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Che il sindaco di Resana fosse un tipo strano lo si sapeva già. Che non avesse paura di nulla, anche. Da quando ha cominciato a denunciare l’IMU, due anni fa, con le sue magliette provocatorie (“Crimini di stato“), che ora si sono “arricchite” (sigh!) di Tares, IVA, ecc. (per non parlare di MES e simili), andando a Roma, chiedendo garanzie ai parlamentari, ricevendo promesse (“sarà solo per quest’anno, poi l’IMU sarà interamente versata ai comuni“) poi puntualmente smentite.

E che non avesse paure di esporsi e di metterci la faccia lo si era capito quando, pur avendo la sua giunta contro, accettava di tenere conferenze sul denaro, o sulle scie chimiche (a proposito: lo sapete che un rappresentante del Cicap gli ha scritto chiedendo di cancellare la presentazione di Corrado Penna? Non di partecipare per poter fare un contradditorio, no: proprio di cancellare l’evento… ma come si permettono?). E la sua cittadinanza, e la sua giunta, gli andavano dietro. Fino a quando ne ha fatta una di troppo: (no, non è stata la partecipazione al requiem di quel vecchio che obbediva agli ordini 70 anni fa: quella è stata la scusa, quello che fa presa sull’immaginario, che permette di mettere le etichette: “nazista”; “estremista”, “nostalgico, e via dicendo): ha messo all’ordine del giorno la revoca della Tares dal suo comune. E per gli altri membri della giunta (quasi tutti a dire il vero: 3 sono rimasti con lui) questo era veramente troppo (o meglio: era troppo per i loro gerarchi di partito che a Roma si devono essere detti: se comincia uno, si apre la diga ed è finita, quindi: fermatelo prima che sia troppo tardi) e si sono dimessi, sfiduciandolo. Purtroppo gli è mancata una adesione, nella loro opera di ammutinamento, e quindi, se i “subentranti” (i primi fra i non eletti) lo sosterranno, lui potrà restare al suo posto. Fino alle prossime elezioni, previste per il 2014.20131104_221306

Quello che invece non si sapeva, e che ho scoperto stasera, era la parte più importante. E cioè che quest’uomo, classe ’64, ha delle caratteristiche eccezionali: forza, fede, coraggio, grinta, lealtà, trasparenza. E delle idee ben precise su come condurre un comune piccolo (9.000 abitanti circa). E un coraggio da vendere. E un non-attaccamento ai soldi che gli ha permesso di sforare il patto di stabilità (pagare con soldi a disposizione del comunei fornitori che hanno completato le commesse ? Reato gravissimo secondo il nostro stato!) che gli è costato il taglio di un terzo dello stipendio per un anno intero (questo stato sa essere cattivo con chi non rispetta le “sue” regole). E dei risultati da far invidia ad amministrazioni comunali molto più importanti e molto più indebitate (Milano, Roma, Napoli: perdono centinaia di milioni all’anno, alla faccia del “più grandi si è, e più si fanno economie di scala“).

Una umanità da farmi rabbirividire, stasera. Pensate ad una folla straripante, svariate centinaia di persone assiepate in una sala, con molti in piedi o fuori dalle porte per la troppa affluenza, ad applaudire continuamente, arrabbiati contro questa casta politica avida ed insensibile, addirittura scopre che fra di loro c’è un senatore (l’ho vista brutta per lui, per un attimo) e Loris a parlare di “guardare avanti, inutile cercare le colpe, il cambiamento deve partire da noi, smettiamola di cercare fuori di noi le risposte…Un mito.

Prendo dalla sua lettera di “commiato”: “Il mio dovere fondamentale è questo: non ammettere discriminazioni! Che mi deriva, prima che dalla mia posizione di capo del paese… dalla mia coscienza di Cristiano: qui c’è in gioco la sostanza stessa della Grazia e dell’Evangelo!…non posso, come Sindaco, scaricare sulle spalle dei miei cittadini colpe non loro, quelle di una crisi, voluta e generata da altri, non posso imporre un aumento di tasse… sapendo che in un prossimo futuro ne dovrò aggiungere altre.….. ed è proprio come Cristiano che ho il dovere di denunciare queste sofferenze… alzare al cielo un grido d’aiuto e di speranza…

E, fra i vari successi ottenuti nei suoi quattro anni di mandato, un particolare commovente e illuminante al tempo stesso: se sono molti i successi e le opere conseguite come pubblica amministrazione, molti di più sono quelli ottenuti dal volontariato. E uno dice: ma che c’entra il volontariato con l’amministrazione comunale? C’entra eccome, perchè lui, il sindaco, ad un certo punto chiamò gli imprenditori della zona e disse: “o ci diamo una mano tutti quanti, o da qui non se ne esce”. E sotto la guida della pubblica amministrazione, sotto l’esempio di qualcuno che sta al potere per servizio e non per utile e tornaconto personali (questa forse la sua colpa più grande per chi sta “in alto“: anche perchè uno così come fai a ricattarlo?), la comunità si è rimboccata le maniche e ha cominciato a lavorare per il territorio, per sè stessa, per i più deboli, per gli anziani, per i propri figli. Addirittura gente che, appena andata in pensione, si presenta in comune e dice: “Sig. Sindaco, sono in pensione, come posso aiutare?”.  A dimostrazione che la “amministrazione“, per quanto lo Stato Centrale cerchi di legarle le mani (al punto che secondo qualcuno i sindaci sono ridotti a poco più che amministratori condominiali) può, e può molto. Perchè le energie ci sono, e sono tante, e se si mette in moto la spirale della bontà, dell’Amore, questa diventa sempre più contagiosa.

E aver provato, con l’esperienza concreta, che la “ricchezza” di una comunità non sta nelle risorse e tantomeno nel denaro a disposizione, ma sta nella volontà comune di lavorare per gli altri, per il bene comune, senza calcolo e ritorno immediato: e il ritorno collettivo ne risulta moltiplicato. Perchè, come ha detto e ripetuto: “Non esiste la crisi, esiste solo l’incapacità di affrontare un cambiamento”

Loris Mazzorato: grazie per avermi fatto vedere che anche col poco che aveva a disposizione, col lavoro duro, altruistico e disinteressato (e un sano affidamento alla Provvidenza) è stato in grado di trasformare quei due pani e cinque pesci in molto, molto di più. Grazie per averci fatto vedere che si poteva fare, adesso lo sappiamo anche noi. Però, per favore, potrebbe continuare a darci qualche esempio? Siamo un po’ duri, se magari sta lì ancora qualche anno capiamo meglio….

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Aggiornamento del 16 Novembre 2013.

Come ormai sapete, il comune di Resana è stato ufficialmente commissariato, e lunedì avverrà “il cambio della guardia“.

Su suo invito sono stato a trovarlo (questo post, grazie a voi che lo avete condiviso centinaia e centinaia di volte, ha viaggiato parecchio!) e abbiamo fatto quattro chiacchere. Nonostante sia certo che, nel Maggio 2014, se si presentasse, sarebbe rieletto, ha confermato, come aveva detto da tempo, che non si ricandiderà. E nonostante fossi partito agguerrito per provare a convincerlo del contrario, devo dire la verità, ancora una volta mi ha stupito, e mi ha convinto della bontà della sua decisione. In sostanza stavo ricadendo anch’io, come moltissimi altri, nella solita, vecchia tentazione, di trovare il leader, il guru, l’illuminato, e a lui rifarsi, in lui riporre le nostre speranze, a lui affidare le chiavi del nostro futuro (o almeno dell’amministrazione della cosa pubblica, che in buona parte riesce ad influenzare, nel bene e nel male, la qualità della nostra vita).

E questo sarebbe un altro errore che si ripete. Dobbiamo invece, ancora una volta, rimboccarci le maniche, metterci del nostro, prendere esempio, ringraziare chi ha dato 4 anni della sua vita al servizio pubblico, e non chiedere troppo. Troppo facile. E se non saremo capaci di prendere l’esempio, di impegnarci a nostra volta, di metterci in discussione, e accetteremo supinamente i soprusi in arrivo (aumento Irpef comunale, aumento Tares, ecc.) vorrà dire che ce lo saremo meritato.

Loris Mazzorato