Ho letto in poco più di un’oretta, in spiaggia, il divertente e sconfortante (per non dire angosciante) libretto di Michele Serra “Gli sdraiati“, introspezione autobiografica di un padre che assiste, impotente, al crescere di un figlio moderno. Divertente perchè, nella descrizione delle abitudini del figlio e dei suoi amici, esagerata ovviamente, si riconosce buona parte dei difetti delle nuove generazioni: perennemente online, incapaci di concentrarsi su una cosa sola, sciattoni, trasandati, con orari assurdi, incapaci e soprattutto ribelli ad ogni forma di comunicazione. Al tempo stesso angosciante perchè, in tale descrizione, emerge soprattutto la figura del padre, completamente incapace di dare la pur minima regola, la minima direttiva, quasi uno schiavo di una volontà di “vietato vietare” portata alle streme conseguenze.
E così, episodi che potrebbero essere divertenti, si trasformano in tragiche constatazioni della realtà, come quando, portato il figlio ed un amico al rito della vendemmia fra amici, e questi restano a letto fino alle due del pomeriggio, ed un anziano vicino gela tutti col suo: “Certo che una generazione dove i vecchi lavorano e i giovani dormono non si era mai vista“.
La tristezza che tale quadretto “familiare” (di una famiglia oltretutto menomata, essendo il padre separato) desta sta, come detto, nella totale incapacità del padre a dare una minima direttiva, una minima regola: e non si parla qui solo del vestire o del mangiare, ma neanche riguardo alle norme basilari di convivenza civile, dal tenere pulito il bagno a tenere in ordine la propria camera.
Se è vero che nel corso della storia sono necessarie oscillazioni ed eccessi per trovare l’equilibrio e, tutto sommato esiste una ciclicità, credo che dalla lettura di queste pagine appaia evidente come la generazione del ’68 (l’autore è del 1954), nel suo eccessivo lassismo e volontà di smontare ogni forma di autorità e di stracciare ogni valore si ritrovi, con la propria discendenza, a dover affrontare le conseguenze di quegli eccessi: una totale impotenza e inadeguatezza a trasmettere il pur minimo valore nonchè a dare anche le minime norme di convivenza civile.
Simpatico, e triste al tempo stesso. Da rifletterci sopra, per non diventare non soltanto padri inutili, ma nocivi per le generazioni che seguono.
Ad ogni mio problema di comportamento o altro da piccolo/ragazzo, mio padre mi chiamava in una stanza, chiudeva la porta, ci sedevamo soli noi due (non amava riprendermi davanti ad altri facendomi fare brutta figura o umiliandomi) e mi spiegava tranquillamente il suo punto di vista perché sbagliavo e ci confrontavamo a vicenda.
E se sbagliavo di nuovo, si ricominciava.
Così con le mie sorelle. Sono stato fortunato e privilegiato lo ammetto…
Ora io non sono sposato e non ho figli, ma osservando i padri della mia generazione (in molti, non tutti) mi sembra non ci sia la voglia del confronto e di parlarsi tranquillamente…così pure ai ragazzi.
Esiste una frattura come dire…
Perche’? Sembra che insegnare l’educazione (ed ascoltarla) sembra sia una fatica…meglio sorvolare…sono stanco…massì sono ragazzini, cresceranno e capiranno…tutto così!!
Mi spiace sono padri (anche madri) inutili quelli che non si applicano e non fanno “la fatica” ad impegnarsi per l’educazione dei loro figli. Anche a costo di farlo mille volte!
Questa la mia umile opinione.
Un grande padre (e i risultati si vedono).
Mah…che dire…se non sperare
che almeno le “Madri” ci possan esser utili…
se non altro per necessaria,logica,fatale…”Simmetrìa”…hàhàhà…!!!
E…ben conscio che questa mìa Vi potrebbe sembrare una orrenda blasfemìa…
beh…Ve la scrivo e sottoscrivo lo stesso…
anche per rianimare un po’ il dibattito,
un po’ fiacco,dato l’afosa aria estiva…hàhàhà…
il più inutile pare esser oggi proprio…quel tal…
“Dio-Padre”…quel “Geova***Dio” oggi latitànte…
che troppo spazio sta lasciando alla Satàna…!!!
Vno,poi, potrebbe davvero cominciar
a dover dar ragione a tutti coloro,e son tanti, che,malignamente e perfidamente,
ci insinuano che per davvero possa esser “morto”…visto che è un bel po’ di tempo che è…
“muto”…!!!
ERGO…
se ancora ci sei…se VIVO ancor sei…
battici almeno Vn colpo…
dacci almeno Vn TVO Signo…Segnore…!!!
I figli raramente seguono gli insegnamenti e gli ammonimenti dei padri e’ cosi’ da sempre e con la forza o l’autoritarismo non si risolvono le cose anzi spesso si aggravano.Per capire come crescere i figli abbiamo l’esempio del figliol prodigo del vangelo li si cresce con amore cercando di trasmettergli i veri valori della vita,loro ingannati dalla societa’ ( ovvero da satana) nel loro libero arbitrio prendono un’altra strada (l’attuale disfacimento di ogni riferimento morale)credendo cosi di trovare la felicita’ e quando poi invece si ritroveranno a pascolare con i porci capiranno che quello che gli insegnava il padre era la vera strada per trovare la felicita’e quindi torneranno alla casa del padre ( almeno questo e’ quello che spero avvenga con mio figlio).Dio ci lascia liberi di sbagliare per farci toccare con mano come allontanarsi dai suoi comandamenti faccia’ del male in primis propio a noi stessi,credo che se questa e’ la strada educativa scelta da Dio non ve ne sia una migliore a patto che noi come genitori svolgiamo la funzione che Gesu’ ha svolto per tutta l’umanita’ ovvero ammonire,predicare un modo diverso di vivere ed essere coerenti con quanto diciamo e predichiamo oltre naturalmente a tanta preghiera ed affidamento.Io personalmente quando ho portato mio figlio al catechismo per ricevere i sacramenti l’ho affidato direttamente nelle mani di Maria e di Gesu’ pregandoli di prendere loro in mano la sua crescita e la sua educazione perche’ ero ben consapevole che come essere umano sicuramente avrei fallito nel difficilissimo compito di fare il genitore,quindi anche se ad oggi mio figlio e’ propio un esempio di figlio tipico di questa generazione descritta nel libro confido che Maria e Gesu’ a cui l’ho affidato sapranno come educarlo e se per educarlo saranno costretti a mandarlo a pascolare con i porci bene l’importante e’ che un giorno faccia ritorno alla casa del padre.
Esatto: fare un passo indietro, e affidarli a Chi può veramente fare qualcosa. Un atto di umiltà.
Sono padri inutili coloro che temendo di avere i figli contro (per idee, generazione e/o per modello educativo); o per paura di non apparire condiscendenti e buoni (io non ho mai alzato la voce o un dito su mio figlio) e quindi ammissibile anche al cerchio di amicizie dei figli (come se ad un genitore non bastasse la sua generazione), lasciano che i figli, invece di crescere sull’ottimo concime della tradizione dei padri e della moralità universale, cerchino zone aride dove anichilire la propria anima, senza mai vedere la luce vera e senza mai dare veri frutti.
Mi sembra interessante l’esperienza di Francesco. Ma si capisce da sè che è un caso più unico che raro; e che a volte i figli non accettano quel genere di dialogo e spesse volte diventano persino irreperibili…
Io credo di essere stato un buon figlio, e amo i miei più di me stesso. Saper fare scelte sensate è un dono dello Spirito. E solo i genitori e la società con e sue “matrici” di inganno possono renderli sordi al richiamo del cuore.
L’autore, come già detto (ed è questo il tragico) non ha PAURA di trasmettere qualcosa: non ha proprio NIENTE da trasmettere!
Ben vengano l’ironia e la buona narrativa, che possono fare solo bene, ma la morale stavolta lasciamola perdere. Perché da un punto di vista squisitamente morale, chi si è fumato il Novecento e si è svenduto l’anima sull’altare dei luoghi comuni dovrebbe avere, come minimo, la decenza di non voler anche insegnare come vivere il Duemila; il danno di ritrovarsi in un’antisocietà come quella odierna è già ampiamente sufficiente, la beffa di sorbirsi quotidianamente le critiche di chi quell’antisocietà l’ha creata, sostenuta e amata in cambio di un piatto di lenticchie è inaccettabile. Se anche i giovani di oggi cominciassero tutti a drogarsi in massa, non riuscirebbero nemmeno mettendocisi d’impegno a infliggere anche solo la metà dei danni prodotti dai loro santissimi padri: quelli che il lavoro è lavoro anche quando c’è da sotterrare amianto e olii esausti, quelli che meglio agli altri che a me, quelli che la democrazia cristiana, quelli che chinano la testa, che accettano, che lasciano correre, quelli che alla prima domandina scomoda ti mollano davanti a un televisore e chi s’è visto s’è visto.
Che bel rapporto che ho avuto con questi subumani: se lavoro mi butto via, se non lo faccio sono un fannullone, se esco sono un farfallone, se resto a casa sono un introverso, se mi ribello sono un disadattato, se non lo faccio sono un senzapalle e così via. C’è sempre una bella sentenza precotta per qualunque cosa facciamo o non facciamo, da parte degli ex sessantottini, a detta del Fusaro (e anche a detta del sottoscritto, suo coetaneo) la peggior generazione comparsa sul globo terracqueo dai tempi dei Sumeri.
E quanto mi piace vederli in fila davanti al Centro per il Non Impiego con le mani nei capelli, che quando loro non ne avevano bisogno eravamo noi giovani che non sapevamo “metterci in gioco”, e adesso che in fila ci stanno loro invece improvvisamente è tutto sbagliato, tutto da rifare. Quanto me la ghigno quanto questa sottospecie umanoide, disposta a compiere qualunque nefandezza in nome di Santa Busta Paga, si riempie l’ignobile boccaccia di paroloni come giustizia, ambiente, legalità ora che il proverbiale piatto di lenticchie ha lasciato il posto alle mazzate che, per quanto sonore, non saranno mai abbastanza.
Su una cosa avevano ragione, i santissimi padri, quando la ruota girava dalla loro parte: ciascuno ha quel che si merita.
Ma no, l’autore si propone come assolutamente privo di una benchè minima morale nè di saggezza da trasmettere. Questo è proprio l’aspetto più tragico: non che si dichiari incapace di trasmettere qualcosa, anzi, non ha proprio nulla da trasmettere!
Ma ad occhio e croce penso sia un ottimo autore (non l’ho letto, ma almeno come argomento ha scelto qualcosa di diverso dal solito) così come lo sei tu. Non me la prendo con nessuno in particolare, è che il conflitto generazionale ce l’ho proprio nelle vene 🙂
Beato te…
io ce l’ho addirittura nelle Artèrie…:(…:)…!!!
I conflitti tra generazioni sono sempre esistiti, benchè non gravissimi come quelli di oggi. I padri accusavano i figli di non sapersi guadagnare i mezzi di sussistenza;. i figli accusavano i padri di accettare e scendere qualunque atto di viltà per poter ricevere il sufficiente per poter far “fumare il focolare di casa”. L’Italia conobbe momenti orribili. tragici. I reduci della 2a guerra, che avevano obbedito al governo dell’epoca, ritornati a casa dopo le sofferenze dei combattimenti o della prigionia, venivano aggrediti, torturati e assassinati e vilipesi gratuitamente dai nuovi padroni, subito insediati dagli anglo-americani in posizioni di relativo potere nelle amministrazioni pubbliche. Per poter avere uno straccio di lavoro la mia generazione doveva essre iscritta a qualche partito “antifascista”. Ed io non ero tra quelli essendo figlio di un fascista che aveva aderito alla Repubblica Sociale di Salò. Le ragazze specie le più bellocce, per guadagnarsi un impiego dovevano fare qualche “piacerino” inconfessabile al sindacalista o capataz di partito di turno.
Facile, in tali condizioni, l’accusare le generazioni più vecchie di non saper impartire la buona educazione alle nuove. Sono tutti eccellenti ad accusare i padri di viltà. Essi però lavorarono duramente per la ‘ricostruzione” di strade, sminamento di ponti aeroporti, centrali elettriche ecc. e riuscirono eroicamenta a far studiare i figli in condizioni di sacrificio personale.
Ma le nuove generazioni non sempre prestarono ascolto. Trovarono più giusto accusarli di viltà.
Ed oggi siamo al punto tragico in cui moltissimi figli non accettano affatto i comandamenti Divini, Nè riconoscono o accettano neppure la realtà spirituale. Sono così complertamente indifesi in tempi calamitosi nei quali in cui i governi delinquenziali incentivano l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere insegnato, seguendo il noto demenziale progetto di destabilizzazione della società, in 24 capitoli. Tutti oggi puntualmente messi in atto dagli alti sacerdoti delle forze del male i quali stanno facendo diventare cancri incurabili persino i normali “strappi” generazionali.
Ma di questo stato di cose fu previsto chiaramente duemila anni fa. Indovinate da Chi?
Dallo Stesso che promise di ritornare e far finalmente giustizia. Speriamo venga domattina.
…per fare che…
se non abbattere
la diabolika “demo-crazia” di torto sataniko…
per ripristinar
l’angelika “MONO+ARKIA” di Diritto*Divino…
e che così sìa…e così certo sarà…hàhàhà…
Avevo inserito (mezz’ora fa) un mio commento al tuo articolo su Stampa Libera a nome di Elisa Bottini. Il commento è rimasto sul sito neppure cinque minuti e poi è scomparso. Ovviamente, non sono riuscita a chiederne il motivo poiché il sistema non mi permette più di rientrare e chiedere conto di cosa sia successo.
Nel commento, io molto più giovane di Serra e, quindi, né sessantottina né di sinistra, davo ragione all’autore su due punti: 1) l’indolenza delle nuove generazioni (ho due figli adolescenti anch’io) è ineliminabile qualunque sia la situazione famigliare (io e mio marito ci amiamo), sociale (siamo due professionisti), culturali (plurilaureati entrambi)
2) il messaggio positivo finale di Serra è condivisibilissimo: nonostante i discutibili atteggiamenti, quasi rasentanti la maleducazione, dei giovani, hanno molto da insegnarci poiché sono inflessibili, giudici, sicuri e all’occorrenza maturi.
Questo messaggio evidentemente non è piaciuto alla Redazione, poiché scalfiva l’immagine negativa di Serra che il tuo commento al libro offre ed è stato tolto.
Io non gradisco certe censure, perciò se non ricomparirà in bella mostra sul sito di Stampa Libera entro qualche ora, scriverò a tutti ed esporrò denuncia poiché ciò la dice lunga sulla nuova linea editoriale di quel sito.
Elisa Bottini
Quanta animosità! Forse non sai che i commenti devono essere moderati, pena il rischio di chiusura del sito perchè dà spazio a voci offensive, anti-ebree, anti-olocausto, contro la legge, ecc. E siccome siamo tutti volontari con altri impegni, permetterai che possa passare un giorno (a volte ancghe una settimana, come in tempo di vacanza) senza che ci colleghiamo e controlliamo. Se pensavi che fosse un tuo diritto avere i commenti moderati in tempo reale, adesso capisci perchè non è possibile. Quindi: “Questo messaggio evidentemente non è piaciuto alla Redazione, poiché scalfiva l’immagine negativa di Serra che il tuo commento al libro offre ed è stato tolto” è una deduzione sbagliata.
Tornando allo specifico, grazie del commento. Però mi pare che tu e tuo marito non siate così “debosciati” come Serra vuol far credere di essere (certo per motivi letterari, per esagerare il senso di impotenza del padre di fronte al figlio).
Incredibilmente…tutto a posto. Il commento è ricomparso.
Elisa Bottini
no sono io che in quanto autore del pezzo lo ha approvato tu credevi di averlo visto ma se leggevi bene c’era scritto commento in attesa di moderazione