Nell’antica Grecia era noto il valore catartico di una rappresentazione teatrale: vedo cioè quello che potrebbe succedere se dò libero sfogo ad un mio istinto, e le nefande conseguenze, rappresentate con cruda verosimiglianza mi distolgono dal mettere in atto certi comportamenti.
I miti, le leggende, le favole hanno sempre arricchito il patrimonio culturale di ogni civiltà raccogliendo e tramandando insegnamenti di pubblica utilità in una forma facile da ricordare e raccontare. Così nel mito della caverna vengono messi in guardia gli ascoltatori: non vivete nell’ombra, svegliatevi e guardate il mondo vero. Nel mito di Edipo è raccolto l’orrore per le relazioni incestuose, e via dicendo.
Tempo fa ho letto un’interessante quanto inaspettata interpretazione del messaggio nascosto (neanche tanto) nella favola di Cappuccetto Rosso: alla comparsa del menarca (il cappuccetto Rosso), la bimba deve stare attenta all’uomo cattivo (il Lupo) che se la può mangiare; per evitare questo deve dare retta ai consigli della mamma (stare sulla via principale, non perdersi a raccogliere i fiori, allusione alla curiosità e allo svago); con la chiusura finale delle pietre messe nella pancia del lupo, a rappresentare il contrasto fra la figura femminile, predominante nella storia, capace di procerare, a quella maschile, che nella sua pancia non può avere la vita ma solo pietre morte.
Con un minimo di allenamento in ogni favola si può trovare un insegnamento più o meno nascosto che affronta i grandi temi della vita: lo scontro fra il bene e il male, i rapporto fra uomini e donne, fra genitori e figli, ecc.
Al giorno d’oggi alcune verità scomode vengono raccontate coi film. La lista è molto lunga ma voglio citarne almeno alcuni.
Matrix: siamo batterie utili solo a produrre energia, e non abbiamo coscienza della nostra vera natura.
The Truman show: con la paura ci tengono prigionieri di un mondo falso.
Wag the dog (Sesso e potere): la percezione è realtà: basta controllare i mezzi di informazione.
The ghost writer (l’uomo nell’ombra): pesante accusa contro la politica Blair, completamente asservita agli interessi degli americani.
Anche fra i cartoni animati si trovano numerosi esempi. La serie di Shrek ne è un bellissimo esempio, con il messaggio principale (l’apparenza non conta, tu sei diverso da come ti vedono gli altri) arricchito di altri messaggi (il rapporto genitori-figli, la crisi di mezza età, ecc.).
In Monsters&Co. si fa una bellissima scoperta: che non è con la paura che si ottiene il massimo dagli altri, ma con il sorriso e la gioia. Chissà che a qualcuno non venga in mente di mettere in pratica.
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