La tragica ed improvvisa morte dell’imprenditore padovano Enrico Busatto, 43 anni, “Iron-Man” d’eccezione, vale a dire tri-atleta con prestazioni da 2 km di nuoto, 90 di bicicletta e la mezza maratona, il tutto in meno di 5 ore, riporta alla mente quella dell’inventore statunitese del jogging , James Fixx, avvenuta Il 20 luglio 1984. “Fixx muore all’età di 52 anni a causa di un infarto fulminante, dopo la sua corsa giornaliera, sulla Vermont Route 15 ad Hardwick. L’autopsia rivelò che una forma di arteriosclerosi aveva bloccato un’arteria coronarica al 95%, un’altra all’85% e una terza al 70%.”
Per Busatto racconta la moglie:
Martedì mattina Enrico si è svegliato all’alba. «Si è alzato alle 6», racconta la moglie, «e mi ha solo detto “vado a fare una corsetta”». La Antico Legno dista un paio di chilometri dalla villetta. Le telecamere dell’azienda hanno registrato il suo arrivo intorno alle 6.15. Poi è entrato, e da allora il buio. «È passato ad aprire l’ufficio, un cliente doveva arrivare alle 7 e lo ha trovato steso sul pavimento», continua la compagna. In quei momenti concitatissimi sono arrivati la sorella e il fratello con un dipendente, gli hanno praticato il massaggio cardiaco ed è partita la chiamata al 118: l’ambulanza, la corsa disperata in ospedale, ma non è servito a nulla.
«Era partito con pantaloncini e maglietta, a piedi. In questi giorni non si era allenato molto. Domenica era andato via in bici, lunedì non ha fatto nessun tipo di attività. Stava bene», sottolinea la moglie. «Non aveva disturbi, nulla di nulla. Era meticoloso. Certo, si metteva alla prova, ma se avesse appena sentito un dolore, non si sarebbe messo a correre».
Il caso di Fixx è, se possibile, ancora più emblematico perchè lui era stato l’iniziatore della passione per il jogging e il fitness, essere in forma a tutti i costi, e quindi dieta curata, attività fisica, niente fumo o alcol. Ricordo che da giovane avevo avuto in regalo il suo libro: “Correre è bello“, a quel tempo mi allenavo 6 giorni alla settimana, 52 settimane all’anno.
Io dico che bisogna cambiare paradigma. Se ci si rifà alle fonti della medicina ufficiale, la causa dell’infarto viene collegata ad un insieme di fattori: “..Fattori di rischio per la comparsa di infarto sono: l’età, il sesso maschile, la familiarità, l’ipercolesterolemia, l’Ipertensione, il fumo e la sedentarietà.” E ancora: ” L’alimentazione deve inoltre essere ricca in fibre e povera in grassi , in modo da ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.”.
Ma se anche questi esempi virtuosi, di uomini nel pieno della loro attività, esempi e modelli di virtù e ascetismo sportivo, vengono stroncati da un infarto, che possibilità abbiamo noi di scampare a questa minaccia? Nessuna, evidentemente. Anche perchè poi si vedono persone che sono tutt’altro che modelli, magari grassi, magari fumatori, magari sedentari, che vivono una vita lunga e senza infarti.
Allora? Allora forse siamo anche qui nel famoso caso dei pompieri causa degli incendi (cit.Trupiano)? Cioè, così come la coincidenza della presenza dei pompieri nei luoghi di incendio non indica un rapporto di causa ed effetto, così anche il colesterolo ritrovato nelle arterie potrebbe non essere la causa dell’infarto?
Per chi vuole approfondire una interessante spiegazione, in chiave Hameriana, dell’infarto della divulgatrice tedesca Caroline Markolin:
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