Con un termine straniero che forse non si vuole tradurre per rendere il concetto più vago e accattivante, “gender“, si vuole far passare un concetto contro-intuitivo e contro-natura: e cioè che le caratteristiche maschili e femminili, lungi dall’essere innate e connaturate, siano semplicemente l’effetto di condizionamenti culturali, come ben spiegato anche nel libro dell’amica Enrica Perucchietti. E se di questo si tratta, perchè, nella nostra costante lotta per la liberazione dell’uomo (a parole: perchè non parliamo invece di liberazione dal debito pubblico, creato a tavolino, o di liberazione dalle tasse, altrettanto inique, o da governanti non eletti, o da una medicina che non guarisce e crea malati crinici dipendenti? E la lista potrebbe continuare…) dicevo, in questa lotta per la liberazione dell’uomo, perchè non togliamo anche questi condizionamenti che ci vincolano e ci impediscono di essere veramente quello che scegliamo noi di essre?
Bambino, non sei bambino: ti hanno detto che sei maschio, ma tu puoi scegliere! Bambina, non sei bambina: ti hanno detto che sei femmina, ma se vuoi puoi decidere tu cosa essere. Non ci sono papà e mamma, ma genitore1 e genitore2: possono essere, occasionalmente (che noia!) un maschio e una femmina, ma potrebbero altrettanto bene essere due maschi, o due femmine (anzi, in quel caso è un amore ancora più puro, come dice Veronesi, in quanto NON finalizzato alla procreazione…)! Che poi la natura (questa cattivona retrograda!) abbia previsto che per la procreazione servano due individui di sesso diverso (orrore! Un maschio e una femmina! Ricordate il libro 1984?), e vabbeh, questo è un problema superabile: si compra un bambino, si compra un utero, si compra una mamma, si affitta un amante!
Che problema c’è? Adesso che il modello consumistico è in crisi, hai visto mai che non si possa dare un rilancio all’economia creando una nuova serie di bisogni per un nuovo tipo di shopping?
Ho una brutta notizia per chi sostiene tutto questo: una volta tanto, non c’è nessun complotto, nessun condizionamento studiato per farci sentire diversi: Ha già fatto tutto la Natura, e, vi piaccia o meno, siamo diversi, abbiamo caratteristiche diverse, e, anzi proprio questo è il bello: ci attraiamo proprio per questo motivo, per completarci nell’altro sesso. Lo so che per qualcuno può essere dura da accettare, ma è così.
Allora, se tutta questa campagna del gender vi fa un pochino schifo, se non volete che i vostri figli nelle scuole pubbliche ma non solo, si sentano raccontare un sacco di baggianate, se volete far sentire la vostra voce, prendete in considerazione di firmare questo appello: http://www.notizieprovita.it/petizione-sulleducazione-affettiva-e-sessuale-nelle-scuole/
Copio e incollo dal sito in questione:
ProVita Onlus, l’Associazione Italiana Genitori (AGe), l’Associazioni Genitori delle Scuole Cattoliche (AGeSC), il Movimento per la Vita e Giuristi per la Vita, presentano questa petizione propositiva al Ministro dell’Istruzione, nonché al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, affinché i nostri figli possano trovare nella scuola, non ideologie destabilizzanti come l’ideologia gender, ma progetti, corsi e strategie educative che permettano uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche, rispettosi di tutti ed in primis della natura umana.
Hanno finora aderito alla petizione anche le seguenti realtà: La Nuova Bussola Quotidiana, Tempi, il Timone, Voglio la Mamma, la Fondazione Novae Terrae, Vita E’, NonSitoccalaFamiglia, il Comitato Articolo 26, il Consiglio Regionale dell’UCIIM Calabria, la Manif pour Tous Italia, Aleteja, il Coordinamento Famiglie Trentine, Cristiani per la nazione, il Centro Italiano Femminile, il Movimento P.E.R., l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, Cultura Cattolica, Libertà e persona, Nuovi Orizzonti, La Quercia Millenaria, il MEVD, l’AMCI, Alleanza Evangelica, l’Associazione CIF Regione Molise, SOS Ragazzi, l’AIGOC, il Consultorio UCIPEM “LaFamiglia”, AIPPC e Scienza e Vita.
- E’ possibile per più persone firmare con lo stesso indirizzo e-mail cliccando qui
- Scarica il modulo per raccogliere le firme manualmente nella tua città.
- Le associazioni che vogliono aderire pubblicamente alla petizione, possono contattarci compilando l’apposito modulo online cliccando qui
Sempre più diffusa è la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda le tematiche dell’affettività e della sessualità. Molti hanno già reagito contro la subdola introduzione della teoria del gender nelle scuole di ogni ordine e grado (fin dagli asili nido). Tuttavia, anche quando non si arriva a questo punto, in molti casi l’educazione sessuale è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia, e mira ad una sessualizzazione precoce dei ragazzi.
Attualmente i progetti educativi in questo ambito vengono spesso presentati richiamando l’esigenza di “lottare contro la discriminazione“. L’intento in sé potrebbe essere lodevole se ciò significasse educare gli studenti a rispettare ogni persona e a non rendere nessuno, a causa delle proprie condizioni personali (disabilità, obesità, razza, religione, tendenze affettive, ecc.), oggetto di bullismo, violenze, insulti e discriminazioni ingiuste. In realtà il concetto generico di “non discriminazione” nasconde molto spesso: la negazione della naturale differenza sessuale e la sua riduzione ad un fenomeno culturale che si presume obsoleto; la libertà di identificarsi in qualsiasi “genere” indipendentemente dal proprio sesso biologico; l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia”; la giustificazione e normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale. Tutto ciò, anche in altri paesi dove simili strategie educative sono da tempo applicate, come in Inghilterra e Australia, ha già causato una sessualizzazione precoce della gioventù che ha portato ad un aumento degli abusi sessuali (anche tra giovani), alla dipendenza dalla pornografia, all’attività sessuale prematura con connesso aumento di gravidanze e aborti già nella prima adolescenza, e all’aumento della pedofilia.
Inoltre i suddetti progetti educativi, e persino la “strategia nazionale” dell’UNAR, vengono sovente redatti con la collaborazione esclusiva di associazioni LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali) senza l’adeguato coinvolgimento di associazioni ed enti rappresentativi dei genitori, e quindi, sia per le modalità che per i contenuti, sono elaborati e diffusi in violazione dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (“I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”); dell’art. 2 del Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo (“Lo Stato … deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”); dell’art. 30 della Costituzione italiana (“E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”); e dell’art. 14 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF (“Gli Stati parte rispettano il diritto e il dovere dei genitori oppure, se del caso, dei tutori legali, di guidare il fanciullo nell’esercizio della libertà di pensiero, di coscienza e di religione”).
Per questi motivi con la presente petizione chiediamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non solo, come già chiesto sia dalla nostra che da altre associazioni, di disapplicare la “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere” e di impedire la diffusione di ogni progetto educativo che ad essa si ispiri, ma soprattutto di emanare precise direttive affinché tutti i progetti, corsi, strategie educative, si conformino ad alcune linee guida, prevedendo, in particolare:
- Che venga rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario ai sensi dell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e dei decreti che riconoscono le scelte educative dei genitori (artt. 1.2, 3.3 e 4.1 del DPR 275/99, art. 3 del DPR 235/97, artt. 2.3, 2.6 e 3 del DPR235/2007 e il Prot. AOODGOS n. 3214 del 22.11.2012). Ogni “strategia” educativa, specie se di rilievo nazionale, dovrebbe rispettare sia nelle sue modalità di elaborazione e diffusione (coinvolgendo prevalentemente enti rappresentativi dei genitori e delle famiglie) che nei contenuti, questo diritto fondamentale. Similmente, i progetti sull’affettività e la sessualità da attuare nelle scuole dovrebbero coinvolgere le famiglie nell’opera di educazione e rendere i propri contenuti trasparenti ad esse, evitando il contrasto con le “convinzioni religiose e filosofiche” dei genitori. L’azione educativa della scuola in questo ambito deve essere informata a due principi: il principio di sussidiarietà (il diritto-dovere dei genitori di educare è insostituibile e va sostenuto dallo Stato) e il principio di subordinazione (l’intervento della scuola deve essere soggetto al controllo da parte dei genitori).
- Che sia oggetto di spiegazione e di studio la ragione per la quale la nostra Costituzione, all’art.29, privilegi la “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, della quale “riconosce” gli speciali diritti, diversamente da ogni altro tipo di unione.
- Che si educhi a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. In questo modo gli studenti impareranno anche che la madre e il padre, nella famiglia, ancor più che nel mondo del lavoro o in altri contesti, apportano la loro propria ed insostituibile ricchezza specifica.
- Che si educhi al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità, concordati con i genitori.
- Che si porti a riconoscere che l’attività sessuale non si riduce alla dimensione del piacere, ma che comporta delle conseguenze gravi e dei doveri importanti. A questo proposito si potranno mostrare utilmente i risultati delle indagini sociologiche secondo le quali ritardare l’attività sessuale e ridurre il numero di partner aumenta le possibilità di intrattenere relazioni stabili nel futuro e riduce i problemi psicologici (come la depressione), specialmente nelle ragazze.
Firma subito anche tu la petizione, e unisci la tua voce a quella delle associazioni ProVita Onlus, AGe, AGeSC e Giuristi per la Vita, affinché il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca accolgano la nostra proposta educativa e garantiscano che nelle scuole i nostri figli possano trovare, non ideologie pericolose, ma la via verso uno sviluppo sano della loro personalità, in armonia con la famiglia e con le istanze etiche.
Che la maggioranza silenziosa, una volta tanto, sia un po’ meno silenziosa e si faccia sentire.
Già fatto, firmato. Sto cercando ora di fare informazione tra le mamme dei bimbi che frequentano catechismo.
Tempo fa, in uno scambio di idee con altri commentatori di questo blog, sottolineavo la pericolosità altamente maligna e invasiva di questa ideologia.
La considero infinitamente più pericolosa della povertà monetaria che ci infliggono.
Certo è che se si fa fatica a tirare avanti, ad arrivare a fine mese, si è meno attenti a ciò che succede dietro le quinte,
Giocare al giochetto delle tre carte dopo che ti hanno bastonato non è leale, lo sappiamo tutti, ma a maggior ragione si deve essere vigili e svegli. Addormentarsi è estremamente pericoloso per i nostri figli o nipoti.
La povertà monetaria non mi fa paura,( ci sono abituata alla fatica di vivere con poco), questa ideologia invece mi fa mooolta paura perché le persone non si informano, sembrano belli addormentati nel bosco!
Anche io sto divulgando questi concetti. Purtroppo la maggior parte delle persone non hanno la minima idea di cosa sia la legge Naturale e tantomeno sono a conoscenza di queste iniziative sempre più insistenti.
E quel che è peggio, è che moltissimi NON vogliono uscire dall’ignoranza. Vabbeh, lo aveva già detto Platone oltre 2000 anni fa, col mito della caverna, che il più delle volte chi sta nelle tenebre non vuole uscirne…. Pazienza! Ognuno è artefice del proprio destino.