Commosso (non per scherzo), pubblico, autorizzato, questa bellissima lettera di Michele, marito di Mia, che ho conosciuto sabato scorso ad Alassio. Nella sua semplicità e onestà mi ha riportato alla mente come la logica di Dio non sia quella degli uomini, e che l’azione viene prima della comprensione, e che non si può aspettare di capire per credere, ma con la fede si capirà. “Meglio oprando obliar senza indagar questo mistero dell’universo…“… e qui Michele ne dà conferma in una testimonianza limpida e disarmante.
Ciao Alberto,
Ci siamo incontrati ad Alassio al convegno di sabato scorso. Ho letto il tuo invito a scrivere qualcosa su Lourdes, ed eccomi qui. Non mi faccio portavoce di tutti e due, perché per Mia sarà sicuramente qualcosa di diverso. Io invece ho preso spunto da questo invito per mettere nero su bianco alcune riflessioni personali. Perciò grazie dell’opportunità che inconsapevolmente mi hai offerto.
Se queste argomentazioni ti sembrano in linea col dibattito sul sito pubblica pure la mia mail.
Grazie, un saluto.
Mik
Il nostro secondo pellegrinaggio a Lourdes poteva a buon diritto chiudersi nel primo pomeriggio di sabato 20: doccia rigeneratrice, pantofole, divano e finalmente il meritato riposo dopo sei giorni di tour de force e diciotto ore di treno.
Ma ad Alassio c’era questo improbabile convegno che aveva tutta l’aria di una chiamata non casuale, un discreto invito a partecipare. Ho pensato che potesse essere l’occasione per aggiungere un ennesimo trattino verso la chiusura di quel cerchio che sto faticosamente cercando di tracciare.
Prima di parlare di Lourdes devo però fare alcune premesse da non scambiare per affari familiari privati, perché in realtà a mio avviso rispecchiano proprio ciò che può accadere quando si viene stimolati ad una rilettura della realtà, come si può elaborare l’iniziale sgomento, quali dinamiche questa nuova prospettiva può aprire all’interno di relazioni che fino ad allora galleggiavano nella”normalità”.
Personalmente io ho assistito ad un profondo cambiamento della persona con la quale condivido da venticinque anni la mia vita. Fino a poco tempo fa la nostra e’ stata una lunga storia d’amore laica, se pure caratterizzata da principi non distanti, secondo me, da un’etica cristiana e non priva di spiritualità, e coronata da quasi cinque anni dalla nascita di nostra figlia.
L’incontro di Mia con un certo tipo di rilettura della realtà, quella che va sotto le etichette di “controinformazione” o nella accezione a mio avviso negativa di “complottismo”, ci ha messo a dura prova, talvolta diviso profondamente, fortunatamente soltanto a livello intellettuale, e il dibattito siamo sempre riusciti a riprenderlo da dove ci eravamo arenati.
Mia mi ha metaforicamente preso per il bavero chiedendomi disperatamente sostegno e complicità in questa sua nuova consapevolezza e per molto tempo, pur facendo del mio meglio, non sono riuscito a soddisfare le sue esigenze.
Nel frattempo in lei è’ subentrata una forte conversione che personalmente mi ha reso tutto ancora più complicato da decodificare.
E’ qui che nasce la decisione di andare a Lourdes. Lo scorso anno decido: vado a prestare servizio come barelliere, vado con mentalità laica, mi aggrappo a un mio modo di essere che conosco bene per cercarne uno che conosco molto meno. Vado per cercare un modo nuovo di interpretare la vita, di relazionarmi a mia moglie e conto di fortificare le fondamenta del mio recente ruolo di padre.
Trovo una grande spiritualità che mi circonda e a tratti mi inebria. Dentro quel santuario e in quella settimana mi sembra di partecipare ad una condizione irrinunciabile. Quel sale che manca alla mia vita poco incline a coltivare il seme dello spirito che avverto lì, latente, e che ho sempre considerato indissolubilmente legato al senso stesso dell’ esistenza.
Poi c’é la mia attività di barelliere, il rapporto con i malati, la singolarità di ogni persona che capita di accompagnare, gli anziani, i disabili, tutti così riconoscenti del servizio che gli viene offerto. Fanno riflettere profondamente sull’ impietosa realtà che rappresentano: quella della vecchiaia, della malattia, del decadimento fisico e talvolta mentale. Ecco, queste sono persone lontane anni luce dagli ipotetici “transumani” dotati di microchip che dovremmo diventare, ed é un motivo in più per amarle.
La preghiera tutto unisce, una litania che rende l’idea della chiesa comunità alla quale vorrei appartenere con tutti i miei limiti e le mie contraddizioni, le cadute e le difficoltà.
Non so, siamo appena tornati e mi sento meglio, anche se so che fuori da luoghi come quello la normalità spiana e rinormalizza le sensazioni forti, si tratta perciò di elaborare e tradurre in vita nuova quel sale pregustato durante quei giorni.
Ho scritto io questo post, Michele, il marito di Mia. E’ lei che frequenta abitualmente questo sito e ne sa molto più di me di tutte le tematiche che affronta.
Volevo condividere qualcosa con voi anche se non sono molto sicuro di aver reso l’idea di tutto ciò che ho cercato di spiegare.
Ho fatto e faccio ancora fatica a gestire questo mutamento di prospettive sulla lettura della realtà e sulle relative associazioni che sconfinano nel cristianesimo.
Questo percorso non l’ho intrapreso io e talvolta ho rifiutato la grande fatica alla quale questa proposta di mia moglie mi chiamava.
Non mi é arrivato in modo didattico, da un non meglio precisato e neutro”esterno”, ma da mia moglie, con tutto il coinvolgimento affettivo, con lo sgomento di non riconoscere più certe nostre consuete dinamiche, sbattuto tra il desiderio di farne pretesto di crescita e l’amara sensazione di non farcela.
Ma sono qui. Siamo qui.
Ora mi sembra andare meglio, cerco di capire e cerco il mio personale modo di capire ed elaborare.
A nostra figlia dobbiamo questo ed altro, e non ho dubbi almeno su una cosa: che i valori cristiani non possano che farla crescere meglio.
Scusate se ho spostato un po’ le coordinate dei temi che solitamente trattate qui.
Per me Lourdes é tutto questo, e mi pare di aver capito che per ognuno é una cosa diversa.
Credo che queste quotidiane fatiche per la costruzione di una relazione e per modificare le fondamenta di una famiglia siano valori che meritano una parte in un dibattito aperto.
Grazie per l’attenzione.
Mik
Esiste una medicina per tutti i mali, una soluzione per tutti i problemi, una cura per tutte le depressioni: rimboccati le maniche e aiuta qualcun altro, esci da te stesso, Grazie Michele per avercelo ricordato.
Grazie Michele, per questa preziosa testimonianza.
Preziosa per tutti e preziosissima per me.
Che leggo nel tuo rapporto con Mia tantissime assonanze al mio con Maddalena (non ultima, l’età di nostro figlio).
Con la differenza che al posto di Mia ci sono io, ed al posto tuo c’è Maddalena.
Se Dio vuole, sarebbe bello incontrarci, tutti e sei.
Un abbraccio grande a te, Mia e vostra figlia.
In Luce, Verità e Amore.