Nobile, dal latino gnobilem, per nobilem, ossia notabile, insigne; di chiari e illustri natali e, come presunta conseguenza, di alto e generoso sentire (cit.).
Combinazione, nella stessa giornata di ieri, vengo a conoscenza di due fatti, di due azioni, che hanno in comune i loro protagonisti, entrambi magistrati in pensione, ma si caratterizzano agli antipodi per nobiltà appunto.
Il primo, l’ex PM del caso Tortora, che a distanza di 30 anni dalla sua arringa contro il famoso presentatore televisivo ammette di avere sbagliato. Ammette pure che “alla base delle accuse a Tortora non vi furono né controlli bancari, né pedinamenti, né intercettazioni: solo le dichiarazioni dei pentiti”.
Per chi non conosce o non ricorda la vicenda, in seguito alle accusre dei presunti “pentiti“, Tirtora si fece anche quanche anno di carcere, poi, una volta restituito alla libertà, morì di tumore (alla faccia di chi nega le correlazioni fra i conflitti vissuti – DHS nella terminologia Hameriana – e quello che ci capita. tumori in primis ma non solo).
E cosa c’è di nobile nelle dichiarazioni di Marmo? La capacità di ammettere i propri errori, manifestare il proprio pentimento e di chiedere scusa a me sembra una delle più alte espressioni di un uomo.
Contemporaneamente vengo a sapere che l’ex magistrato Giancarlo Caselli ha fatto ricorso alla corte costituzionale contro la legge che riduce le pensioni delle cariche dello stato a poco più di 300.000 e/nno: lui, fresco di pensione (neanche un anno) da oltre 500.000 e, proprio non riesce ad accettare questo sopruso, e vuole invalidare la legge per manifesta incostituzionalità. In un paese la cui economia è allo sbando, le aziende chiudono a centinaia al giorno, li imprenditori si suicidano per non riuscire a pagare i debiti e i dipendenti perdono il lavoro, le tasse aumentano per pagare un debito pubblico sempre più alto e mantenere una classe politica sempre più avida e separata dalle esigenze e dai problemi della gente, questa azione mi sembra di una bassezza inqualificabile. So che molti si appelleranno “al principio“, alle clausole di “non retroattività“, ecc., ma a me questo ricorso sembra veramente fuori luogo. Il presidente dell’Uruguay, il paese di soli tre milioni di abitanti la cui nazionale di calcio ha estromesso la nostra superpagata e osannata nazionale, si riduce lo stipendio a 800 € al mese per dare il resto ai poveri.
Anche se pensiamo di essere una società avanzata, abbiamo ancora molto da imparare.
Enzo Tortora, per chi non ha l’età per ricordare le sue trasmissioni, fu un popolare amatissimo presentatore della TV italiana dell’epoca, il quale dava voce alle istanze popolari più semplici. Il suo programma aveva la connotazione di aiuto alle richieste della gente umile. Aveva, per intenderci, una rubrica chiamata “Dove sei?” dedicata alla ricerca di familiari scomparsi. Aveva un contenuto lacrimevole, per me anche troppo sdolcinato, celebrando i buoni e semplici sentimenti alla “Libro Cuore” o dei romanzi per signorine.
Fece lo “sbaglio” di dire in TV, in occasione del terremoto di Napoli, la seguente frase:
“Gli aiuti ai terremotati, che arrivavano dal mondo intero, anzichè mandarli al Municipi (che se ne appropriavano indebitamente), consegnateli ai capi delle famiglie terremotate”.
Lo “sgarro” non fu tollerato (dalla classe amministrativa italiana: vil razza di traditori, di cortigiani di ruffiani, di ladri e di compiacenti favoreggiatori di ladri), i quali si irritano molto se viene impedito loro di rubare.
Gli distrussero la vita e la carriera televisiuva. Da un giorno all’altro lo misero, innocente, sotto accusa di traffico di droga ed in carcere. Lo prelevarono e lo fotografarono in manette. Apparve sulle prime pagine dei giornali. Lo imprigionarono senza prove, sulla base delle sole dichiarazioni di delinquenti napoletani (i famosi camorristi “pentiti” la malavita pagata poi con una riduzione di pena).
Il suo programma cessò immediatamente. e lo fecero persino ammalare di indignazione e di dolore per l’ingiustizia sofferta, così dopo la prigione, con la fine improvvisa della annosa carriera televisiva e la distruzione della sua vita morì miseramente di cancro.
La cosa che più mi indignò all’epoca fu il fatto che nessuna midia ebbe il coraggio di dire che non si può condannare un uomo sulla base di dichiarazioni completamente ed evidentemente false di delinquenti incalliiti abituati a mentire; e fu sorprendente il fatto che giornalisti, magistratura e l’opinione pubblica degli italioti del tempo si schierò dalla parte dei “pentiti”.
Quando ripenso a storie come questa di Tortora mi vien voglia di dire: Ma si: lascia che venga distrutta questa amata fognatura che è l’Italia.
Scusa Alberto ma non mi sembra nobile atteggiamento il solo “chiedere scusa” trent’anni dopo aver distrutto la carriera e la vita di un uomo innocente senza riparare il danno, senza risarcirlo.
Il rimorso non lascia dormire l’ipocrita signor “testa di marmo” e pensa di cavarsela con uno “scusi, ho sbagliato”. E lo dice solo adesso? Troppo tardi Marmo.
Lei deve andare il galera e risarcire pecuniariamente i danni morali e materiali alla famiglia di Enzo Tortora.
Se fra trent’anni le banche chiedessero scusa al popolo italiano dopo averlo completamente rovinato e depredato, Una tal frase le renderebbe nobili per caso? Quelli sono pronti a dire tutto e il contrario di tutto
Io desidero che la Giustizia del Padre Eterno gli metta una cravatta di corda intorno al collo, altro che udire le “nobili” scuse di un compiacente favoreggiatore della Camorra.
So che sembra poco, ma ammettere uno sbaglio non è da tutti.
sono sicuro che quando tutti gli “ignobili” che lo hanno fatto ammalare e condannare lo rincontreranno, la nobiltà di Tortora gli farà dire ancora: “Allora, dove eravamo rimasti?”
grazie Alberto per il ricordo.
Ma certo,Elìsèo…
è proprio ora che l’ETERNO se dìa ‘na mossa,
tramite uno Giusto “REPVLISTI”,spazzando vìa
la banda degli ipocriti criminali,dannati parassiti,
che tien oggi in ostaggio gli Idioti Illusi Italioti,
con la scusa della mitica…”demo-crazìa”…!!!
Ma,qualora ciò non dovesse,a breve,
mai avvenire…beh…allora…ahiNoi…
una sola conclusione ci sarebbe da trarne…
…e,cioè,esser purtroppo state,
le Nostre pur Giuste Aspettative,
solo pìe,ingenue e patetiche
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“Illusioni”…non fondate,ahiNoi,sulla Realtà…!!!
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