giugno 1965 in cui la sezione «affari europei» del dipartimento di stato Usa consiglia al vice-presidente dell’allora comunità economica europea, l’economista francese Robert Marjolin, di perseguire l’obiettivo dell’unificazione monetaria europea agendo sottotraccia: gli raccomanda di sopprimere il dibattito al riguardo fino al momento in cui «l’adozione di tali proposte diventerà virtualmente inevitabile».”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *