Quante volte abbiamo detto, su queste pagine ma anche altrove, che la contrapposizione destra-sinistra è solo un teatrino, finalizzato a dare un simulacro di democrazia e di contrapposizione, con la finta dialettica e la finta contrapposizione, centrate su temi del tutto secondari (matrimoni gay, ad esempio), ma sui temi veri sempre e solo d’accordo (Unione Europea, Euro, signoraggio, informazione, sanità obbligatoria, ecc.)? Tanto, con una informazione pilotata (per non dire corrotta) si riesce a far credere al popolo quello che si vuole.
Con lo scorso governo si era arrivati al paradosso che le due forze di destra e sinistra, pur di non lasciar andare al potere i “populisti” del 5S si erano alleati ed erano andati a governare insieme, salvo poi mantenere, nella facciata, le immagini di forze politiche contrapposte.
Con la manovra di oggi Berlusconi e FI hanno gettato definitivamente la maschera: accettare che Foa andasse alla presidenza della Rai era un tischio troppo grande, non si poteva permettere, e “forte” del suo ruolo di garante (in forza alle opposizioni) ha bocciato la sua nomina.
L’errore di FI è plurimo perchè:
- Marcello Foa non è certo un uomo di sinistra: formatosi alla scuola di Montanelli, per molti anni a “Il Giornale” di Berlusconi (il fratello, e vabbeh…)
- Bocciando la candidatura di Foa è evidente che non tollerano che un indipendente, amante della democrazia e della verità, vada in una posizione così cruciale per la democrazia (vedi post precedente: “Le Perle di Marcello Foa”);
- Come spiegato da Messora, potrebbe essere anche una mossa inutile: in assenza di un presidente, per lo statuto Rai le funzioni di presidente vengono svolte dal vicepresidente; che viene eletto dal CdA e, in assenza di accordo, viene nominato il più anziano fra i membri del consiglio: quindi, guarda caso, ancora una volta Foa.
Quindi, con una mossa del tutto inutile ai fini del risultato finale, FI non avrebbe fatto altro che rendere manifesto ciò che per anni, per decenni forse, avevano tentato di mascherare: che il vero dibattito politico non è fra destra e sinistra, che in realtà sono d’accordo su tutti i temi importanti, ma fra chi vuole gli interessi di pochi e chi invece cerca il Bene Comune (spregiativamente etichettati come “populisti”, nella speranza che, con un appellativo spregiativo, qualcuno si senta offeso).
Alle ultimi elezioni PD e FI sono stati entrambi sonoramente trombati. Se, come scrive anche Blondet, stanno pensando di mettersi insieme per provare a tornare al potere, scopriranno che i tempi in cui l’informazione faceva il bello e il cattivo tempo, perchè non c’erano alternative, sono passati.
Oggi c’è internet. E loro non se ne sono ancora accorti.
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