Avendola sentita nella trasmissione di Radio Gamma 5, intervistata dall’amico Marcello Pamio, copio e incollo l’ottimo articolo di Gianni Lannes. Buona lettura (oppure buon ascolto dell’intervista).
Non è un romanzo, ma una storia vera che si legge tutta d’un fiato, narrata da una mamma. L’autrice, Federica Santi, è la madre di Nicola ed Enrico, due pargoli venuti al mondo nel 2010 e nel 2012.
«Ho vissuto la gioia della maternità in totale spensieratezza sino al giorno in cui, in una stanza sterile e priva di calore umano, un camice bianco ha presentato alla mia famiglia quello che, da quel momento in poi, sarebbe divenuto un indesiderato compagno di vita: l’autismo».
Il libro è stato autoprodotto, perché gli editori italiani su questa materia incandescente (la nemesi medica) su cui predominano gli interessi mafiosi e speculativi di big pharma (in primis Glaxo Smith and Kline) che foraggiano i controllori statali, se la fanno sotto. Altro che impegno civile a parole, anzi a chiacchiere morte. L’argomento è un tabù sociale: i danni provocati dalla somministrazione di vaccini in tenera età, per sodddisfare il mero profitto economico. L’autismo, purtroppo, è un fenomeno in aumento esponenziale, su cui la letteratura scientifica (in lingua inglese) è chilometrica; altro che cause genetiche. Eppure, nel belpaese camici bianchi ed istituzioni sanitarie seguitano a far finta di niente, avvelenando i bimbi impunemente.
Scrive Federica: «Desidero condividere con te la mia storia perché sento la necessità di raccontare una verità che sta venendo a galla in modo sempre più allarmante, ma che in molti si rifiutano di osservare e, ancor peggio, altri cercano addirittura di occultare… la mia domanda è chiara e netta: come si può comprendere senza vivere la situazione sulla propria pelle?... L’inesperienza e la cieca fiducia nel sistema sanitario nazionale ci ha condotti a proseguire in maniera precisa e meticolosa con il prescritto calendario vaccinale, supervisionati da una compiaciuta pediatra secondo la quale, nonostante quanto accaduto a Nicola, continua ancor oggi a sostenere (con una certa aggressività) che non esistano né mai esisteranno valide ricerche scientifiche a supporto della correlazione fra vaccini ed autismo. L’ultimo vaccino somministrato a Nicola è stato quello che, in sostanza, gli ha dato il “colpo di grazia”. Vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia). A dodici mesi di vita. Ma gli esiti di questa nefasta iniezione non si sono fatti sentire immediatamente. Han “lavorato sottobanco”, goccia su goccia, fino a quando il vaso è rovinosamente straripato e il disturbo dello spettro autistico ha bussato alla nostra porta. Non avevamo ancora compreso il pericolo vaccino».
Ma non tutto è perduto. Rivela questa mamma: «Abbiamo cominciato a dubitare….Per la mia famiglia invece divenire consapevoli dell’esistenza di una strada alternativa a quella inizialmente suggerita è stato motivo di rinascita. Di rinnovata speranza… Come pensi possano comportarsi due genitori dopo aver appreso che in realtà le cause dell’autismo raramente sono di natura genetica e ben più spesso invece di origine iatrogena (e/o ambientale)? Cosa credi desiderino fare dopo aver scoperto che dall’autismo, da quello che viene spacciato per “bolla di isolamento”, in realtà si può uscire? … Ho imparato che lo strumento più importante del quale disponiamo per impedire di essere calpestati è la conoscenza».
Insomma, sulla pelle dei più indifesi, di esseri umani inermi usati come cavie. Non è stata una lettura distensiva, ma la consiglio a chi non si accontenta delle verità ufficiali. Questo non certo per lo stile o la qualità della scrittura. Al contrario il libro è scritto ottimamente, è una testimonianza di buon livello, sa tenere il lettore inchiodato alla pagina. Il senso di disagio, di dolore, che esso crea è tutto negli eventi di cui parla. I bambini autistici, sia ben chiaro, non sono handicappati senza speranza. L’autismo non è una disabilità, bensì una diversa abilità. Questo volume ci ricorda pure che ogni individuo è unico e ineguagliabile. Questo libro narra il dramma solitario di una famiglia, e di due genitori costretti a difendersi dalle istituzioni. Può capitare a chiunque: non siamo isole.
Sono fatti terribili: una violenza istituzionale, che le cronache evitano di raccontare. Forse per questo abbiamo finito per assuefarci, o forse è per anestetizzarci contro l’assurdità di queste tragedie e la gente si rifugia nell’indifferenza. Nemmeno cerchiamo di capire chi sono i protagonisti di questi drammi, di sapere qualcosa delle loro esperienze umane. Così, chiudendoci nel disinteresse generale ci illudiamo di aver risolto il problema. Il libro di tutto questo parla senza retorica, senza inutili enfasi, senza polemiche. Informa, racconta una storia autentica, un’esperienza familiare diretta. E’ una testimonianza, non ha altro scopo se non quello di rappresentare la realtà e di porci di fronte all’alternativa fondamentale: vedere, non vedere. Se scegliamo di vedere la nostra indifferenza ne è inevitabilmente scossa, perché capiamo che il problema c’è, e ci riguarda da vicino. Anzi, il problema siamo proprio noi, il modo in cui sapremo rispondere a questa sfida.
I libri significativi non sempre sono amichevoli, più spesso sono fonte di inquietudine, di turbamento perché incrinano le nostre “certezze”, anzi disintegrano i luoghi comuni, spesso evidenziano l’arrogante analfabetismo funzionale dei camici bianchi. E’ il caso di Non vivo in una bolla e, proprio per questo, penso che meriti la riconoscenza dei lettori.
Post scriptum
Chi vuole acquistare questo libro può rivolgersi direttamente a Federica Santi, poiché il volume non si trova nelle librerie, ma è la stessa autrice ad occuparsi personalmente della sua distribuzione:
federicasanti80@gmail.com https://dazeroa100anni.com/2016/04/
brava Mamma vai Federica!!
Federica è una egocentrica che ama solo se stessa, le bufole della cantante era un capriccio, un tentativo dettato dell’ambizione, un fallimento che trova sfogo con la scusa del figlio per vendere quei quattro scarabocchi, invece di dedicarsi al figlio il poverino ha bisogno di affetto e deve accontentarsi dell’indifferenza di sua madre. lei ama solo il figlio sano, e della prepotenza di quest’ultimo. sono disperata per Nicola.
Quanta cattiveria! Ti auguro di trovare più carità di quanta ne meriti quando ne avrai bisogno.
Rachele Sciortino, non ti conosco ma so solo che dovresti vergognarti!
Federica e tutta la sua famiglia sono cari amici.
Sono persone splendide, in particolare Nicola a cui è stata diagnostica la sindrome dello spettro autistico in seguito ad una reazione avversa al vaccino trivalente MPR. Federica e suo marito stanno facendo di tutto per cercare di fare in modo che lui guarisca.
Senza commentare ulteriormente il tuo post (che tristemente si commenta da sè) vorrei segnalare una iniziativa di raccolta fondi per Nicola affinche’ possa intraprendere un percorso di disintossicazione e di guarigione.
Grazie fin d’ora a quanti vorranno contribuire.
https://buonacausa.org/cause/corro-per-nicola
SE LO DICO è Perché LA CONOSCO BENE! L’AMORE BACI E ABBRACCI PER IL BAMBINO SANO E QUELLO MALATO RACCOGLI SOLTANTO INDIFFERENZA, VEDE LE COCCCOLE I BACI A LUI NEGATI, IL BAMBINO PIANGE PAURA PAPà,PAURA, CHIEDE AIUTO, CHIEDE AMOREE A VOLTE HA CRISI INCONTROLLATE DI RIBELLIONE. VEDERE UN BAMBINO CHE SOFFFFRE Perché SI RENDE CONTO CHE è DIVERSO ED E A MALA PENA SOPPORTATO. NON RIMANDO A LEI LA CARITà CRISTIANA DI CUI MI FA OGGETTO. TANTO SONO ATEA E SULLA SOGLIA DELLA DIPARTITA. HO SOFFERTO DA ORFANA E EMARGINATA, NON AUGURO A NESSUNO DI SOFFRIRE COME IL MIO PICCOLO NICOLA.
Non sono sicuro che lei stia bene. A dire il vero non sarei neanche sicuro che sia la stessa persona di prima. Il che mi suggerisce che, se fosse un attacco fake, questo significa che Federica sta cominciando a dare molto fastidio.
Altri commenti deliranti saranno cancellati d’ufficio.
Lo so che “democraticamente” cancellerete, le cose scomode. Accusa me di falsificazione (fake) IO NON CI GUADAGNO NULLA! Voi approfittate di una creatura malata per fare cassa! Meno capricci e fantasie. Il progresso per voi è la macchina, il telefonino e tutto il progresso connesso. Del resto ci sono i fantasmi, cure omeopatiche, vegetariani, vegani… l’amore tolto a un bambino malato e riversato sul figlio sano, il quale con subdola cattiveria alimentata dalle coccole della madre ha capito i suoi egoistici vantaggi ed esige tutto ciò che ha il fratello, appena il piccolo indifeso prende un balocco in mano il diavoletto glielo strappa È MIO, se il piccolo indifeso ammalato va dalla madre il piccolo egoista torna indietro ha prendere possesso come un vampiro.
Io non ci guadagno nulla voi di un piccolo indifeso ammalato ne fate un business.
Lo so che “democraticamente” cancellerete, le cose scomode. Accusa me di falsificazione (fake) IO NON CI GUADAGNO NULLA! Voi approfittate di una creatura malata per fare cassa! Meno capricci e fantasie. Il progresso per voi è la macchina, il telefonino e tutto il progresso connesso. Del resto ci sono i fantasmi, cure omeopatiche, vegetariani, vegani… l’amore tolto a un bambino malato e riversato sul figlio sano, il quale con subdola cattiveria alimentata dalle coccole della madre ha capito i suoi egoistici vantaggi ed esige tutto ciò che ha il fratello, appena il piccolo indifeso prende un balocco in mano il diavoletto glielo strappa È MIO, se il piccolo indifeso ammalato va dalla madre il piccolo egoista torna indietro ha prendere possesso come un vampiro.
Io non ci guadagno nulla voi di un piccolo indifeso ammalato ne fate un business.
Credo sia evidente a tutti che questo commento si discosta molto dal precedente e anche da quello che avevo canclellato (che copio qui sotto). Non mi stupoirei se dietro a questo nominativo ci fossero due (o più) autori.
E non mi stupirei neanche se ci fosse una volontà di emarginare una persona che, con la sua testimonianza diretta personale, sta facendo un gran clamore e contribuisce ad una presa di coscienza della pericolosità dei vaccini.
Testo del commento cancellato:
IL BAMBINO HA BISOGNO DI CURE VERE E NO OMEOPATICHE, DI CIBO ADATTO ALLA SUA MALATIA,
(CHE GLIO DANNO) IL RESTO è CIBO VEGANO. MA SOPRATTUTTO HA BISOGNO DI AMORE
!
Ah ah, sta dicendo un sacco di scemenze galattiche! Federica ama tutti i suoi due splendidi bambini!! E, ripeto, sono bambini meravigliosi e gioiosi.
Ma si ricordi signora, o chi lei rappresenta, che sta scritto: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”.
E in Isaia, 33,1: “Guai a te che devasti, e non sei stato devastato! che sei perfido, e non t’è stata usata perfidia! Quand’avrai finito di devastare sarai devastato; quand’avrai finito d’esser perfido, ti sarà usata perfidia”
Che bella spremitura di meningi di gruppo. IO NON HO BISOGNO DI AIUTI ME LA CAVO BENISSIMO DA SOLA. SIETE COME DEGLI AVOLTOI SULLA PREDA, PROPRIO COME FA ENRICO CON SUO FRATELLO. IO NON HO DILEGGIATO NESSUNO HO SOLTANTO MESSO IN EVIDENZA UNA SITUAZIONE DOLOROSA DI UN BIMBO. CHE FRA L’ALTRO MI PARE SIA NATO COSì, NON è STATO IL VACINO. GIA DA PICCINO NON DAVA SEGNI DI VIVACITà. MI AVETE ANNOIATO.
BUON ESITO ELLA CARITà CHE CHIEDETE. ADDIO
Alberto, più scrive e più è palese che è un fake…
Sì, i messaggi arrivano da due IP diversi, uno da Rovereto e uno da Udine…. oltretutto un nome di una autrice di libri, che poi non sa scrivere in italiano…. nessun risultato neanche in tutto il Friuli sull’elenco telefonico….boh!
http://www.pernoiautistici.com/2016/08/ancora-rettiliani-vaccini-basta-pero/
Lo sfortunato Nicola
Nicola era il primogenito di due genitori che non avevano accettato la sua malattia. Egli era nato con dei problemi, quando i genitori si resero conto delle difficoltà del bambino cercarono di capire la causa e tentarono diverse cure. Purtroppo questi genitori non erano in grado di affrontare la realtà, avrebbero dovuto essere aiutati psicologicamente essi stessi, cosa che loro rifiutarono.
Alla prima reazione di dispiacere seguì un distacco affettivo, in seguito riversarono tutto l’amore possibile al secondo nato, Elvio. Alessia, la madre, con il secondo figlio ebbe una sorta inconscia di purificazione per sé e per la famiglia, era orgogliosa del secondogenito, il figlio sano, normale, vivace, volitivo, un figlio da amare.
Elvio aveva un carattere egoista, l’egoismo del bambino cresceva con lui, perché tutte le attenzioni, le carezze e i baci erano per il figlio sano, il quale crebbe possessivo, convinto che la mamma e tutto fosse suo, se Nicola prendeva un balocco Elvio glielo prendeva, “è mio”.
Come vedremo in seguito, l’amore per l’uno e l’indifferenza per l’altro fu il seme della disgrazia che colpì la stabilità precaria della famiglia con un tragico epilogo.
Per lo stile di vita della famiglia in cui Nicola visse, i suoi primi anni furono tragici e determinati dalla malattia e dalla psicologia del bambino. Nicola a volte non poteva nemmeno camminare o non voleva, aveva crisi di isterismo, i genitori non capivano che egli manifestava così le cose che non riusciva a dire, ch’erano grida di dolore. I genitori passarono da onnivori a vegetariani e poi vegani. Avevano rifiutarono la religione e la cultura in cui erano stati educati. Divennero credenti di superstizioni e credenze di azioni di spiriti, a cui attribuivano i loro guai, tanto da ritenere che la casa dove vivevano fosse invasa dagli spiriti e cambiare quindi abitazione, con un appartamentino peggiore, e distante dall’appartamento della porta accanto dei genitori che li aiutavano. Non avevano il senso di responsabilità famigliare, sperdevano l’oggi senza pensare al domani, per poi chiedere aiuto ai vecchi genitori e a chicchessia, sussidi del comune e collette.
La madre di Nicola aveva una lieve forma di psicopatia, un disordine mentale; a volte era apatica, a volte cercava uno sbocco alla sua personalità, voleva emergere non conscia dei suoi limiti, non accettava di avere un figlio autistico, nel suo inconscio il bambino aveva leso la sua maternità, la sua personalità. Oltre l’instabile sistema psichico della madre e il padre dispotico e nervoso, alcuni cuginetti avevano una famigliarità alimentare tra cui essere celiaci come il piccolo Nicola. Pioveva sul bagnato: gli curavano il problema dell’intestino con le erbe anziché con un farmaco appropriato, per cui il bambino era debilitato dal cibo inadeguato e dalla dissenteria, motivo per cui aveva sempre fame. Allora fioccavano le lamentele che mangiava tanto, il pane e la pasta per i celiaci erano cari, il riso poteva mangiarlo e costava di meno, per cui al bambino davano sempre riso (per lo più).
I genitori ricevevano dal comune un assegno mensile per la malattia di Nicola, e la madre andava a fare la vittima, sicché aprirono una raccolta di fondi per Nicola.
A volte il bambino rimaneva come un automa, muto, senza volersi alzare e camminare, non capivano che erano crisi di disperazione, gridava e si aggrappava in cerca di conforto, ma non era capito, rimaneva ore fermo stretto abbracciato col nonno o con un’amica di famiglia che lui aveva capito gli voleva bene, e seppur con la sua semplicità gridava chiaramente: “PAURA PAURA”. Quando chiedevano “Perché Nicola dice sempre paura, paura?”, “Mah” diceva la nonna “Dice tanto per dire”, finché il bambino riuscì a formulare la frase: “Paura papà, paura papà”. Quando chiesero perché il bambino aveva quelle crisi e paura del papà la madre diceva “Ma sì, mio marito è un po’ nervoso”. Sicché mentre lei rimaneva a letto con il minore aspettava che il marito bastonasse e maltrattasse il povero bambino, che aveva la colpa di avere incubi e di essere malato anche a causa dei maltrattamenti, e sentiva di non essere amato come il fratello sano. Egli era un peso da sopportare. I medici non potevano capire il peggioramento del bambino, perché non sapevano del suo dramma famigliare. Finché i genitori stanchi mandarono Nicola da Susanna.
Per darsi una ragione e un contegno sciorinarono diverse giustificazioni attribuendo la causa dell’autismo ai vaccini, contenenti del mercurio (cosa attualmente causa di dibattiti e smentite).
Questo commento non dà alcuna spiegazione dell’autismo di Nicola ed anzi sembra insinuare che questo sia stato aggravato da un comportamento colpevole dei genitori. Io non ho elementi di conoscenza diretta ma sicuramente la correlazione fra problemi della sindrome autistica e vaccini sono stati ampiamente provati – anche citati nelle pagine di questo blog. Questa negazione alla fine del commento mi fa capire che forse chi scrive il commento parte da una posizione pregiudiziale, di non conoscenza e di volontà di gettare fango sui genitori. Spero possa sostenere quanto scrive.