nota pubblicata su FB il 17 gennaio 2011 alle ore 9:02
Ho visto il documentario “Capitalism: a love story” di Michael Moore. In generale Moore non mi piace troppo, ma dopo aver visto questo (e anche Sicko, devo ammetterlo) mi sono un po’ ricreduto. In particolare dovrebbero vederlo tutti, specie la parte in cui la polizia fa uscire le persone dalle case che verranno messe all’asta (in realtà resteranno chiuse vuote, tanti sono i fallimenti in questo momento in USA).
Ma non è questo il punto.
Anche il buon Michael Moore non è riuscito a venire fuori dal vecchio trabocchetto: Socialismo <-> Capitalismo. Fin da piccoli cioè ci hanno spiegato che esistono due sistemi possibili: il socialismo (o comunismo), dove il potere toglie ai ricchi per dare ai poveri, e il capitalismo, o libero mercato, dove la libertà consente a tutti di avere successo, se saranno bravi e lavoreranno più degli altri.
Perchè inganno, perchè trabocchetto? Ancora una volta è stato usato lo stesso sistema: ti faccio vedere solo due possibilità, due opzioni, e tu sei libero di scegliere, ma solo fra queste due. Non ti piace il capitalismo? Allora sei comunista.Terzium non datur.
Ma se il nostro sistema ruba ai poveri per dare ai ricchi come lo classifichiamo? Liberismo? No. Comunismo elitario? Mah.
Esagero? No. Pensate un po’. Il governo USA ha concesso “bailout” (chissà perchè non lo chiamano con il suo nome: “autorizzazione a stamparsi i soldi”) a pochissime banche e all’AIG (il colosso assicurativo) che, senza dover rispondere del denaro ricevuto (è un segreto il suo utilizzo) si sono dati bonus stratosferici (alla JP Morgan l’ammontare dei bonus, diviso il numero di impiegati, compresi quindi fattorini e centralinisti, ammonta a oltre 200.000 $ pro capite!!!!) con i soldi che lo stato gli ha concesso.
E questo lo chiamiamo liberismo? Capitalismo? No, questa è la peggior statalizzazione dell’economia: rubare ai poveri (=gli onesti, quelli che pagano le tasse) per dare ai ricchi.
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