Non so se si possano stilare graduatorie dei vari impegni, delle varie battaglie; in fondo, se lottiamo tutti per il trionfo della Verità, è un bene che questa trionfi nei vari aspetti della nostra vita. Per questo credo che non si possa guardare con sufficienza chi non si occupa di signoraggio bancario, o chi non si occupa di scie chimiche, o chi non si occupa di vaccinazioni pericolose: è giusto che ognuno dia quello che può e che meglio si sposa che le proprie inclinazioni, col proprio sentire, col proprio vissuto e con la propria preparazione. E non si deve criticare questo o quell’altro perchè non mette al primo posto posto la battaglia che noi stiamo compiendo, convinti che quella sia l’unica, la suprema, e tutte le altre siano solo dei diversivi.
Forse però esiste una eccezione a questa affermazione. Forse però quando è in gioco la vita di un essere umano, che sta per essere ucciso, adesso, l’urgenza è tale che questa cosa dovrebbe venire prima di tutte le altre. Copio e incollo da http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2134
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E’ uscito in Italia il libro (in inglese) “Unplanned” (non pianificati) di Abby Jhonson, ex direttrice a Bryan in Texas di una delle cliniche americane per aborti della catena “Planned Parenthood”.Il libro racconta la sua vicenda professionale e la sua trasformazione umana e spirituale all’insegna della verità e della compassione.
Abby incontra all’università del Texas una reclutatrice presso uno stand del volontariato per Planned Parenthood. Ricorda Abby: “Dicevano che erano lì per ridurre gli aborti, per renderli ‘sicuri’ e ‘rari’ con la pianificazione familiare. Parlavano in modo compassionevole, dicendo che non vogliono che le donne tornino indietro nel tempo con gli aborti illegali e pericolosi, facendo altresì riferimento ai diritti riproduttivi” .
La Jhonson desiderando aiutare le donne in difficoltà inizia come psicologa volontaria a lavorare per Planned Parenthood, fa rapidamente carriera e nel giro di otto anni diventa direttore della clinica del Texas.
Abby alla quale veniva imposto di raggiungere delle quote di aborti e di accettare senza discutere l’ideologia abortista del “diritto all’aborto” rimane turbata, constatando che l’aborto era più un prodotto che vendevano che una necessità da combattere affinché diminuissero gli aborti.
Ma tutto cambia il 26 settembre 2009 quando per carenza di personale le viene chiesto di assistere ad un controllo ecografico di un aborto. Vede con orrore un bambino di 13 settimane di gestazione completamente sviluppato con braccia, gambe, dita, piedi e un piccolo battito cardiaco combattere e infine perdere la sua vita per mano di un abortista.
“In un primo momento, il bambino non si muoveva, come se fosse addormentato. Ma poi, quando la sonda abortista è stata vicino ad esso, è saltato e ha cominciato a combattere, e ho visto che si allontanava dalla sonda. Nel giro di pochi secondi, la lotta era finita e il bambino aveva perso”.
“Pensavo che un bambino di poche settimane fosse incapace di sentire qualcosa” racconta Abby ma vide anche come si contorceva mentre il tubo lo aspirava “poi è scomparso sotto i miei occhi nella cannula – racconta Abby- aggiungendo che l’ultima cosa che vide fu “come la spina dorsale perfettamente formata venisse aspirata dalla cannula”.
“Non riuscivo a smettere di pensare a quante donne aveva rassicurato quando avevano chiesto prima di abortire, ‘Il mio bambino sentirà questo?’“.”Dicevo loro, una dopo l’altra, ‘No’, perché mi era stato detto da Planned Parenthood che il bambino non sentirebbe dolore fino a 28 settimane di gestazione’. Non potevo pensare che io avevo creduto a questa menzogna per otto anni. “La realtà è che un bambino prenatale può sentire dolore già ad otto settimane di gestazione”. In quel momento Abby ha avuto la piena consapevolezza di ciò che l’aborto è ed a che cosa stava dedicando la sua vita ed ha avuto una trasformazione profonda.
Abby ha continuato a lavorare a Planned Parenthood per poco tempo dopo l’aborto per trovare “il coraggio di mettere da parte l’orgoglio e ammettere a se stessa, agli amici e alla sua famiglia che aveva sbagliato e che loro avevano ragione”. “Ma il 5 ottobre 2009 meno di un mese dopo racconta” io non sapevo cosa fare, sapevo solo che non potevo continuare a lavorare a Planned Parenthood”.
Abby si è rivolta al vicino ufficio della Colazione per la Vita, un locale gruppo a favore della vita che pregava fuori dal suo ufficio di Planned Parenthood. La Coalizione per la Vita ha lanciato nel 2004 “40 giorni per la vita”, una campagna di un gruppo locale di Byran, Texas. La campagna attiva due volte l’anno consiste in 40 giorni di preghiera e digiuno con veglie in turni davanti alle cliniche per aborti. I 40 giorni derivano dalla Bibbia: i 40 giorni sul Sinai di Mosè e i 40 giorni nel deserto di Gesù.
Abby ha promesso che avrebbe cominciato a sostenere la vita nel grembo materno ed esporre l’aborto per quello che è realmente. “Sapevo che i membri della Coalizione avevano pregato per me per molti anni” Abby ha spiegato,”ed ero anche in buoni rapporti con alcuni di loro. Quello che non sapevo è che intorno a me si stava svolgendo una guerra spirituale. Quando ripenso alla mia vita a Planned Parenthood, di come ho agito e come ho parlato, mi fa quasi male fisicamente”, ha riflettuto. “Le cose che abbiamo detto, scherzando con i colleghi di lavoro, il tutto mentre stavamo uccidendo persone nello stesso edificio, vi è stato un male lì, quasi come se, quando si attraversano i cancelli del centro di aborto, qualcosa prende il controllo della tua mente”.
Abby rassegna le sue dimissioni da Planned Parenthood il 9 ottobre 2009. Planned Parenthood ha preso immediati provvedimenti legali nei confronti della Jhonson per violazione del contratto e violazione del segreto per ridurla al silenzio. Ma il giudice ha respinto la domanda di Planned Parenthood e la stampa americana ha quindi riportato la storia del suo cambiamento e la sua sorprendente testimonianza le consente di salvare vite umane dei non nati in tutto il Paese. Molti le hanno scritto, dopo aver letto il suo libro, stanno riconsiderando le loro scelte o vorrebbero lasciare l’industria degli aborti.
In un’ intervista Abby Jhonson ha dichiarato che ha lasciato il suo lavoro e si è unita alla Coalizione per la vita per aiutare le donne a capire la verità su aborto e non per diventare un personaggio pubblico.
Abby e il marito dopo la conversione sono entrati a far parte della Chiesa Cattolica. Nel suo sito Abby invita a pregare per i medici abortisti che ha avuto modo di conoscere e che praticano aborti anche fino a 22 o anche 36 settimane. Ha pubblicato una lettera per coloro che lavorano nelle cliniche che praticano aborti e racconta di pratiche fatte passare per contraccettive ma in realtà abortive.
Nel dicembre del 2011, è stato annunciato che la Johnson è stata assunta da Americani Uniti per la Vita come Senior Policy Advisor. Il padre di Abby ha affermato che se non fosse stato per l’aborto avrebbe avuto altri due nipoti riferendosi ai due aborti di Abby. Lei e il marito hanno una figlia. Abby si augura che coloro che conoscono la sua storia si rendano conto delle implicazioni di un aborto: “Se pensi che avere un aborto è una scelta personale, una scelta privata che elimina un problema: ripensaci. L’aborto farà male a te e a molti altri. L’aborto non è la fine di un problema: è solo l’inizio di tanti, molti problemi in più”.
Grazie, Alberto.
E grazie per quella foto splendida e commovente in capo all’articolo.
Che Dio ti benedica
il titolo dell’articolo mi lascia pensare ad una impostazione ideologia…io penso che la “vita” vada difesa sempre e qui trovo tutte le contraddizioni degli antiabortisti e più in generale del movimento pro-life, pronto a sostenere, giustamente, i diritti dell’embrione…ma poi schierato a sostegno di governi guerrafondai, come dire: difendo la vita intrauterina…poi chi muore per fame o sotto bombardamenti intelligenti…non mi riguarda. Pongo quindi una domanda vera: è credibile ha questa impostazione?
E’ stato credibile il governo Berlusconi a difendere la vita di Eluana Englaro, mentre partecipavamo e partecipiamo a folli avventure belliche costate montagne di morti innocenti?….no, denoto una visione molto parziale…e quella esposta è una vicenda di sensibilizzazione personale che mi auguro prosegua…prendendo sempre più coscienza!
Caro Mauro, mi sembra che ci sei cascato anche tu: anzichè restare nel merito dell’argomento (che era e rimane: l’aborto è un omicidio) vai a cercare gli schieramenti e le varie argomentazioni a favore o contro l’uno o l’altro schieramento. Esattamente come ci vogliono, in ossequio al vecchio detto “nemico diviso, mezzo sconfitto”: divisi, contrapposti, sia che si tratti di saltarci addosso per sostenere l’una o l’altra saquadra, sia che si tratti di scontro politico fra destra e sinistra (che imbroglio perfetto!), sia -addirittura!- fra risvegliati, che discutono fra di loro su quale sia il problema più grave: le scie chimiche o il signoraggio? I vaccini o HHARP?
E vedere come ci si casca sempre, tutti quanti, mi fa capire quanto fondamentale sia, per i loro scopi, che siamo divisi. E quanta strada ci sia ancora da fare.
Siamo guardiani gli uni degli altri.
Ci vogliono in guerra fra di noi.
Destra e sinistra sono un inganno.
Checchè ci vogliano far credere, siamo UNO!
Anche su temi minori,l’importante è allenarsi alla contrapposizione.
Dagli al copmplottista, se non è dei nostri.
Caro Alberto, grazie per la risposta…in effetti io personalmente non mi muovo per schieramenti, ma cerco di ragionare il più obiettivamente possibile. La tesi da me sostenuta è semplice e lineare: la vita è il valore primario da difendere sempre e comunque…potrei dire senza se e senza ma. Punto! Vedere le contraddizioni in chi si fa paladino di una parzialità, mi sembra un esercizio di critica vitale, essenziale per la crescita della democrazia:
Certo l’aborto è un omicidio, ma se chi me lo dice, nel frattempo tira “bombe”…mi permetto, per lo meno, di dubitare della sua onestà intellettuale….sai, nella mia lunga presenza all’interno della chiesa cattolica e nello studio e nell’incarnazione della Parola…abbiamo appreso e sperimentato l’esistenza di “falsi profeti”…
Penso che tu, al pari di me, sei impegnato nel discernimento dei “segni dei tempi”, compito al quale ci ha chiamati il Signore stesso.
un abbraccio…mauro
Mauro: concordo al 100%, e probabilmente pensiamo alla stessa persona (o alle stesse), che addirittura sono arrivate a tentare di giustificare la guerra (e relativi stermini di bambini, per non parlare dei danni da qui alle generazioni a venire derivanti dall’uranio impoverito… meglio cambiar discorso! 🙁 ).
Complimenti a te, comunque, per la risposta pacata, rileggendo la mia, di risposta, ci sarebbe stato il margine per prendersela, chiedo perdono!!!!
Ps: sono d’accordo sul “siamo UNO”…infatti c’è una sola umanità, perchè c’è un solo Padre…e ogni divisione è farina del “nemico”.
con stima
Affermare, in senso assoluto, che “ogni divisione è farina del nemico” è, semplicemente, sbagliato.
Sbagliato dal punto di vista logico e razionale, tanto quanto lo è affermare che ogni verità è relativa.
Sbagliato dal punto di vista della Fede e dell’aderenza al Vangelo: perché proprio Colui sul Quale il Vangelo si fonda ci dice esplicitamente che è venuto a portare una spada ed a dividere nell’ambito della stessa famiglia.
Ha questo, il Vangelo (come, del resto, l’Antico Testamento), di irrimediabilmente scomodo: il fatto che sia inassimilabile (così come è Dio) dai nostri paletti e dai nostri criteri, per quanto “giusti e buoni” ci sembrino.
Si, concordo che questo è il primo passo per ritrovare la consapevolezza perduta,
solo uccidendo si atrofizza la mente interiore..
parlo della Mente che non mente,
l’Uomo nella sua divinità, non può accettare l’assassinio,
in nessuna sua forma.
Ottimo articolo.
Grazie 😉
Ciao a tutti,
a proposito di coloro che sembrano difendere la vita dei bambini nella pancia delle loro mamme e poi scatenano l’inferno su quelli che dalla pancia delle loro mamme sono già usciti: per di più ammantando (da veri lupi della favola esopiana) la loro iniquità con la parvenza della giustizia e del diritto (ma che sia solo parvenza, da Hiroshima a Gaza è ogni ora più evidente).
Mi limito a far notare che gente come Bush junior o come il “cattolico” Rick Santorum, concorrente alla casabianca (che sempre più somiglia ad un immenso sepolcro imbiancato), non hanno mai intrapreso la rimozione dello pseudo “diritto all’aborto” dal corpus delle leggi (e, in America, la fecero ancora più sporca che in Italia cinque anni dopo: perché la “legge” che legalizzava quest’abominio non fu neanche votata dal parlamento; ma “imposta” dall’alto dalla “corte suprema” nell’infame sentenza Roe-Wade) ma si sono sempre e soltanto fatti paladini a parole del diritto alla vita, implementando palliativi che servivano a rendere il clima ancora più incandescente.
O a mettere degli argini (e su questo bisogna dargli merito) laddove l’orrore diventava manifesto, come quell’abominio all’ennesima potenza del cosiddetto “aborto per nascita parziale”: dove il veto bushiano alla legge che lo rendeva possibile è stato rimosso dall’anticristico Obama, appena insediatosi alla casabianca.
Attraversando virtualmente l’oceano e venendo a cana nostra, troviamo che a prendere posizione apparentemente netta contro l’aborto sono i cristianisti manifesti alla Giuliano Ferrara ed i cripto-cristianisti alla Carlo Casini.
Entrambi difensori a spada tratta delle “guerre preventive” fatte a favore della democrazia e della libertà.
Ma, guarda caso, entrambi radicalmente contro qualsiasi eliminazione dell’aborto volontario dalle opzioni legalmente praticabili.
Come cristiano e come cattolico, non ho alcun dubbio sul fatto che satana prenda la stragrande parte del suo nero carburante energetico e della sua perversa potenza proprio dal sacrificio continuo che gli viene fatto (lo si sappia o no) attraverso i 50 milioni di aborti volontari effettuati ogni anno in ospedali e cliniche in tutto il mondo.
Come essere razionale e pensante, non ho alcun dubbio sul fatto che se si lascia entrare nelle leggi umane la possibilità di privare del diritto alla vita colui o colei che la loro vita non l’hanno ancora manifestata pienamente al mondo esterno (ma che è perfettamente rilevabile grazie agli attuali progressi scientifici; ed è altresì perfettamente rilevabile da ogni madre che non rinunci ad ascoltarsi o che non abbia lasciato atrofizzare quella che Max chiama “la mente interiore”), si pone la premessa logica, necessaria e purtroppo anche sufficiente perché si metta in discussione la vita in qualsiasi altro stadio si trovi.
Signori, iniziamo una buona volta a volgerci alle cause: e finalmente potremo rimediare agli effetti.
Grazie Fabio, tu non le mandi certo a dire!!!!
Cari amici, la speranza di cambiare le cose c’è e si chiama Fede.
Viviamo in un’epoca intrisa di ipocrisia e di bugie ammantate di verità propinateci dalla progenia del “grande architetto” che sta sferrando i suoi rabbiosi attacchi verso questa società avviata alla degenerazione.
Ma i valorosi che si battono per fare giustizia, per rendere consapevolezza al mondo attraverso la guida dello Spirito Santo ci sono e tutti insieme possiamo essere uno strumento di speranza e di salvezza per i bimbi mai nati e senza alcuna tutela e per le mamme e i complici di questo atto orribile avviati verso il baratro.
L’aborto è il più grande genocidio di cui si tace, non solo per l’ovvia cospirazione della stragrande maggioranza dei governi compiacenti, delle pseudo associazioni per i diritti umanitari (mi sono sempre chiesto di che), dei poteri massonici ma anche perchè l’uomo del 2000 nasconde come lo struzzo la testa nella sabbia per non vedere a quale livello di bassezza è arrivato.
Se l’ essere umano sopprime il frutto del suo stesso seme come fosse una libertà di scelta e una crescita culturale (AHHHH maledetto 68 derivante dal nefasto Concilio Vaticano II)di che cosa dovremmo ancora discutere?Non è forse vero che gli Stati che mantengono legislazioni rigide per contrastare il fenomeno dell’aborto sono sottoposte ad ogni genere di pressioni e ricatti con la miserabile scusa della salute, del controllo delle nascite ed ogni altra nefandevole menzogna?D’altronde fu proprio Gesù a dire che “il grande architetto” fu menzognero sin dal principio e concordo con Fabio che le vittime dell’aborto sono il suo più grande carburante.
Ma possiamo ancora farcela provando a combattere per l’abrogazione di questa legge di melma e risvegliando, nel contempo, un po’ di coscienze.
Che bello! Più passano gli anni, da quando abbiamo eliminato la TV e i giornali, e più mi rendo conto che quello che ci viene rappresentato lì non soltanto non corrisponde al mondo reale, ma è anzi il tentativo di capovolgere la realtà, facendo apparire minoritarie quelle che invece sono le posizioni della maggioranza, e viceversa. Insomma, siamo in tanti, e non dobbiamo temere di alzare la testa.
Scusate lo sfogo, ma quando ce vo’ ce vo’!!!! 🙂
E’ così, Alberto, ed era così anche ai tempi delle “insorgenze” (Vandea, Tirolo, Romagna, Marche, Calabria, tanto per fare dei nomi): laddove una maggioranza disorganizzata si opponeva ad una minoranza organizzatissima.
Solo che, all’epoca, il potere falsificatorio dei mass media era indicibilmente minore.
Angel, sottoscrivo appieno il tuo bellissimo intervento.
Meno che in quel “nefasto” applicato tout-court al CVII. Nefasto è il cosiddetto “spirito del Concilio” e non il Concilio in sé.
Ed è bene affermare a chiare lettere che la Massoneria ecclesiastica (quella che la Madonna rivelò a don Stefano Gobbi -uno dei Suoi tanti “piccoli” e dei Suoi tanti confidenti di questa nostra epoca- potersi identificare nella Bestia della Terra descritta nella Rivelazione giovannea) nella Chiesa non c’è entrata dopo ed a causa del CVII: ma che vi si era insediata già in precedenza.
Anzi: che la Chiesa, intesa come l’evangelico “campo”, è sin dal suo nascere sede di grano e di zizzania, che il Suo Fondatore sapeva così bene che sarebbero cresciute a stretto contatto da specificare che nessuno si sarebbe dovuto azzardare a tentare un’eradicazione sistematica della zizzania. Perché questo compito sarebbe stato riservato a Lui, alla Fine dei Tempi.
E che la Fine dei Tempi sia cosa diversa dalla Fine del Mondo è ancora non evidente a tanti cattolici: proprio stamattina sentivo su Radio Maria padre Livio che si ostina ad identificarle.
Probabilmente, il CVII aveva nel Progetto di Dio proprio questo ruolo: quello di portare chiarezza su questo punto.
Oltre che quello di omaggiare la Volontà di Maria e di svelarNe ulteriormente il Mistero: attraverso la consacrazione della Russia e la proclamazione del V dogma mariano, di Maria Corredentrice.
Ma, si sa, Dio non forza mai la libertà dei Suoi figli: e siamo arrivati al punto in cui siamo.
Tu credi nella Parusia Intermedia, Angel?
In ogni caso, benvenuto nella battaglia per l’abolizione della 194. Hai già aderito al sito?
Divorzio e aborto hanno imbarbarito la societa’ sotto la bandiera del femminismo. Ma tutto questo non succede a caso.
“Femminismo”: come la scimmia di Dio si è sforzato di degradare ciò che era nel Progetto di Dio. Ossia l’esplicitazione del ruolo fondamentale della donna.
Colei che del Peccato Originale è stata completamente innocente.
Colei che rappresenta una parte dell’essere a Immagine e Somiglianza di Dio: e, in particolare, la parte Generatrice di Vita.
La verità sulla donna e sulla Donna (che fu celata e velata, per mano d’uomo, proprio nel primo Libro della Sacra Scrittura) doveva ora, in questi nostri tempi (en passant: avete fatto caso in che schiacciante maggioranza siano donne, i moderni confidenti e strumenti e voci di Dio?), essere svelata: ad iniziare da quella riguardante Maria Santissima.
E’ lapalissiamo che l’odiatore fin dal principio (ed odiatore al massimo grado della Donna: più ancora che dell’Uomo) doveva fornire la sua versione degradata di tale verità: per tentare di sminuirla ed infangarla.
E l’enfasi e la priorità assoluta (seconda soltanto all’odio nei confronti dell’Eucarestia) posta dall’odiatore sull’aborto volontario (e sulla sua introduzione in quante più nazioni del mondo) si spiega appunto anche e soprattutto con il suo odio primario ed acerrimo nei confronti della donna: quale vittoria più grande, per il cornuto, che indurre le donne (che nella tragedia dell’aborto sono, nella stragrande maggioranza dei casi, seconde vittime) ad assassinare il bambino o la bambina che vive già dentro di loro?
Quale vittoria più grande sull’ESSENZA stessa dell’essere donna?
Ma Maria Santissima ce l’ha già sotto il calcagno, il serpente odiatore ed omicida.
E sta agendo potentemente perché coloro che sono Suoi si mettano in movimento.
E coloro che Suoi non sono, si pentano almeno all’ultimo secondo della loro vita.
A proposito, lo sapevate che il movimento femminista era stato segretamente finanziato dai soliti noti (Rockefeller, CIA e NWO), come confermato da Aaron Russo, autore di “America: from freedom to fascism”, in una lunga intervista ad Alex Jones? L’avevo anche scritto in una nota, adesso vado a vedere se la ritrovo!
Per Fabio: si ho aderito e sono pure un attivista di questa buona battaglia e condivido pienamente la tua affermazione che le seconde vittime dell’aborto sono le donne.
Sulla Parusia Intermedia posso dirti che sulla base di quanto ho letto nella Rivelazione sembrerebbe contemplare un secondo ritorno di Gesù Cristo che precederebbe quello definitivo in cui giudicherà vivi e morti, quindi dandone un’interpretazione letterale ti rispondo di sì, ad ogni modo l’importante è che Lui ritorni presto.
Penso che lo “spirito” (prima intendevo comunque i risultati e non l’evento in senso stretto) del CVII abbia indebolito la Chiesa innanzitutto intervenendo a gamba tesa sulla liturgia, svuotata dal significato mistico originario e creando una crepa nel sistema dal quale è scaturita la dispersione di tante pecorelle a causa dell’anarchia dei nostri pastori (che dovrebbero guidarci alla salvezza), i quali si sono, sempre più frequentemente, sentiti legittimati a formare ognuno una propria scuola di pensiero. E quindi c’è chi modifica pure la liturgia del CVII a sua immagine, chi fa dare l’ostia benedetta a donne laiche, chi partecipa a stucchevoli marce della Pace dove poi bisognerebbe dire Messe di riparazione per un anno e chi intrepreta i gravi peccati di oggi come fossero caramelle arrivando a negare l’esistenza dell’Inferno. Per fortuna naturalmente non tutti sono così ma a furia di trasmettere questi messaggi distorti, i fedeli influenzabili si smarriscono ed altri, orientati verso la retta via, seguono la corrente meno impegnativa che non contempla i sacrifici, finendo con l’annegare appresso agli altri.
L’offensiva dei massoni si è manifestata attraverso il finanziamento di quei movimenti femministi a cui accennava Alberto, che predicano pure omosessualismo, disprezzo per la famiglia naturale, ammantando di verità le loro miserevoli bugie condite da finti valori di libertà che poi hanno portato all’introduzione del divorzio e dell’aborto, impensabili ideologicamente fino a qualche decennio fa!
Per questo la battaglia contro l’aborto volontario è la missione più divina che ci può essere concessa, perchè strumento di salvezza di vita per bambini del domani (ma anche di profonda dignità nel ricordo per quelli mai nati affidati a Dio) e di possibile redenzione per le anime che si sono macchiate di questo barbaro atto. Con la purezza nel cuore ma usando la giusta severità delle parole e senza farci prendere dal fanatismo ideologico, dobbiamo pregare affinchè il Signore e Maria Santissima ci concedano forza nel fronteggiare questa infamia.
Il vento può cambiare.
Ti abbraccio, Angel.
In Gesù Adveniente e Maria Corredentrice.
Ricambio Fabio e complimenti per le brillanti esposizioni anche su altri argomenti.
Gesù e Maria Santissima ci benedicano e San Michele Arcangelo ci protegga!
Riprendo questo articolo:
http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/8-marzo-2012/culla-termica-ospedale-padova-accogliera-neonati-abbandonati-2003599107192.shtml
la culla termica è l’alternativa moderna alla vecchia ruota degli esposti, nella sperenza che gli abbandoni non mettano più a rischio la vita dei nascituri e gli infanticidi possano essere evitati il più possibile.
Stamani, Radio Padova rilanciava verso le 9 la notizia. I commentatori sono andati ben oltre, trovando modo di criticare chi propone l’abolizione della L.194, adducendo come questa notizia sia un monito per chi volesse pensare di abortire l’aborto.. in pratica la loro, una bestemmia intellettuale!
è incredibile come il mainstream debba forviare qulsiasi evento in ragione del proprio diretto tornaconto, la culla è un inno alla vita, così come lo è l’abolizione di questa aberrante norma.. ma, si vede che la realtà dev’esser sempre strumentalizzata.
Però secondo me, i commentatori di una radio, devono rispondere direttamente di ciò che dicono.
Sì, dovremo tutti rendere conto delle nostre azioni…
@Alberto: ed oltre che delle nostre azioni, anche dei nostri pensieri, delle nostre opere e financo delle nostre omissioni.
Tutte, fino alla più apparentemente trascurabile, registrate nel Libro della Vita che noi stessi sfoglieremo subito dopo la morte fisica.
@Max: ma loro già rispondono direttamente di quello che dicono. E proprio per questo lo dicono. Perché le direttive di Lorsignori, che a loro arrivano attraverso numerosi livelli intermedi, sono piuttosto chiare. E non suscettibili di misunderstanding
Dunque.
Vi ho letti con un certo sgomento, e una certa difficoltà.
Ho delle domande “terra terra” da porvi.
Come donna, privilegiata, e come madre, altrettanto privilegiata, se abolissero la 194 in Italia sarei felice, perché vorrebbe dire che la nostra vita, il nostro senso, si sono così compiuti e risolti in una grande ed unica Verità, evidente a tutti e indiscutibile nella sua evidenza, che l’aborto volontario è scomparso da ogni orizzonte non solo collettivo, ma anche personale.
Ok, mi piace questa cosa, l’idea che a nessuno passi per la testa che può abortire, non perché è vietato, ma perché è impensabile.
E qui mi chiedo, ma non so se nemmeno le premesse che ho posto siano giuste, eh, sto cercando di ragionare scrivendo: come in concreto la immaginate una realtà in cui l’aborto volontario è impensabile ed inconcepibile per tutte le donne in età fertile?
Come vivono le donne di questa società liberata? E i loro uomini?
Io, Agathe, l’anno scorso ho abortito volontariamente (?) un embrione di 5 settimane.
Sono consapevole della prigione sociale e personale in cui questo mio atto si è consumato, ma al tempo nessuno mi ha portato una pagnotta con la lima.
Ora sono in libertà vigilata.
Non capisco la domanda: “Come vivono le donne in questa società liberata?”
Io credo che innanzitutto l’aborto sia da eliminare in quanto omicidio, e non mi domanderei come prima cosa “come si sentono le persone in una socetà in cui l’omicidio fosse vietato?”; cioè credo che il giusto e lo sbagliato, il bene e il male siano categorie superiori agli effetti che una norma di legge può avere sul sentire della collettività.
Con questo non voglio fingere di non vedere il problema correlato, e cioè la solitudine in cui vengono lasciate le madri, l’assenza di supporti alla famiglia, lo sviluppo di una cultura che fa vedere come unica forma di realizzazione quella della super-donna super-manager super-giovane super-bella ed efficiente: certo, tutto questo va cambiato. Ma la priorità per me è rendere quanto più possibile impraticabile l’omicidio.
Scusa per la schiettezza forse antipatica, ma non trovo altre parole. Un bacio e un abbraccio.
La tua schiettezza non mi disturba.
Tuttavia, proprio perché il giusto e lo sbagliato vanno al di là di una legge, io mi chiedo, abolita la legge, cosa concretamente offrireste alle donne per permettere loro di portare avanti la gravidanza scampata all’aborto ed ogni gravidanza che vorranno nella loro vita.
Reso impraticabile l’omicidio per tutte le donne che lo avrebbero commesso, cosa c’è nella vostra visione?
E per quelle che in barba all’abolizione lo commettono ugualmente?
La mia è una curiosità sincera, non una provocazione: sono contenta che qualcuno abbia della donna un’idea diversa dalla vulgata, ma vorrei che questa idea me la dipingeste in modo più realistico.
Chiedo da parte vostra uno sforzo alla George Orwell, immaginando una società in cui l’aborto volontario non sia né legalizzato, né, soprattutto, desiderabile per nessuna, in qualunque condizione di età, razza, condizione economica e sociale si trovi.
Queste donne:
Lavorano o stanno a casa?
Se lavorano in che modalità e con che tempi?
I loro mariti in che misura si occupano della famiglia e dei figli?
Che tipo di educazione sessuale hanno, loro e i loro compagni/mariti, e chi si cura di impartirgliela?
Se hanno dei bambini malati non autosufficienti in che modo e da chi sono aiutate?
Il mio punto è, posto che l’aborto sia la stampella di una società fratturata, si può togliere la stampella prima di curare la frattura?
E se sì, ammettiamo che la legge venga abolita DOMANI, quali sono le misure di urgenza a sostegno della donna che voi prevedete?
le prevedete? o vi basta che l’omicidio smetta di compiersi legalmente?
Un abbraccio anche te.
Scusami Alberto, ma tu scrivi che dai priorità ad una imposizione, secondo un giudizio parziale di bene, ponendo in secondo piano la comprensione, che potrebbe portare, grazie alla sua interezza, ad un atto, azione d’amore per la vita.
Cara Agathe,
tu scrivi:
“Ok, mi piace questa cosa, l’idea che a nessuno passi per la testa che può abortire, non perché è vietato, ma perché è impensabile.
E qui mi chiedo, ma non so se nemmeno le premesse che ho posto siano giuste, eh, sto cercando di ragionare scrivendo: come in concreto la immaginate una realtà in cui l’aborto volontario è impensabile ed inconcepibile per tutte le donne in età fertile?”
Sono a dirti, con estrema schiettezza, che le premesse dalle quali sei partita sono sbagliate.
E’ in un mondo orwelliano (quello verso il quale una parte di Lorsignori vorrebbero spingerci) che l’attuare il male diventa “impensabile”.
Fino a che non ci si arriverà (e, per Grazia di Dio, non ci arriveremo) il male sarà sempre un’opzione non solo pensabile ma finanche praticabile.
Viceversa, non saremmo liberi. Ossia, non godremmo del più grande dono fattoci da Colui che è, al contempo, sia Padre (e, quindi: Buono) che Onnipotente.
E’ proprio la libertà che Egli ha donato ai Suoi figli a far inorridire l’Altro: colui che scelse, per superbia e per non voler accettare lo “scandalosamente folle” Progetto di Dio (farSi Uomo, di Carne e Sangue), di diventare il principe delle tenebre, padre della menzogna ed omicida fin dal principio.
Laddove la libertà è conculcata (ossia, è impedita la possibilità di scelta), lì vi è la caratteristica firma di costui, della Scimmia di Dio.
Ti prego a questo punto di non precipitare alla conclusione e di scapicollarti ad affermare: “ma è propio quello che vorreste fare voi, con l’eliminazione della 194 e con il far ritornare illegale l’aborto volontario”.
E no, mi spiace ma questa conclusione è profondamente sbagliata: sin dall’inizio della storia umana (a valle del Peccato Originale) una qualsiasi legge non ha mai IMPEDITO la libera scelta tra bene e male. Ma è servita, semplicemente, a sottolinearne la differenza (manifesta a chi è in profondo contatto con la propria libera e retta coscienza): ed a statuire la NON INDIFFERENZA tra le due opzioni, cercando di scoraggiare il commettere il male attraverso la formulazione di conseguenti sanzioni.
E ciò senza che ci sia bisogno di una consapevolezza spirituale particolarmente sviluppata: perché è di tutta evidenza che una società in cui l’opzione del male è sempre più praticata smette rapidamente di essere una società.
Le leggi non servono ad IMPEDIRE di commettere il male: perché per far ciò bisognerebbe soltanto rendere automi obbedienti gli esseri umani (e, come sai, sono in molti a star lavorando a questo obiettivo), ma a segnare un milestone, uno spartiacque, un indicatore.
Per permettere a coloro che sono meno avvertiti di prendere coscienza di ciò che stanno per commettere (se non prima di commetterlo: almeno dopo, nel momento del scontare la pena umana derivantene).
E’ assolutamente banale tutto quanto ho scritto. E così sarebbe stato avvertito da tutti (colti e meno colti) appena cinquant’anni fa. Ma il fatto stesso che sia necessario oggi scriverlo, nell’ambito di un civile confronto come il nostro, attesta il grado di “estremità” a cui siamo arrivati.
Riguardo alla “stampella” (che tale non è assolutamente: ma semmai è la chemioterapia) alla società fratturata che per te rappresenterebbe la legalizzazione dell’aborto volontario, appena avrò tempo vi tornerò sopra.
Così come tornerò sulle domande che ponevi ad Alberto sui modi “alternativi” di aiutare le donne.
Permettimi, però, una domanda a mia volta: l’aborto volontario in cosa si differenzia dalla uccisione di un essere umano?
Caro Fabio Massimo,
non mi scapicollo ad affermare niente, perché il fatto di aver abortito non fa di me una fan della 194 ( anche perché, di fatto, non ne ho usufruito, non avendo fatto l’aborto in Italia) né una “mangiacattolici”: credo che il fatto stesso di scrivere su questo sito, dicendo apertis verbis quella che è stata la mia esperienza, dimostri da parte mia una certa fiducia nel genere umano.
Quindi non mi scapicollo.
Anzi.
L’aborto volontario non si differenzia in niente dall’uccisione di un essere umano.
E’ l’uccisione di un essere umano.
Detto questo, quale sarebbe la pena che dovrei scontare per aver commesso questo omicidio?
La stessa che dovrei scontare se avessi ucciso mio marito?
Maggiore, minore?
Ci sarebbero attenuanti?
Se sì quali?
L’epoca gestazionale?
L’essere stata ricattata o costretta?
Sono domande sincere, non provocatorie. Te lo scrivo perché non vorrei pensaste che sono qui a “sfottere”, tutt’altro. Sono qui a cercare di capire.
Non voi, me stessa.
Cara Aghate,
tu mi chiedi, non provocatoriamente (e, per quanto si stia comunicando senza vederci nei rispettivi occhi, sento che è effettivamente come dici), quale dovrebbe essere la pena che dovresti scontare per aver richiesto e permesso l’omicidio di tuo figlio o di tua figlia.
Non posso che continuare a porti delle domande, ringraziandoti per la franchezza della tua risposta alla mia domanda precedente.
Quando sei arrivata alla conclusione che l’aborto è l’uccisione di un essere umano?
Già da prima di compierlo? O dopo averlo compiuto?
E poi, ancora più scomoda (e ti ringrazio in anticipo, con tutto il mio cuore ancora troppo piccolo): come sei arrivata alla decisione di abortire?
Caro Fabio Massimo,
l’ho sempre saputo: prima, durante e dopo.
La mia decisione di abortire nasce dalla più banale – infernale situazione in cui una donna si possa trovare: il padre del bambino non lo ha voluto.
Si dà il caso che il padre del bambino sia già il padre di mio figlio Andrea, che soffra di depressione e mi abbia messo davanti alla scelta-non scelta: o una famiglia a tre, questa, o niente.
Quindi, io posso dire di aver sacrificato il membro più debole della famiglia, per tentare di salvare gli altri.
Ovviamente è stato un tentativo fallace.
Aspetto sempre le tue delucidazioni in merito alle conseguenze dell’aborto-omicidio-reato e alle misure di sostegno alle donne.
Vale,
A.
Dopo la parte generale, la parte particolare, cioè la risposta alle tue domande specifiche.
Perchè sei così interessata alla pena? A parte che non sono così sicuro dell’utilità di un sistema penale, ma in generale questo dovrebbe servire:
1. al recupero del colpevole (ma non credo che sia mai stato così, se non in poche eccezioni);
2. a difendere la società da individui pericolosi (ma nel caso di aborto non si applica);
3. a disincentivare con l’esempio; anche qui, però, conta molto di più l’educazione di una società che lo spauracchio di una pena. E usare il divieto ed una eventuale pena verso le seconde (o prime) vittime dell’aborto come le mamme non avrebbe alcun senso e nessuna efficacia se poi si continua ad usare ed abusare del corpo della donna come stiamo facendo da alcuni decenni.
Quindi rimane il valore simbolico, in quanto una legge, espressione di una collettività, contribuisce a segnare dei paletti, e verrebbe meno il supporto “istituzionale” all’omicidio-aborto.
Ma non parliamo di pena, per favore. Credo che quella ce l’abbiamo già tutti come collettività che permette e finanzia tale olocausto (120.000 all’anno solo in Italia).
Ti ri-abbraccio!
Caro Alberto,
non sono particolarmente interessata alla pena, solo che, secondo me, è la conseguenza logica dell’abolire la legge sull’aborto equiparando l’aborto all’omicidio.
Se l’aborto sarà un reato si dovrà prevedere una pena, e se questo reato è l’omicidio, io mi aspetto una pena dura come quella prevista per qualunque altro omicida, anzi, con l’aggravante della consanguineità, e dell’incapacità di difendersi da parte della vittima.
Ma mi sembra di capire Alberto- correggimi se ho inteso male-che nemmeno a te torna la possibilità di sbattere in galera per 30 anni una donna che ha abortito.
Quindi, che faranno ‘ste donne che scelgono l’opzione MALE e non hanno più un ospedale complice che glielo fa commettere?
a) Turismo abortivo?
b) Fai da te (pillole di RU486 acquistabili via Internet per chi già oggi contrae la sindrome da timidezza da consultorio)
c)Ferro da calza- gruccia?
E una volta scoperte, speriamo ancora in vita ( quelle da turismo abortivo in genere sopravvivono), che si farà con loro?
Come verranno rieducate, dal momento che ormai il MALE è stato commesso?
Capisco la portata simbolica dell’abolizione -il sottrarre alla legalità l’intervento routinario e veloce di una cannula aspiratrice, la banalità del MALE- ma quest’abolizione ha delle enormi ripercussioni pratiche, tra cui- aridanghete- le conseguenze civili e penali dell’aborto diventato reato.
Ri-educare, ri-educare, sì, è questa la strada, ma partendo da dove?
Considerati abbracciato.
Cara Agathe, le nostre posizioni di partenza sono differenti.
Per me l’aborto è un crimine contro l’umanità (non solo contro il bambino ma anche contro la mamma, la famiglia, la società intera)
e come tale non deve essere nè legale, nè tantomeno fornito gratuitamente dalllo stato, finanziato coi soldi di tutti i cittadini.
Tu, se ben capisco, pur riconoscendolo un crimine, lo dai come cosa scontata e inevitabile, e ti poni la domanda: “ma come faranno
alllora domani le donne che oggi abortiscono grazie allo stato?”
Ti ringrazio perchè mi hai fatto capire la profonda azione di avvelenamento della coscienza che può fare una legge, cosa di cui non mi ero reso bene conto.
Immagina una società, lontana dalla nostra, magari millenni a venire da oggi, in cui per legge si possano uccidere gli anziani.
Certo, non tutti, solo sopra gli 80 anni, e non da parte di chiunque, solo parenti di primo e secondo grado. Ah, e non per futili
motivi, ma solo per gravi problemi economici (dei parenti, che così erediterebbero) o di salute (dell’anziano, che ormai
sarebbe un peso per la società. Immagina che dopo 30 anni di vigenzza di questa legge qualche gruppo contrario proponesse di abolirla. Immagina le reazioni dei favorevoli: “ma rendere illegale il gerontocidio metterebbe a rischio la vita dei parenti! Sarebbero costretti a farlo di nascosto, mettendo a rischio la loro stessa vita! E poi cosa fareste, li mettereste in galera? per avere eliminato un vecchio di cui nessuno sentiva la mancanza?”
Ho capito che 30 anni di legalità di un abominio (nel seso letterale) hanno plasmato le coscienze al punto che anche chi ritiene l’aborto un omicidio si pone il problema: “ma se eliminiamo la legge, come faremo a continuare a commettere questo omicidio?”
Ah, una cosa: ma perché avete messo quella foto con due bambini a termine sotto il titolo?
E’ un boomerang quella foto, perché nessuna donna identificherà il suo aborto, passato o prossimo, con quei gemelli di oltre 30 settimane.
Un embrione di 8/10 settimane a grandezza naturale sarebbe più onesto, con lo stesso titolo, e andrebbe maggiormente nella direzione del vostro ragionamento, e cioè che essendoci un continuum dalla fecondazione in poi, a nessuna epoca gestazionale l’aborto è lecito.
Se ci mettete i gemelli quasi a termine vi fate fare un gol a porta vuota dagli abortisti!!!
Cara Agathe, ovvio che non ho tutte le risposte. Solo pensieri, alcuni più intelligenti, altri meno: pensieri ad alta voce che mi permetto di scrivere su elettroni riciclati per vedere se aiutano altri e stimolano la riflessione (anche mia, grazie a vostri preziosissimi contributi).
Allora penso questo: tutta la nostra vita è una lunga successione di scelte, e una grandissima parte di queste è fra ciò che è giusto o ciò che è comodo. Credi che i poliziotti che in Val di Susa picchiano i manifestanti siano tutti convinti di fare ciò che è giusto? Secondo me una minima parte; la maggior parte fa quello che gli viene ordinato, perchè quello è il loro lavoro, da lì prendono quello che serve per vivere, per mantenere la loro famiglia, e hanno paura di ritorsioni, e quindi non si fanno domande e ubbidiscono agli ordini. Credi che tutti i militari in Afghanistan siano convinti di stare lì a difendere la democrazia? Secondo me la maggior parte, nonostante il lavaggio del cervello, sa benissimo che è un sopruso, ma hanno obbedito agli ordini, o addirittura si sono candidati volontari. Che chi lavora in banca non sappia delle porcate che fanno quando mettono in ginocchio un imprenditore, bloccandogli i conti, impedendogli di andare avanti, magari per impossessarsi dei suoi beni ipotecati? Che chi prescrive chemio non abbia qualche dubbio? Che chi inietta vaccini non si ponga la domanda?
Scelte, sempre scelte fra ciò che conviene e ciò che è giusto. E pochi ogni tanto si ribellano, e a costo di rimetterci di tasca propria escono dal meccanismo, alzano la testa, fanno sentire la propria voce: eroi (a proposito: conosco uno che si è licenziato volontariamente dal suo lavoro sicuro in banca quando ha capito l’imbroglio: per me un vero eroe, anche se non andrà su nessun libro di storia).
Cosa voglio dire: che nessuna situazione, anche la più estrema, può trasformare un atto illecito in uno lecito. Questa è la grande tentazione: giustificare il male, cosa che, come insegna la Bibbia, è stata la PRIMA (e secondo me ancora più diffusa) opera del falsario.
Tu dici: e gli altri? E la società? E il marito/compagno?
Ma su questo non ci sono dubbi. A questo mondo siamo UNO, e ci verrà chiesto di ogni azione che potevamo fare e non abbiamo fatto nei confronti dei nostri fratelli. Ma questo, ripeto, è un altro discorso.
Scusami, ma allora si ritorna al punto di partenza: prima della legge questo crimine contro l’umanità non veniva perpetrato?
E al di là del valore “simbolico” di un paese che non lo renda legale e accessibile gratuitamente, quale sarebbe la reale, e non simbolica, posizione di una donna che voglia abortire?
Abolita la legge, come si fa ad estirpare questa piaga che esiste dalla notte dei tempi, indipendentemente dalla legge?
E’ un abominio, e smetterebbe di essere un abominio regolamentato, e diventerebbe un abominio “selvaggio”.
O pensi Alberto, che dal momento che una ragazza non può più andare al consultorio e poi in ospedale, desista, ed accolga la gravidanza come si conviene?
L’aborto , ti chiedo, è solo una questione di opportunità e di accessibilità?
Pensi che il fatto di non essere più “accettato socialmente” perché legale lo renda istantaneamente indesiderabile per una donna?
Quindi, ti chiedo, non per la prima volta credo- posto che per te l’aborto è un crimine contro l’umanità ed è sbagliato che sia legale e gratuito- una volta abolita la legge così come voi auspicate, una donna che in Italia voglia abortire o abortisca ormai fuori dalla legalità, a cosa va incontro?
P.S.
(Non sono fissata co’ ‘sta storia della pena, ma se devo scrivere un libro sull’aborto le donne, gli abortisti e gli antiabortisti, sarà meglio che abbia chiaro quale sia la vostra posizione anche sulle conseguenze del “reato/aborto”)
P.P.S.
Forse non vi avevo detto che sto scrivendo un libro in proposito…
Il tuo interesse per la pena mi fa pena.
Possibile che in 7-8 interventi mai una volta, una volta soltanto, ti sia venuto in mente di pensare al bambino? Sempre e soltanto a quello che lo stato dovrebbe legiferare nei confronti della mamma, è questo ciò che ti serve?
Scrivi quello che ti pare sul tuo libro, a me non interessa.
Per piacere non rispondere più.
Ho la sensazione che il libro il 14 marzo dell’anno scorso era in corso di scrittura possa essere quello recentemente uscito a firma di Chiara Lalli, intitolato “A. La verità, vi prego, sull’aborto”.
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=32647#.UUnGaTeuHLw
E’ la prima volta che vedo Alberto dare una “sciabolata” di questo tipo.
E capisco che provenga dal dolore derivante dal constatare (ben al di là di quanto egli potesse pensare all’inizio, quando qualche mese fa lo misi al corrente dell’esistenza del no194) i danni devastanti prodotti dalla 194 all’interno delle stesse coscienze.
Finché non ci si confronta in prima persona, non vi si crede.
La “legge” 194 va abolita per difendere:
– i bambini
– le loro mamme (che sono anche mogli, figlie, sorelle, nipoti, amiche)
– le nostre famiglie
– la nostra società
– le nostre coscienze (devastate, per l’appunto, dall’arrivare a considerare l’aborto volontario legalizzato come un “dato acquisito” )
Un particolare assai significativo: Carlo Casini è colui che è da sempre “a capo” dei pro-life italiani (ed europarlamentare all’interno di un certo partito politico) ho scoperto che prima della legge 194/78 era magistrato. “Specializzatosi” sullo specifico crimine di procurato aborto (che era considerato crimine contro il perpetuamento della specie e non contro la persona -e chissà perché mi viene in mente un altro articolo del codice penale in cui si statuiva che la violenza sessuale fosse un crimine contro la morale).
Non mi sorprenderei (e invito lo stesso Alberto a fare una ricerca in tal senso) che Casini, da magistrato, “legnasse” sistematicamente le donne che facevano riferimento all’aborto clandestino, chiedendo o decretando per loro il massimo della pena prevista. E, ipso facto, contribuendo ad esacerbare la “reazione” di cui la 194 ha preteso di essere la “soluzione”.
Sarebbe, una volta ancora, l’applicazione del noto schema triadico:
1) ti creo il problema (la sottomissione e svalutazione del genere femminile, fin dal momento del Peccato Originale la cui colpa principale è attribuita alla Prima Donna. La spingo in ogni modo ad abortire, per disperazione; e, ad aborto scoperto, la “mazzuolo” come se fosse la principale colpevole di quel crimine)
2) induco la reazione (la presa di consapevolezza da parte delle donne del loro ruolo fondamentale nella società, che però viene sviata e deviata dal giusto canale e indirizzata verso gli obiettivi consoni a Lorsignori)
3) propongo la soluzione (vista e considerata la piaga degli “aborti clandestini”, da oggi benignamente permettiamo che l’aborto si possa compiere “legalmente”)
Credo proprio, Alberto, che nella prossima edizione del tuo libro tu sia chiamato ad aggiungere un capitolo aggiuntivo: perché l’Inganno che il Falsario ci ha teso sul fronte della legalizzazione dell’aborto supera di gran lunga tutti gli altri.
E con tutti gli altri si tiene indissolubilmente.
Invito Alberto a leggere la risposta di Agathe alla mie due scomode domande:
– da quando ha iniziato a considerare l’aborto volontario come uccisione di un bambino
– qual è stato il motivo che l’ha spinta ad abortire.
Una risposta del genere ci mette di fronte, da un lato, a tutta la nostra responsabilità di uomini intesi come esseri umani appartenenti al genere maschile (che, è bene ricordarcelo, sin dall’Inizio siamo stati capaci di tutt0, a differenza delle donne: guerre, stupri, genocidi. Fino alla legalizzazione di un abominio come l’aborto volontario. Vedi come si ritorna sempre al Peccato Originale per come realmente si è svolto, Alberto? Fintantoché non si prende atto di ciò, alla luce della Fede e della Ragione, continuerà a “mancare un pezzo”); dall’altro al fatto che una delle tre forme di male che la nostra Dottrina Cattolica (il mezzo più sicuro in assoluto per orientarsi nella sfera dei comportamenti umani, checché si ostinino a dire coloro che cattolici non sono) ci assicura esistere, e che sono:
1) la concupiscenza interiore (il frutto psico-somatico avvelenato del Peccato Originale),
2) il mondo (inteso come strutture create dagli uomini, o ancora pienamente feriti dal Peccato Originale -se non battezzati- o che del Peccato Originale portano comunque le cicatrici -se non battezzati; e che quindi contengono, nel caso migliore, almeno il riflesso di quel Peccato Originale. A meno che non siano improntate totalmente al Vangelo, donatoci da Colui che -Unico- ci permette di guarire, in quanto Via, Verità e Vita)
3) il diavolo, che da “braccio destro di Dio” scelse di diventare il Suo Avversario, e padre della menzogna ed omicida fin dal principio. E che, da quel momento, tenta di portare più anime umane possibili nella dannazione eterna, per odio a Dio e per invidia dell’uomo (che Dio stesso è voluto venire a riprenderSi, facendoSi Carne e Sangue e soffrendo e pagando il debito per lui);
la risposta di Agathe ci mette -dicevo- di fronte al fatto che la seconda forma di male (quella del “mondo”) è stata esponenzialmente ingigantita e potenziata dalle “leggi” abominevoli che hanno “legalizzato” ciò che è intrinsecamente illegittimo: l’aborto volontario, in primis.
E che, da allora, tale “mondo” agisce con notevole più efficacia nel “sinergizzare” con le altre due forme di male: quella interiore, dentro di noi, e quella esteriore, personale e continuamente ed instancabilmente operante del diavolo e delle sue legioni.
Nel caso di Agathe, c’è da un lato un “marito” che dimostra e manifesta la sua Adamicità (la superbia, perché dagli altri peccati capitali il Capostipite, Uomo perfetto, era assolutamente immune); dall’altro un “mondo” che mette a disposizione lo strumento abominevole dell’aborto legale (in ciò cooperando con la concupiscenza interiore – o cainicità- sia di Agathe che di suo marito; e con i suggerimenti infernali ispirati dal padre della menzogna), così efficace da far dimenticare ad entrambi che un’altra opzione era possibile e praticabile: NON uccidere il bambino o la bambina, già viventi nel grembo di Agathe, pur non dando seguito lo stesso alla maternità. E quindi dare in adozione, quel bambino o quella bambina, subito dopo la nascita.
Dolorosa, dolorosissima anch’essa come opzione: ma nel segno della Vita e non della morte.
Ovviamente, anche rispetto a questa opzione il “mondo” -così come l’abbiamo costruito e/o abbiamo permesso che fosse costruito- mette i suoi dannati paletti tra le ruote: tendendo così a sfavorire in tutti i modi lo strumento dell’adozione da parte di una famiglia (composta da un uomo e da una donna).
Agathe, ti ringrazio di cuore per la tua risposta.
Con la quale hai svelato un dramma che tu stessa definisci “infernale”.
Nella mia risposta precedente ad Alberto, è contenuta anche la risposta per te.
E proseguo con l’indagare -col tuo permesso- nel mistero del tuo dolore, facendoti l’ancora più scomoda domanda: cosa ti ha impedito di prendere in considerazione la possibilità di dare comunque alla luce tuo figlio o tua figlia, per poi “donare” la tua maternità ad un’altra donna, supportata da un uomo?
Lo so che ti sto facendo questa domanda da uomo, che non potrà mai neanche lontanamente immaginare il legame che si viene a creare con il proprio figlio o figlia ed il dolore derivante dall’abbandonarlo volontariamente.
Ma, pur da uomo: non è un dolore più fertile, fecondo ed accettabile, rispetto a quello derivante dalla consapevolezza di averlo/a ucciso/a?
Sono poi ancora a chiederti: cosa intendi, esattamente, quando parli di una donna che “voglia abortire”?
Ed in cosa tutte le argomentazioni da te portate non potrebbero essere utilizzaste anche rispetto alla legalizzazione dell’omicidio volontario (fatto magari, come diceva Alberto in precedenza immaginando un mondo orwelliano ma ormai sempre più vicino al nostro, nell’interesse dei parenti)?
Buonasera Fabio Massimo,
ti rispondo per correttezza, ma senza proseguire oltre in questa mia auto analisi con te, non perché non ti ritenga un degno interlocutore, ma perché credo che l’apertura ed il rispetto che io ho mostrato nei vostri confronti, anche rispondendo a domande scomode ed intime, non siano stati per nulla ricambiati.
Non intendo scrivere su un sito dopo essere stata apertamente e maleducatamente invitata a non farlo più.
Ti auguro ogni bene,
Agathe
Ti chiedo perdono, Agathe, per la mia mancanza di empatia.
Pregherò per te, tuo marito ed Andrea.
Abbi fiducia nel fatto che sei amata: da Colui che ha dato fino all’ultima goccia del Suo Sangue per te.
E che anche oggi può assumerSi, istantaneamente, tutti i tuoi pesi, per quanto pesanti: basta solo che tu Glieli voglia dare, di pieno cuore.
Ti abbraccio,
FM
Ho letto con attenzione, effettivamente la società del futuro sarà disegnata dalle ns. coscienze..
Si potrà arrivare al geronticidio o peggio.. (in un vecchio film: La fuga di Logan.. t’ammazzavano a trentanni..)
Oppure verso un mondo dove la vita è rispettata tout-curt, perché anche uccidere gli animali, non è assolutamente così necessario come l’attuale modus operandi del mainstream ci vuol far credere.
30 anni di abominio legislativo e assieme di “abitudine” o torpore, ci hanno portato alle domande meccanicistiche del tipo: cosa deve fare una donna che ha la “necessità” di abortire?
Allora chiedo: cosa deve fare un uomo con un fucile che ha la “necessità” di sparare?
Necessità, bella parola, spesso misurata con l’unità di misura della mente, che certo non è quella dall’Anima.
La mente può ancora decidere, l’Anima sa già.
Questa è la primaria differenza, in questa direzione naturale risiede la ns. coscienza, la ns. responsabilità ed ognuno se ne fa carico, chi non è consapevole di ciò va informato, questo è il primo lavoro.
L’abolizione di questa norma, è un atto dovuto, per aiutare chi non è consapevole.
Tutto il resto è una conseguenza.
Per farle breve, solo la “miopia” di una società che ormai vede nel sovrannumero e non nella qualità dell’esistenza un problema sociale, può portare la gente a pensare che uccidere, sia la cosa più opportuna, solo in caso di “necessità”, ovviamente.
Grazie per la qualità di tutti i vs. scritti.
“30 anni di abominio legislativo e assieme di “abitudine” o torpore, ci hanno portato alle domande meccanicistiche del tipo: cosa deve fare una donna che ha la “necessità” di abortire? Allora chiedo: cosa deve fare un uomo con un fucile che ha la “necessità” di sparare?”
Sintesi da incorniciare.
Grazie Max, grazie Alberto.
Che Dio vi benedica.
Se si facessero serie campagne di contraccezione il problema si risolverebbe alla radice. Lavoro in un centro per l’infanzia abbandonata o tolta alle famiglie per motivi gravi e vi posso assicurare che c’è davvero di peggio. Mettere al mondo figli senza un minimo di senso di responsabilità è peggio di abortire.Poi ognuno ha le sue opinioni.
“ Mettere al mondo figli senza un minimo di senso di responsabilità è peggio di abortire“: bisognerebbe chiedere al bambino… e poi mi sembra che ci siano molte più coppie che cercano di adottare che bambini adottabili, in Italia…
“….il problema si risolverebbe alla radice”.
Alla radice, Iolanda, c’è il cuore dell’uomo e della donna. Fintantoché questo cuore è malato (e lo resta fino a che non ci rivolgiamo all’Unico che può guarirlo), “alla radice” non si risolve veramente niente.
Lungi da noi prospettare l’abolizione dell’abominevole 194 come “soluzione alla radice”. Essa è, semplicemente, un modo per riaffermare che l’aborto è omicidio, e come tale deve essere contemplato dalla legge umana.
Per evitare, appunto, che i più deboli ed i più malati di cuore e di anima possano sentirsi autorizzati dalla sua legalizzazione a compiere ciò che in sua assenza non si sarebbero mai sognati di compiere (esattamente come a ciascuno di noi, deboli e malati, può venire in mente di uccidere un altro uomo od un altra donna -a te non è mai successo, Iolanda?- che è ai nostri occhi fonte di problemi e di dolore per la nostra vita): ma poi, prima ancora che la voce della nostra coscienza, è il pensiero della legge umana e della sua sanzione che ci fa desistere dall’andare oltre.
Come cattolico apostolico romano, mi è ben chiara la dannosità (che non è solo spirituale ma anche psico-somatica) della pratica contraccettiva (e mi riferisco alla contraccezione “pura”: perché quella “spuria”, attuata mediante strumenti come spirali e “pillole del giorno dopo”- rientra invece nella vera e propria pratica abortiva, visto che impedisce il radicamente di un essere umano che già E’, possedendo già un patrimonio genetico che lo identifica univocamente come tale).
Ma mi è altrettanto chiaro che tale pratica (della contraccezione) non può essere sanzionata per legge, riguardando tali danni solo colui e colei che la praticano e non riversandosi su un’altra persona.
Ma, su piano spirituale (che magari non t’interessa, Iolanda) c’è comunque un “filo rosso” che lega contraccezione ed aborto: ed è la distorsione e la degradazione dell’Amore.
Che nella contraccezione è già in nuce. Nell’aborto è massimamente manifesta.
Ti auguro una buona giornata e spero che tu possa aiutare sempre meglio e sempre più in profondità le donne, i bambini e le famiglie con cui lavori.
Visto che questo post è nato dall’input di un articolo di Virginia Lalli, mi sembra giusto postare quest’altro bellissimo suo articolo:
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2189
AIUTIAMO LE DONNE VITTIME DI STUPRO AD ABORTIRE ED E’ TUTTO RISOLTO: FALSO!
Sembra strano, ma la maggior parte delle donne che rimangono incinte per una violenza sessuale non vuole abortire
di Virginia Lalli
L’aborto per i casi di gravidanza derivanti da stupro o incesto è stato uno dei cavalli di battaglia dei movimenti abortisti nonché oggetto della nota sentenza “Roe vs Wade” del 1973 che aprì alla legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti.
Tuttavia la difesa abortista sembrerebbe aver utilizzato uno degli stratagemmi presentati nel libro di Arthur Schopenhauer l'”Arte di ottenere ragione” ovvero quello di rendere esagerata la tesi difesa dagli altri, restringendo invece le proprie affermazioni.
La difesa abortista della ricorrente Jane Roe pur povera, senza compagno e alla terza gravidanza, rendeva il caso molto drammatico aggiungendo una circostanza inventata: lo stupro mentre di contro la soluzione offerta veniva presentata come facile e senza conseguenze: l’aborto. Perché allora parimenti non presentare sempre per la sig.ra Jane Roe l’eventualità di un aborto legale con conseguenze drammatiche come accade poi nella realtà. Ovvero che si verificasse per la sig.ra Jane Roe emorragia e anche la morte oppure gravi conseguenze psichiatriche aggiungendo così altro dolore alle sue già tristi vicissitudini come presentate dalla già citata difesa?
Il giudice americano Oliver Wendell Holmes (1841-1935) una volta affermò: “I casi difficili producono cattive leggi”.
Un libro americano del 1973 è intitolato. “Abortion: The Troian Horse”.
Lo stupro si rivelò infatti il cavallo di Troia per aprire una breccia nel muro del divieto assoluto di aborto. Con la successiva sentenza “Doe vs Bolton” del 1973 poi l’aborto veniva consentito per tutti i casi e fino al nono mese.
Secondo quanto sostiene la Society for Protection of Unborn Children fondata da Aleck Bourne un medico che aveva fatto abortire una ragazza vittima di violenza: la gravidanza a seguito di uno stupro è estremamente rara. Una donna è fertile solo per 3-7 giorni durante il suo ciclo e un trauma estremo fisico e psicologico di violenza rende difficile la fertilità e che l’impianto si verifichi.
Negli Stati Uniti è uscito il libro di David Reardon, Julie Makimaa e Amy Sobie “Victims and Victors” Acorn Books 2000. Il libro affronta le questioni che riguardano la gravidanza frutto di violenza sessuale e l’aborto. Viene riportato un sondaggio di quasi 200 donne che hanno avuto gravidanze derivanti da stupro e incesto. E rivela una verità raramente sentita: la maggior parte delle donne che rimangono incinte per una violenza sessuale non vuole abortire. Il libro va oltre la retorica che domina il problema aborto per dare la possibilità alle donne di raccontare le loro storie: 20 donne parlano di cosa vuol dire affrontare una gravidanza derivante da stupro o incesto. Parlano con coraggio e franchezza del dolore della violenza sessuale, della tristezza e del trauma dell’aborto e della gioia e della guarigione del parto.
“Dopo che mia figlia è nata è stato amore a prima vista… So che ho fatto la scelta giusta a farla nascere” Nancy Cole
“Gli effetti dell’aborto hanno una maggiore portata rispetto agli effetti della violenza nella mia vita”. Patricia Ryan
“Penso che le vittime di stupro con gravidanza sono discriminate perché la gente sembra pensare che sei una cretina se decidi di tenere un bambino da un uomo che ti ha violentata. Ci considerano bugiarde e stupide”. Sharon Bailey
“L’aborto non aiuta a risolvere un problema solo crea un altro trauma per la vittima già in lutto togliendo l’unica cosa che può dare gioia”. Helene Evans
“Ringrazio Dio per la forza che mi ha dato per attraversare i momenti difficili e per la gioia nei momenti buoni. Non mi sono mai pentita di aver scelto di dare la vita a mia figlia”. Mary Murray
“Avendo vissuto lo stupro, e dopo aver cresciuto un figlio ‘concepito in uno stupro’, mi sento personalmente aggredita e insultata ogni volta che sento che l’aborto dovrebbe essere legale per stupro e incesto. Sento che stanno strumentalizzando la vicenda per promuovere la questione dell’aborto, anche se non è stato chiesto di raccontare la nostra versione della storia”. Kathleen DeZeeuw
La maggior parte delle donne che hanno avuto aborti ha dichiarato che l’aborto ha aumentato solo il trauma che stavano vivendo.
In molti casi la vittima ha forti pressioni o richieste di abortire, il 43% delle donne vittime di stupro che hanno abortito dichiara di essersi sentita sotto pressione da familiari e operatori sanitari o che la decisione è stata presa dall’autore della violenza o dai familiari, non dalla ragazza stessa ed eseguito contro la sua volontà espressa, senza sapere che era incinta e che l’aborto era in corso.
Inoltre gli studi che esaminano i fattori di rischio per problemi psicologici dopo l’aborto rilevano che con una storia di violenza sessuale o di abuso aumentano le probabilità di avere difficoltà ad affrontare il post-aborto.
La ricerca mostra anche che le donne che abortiscono e le donne che vengono violentate spesso descrivono sentimenti simili di depressione, senso di colpa, bassa autostima, risentimento verso gli uomini. Invece di alleggerire gli oneri psicologici vissuti dalle donne che sono state violentate, l’aborto li ha aumentati.
Dalla storia di Denise: quando lei aveva 15 anni era stata violentata dal padre e costretta ad abortire, come il 78% delle madri che hanno abortito dopo stupro o incesto sostiene che l’aborto ha solo aumentato la sua sofferenza.
“Dicevano che l’aborto avrebbe risolto il problema: quando invero per prima cosa il problema da risolvere era un altro.”
“I tuoi genitori sanno cosa è meglio. Quando loro pensavano solo alla propria reputazione.”
“Mi è stato detto: “Hai preso la decisione migliore. Invece non mi è stata data possibilità di scelta.”
“Sono stata violentata e tradita da mio padre. Sono stata violentata di nuovo dagli abortisti.”
Spazzando via la gravidanza è un modo di nascondere il problema. Si tratta di un modo “semplice e veloce” per evitare di trattare con la donna i veri bisogni emotivi e sociali.
Secondo quanto riporta uno studio dell’Elliot Institute il caso di aborto per le gravidanze da incesto è ancora più forte. Gli studi dimostrano che le vittime di incesto raramente accettano l’aborto. Invece di visualizzare la gravidanza indesiderata, la vittima di incesto è più probabile che veda la gravidanza come una via d’uscita dalla relazione incestuosa.
E’ anche probabile che la vittima consideri la gravidanza con la speranza di avere un bambino con il quale riuscire a stabilire un rapporto d’amore vero, molto diverso da quel rapporto di sfruttamento nel quale è stata intrappolata.
Ma mentre la ragazza può vedere la sua gravidanza come un possibile modo di liberazione dalla sua situazione, questo rappresenta una minaccia per il suo aggressore. E anche una minaccia per la segretezza patologica che può avvolgere altri membri della famiglia che hanno paura di riconoscere l’abuso. A causa di questa doppia minaccia, la vittima può essere costretta ad un aborto indesiderato.
Non solo la vittima viene derubata del suo bambino ma si nasconde un delitto, una colpevole complicità e si consegna di nuovo la vittima al suo aggressore in modo che lo sfruttamento possa continuare.
Il padre di tre ragazze dichiarato colpevole di stupro e abusi sessuali dal tribunale aveva ripetutamente violentato le tre figlie in un periodo di nove anni e gli stupri sono stati coperti da dieci aborti. Cinque degli aborti sono stati effettuati dalla stessa abortista della stessa clinica.
Nel 2002 un giudice ha condannato un operatore di Planned Parenthood in Arizona per negligenza, non avendo segnalato un caso nel quale una ragazza di 13 anni aveva avuto un aborto da una violenza di suo fratello di 23 anni. La ragazza era tornata 6 mesi dopo per un secondo aborto.
Infine dobbiamo riconoscere che i bambini concepiti attraverso la violenza sessuale meritano di avere la loro voce. Rebecca Wasser-Kiessling che è stata concepita in uno stupro, è orgogliosa del coraggio e della generosità di sua madre e ci ricorda saggiamente una verità fondamentale che trascende la paternità biologica: “Io credo che Dio ha premiato mia madre per la sofferenza che ha subito, io sono un dono per lei. Lo stupratore non è il mio Creatore, Dio lo è”.
Allo stesso modo, Julie Makimaa, che lavora contro la percezione che l’aborto è accettabile o persino necessario in casi di violenza sessuale dichiara: “Non importa come ho cominciato. Ciò che conta è ciò che diverrò”.
Nota di BastaBugie: L’autrice di questo articolo (www.virginialalli.com) lavora in uno studio legale cattolico che offre consulenza gratuita su aborto e Legge 194. Riceve per appuntamento ogni lunedi dalle 16.00 alle 20.00. Lo studio si trova a Roma e il telefono è 06-8414845.
Fonte: BastaBugie, 01/03/2012
Pubblicato su BASTABUGIE n.237
Vi segnalo questo articolo, che rivela come il le bugie del mainstream mobilitino “movimenti indipendenti” solo a parole.. guarda caso seguono il solito disegno, a giustificazione dell’omicidio e la gente totalmente priva di consapevolezza ci casca:
http://www.stampalibera.com/?p=43588#more-43588
Ricordo che: La verità è la luce, quindi prevale sempre sull’oscurità. Così la menzogna, priva di materia deve continuamente negare la verità..
ma come una candela accesa nel buio o la breccia in una diga..
la verità e irrimediabile.
Questa è la verità 🙂
Come ha ben detto Balasso, in un video dove c’erano anche Grillo e altri comici, la TV altera la realtà volendoci far credere che certi eventi siano fenomeni di massa, di costume, ma se guardi il pubblico, non c’è nessuno oltre la prima fila, e quelli della prima fila assomigliano stranamente a chi sta sul palco a parlare: sono i loro parenti! Insomma, l’ennesima conferma della necessità di scartare le bugia dell’informazione falsa e corrotta!
Condivido pienamente, Alberto. La maggior parte delle volte, caschiamo nelle menzogne per eccesso di fiducia. E perché non ci prendiamo la briga di fare un minimo di verifica personale.
Il che mi induce la riflessione seguente: perché è così grave, per chi si dice cristiano e vieppiù cattolico, “credere” ad occhi chiusi alle Menzogne di cui in questo sito si fornisce, grazie a te che ti sei saputo far docile all’azione dello Spirito Santo, una carrellata ampia e piuttosto esaustiva (che lo sarà ancora di più quando vi aggiungerai una sezione specifica dedicata al Grande Inganno sull’Aborto)? Perché, di fatto, in quel “credere” si configura una violazione -fortunatamente compiuta, dai più, in una parziale mancanza di consapevolezza, che va anche a mitigare la colpa- del Primo Comandamento: “Non avrai altro Dio all’infuori di Me”
Oggi, a ben vedere, rendiamo “dio” (quanto a considerarlo meritevole della nostra fiducia, o “fede”) un numero elevatissimo di soggetti, che diventano veri e proprio “idoli”: ben più idoli di quelli fatti da pietra e di legno.
Abbiamo fiducia (e “fede”) nella medicina e nell’oncologo che ci dice che il cancro va eradicato con ferro (bisturi) e fuoco (radioterapia e chemioterapia)
Abbiamo fiducia (e “fede”) nella finanza e nel bancario/promotore/consulente che ci profila il “rendimento interessante e scevro da grossi rischi”, senza minimamente chiederci in cosa verrano FISICAMENTE investiti i nostri soldi.
Abbiamo fiducia (e “fede”) nel fatto che le tasse servano a pagare i servizi pubblici e che la BCE (e qualsiasi Banca Centrale emettitrice di denaro) sia un elemento indispensabile per l’economia.
Abbiamo fiducia (e “fede”) nel fatto che le multinazionali del cibo producano e vendano cibi che quantomeno non ci facciano danno.
Abbiamo fiducia (e “fede”) nel fatto che i vaccini siano utili, quando non indispensabili, ai nostri cuccioli. E vuoi che lo Stato si metterebbe a fare qualcosa di dannoso ai bambini?
Abbiamo fiducia (e “fede”) che quelle scie che coprono sempre più manifestamente i nostri cieli siano spiegabili in qualche modo. E vuoi che lo Stato si metterebbe a fare qualcosa di dannoso a tutti i suoi cittadini?
Abbiamo fiducia (e “fede”) che l’11/9 due aerei, dirottati da terroristi armati di temperino, abbiano abbattuto TRE torri, progettate per resistere anche all’impatto di un aereoplano. Vuoi che lo Stato si metterebbe ad organizzare attentati terroristici?
Si potrebbe andare avanti per molto, ma scelgo di fermarmi qui.
Solo per dire che tutti questi atti di fiducia (e di vera e propria “fede”) sono tragicamente mal riposti già per una qualsiasi persona priva del dono della Vera Fede.
Ma lo diventano incommensurabilmente di più per coloro che tale dono ce l’hanno. E che, senza avvedersene, si trovano a porre davanti all’Unico meritevole di fiducia e Fede piena ed incondizionata: tutta una serie di idoli, a cui permettono di accaparrarsi una fede ancora più salda ed incondizionata.
Ai cattolici che dicono (come disse don Luigi Villa, il 19 marzo 2010): tutti questi Inganni sono secondari, non sono importanti; l’importante è non cadere nell’Inganno più grande, di perdere la Fede in Gesù…..
mi rendo conto che affermano solo una parte della verità (e, quindi, snaturano e svisano parzialmente laverità): perché, oggi, tanti cristiani e tanti cattolici sono a rischio di perdere la Fede proprio per aver DI FATTO violato il Primo Comandamento: in modo ripetuto e sempre più strutturale (o “matriciale”).
Occuparsi (da cattolici) di moneta-debito, di sovranità monetaria, di scie chimiche, di cibi ogm, di free-energy, di kankropoli, di vaccini-assassini: significa, di fatto, fare ANCHE apostolato, nella misura in cui le verità violate e conculcate sono chiodi piantati e continuamente ribattuti nelle Carni di Colui che E’ Verità e Amore fattiSi Carne e Sangue.
E nella misura in cui le profanazioni di tali verità sono utilizzate dall’Avversario per facilitare la violazione (sempre più strutturata e sempre più di massa) del Primo Comandamento.
Che la Pace e la Gioia di Gesù e di Maria siano con voi
Che responsabilità! Però grazie, questo dà peso e importanza a quello che FACCIAMO (sottolineo il plurale, perchè tu, Max, ecc. siete con me in questa missione…)
Si, siamo con Te!
uso il plurale maiestatis come forma corale di dialogo..
visto che presto si sarà una moltitudine!
Ben trovato, carissimo Max.
Il link che segnali risulta inesistente: potresti ripostarlo?
Caro Fabio.. mi sa che al momento stampa libera è fall-out..
sul perchè non ho idea.. mi auguro lo ripristino quanto prima 😉
La scritta “Spiacente, ma stai cercando qualche cosa che qui non esiste” è inquitente e vale per tutto il sito: http://www.stampalibera.com/
Qui trovi la notizia, così come proposta dal mainstream:
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/134035/
stampalibera invece evidenziava come questa “protesta” ricada negli interessi di gruppi di potere decisamente forti di capitali, visto che ste Femen, sono economicamente ben foraggiate..
P.S. è sempre un piacere leggervi 😉
A dover di cronaca.. aggiorno lo stato del sito.. il link è nuovamente disponibile..
http://www.stampalibera.com/?p=43588#more-43588
abbracci
[…] ad un commento su “no194: l’aborto è omicidio” mi è tornata in mente una vecchia nota, scroitta su Facebook quasi un anno fa, che riporto […]
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-laborto–unopzionese-la-scienza–letica-5151.htm
L’aborto è un’opzione, se la scienza è l’etica
di Giovanna Arcuri
24-04-2012
A leggere in modo assai superficiale l’articolo di Ritanna Armeni su il Foglio del 13 Aprile scorso – articolo che metteva sotto la lente di ingrandimento il tema dell’aborto – pare che la storica femminista e giornalista de Il Manifesto, l’Unità e Liberazione abbia deposto falce e martello per prendere in braccio la causa della vita dato che in più punti del suo pezzo plaude alla decisione delle donne di mettere al mondo il proprio figlio “anche quando si è giovani, anche quando tutto congiura contro la maternità: il lavoro, i soldi, la società, il modo di pensare delle generazioni precedenti, la mentalità comune e diffusa”. Ma per capire se una banconota è vera o falsa occorre perlomeno metterla in controluce per verificare in essa la presenza della filigrana. Allora abbiamo provato a mettere in controluce il pezzo della Armeni e abbiamo constatato che la filigrana non c’è.
L’ex portavoce di Bertinotti esordisce così: “Le donne che hanno lottato per la libera scelta della maternità, e quindi per leggi che garantissero anche l’aborto a chi non poteva o non voleva fare un figlio…”. Il solito inganno logico che nasce da un errore di ragionamento o da posizioni saldamente ideologiche: la maternità responsabile (decidere quando avere un figlio ma rimanendo sempre aperti alla vita) è un valore. Ma quando è in atto la gravidanza non si può scegliere di essere madri perché già si è madri dal momento che già c’è un figlio. Da ciò segue che la madre è responsabile del figlio che porta in grembo e quindi non può ricorrere all’aborto come strumento di maternità responsabile. Quest’ultima si può predicare solo prima del concepimento. Dopo questo, l’unica scelta è l’accettazione e l’accoglienza del figlio (almeno fino al parto).
“Una maternità precoce – prosegue l’Armeni – può non essere una dramma, può arricchire e non spezzare la vita di una ragazza se lei la vuole, se attorno a lei c’è un clima di accettazione”. Frase che rinfocola l’usuale cliché che la decisione di proseguire una gravidanza indesiderata, a maggior ragione quando si è giovani, è un atto eroico da vere e proprie martiri. Invece non è un’azione superogatoria (come donare un rene o la propria vita per altri) bensì un dovere morale: se un essere umano è venuto ad esistenza non si può sopprimerlo, anche nel caso in cui la sua venuta al mondo non è stata cercata.
Inoltre la giornalista dà per scontato che una maternità in giovane età sia di per sé stessa un dramma. E perché dovrebbe esserlo? Anzi a dare retta a madre natura il periodo più fertile di una donna è intorno ai 18-25 anni. E’ perciò la stessa fisiologia della donna ad indicarci come periodo più opportuno per essere madri la giovane età. Oppure l’Armeni vuole contraddire ciò che è inscritto a lettere di fuoco nel corpo delle donne?
Proseguiamo nell’azione di carotaggio giornalistico: “Non è in nome della vita dell’embrione o ‘contro l’aborto’ che si vuole essere madri, ma in nome della propria vita che si ritiene essere più felice con la scelta della maternità”. Il periodo mette in evidenza una visione utilitarista ed egoista dell’esistenza: l’unico indice da tenere in considerazione nel decidere se continuare o meno la gravidanza è il wellness della donna. E il figlio che è il vero attore della maternità? Dimenticato.
Infine l’Armeni commenta i film pro-life “Juno” e il recente “17 ragazze”: “Non c’è in loro [nelle protagoniste dei film le quali decidono di non abortire n.d.a] alcuna ideologia pro-life. L’aborto? Semplicemente […] preferiscono di no”. L’Armeni a chiare lettere ci dice che è la scelta a fondare l’etica e non viceversa. Ciò a dire che qualsiasi decisione di per se stessa è lecita a priori purchè sia libera.
E’ esattamente quello che scriveva Thomas Hobbes (1588 –1679) nel Leviatano: “Auctoritas non veritas facit legem”. E’ il potere decisorio del soggetto che crea la legge morale non il fatto puro e semplice del riconoscimento che nell’utero della donna c’è un essere umano. In questo senso la morale si fonda, come scrive l’Armeni, sulle preferenze, sui gusti, sulle opportunità. Così ancora una volta Thomas Hobbes: “Bene e male sono nomi che significano i nostri appetiti e le nostre avversioni”.
L’intervento della Armeni sul quotidiano di Giuliano Ferrara non manda, come recita il titolo, “Magnifici segnali di vita”, ma è l’ennesimo spot al principio di autodeterminazione della donna. Ma quando quest’ultima si scopre madre l’unico atto di autodeterminazione che può compiere è amare quel figlio che già custodisce nel suo grembo. Questo sì che arricchirà il wellness e la salute psico-fisica della madre. Anche nel caso di una gravidanza indesiderata. Insomma, si sta dalla parte delle donne se si sta dalla parte del bambino.
http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/11563-nuovo-referendum-abrogativo-della-l-194-in-materia-di-aborto-gli-abrogazionisti-teorici?device=iphone
Concludendo la nostra panoramica , dopo aver analizzato in dettaglio le tre correnti dell’antiabortismo nazionale più lontane dalle nostre posizioni ( i difensori della 194 , i critici verso la legge ma relativisti e gli sconfitti e rassegnati ) , ci soffermiamo su quella più prossima alle stesse, quella degli abrogazionisti teorici . Ci accomuna con costoro la condivisione di diversi princìpi , quelli secondo cui : a ) il carattere aberrante di un fenomeno è incompatibile con la sua legalizzazione ; b ) la legge non è un dettaglio della storia , ma contribuisce a modificare l’orientamento culturale della collettività ; c ) i concepiti sono tutti uguali , in ogni epoca , quindi sono meritevoli di tutela sul piano legislativo anche se l’atto di concepimento che li riguarda sia successivo al 1981 , anno del primo referendum , e per il loro diritto alla vita è civicamente doveroso lottare anche a costo di perdere una consultazione elettorale , al fine di tentare di eliminare una sconfitta perenne , silenziosa e quotidiana conseguente alla permanente vigenza della 194 .
Ci differenzia da loro il carattere puramente teorico dell’abrogazionismo che essi configurano
Tale differenza si basa più su condizioni piscologiche che di pensiero .
E’ propria di una parte del genere umano la tendenza a declamare e ad enunciare massime , senza minimamente porsi il problema di dare un seguito ( e , quindi , un senso ) alle proprie enunciazioni .
L’importante è il bel gesto , la frase ad effetto , magari pretesamente ridondante di cultura e nulla sotto il profilo degli effetti concreti , tale , dunque , da sfuggire ad ogni sconfitta , in quanto la partita di costoro non inizia mai , evento contrastante con la loro fisiologica inconcludenza .
Abbiamo poi i criticoni di natura , coloro che , sedicenti primi della classe , impallinano chiunque si muova , tanto acuti nel cogliere veri o presunti errori altrui , talvolta presbiti nello scorgere i propri .
Accanto agli “ artisti “ ed ai critici in sé , vi sono coloro che appoggiano solo ciò che è nato e viene gestito da loro stessi , e ciò vale anche per le iniziative che condividono al 100 %.
Le argomentazioni formulate per giustificare la loro riluttanza , inevitabilmente , si rivelano sin troppo evidentemente contraddittorie , al punto di apparire patetiche ed imbarazzanti per chi le ascolta , in quanto il loro problema è solo legato al proprio ego .
Passando dalla psicologia agli ideali , troviamo le ultime due sottocategorie , quella dei filoparlamentari e dei costruttivo-riflessivi .
I primi sono convinti che la 194 possa essere abrogata attraverso l’operato delle due camere , nonostante la totale inattività in tal senso del palazzo in oltre un trentennio .
E’ vero che è bene avere fiducia nel prossimo , ma se in età adulta si crede ancora nell’esistenza di Babbo Natale , non ci si deve indignare se qualcuno crede di scorgere in questo atteggiamento una certa qual dabbenaggine .
E’ , infatti , difficile pensare che i nostri parlamentari possano improvvisamente convertirsi , illuminati dalla volontà di recedere dai propri interessi ( che sconsigliano operazioni a rischio di impopolarità ) , interessi sui quali è stato costruito un chiacchieratissimo sistema di privilegi ( tanto più ripugnante se si pensa al contributo ad esso dato dalle forze che invocano il voto dei ceti più poveri , per poi associarsi ad elaborare ed approvare in aula i relativi provvedimenti di attuazione ) e che spingono , ad esempio , una forza politica a farsi promotrice di volta in volta di sbarramenti elettorali fissati ad un punto percentuale al di sotto della propria consistenza .
Non si può certo pensare che la classe parlamentare ( se mai lo volesse nel merito , il che è da escludere radicalmente ) possa aver il coraggio di sfidare il blocco culturale stradominante nel nostro paese , che parte dagli ambienti femministi e vicini al partito radicale per giungere sino ai nostri avversari più aggressivi , appartenenti a frange confuse del mondo cattolico e della stessa realtà “ pro life “ , decadente e parolaia .
Sono proprio quest’ultimi i primi guardiani della 194 , in quanto appartenenti ad un mondo nel quale rientrano potenziali sostenitori della nostra battaglia e , quindi , possono dissuaderli più efficacemente dall’aderire ad un’operazione finalmente concreta e quindi utile , dopo tante vuote e retoriche enunciazioni di princìpio che hanno alimentato il mito dell’intoccabilità della stessa legge che si stigmatizzava , in quanto , per l’appunto , non seguite da azioni concrete esperite da parte di coloro che avrebbero dovuto porle in essere in forza di quelle enunciazioni .
Quanto ai costruttivo-riflessivi , ricordo loro :
-che il nostro comitato è apartitico , apolitico , vanta 8 000 aderenti ed è la prima forza “pro life“ italiana come numero di iscritti , quasi tutti acquisiti negli ultimi 15 mesi e mezzo ( eravamo 183 il 12-1-2011 ) , anzitutto attraverso il sito ( http://www.no194.org ) ;
-che è possibile sostenere NO194 mediante spontanee donazioni , secondo le modalità indicate nel nostro sito ora citato ;
-che , a sostegno dell’iniziativa è stata costituita l’omonima associazione con atto pubblico , forse caso inedito nel settore , in vista di un suo formale riconoscimento , a garanzia di massima trasparenza ;
che tutti gli aspetti annessi e connessi al finanziamento vengono sottoposti regolarmente al controllo di un organo di revisione esterno alla nostra associazione e che , stante la molteplicità degli avversari e la fisiologica presenza in tutti i movimenti di dissidenti che ci creano in corso d’opera , si opera nella totale consapevolezza di essere particolarmente esposti al sollecito di interventi ispettivi e altro .
Nessuno può , quindi , accusarci di essere degli ingenui romantici , in quanto questa condizione può riguardare , al limite , coloro che , eventualmente , si stupiscano dell’intento di dare all’iniziativa una copertura in termini di mezzi .
Ribadiamo , inoltre , che l’operazione referendaria , alla luce della presumibile conclusione naturale dell’attuale legislatura , non potrà di fatto svolgersi per legge prima del 2014 .
Nel frattempo , ci stiamo da tempo radicando sul territorio con i nostri nuclei operativi provinciali , per divulgare l’iniziativa e preparare l’organizzazione della raccolta delle firme .
L’associazione ha durata indeterminata e mira ad essere operante anche dopo lo svolgimento del referendum , a prescindere dal suo esito , stante l’eterna necessità di difendere , anche preventivamente , il diritto alla nascita e di agire per la sua tutela , anche con azioni culturali , ricreative , filantropiche e di volontariato , implicitamente connesse al suo fine .
Come da statuto , le cariche sono ricoperte gratuitamente e , in caso di estinzione dell’associazione , i suoi beni verranno devoluti in beneficienza .
Invito tutti coloro che ritengono che abbia un senso protestare contro qualcosa solo se si ha una proposta concreta diretta alla sua eliminazione, ad aderire alla nostra iniziativa, come detto, tramite il sito ufficiale http://www.no194.org.
Pietro Guerini – Portavoce nazionale NO194
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2260
TABU’ DEL NOSTRO TEMPO: IN TEMA DI ABORTO PERCHE’ NON SI SPECIFICA MAI IN COSA CONSISTA CLINICAMENTE?
Senza porre l’accento sulla brutalità del gesto, non si capisce la battaglia per abolire la legge 194; se stiamo zitti vuol dire che la società ha davvero fatto un passo avanti, ma verso il baratro
di Davide Greco
Sul web è presente una sorta di tema-tabù sull’aborto. Si parla un po’ di tutto, esistono punti di vista differenti, analisi logiche dettagliatissime. Ma c’è un aspetto di cui si parla poco: in cosa clinicamente consista. Con sorpresa, la maggior parte dei testi, anche quelli più specialistici, evitano l’argomento. Perché? È interessante notare, ad esempio, come nel Glossario fornito dall’Istat del 2011 per gli anni 2008-2009, non esista una voce che descriva la procedura clinica adottata.
Invece sono tenute ben distinte le voci “Aborto” e “IVG”. Non è un dettaglio da poco. Sono la stessa cosa, ovviamente, ma nel primo caso (quello semanticamente più forte), l’aborto viene definito «interruzione della gravidanza prima che il feto sia vitale, cioè capace di vita extra uterina indipendente ». Cerchiamo di capire. Se uno si fermasse alla prima parte della frase, penserebbe che il feto «non è vitale», dunque privo di vita, o almeno mancante di esistenza propria. Ma non è così. Il feto è vivo, e tuttavia è incapace di esistere al di fuori del grembo materno.
Estrarlo coincide esattamente con l’ucciderlo. Una società con un’etica ben salda darebbe rilievo a quest’ultimo aspetto, mentre una società dai parametri scombinati insisterebbe su quel “prima che… vitale” per giustificare la propria innocenza. Per specificare, sempre la stessa voce dice: «Si distingue l’aborto spontaneo dall’aborto indotto o interruzione volontaria della gravidanza».
Da un lato si ha «l’aborto spontaneo», naturale, dall’altro si ha un qualcosa di diverso che, con eufemismo ben studiato, viene prima siglato e poi neutralizzato con «interruzione volontaria della gravidanza». La voce IVG, infatti, descrive l’aborto solo in termini legali, tecnici, freddi. Ed è chiaro il motivo: mentre aborto si capisce subito, IVG è poco comprensibile e rende il tutto più stemperato.
È un po’ come la propaganda in Inghilterra, sottolineata da Gianfranco Amato (I nuovi Unni, p. 132-134): lì si preferisce chiamare l’aborto medical care (cura medica) e i movimenti che lo sostengono pro choice (a favore della scelta) che tutelano l’abortion right (il diritto all’aborto). Che poi si tratti di decisione che uccida o meno una creatura viva fa parte delle specifiche, come fosse un dettaglio marginale. Il dato importante sembra essere la cura, la libertà di scelta, l’autodeterminazione della donna, ed è su questo che la propaganda abortista fa leva.
Ma la percentuale della cosiddetta “cura”, gli aborti procurati per la salute fisica e mentale della donna, in Italia come in Inghilterra non sono che uno zero virgola un numero. Numeri bassi, peraltro già compresi nella legislatura precedente al 1978 (vedi art. 54 del Codice Penale sullo “Stato di necessità”). Si faccia attenzione poi alla parola auto-determinazione perché, messa così, sembra che la donna possa scegliere per qualcosa che riguarda solo lei.
Quasi che un bambino fosse una massa di cellule amorfe, un pezzo smontabile, che si può togliere come la carta da parati in casa. Invece si tratta anche di etero-determinazione, una decisione che si prende al posto di un altro. È bene sempre sottolinearlo, perché a forza di eufemismi e di acronimi si rischia di perdere il senso della gravità di ciò che si sta facendo.
Il senso vero dovrebbe essere questo: si faccia attenzione a parlare semplicisticamente di aborto, perché il bambino abortito avresti potuto essere tu. Ora tu puoi amare, decidere, sorridere, lavorare o disperarti perché una mamma, la tua, ha deciso che valevi di più di una “causa economica”.
O peggio ancora, che valevi meno della sua libertà. Le parole usate per descrivere questa scelta sono ambigue, sbagliate o controverse. Possono ingannare. Personalmente apprezzo la consapevolezza e sto sulle difensive quando qualcuno o qualcosa cerca di nascondermi la verità o me la racconta con parole poco chiare. Va da sé, poi, che la consapevolezza e l’informazione creerebbero non pochi dubbi nell’opinione pubblica, ma è proprio questo che i gruppi pro-choice vorrebbero evitare.
La consapevolezza. I percorsi per addormentare le coscienze della gente sono proprio questi: spostare il baricentro del discorso, presentare come positiva una realtà negativa. Nessuna dittatura, per quanto spietata, si è mai presentata come distruttiva verso il popolo, ma ha sempre motivato le proprie scelte come belle, sane, produttive per chi le segue. Per avere un’informazione corretta e autorevole sull’isterosuzione, la pratica abortiva più utilizzata, bisogna prendere invece testi come quelli di Rodríguez-Luño, Scelti in Cristo per essere santi, III, manuale a cura della Facoltà di Teologia “Santa Croce”. A pagina 194 troviamo questa descrizione: «Viene allargato l’orifizio esterno del collo uterino, e viene introdotta una cannula allo scopo di estrarre il nascituro mediante l’aspirazione, prodotta da un apparecchio simile all’aspirapolvere domestico, ma molto più potente. La morte del nascituro viene provocata smembrandogli le braccia e le gambe. I resti fetali diventano una marmellata sanguinolenta».
Non è necessario commentare ulteriormente, ma qualsiasi medico con parole più o meno diverse (magari tecniche) vi confermerà che è vero. Cercate su internet, fra le immagini, basta digitare “isterosuzione” o “metodo Karman”. Ma la domanda è soprattutto questa: è giusto che si possa leggere una descrizione dell’aborto come questa solo (o quasi) in un libro di Teologia Cattolica? Perché non la si può trovare anche nel Glossario dell’Istat, nelle specifiche della legge 194 o in qualche altro testo di portata pubblica? È forse troppo brutale, di cattivo gusto?
Se non si ponesse l’accento sulla brutalità del gesto, non si capirebbe perché a distanza di 34 anni molti sentono ancora come un dovere aprire una discussione sulla legge sull’aborto. Se non fosse brutale, chi contesta la legge 194 apparirebbe come un matto che si scalda per niente. Se tutti stessero zitti, vorrebbe dire che la società ha davvero fatto un passo avanti. Verso brutalità ancora peggiori.
Nota di BastaBugie: riproponiamo il video di Bernard Nathanson “L’eclisse della ragione” che abbiamo già pubblicato in passato che mostra la procedura dell’aborto sopra descritta.
Per vederlo, clicca qui http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2003
Fonte: Corrispondenza Romana, 24/04/2012
Pubblicato su BASTABUGIE n.244
Orwell (membro della Faban Society, come anche Huxley) l’aveva predetto: la neo-lingua sarebbe servita a nascondere la verità. E la sua non è stata una profezia: ma l’annuncio di un piano.
L’ECLISSE DELLA RAGIONE:
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2003
Domanda per chi ha lo stomaco di vedere il filmato: come si fa a sostenere l’aborto quando si ha visto cosa effettivamente è?
Io credo, sono credente e la fede cristiana è secondo me il massimo di tolleranza, e comprensione nonchè di compassione nei confronti dei meno fortunati, la ns. religione è una delle più evolute, che viene in soccorso di chi soffre. Allora essendo contrario all’aborto, mi chiedo anche che diritto abbiamo di perseguitare le donne che scelgono questa strada, noi non siamo Dio, invece di lasciar fare il proprio dovere ai consultori, dove ci sono preparatissime persone, preferiamo affidarci all’integralismo di pancia piuttosto che pretendere che il servizio venga svolto a dovere, mi dispiace ma dissento assolutamente! E’ più difficile educare rimanendo bigottamente chiusi piuttosto che affrontare temi come la sessualità con chi è giovane ma questo chiede una fede salda e sicura e non delle paure cavalcate a che scopo poi non si sà.
Il problema vero è la definizione di COSA è aborto. Anzi, di cosa esiste all’inetrno della mamma, come detto anche prima: se si tratta di un’escrescenza o di un grumo di cellule, come infelicemente ha detto Veronesi, di cosa stiamo a parlare? Ma se si tratta di una vita umana, il tuo discorso, caro Lorenzo, è insostenibile.
Sarebbe come dire che, visto che siamo tolleranti, se uno vuole uccidere un parente, non dobbiamo intrometterci. Nessuno ha il diritto sulla vita di un altro, neanche la madre nei confronti del proprio figlio. Questa non è conquista di civiltà, è un ritorno alle barbarie, alla rupe tarpea.
E poi perchè parli di persecuzione nei confronti delle donne? Non hai letto i commenti precedenti? Dove abbiamo più volte sottolineato che la mamma è anch’essa vittima dell’aborto?
Ecco che, ancora una volta, serve la PNL divina.
Carissimo Lorenzo, lo scopo di chi (come il sottoscritto) vuole abolire l’abominevole 194 non è quello di PERSEGUIRE e PUNIRE le donne.
Bensì quello di ristabilire la PIENA TUTELA GIURIDICA della vita dei concepiti: che, dal momento in cui si è “legalizzata” la loro uccisione (ma non per questo rendendola LEGITTIMA: di fronte alla Ragione, prima ancora che di fronte alla Fede. E tu ben m’insegni, da cristiano e quindi “logico” -in quanto Cristo Gesù è il Logos fattoSi Carne e Sangue- che LEGITTIMO è cosa in linea di principio ben separata e ben distinta da LEGALE), non è appunto più tutelata. Come invece è giuridicamente tutelata (ancora, ma sempre più sotto attacco: stante la spinta verso la “legalizzazione” dell’eutanasia) la vita dei concepiti che dalla pancia delle loro mamme sono giù usciti.
Oppure ritieni che esista un “diritto all’aborto” da parte delle donne che si sovra-imponga al “diritto alla vita” dei concepiti?
Infine: t’è sembrato di scorgere “bigotti” in questo sito?
E cosa intendi per “bigotti”?
Che il no194 fosse una realtà che abbia messo paura a tanti amanti/schiavi delle tenebre, mi era già chiaro.
Che la paura fosse estesa al punto da far cancellare dai tre principali giornali nazionali (Corsera, Repubblica e Giornale) i riferimenti alla Marcia della Vita che c’è stata ieri a Roma, e che ancora stamattina erano sulle loro home pages: non lo immaginavo neanch’io.
Signori, chi si ostina a parlare di “rivoluzione” forse non si sta accorgendo che la rivoluzione vera, come Dio la vuole, gli sta accadendo sotto gli occhi: e che se non se n’è ancora accorto, è probabilmente vittima di un macroscopico inganno da parte del padre di tutti gli inganni
Ai ai ai Fabio… non dirmi che ti aspettavi qualcosa di meglio, da questa informazione, no????
Non mi sono spiegato bene, allora: in realtà, non mi aspettavo un TERROR PANICO così manifesto.
Al punto da arrivare persino a “balbettare” nel mettere-e-poi-subito-dopo-rimuovere.
Le notizie apparse stamattina erano, ovviamente, mirate a ridicolizzare e buttarla in caciara: con l’ossessiva attenzione alla partecipazione di Alemanno in fascia tricolore ed al suo inchino al cardinale Burke.
Ma, evidentemente, qualcuno si è poi reso conto che, anche così, era “troppo”. Nel senso di dar troppa visibilità ad una battaglia che è fin troppo manifestamente giusta: quella a favore del concepito. Ed anche della donna, che 9 volte su 10 arriva ad uccidere il figlio senza che alcuno le dia modo di arrivare alla piena consapevolezza che non si tratta di “rimuovere un grumo di cellule”. Bensì di uccidere un bambino che GIA’ E’. E che sarebbe arrivato ben presto a sorridere, piangere ed amare.
Troppa visibilità a quella che è la battaglia campale per eccellenza, nell’ambito delle iniziative umane. Ben al di sopra di tutte le altre.
Dunque: a metà mattinata è scattato l’OSCURAMENTO COMPLETO.
Poveri loro: combattono contro Dio e si illudono di vincere, perché umanamente fortissimi.
Ma sono un nulla, sono GIA’ un nulla.
E destinati a diventarlo per tutta l’Eternità, se non si pentiranno – ma di vero cuore- almeno nell’ultimo secondo della loro vita.
Ottima analisi. Quando gli argomenti sono così deboli (ho addirittura letto che qualcuno ha osato definire l’aborto “conquista di civiltà” !!!!) molto meglio oscurare: anche il tentativo di distrarre, depistare, ecc. è improbo. Ma noi prendiamo nota. E quando ci verrà la malsana tentazione, perchè magari siamo in una sala d’attesa, o stiamo per andare sotto l’ombrellone, di comprare un giornale, ricordare questi episodi ci tratterrà dal farlo.
Foto della Marcia della Vita, tenutasi a Roma nel giorno caro a Maria:
http://www.bastabugie.it/marciaperlavita2012roma/index.html
http://www.youtube.com/watch?v=W3SfQB9ks0k&feature=player_embedded
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2270
MARCIA PER LA VITA: IL POPOLO DELLA VITA E’ TORNATO
La Repubblica, il Corriere della sera, i radicali e abortisti vari sono sotto choc
da Verità e Vita
Nessuno, nemmeno gli organizzatori, si aspettava una cosa del genere: 15.000 persone che marciano sotto il cielo perfettamente azzurro di Roma, per contestare senza compromessi e sfumature la legge 194. Il colpo d’occhio che ne è venuto fuori è stato impressionante: un corteo interminabile, dominato dalle bandiere di decine, forse centinaia di associazioni, e pullulante di cartelli espliciti.
Un evento che in Italia mancava da decenni, in una sorta di lungo letargo durante il quale il mondo pro-life è rimasto nelle catacombe. Lavorava, ma quasi di nascosto. E, soprattutto, taceva, o preferiva parlare solo “in positivo”, evitando toni decisi e fermi contro l’aborto, contro la legge 194, contro la fecondazione artificiale.
La Marcia per la Vita ha rotto questo incantesimo! Sì! E’ stata una lieta, magnifica manifestazione dello spirito del popolo, mosso dall’appello delle coscienze prima ancora delle convocazioni. E questo è il vero significato politico del successo della Marcia: ritornare a un sano principio di sovranità, secondo il quale la mobilitazione di un popolo diventa necessaria quando le leggi calpestano i diritti fondamentali della persona.
E’ scesa in piazza una pluralità di sigle e di tradizioni anche molto diverse fra loro. Una vera e propria “marcia ecumenica” che ha portato tante associazioni a unirsi intorno a un obiettivo comune: denunciare l’iniquità della legge 194 e riportare al centro del dibattito pubblico l’essere umano concepito.
Il Comitato Verità e Vita ha aderito con convinzione alla Marcia anche per questo aspetto fondamentale: lavorare per unire sigle e organizzazioni molto diverse fra loro, per farle diventare una forza compatta e nello stesso tempo libera di conservare al proprio interno l’identità di ciascuno.
Normale che i centri di potere che hanno portato in Italia l’aborto legale siano stati colti di sorpresa. Normale che siano sotto choc: pensavano che ormai non esistessero più italiani convinti che l’aborto uccide un essere umano innocente, e che di conseguenza le leggi che lo permettono sono solo “leggi in apparenza”, non più vincolanti in coscienza. Pensavano, in questi ambienti, che ormai il fronte pro-life fosse identificabile con chi vuole “l’applicazione delle parti buone della 194”. Domenica mattina si sono risvegliati e hanno trovato Roma pavesata di cartelli e manifesti apertamente contro la 194. Hanno visto una piazza dove i giovani erano tantissimi, dove i sacerdoti e le suore erano un numero mai visto in una manifestazione contro l’aborto in Italia. Preti e suore vestiti da preti e da suore. Normale, dunque, che Repubblica e Corriere della sera cerchino di gettare fango sulla Marcia parlando di nazisti e razzisti.
Vuol dire che il popolo della vita che ha marciato compatto domenica a Roma fa paura: non è violento, è pacifico, è variegato, è trasversale, non risponde al comando di un unico leader o di un capo carismatico, ma appare coeso intorno al nocciolo duro della difesa di ogni vita innocente dal concepimento alla morte naturale. E’ un popolo disarmato ma irremovibile, cordiale ma refrattario a o ogni compromesso. Da oggi inizia una nuova stagione per i pro-life italiani.
http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1553:marcia-per-la-vita-la-testimonianza-di-giorgio-celsi&catid=60:spazio-per-la-vita&Itemid=123
MARCIA PER LA VITA – la testimonianza di Giorgio Celsi
“Le nostre vite cominciano a finire il giorno in cui stiamo zitti di fronte alle cose che contano” diceva Martin Luther King. È stato bellissimo e molto emozionante invece vedere marciare più di 15.000 persone unite nel testimoniare che la Vita è sacra e indisponibile e per questo va difesa senza se e senza ma. Eravamo il numeroso popolo della Vita che si contrappone a chi è nelle tenebre e parla solo di morte, eravamo lì per contribuire a creare nel nostro paese un nuovo clima di gioia e di fiducia nella vita, in cui i bambini non vengano visti come un peso, ma come un dono e una risorsa per tutti, in cui le pance delle mamme non vengano trasformate in tombe ma in luoghi di Vita e di gioiosa speranza. Eravamo lì a ribadire che il diritto alla vita dipende dall’essere vivo, non dall’essere gradito o dall’essere normale e che le difficoltà della vita non si superano eliminando chi è chiamato dopo di noi a venire alla luce ma superando insieme le difficoltà
A un certo punto della marcia ho avuto le lacrime agli occhi perché ho rivisto la speranza che pensavo sopita e l’ho vista negli occhi dolci dei bambini che sono inni alla Vita, nelle mamme che guidavano con gioia i loro passeggini, nei volti di tante suore, preti e politici che gridavano il loro sì alla Vita. Sì, durante la marcia ho rivisto la speranza, quella grande speranza che rende più grandi gli uomini.
Volevo chiudere con un piccolo brano dello scrittore Tolkien tratto dal libro “il Signore degli anelli”:
“Ma non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo;
il nostro compito è di fare il possibile
per la salvezza degli anni nei quali viviamo,
sradicando il male dai campi che conosciamo,
al fine di lasciare a coloro che verranno dopo
terra sana e pulita da coltivare.
Ma il tempo che avranno non dipende da noi.”
http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1556:la-marcia-per-la-vita-a-difesa-della-vita-a-difesa-delle-donne-contro-ogni-furore-ideologico-di-olimpia-tarzia&catid=60:spazio-per-la-vita&Itemid=123
LA MARCIA PER LA VITA. A DIFESA DELLA VITA, A DIFESA DELLE DONNE, CONTRO OGNI FURORE IDEOLOGICO – di Olimpia Tarzia
consigliere regionale del Lazio
presidente nazionale Movimento PER – Politica Etica Responsabilità
Eravamo in quindicimila, per una mattinata abbiamo colorato la città: donne, giovani, famiglie, bambini, suore e sacerdoti (e perché no?), con il solo obiettivo di risvegliare le coscienze da quella sorta di ‘anestesia generale’, dai falsi ideali libertari propri del relativismo etico e mi sembra che nel nostro Paese esista ancora per i cittadini il diritto a manifestare pubblicamente le proprie convinzioni. Datata e autoreferenziale la crociata messa in atto da sparuti drappelli veterofemministi, animati da ideologica e intollerante furia, lontani anni luce dal vissuto vero delle donne, spaesati e colti di sorpresa dalla nostra massiccia e soprattutto serena presenza, ma prontamente soccorsi da una certa ben nota area mediatica, figlia di una cultura di morte, che si è prestata volentieri a farsi portavoce dei loro insulti e delle loro insulse offese. E’ paradossale che, chi si erge a paladino della libertà delle donne, offenda ed insulti il libero pensiero e la libera espressione di migliaia di donne scese in piazza a Roma, in rappresentanza di milioni di donne nel nostro Paese alleate della vita. Ma siamo alle solite, luoghi comuni, linguaggio stereotipato, fermo agli anni 70, quello, per intenderci de “l’utero è mio” … “sul corpo delle donne decidono le donne”; slogan preconfezionati ad arte per nutrire ideologicamente generazioni intere di giovani donne.
Li conosco bene: li ho sentiti per la prima volta urlare contro di noi, giovani di diversi movimenti e parrocchie in sit in davanti al Senato il 22 maggio ’78 e li continuo a sentire ancora oggi: basta venire ad un convegno dove si parla della mia proposta di legge di riforma dei consultori familiari e se ne potrà ascoltarne la serie intera, sempre gli stessi (ma un pò di fantasia no?)arroganti, bugiardi, insensati, aggressivi, violenti, come quando, in un luogo istituzionale quale l’Aula Consiliare del X Municipio di Roma, invocando “la parola alle donne”, centri sociali, Action e gruppi similari hanno sfondato i cordoni delle forze dell’ordine, impedendomi di parlare!
Generazioni di giovani donne allevate da un delirio ideologico, donne ingannate, che a loro volta hanno ingannato altre donne, donne che nel corso della vita si sono dovute scontrare con la realtà, che si è rivelata ben altro: la tanto pretesa autodeterminazione ha permesso ad uomini poco responsabili, alla società e alle Istituzioni di sentirsi autorizzati ( e legalmente protetti) a lavarsene le mani di fronte ad una donna in difficoltà per una gravidanza, lasciandola senza via d’uscita, nella piú profonda solitudine. Senza poi tener conto che i soggetti coinvolti sono due, una madre e un figlio: come si può “autodeterminarsi” sulla pelle di un altro?
Ma il tema in questione non è questo. Conveniamo tutti che l’aborto è un dramma? Allora impegniamoci tutti, Istituzioni per prime, a mettere in atto un’effettiva tutela sociale della maternità, creiamo le condizioni culturali, sociali, legislative affinché ogni donna possa essere libera di non abortire. Sono consigliere regionale e non è in mio potere intervenire su una legge nazionale quale la L.194/78: legge che non dobbiamo mai stancarci di dichiarare, senza mezzi termini, profondamente e interamente ingiusta. Se Dio vorrà dovessi approdare al Parlamento, non v’è dubbio che sarebbe il mio principale ed immediato obiettivo! Il livello istituzionale nazionale può fare molto in termini di tutela sociale della maternità, ma le regioni possono mettere in atto una riforma e riqualificazione dei consultori familiari, di cui il Lazio è stato apripista, attraverso leggi che non lascino più sola la donna di fronte ad una maternità difficile e che le garantiscano la possibilità di essere libera di accogliere la vita: questo il senso della proposta di legge di riforma dei consultori che ho presentato appena eletta in consiglio regionale. Da quel giorno è scesa in campo la Bonino, chiamando a raccolta tutte le veterofemministe d’Italia, al grido: “Fermate la Tarzia”. Basta dare uno sguardo alla rassegna stampa del mio sito (www.olimpiatarzia.it ) per cogliere quanti amorevoli epiteti mi vengono rivolti, ribaditi anche sui muri della città.
Ma la realtà è molto più dura di ogni strumentalizzazione politica adottata pedissequamente da un veterofemminismo ormai autoreferenziale: da quando è stata approvata la L.194/78 sono stati effettuati cinque milioni di aborti e, secondo le stime del Ministero della Salute, gli aborti clandestini si posizionano intorno ai 20.000 l’anno. Chi pensa che sia un dato accettabile si domandi da che parte sta. Io sto dalla parte della vita e delle donne.
Si, della vita e delle donne, insieme, perché l’esperienza più che trentennale a contatto con i 400 Centri di aiuto alla vita, le 80 Case di accoglienza, le decine di migliaia di volontari (per lo più donne), mi ha convinto che non si salva mai un bambino ingaggiando una sorta di corpo a corpo con la madre, ma accogliendola, ascoltandola, chiedendole: come ti posso aiutare? E di quei 150.000 bambini aiutati a nascere, non c’è stata una sola madre che, come donna, si sia sentita “intimidita, blandita, ricattata, punita”, ma solo, semplicemente, aiutata. Questa è vita, il resto è fanatismo ideologico.
E’ evidente che tutto è migliorabile e perfettibile, ma le istanze contenute nella mia riforma a favore della vita, possono rappresentare già una grande svolta culturale e politica, mai effettuata finora nella direzione della tutela sociale della maternità.
Allora, fratelli di cammino, diamoci, sì, appuntamento al 12 maggio 2013, ma nel frattempo continuiamo a marciare, uniti! Diamo forza e sostegno visibile a tutti coloro che nella società, nel mondo culturale e in quello politico istituzionale ci mettono la faccia, e si impegnano a dare voce a milioni di donne alleate della vita, che la celebrano quotidianamente, con mille difficoltà, nel silenzio e nel nascondimento, donne che non hanno spazio sui giornali, che non hanno tempo per scendere in piazza a fare girotondi, che rappresentano la vera speranza della nostra società, perchè “chi salva una vita salva il mondo intero!”
La Marcia ha rappresentato un segno di cambiamento del sentire dei popoli e non è un caso che iniziative del genere siano promosse in vari Paesi europei.
Ma ha rappresentato anche un’esigenza fondamentale: quella della centralità politica dei principi non negoziabili, che tutti, ma particolarmente i cattolici impegnati in politica, devono promuovere, preparandosi ad un “serio e coraggioso confronto culturale con tutti” e contrastando con coerenza e determinazione, “l’afasia tattica o convinta” dettata dal ‘politicamente corretto’ o dalla rassegnazione.
Coniugare strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, testimoniare pubblicamente un impegno generoso e coraggioso nel difendere i principi non negoziabili, riporre al centro la questione morale e i conseguenti comportamenti: questo appello che la Chiesa rivolge ad ogni uomo di buona volontà, il Movimento PER Politica Etica Responsabilità, che mi onoro di presiedere, lo ha fatto proprio, ecco perché abbiamo aderito senza esitazioni alla Marcia.
Domenica è stata una giornata straordinaria, custodiamo nell’anima ogni immagine: ci sarà di conforto nei momenti difficili del cammino che ci attende e quando la cultura di morte sembrerà prevalere, ricordiamoci che noi stiamo dalla parte di Chi la morte l’ha già vinta, nella consapevolezza che il sorriso, l’abbraccio, le parole, le lacrime che dedicheremo ad ogni mamma in difficoltà per un figlio inatteso, non sono nostri, ma di una Madre che, unica, può davvero muovere i cuori!
http://forum.alfemminile.com/forum/f114/__f24367_f114-Voi-cosa-pensate-di-questo-signore.html
Stai diventando popolare! 🙂
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=a-pxRd7tM0M
http://forum.alfemminile.com/forum/f114/__f24978_f114–in-tempi-di-menzogna-universale-dire-la-verita-e-un-atto-rivoluzionario-george-orwell.html
Roba da non crederci.
Per chi è “allenato” come noi, Carlo Casini sa di gatekeeper lontano un miglio.
Ma tutto ciò che è nascosto sarà rivelato.
Ed gni giorno che passa è sempre più così.
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1661&ID_sezione=274
I pro-life divisi nella lotta alla 194
Il Movimento per la Vita condanna la marcia di domenica scorsa e rilancia con un suo convegno previsto per domani in Vaticano
FLAVIA AMABILE
Della Marcia per la Vita di domenica scrosa si è detto quasi tutto, tranne un particolare: erano presenti solo le frange più estreme dei pro-life. Non c’erano tutti gli altri, e sono tanti: dal Movimento per la Vita di Carlo Casini a Cl alle Acli ai neocatecumenali. Si vedranno domani nella sala Paolo VI in Vaticano, giornata del 34mo anniversario dell’approvazione della legge 194 per parlare delle loro strategie di lotta.
Carlo Casini, leader del Movimento per la Vita, aveva preso le distanze dalla manifestazione già da tempo. ‘Non ci appartengono i toni e le modalità di organizzazione’ mi ha spiegato. Per quel che li riguarda vanno avanti nella loro battaglia per la vita ma in modo diverso e domani sarà l’occasione per fare il punto su dove si è e dove si vorrà andare puntando soprattutto sull’informazione nei consultori e negli ospedali. ‘Ma senza criminalizzare le donne – assicura – Non siamo noi quelli che aggrediscono le donne’.
Che dire? Come osservavo con l’amica Elisabetta, che mi ha raccontato di quanto successo in Piemonte, con l’esplicito appoggio dato dal nostro Carlo a candidati abortisti, il meno che si possa dire è che il sospetto è lecito…
E questo mi dà l’occasione di ripetere quanto altre volte detto: nella battaglia (eterna) fra le forze del bene e del male (che in primo luogo avviene dentro di noi, ma non solo), le due “squadre”, se mi concedete il paragone sportivo, non giocano con le stesse regole: per le forze del male la dissimulazione, il doppio gioco, la menzogna spudorata sono la prassi. Per cui non stupiamoci se troviamo, all’interno della nostra squadra, comportamenti sospettabili: le infiltrazioni, come detto anche da chi sta molto più in alto di me, ci sono, eccome!
Discernimento!
A Campagna (SA), a margine del Convegno sugli Angeli organizzato dalla Milizia di San Michele Arcangelo di don Marcello Stanzione, si raccolgono firme per ristabilire la piena tutela giuridica del concepito: e quindi rimuovere l’abominio dell’aborto volontario legalizzato.
Sia benedetto il Nome del Signore
http://www.pontifex.roma.it/index.php/news/29-news/11840-presidio-della-no194-a-campagna-sa-i-giorni-1-e-2-giugno-2012-si-raccoglieranno-firme-per-abolire-il-crimine-dellaborto?device=iphone
Un’altra menzogna che di dissolve, alla luce della verità: l’aborto illegale, e compiuto quindi in clandestinità, non aumenta la mortalità materna.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/05/dal-cile-uno-studio/#more-117476
Dal Cile uno studio che distrugge un diffuso luogo comune sull’aborto
Alcune settimane fa è stato pubblicato uno studio rivoluzionario sull’aborto in Cile. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One ha rilevato che il fatto che l’aborto sia illegale non è associato alla mortalità materna. In un momento in cui l’accesso all’aborto legale è ritenuto assolutamente necessario per tutelare la salute delle donne, questo studio fa a pezzi assunzioni ritenute vere da molto tempo. In questa intervista esclusiva, il dottor Elard S. Koch, l’autore principale dello studio, difende le sue scoperte.
MercatorNet: Il Cile non è l’unico stato a limitare l’aborto. Anche Polonia, Malta e Irlanda hanno leggi molto restrittive e un basso tasso di mortalità materna. Ma questo è noto da anni. Non lo aveva studiato nessuno prima?
Elard Koch: Lo studio cileno è la prima analisi approfondita di una lunga serie storica, anno dopo anno, di morti materne e dei loro fattori determinanti, inclusi gli anni di istruzione, il reddito pro capite, il tasso complessivo di fecondità, l’ordine di nascita, il rifornimento di acqua pulita, di servizi igienici, e il parto assistito da personale qualificato, comprendendo contemporaneamente le diverse politiche succedutesi nella storia.
In questo senso, è un esperimento naturale unico condotto in un paese in via di sviluppo. Quindi, una prima differenza tra i dati provenienti dal Cile e quelli provenienti da Polonia, Malta e Irlanda è che, nel caso del Cile, vi è una rigorosa analisi controllata da diversi confounders (fattori di confondimento).
Non si tratta di elementi indiziari o casuali, ma di dati scientifici che rappresentano eventi veri e vitali, esaminati con una metodologia che per la prima volta è stata pubblicata in una rivista scientific peer-reviewed.
Una seconda considerazione riguarda il grado di proibizione dell’aborto nei diversi paesi. Tenendo conto dei paesi che menzionavi nella tua domanda, in Cile nel 1989 è stato proibito ogni tipo di aborto. A Malta l’aborto è vietato in tutti i casi, ma non viene perseguito quando la gravidanza mette a rischio la vita della madre. In Irlanda l’aborto è illegale, tranne nei casi di grave rischio per la madre, comprendendo la minaccia di suicidio. Infine, in Polonia, l’aborto è vietato tranne nel caso di pericolo per la salute della madre, quando la gravidanza è il risultato di un atto criminale, o quando il feto è gravemente malformato.
Vale la pena notare che, poiché la maggior parte dei paesi europei consentono l’aborto su richiesta, è più facile per le donne provenienti da Malta, Irlanda e Polonia andare in un altro paese per abortire, e questo può agire come un confounder difficile da controllare.
Al contrario, poiché l’aborto è vietato nella maggioranza dei paesi latino-americani, è improbabile che vi sia un numero significativo di aborti effettuati da donne cilene all’estero.
Inoltre, per la Polonia i tassi di mortalità materna erano già bassi nel momento in cui furono approvate leggi restrittive sull’aborto, forse a causa di politiche pubbliche simili a quelle che hanno favorito la diminuzione della mortalità materna in Cile. Per verificare questa ipotesi, occorre un’analisi dei dati sulla mortalità materna in questo paese, possibilmente simile a quella pubblicata sui dati cileni.
Infine, l’evoluzione della mortalità materna in Polonia, Malta e l’Irlanda deve ancora essere analizzata in modo approfondito nella letteratura biomedica ufficiale. In realtà, tale analisi mancava anche per il Cile prima della nostra pubblicazione.
MercatorNet: Il Servizio Nazionale Cileno per le Donne (Sernam) stima che almeno il 10 per cento dei decessi materni siano causati da complicanze dovute a tentati aborti. L’aborto è la quarta causa di morte materna in Cile. Il suo commento?
Elard Koch: Questa è una disinformazione deleteria diffusa da Sernam. Invero, secondo la decima revisione dei Codici internazionali delle malattie (International Codes of Desease, ICD), nel 2008 vi sono stati 5 decessi attribuiti ai codici O00-O07 su un totale di 41 morti materne (codici O00-O99), il 12% delle morti materne. La conoscenza e la familiarità con la revisione ICD-10 orienta rapidamente verso una corretta interpretazione e traduzione. La mortalità materna comprende codici da O00 a O99. I codici O00-O08 sono etichettati come “gravidanza con esito abortivo”. In spagnolo questo dovrebbe essere tradotto “Embarazo con desenlace abortivo” e non “Embarazo terminado en aborto” (letteralmente: la gravidanza è terminata con un aborto) come lo descrive il Ministero della Salute cileno.
Dichiarare che vi sia la presenza di un aborto in tutte queste gravidanze è fuorviante, perché viene allora interpretato come aborto indotto e in realtà significherebbe che “il 10 per cento dei decessi materni è causato da complicanze di tentati aborti”.
In realtà, dei 5 casi verificatisi nel 2008, 3 erano gravidanze ectopiche e 2 erano in realtà aborti non specificati, attribuibili presumibilmente ad aborto clandestino. Così, una dichiarazione più precisa dovrebbe essere che 2 dei 41 casi erano attribuibili a complicanze di aborto. Questo significa il 4,87% e non più del 10% del totale dei decessi materni registrati quell’anno.
Inoltre, a causa della bassissima mortalità materna presente in Cile, non è appropriato utilizzare percentuali relativamente a cause che presentano solo 1 o 2 casi. Il rischio di mortalità materna da aborto in Cile era di 1 su 2’000’000 di donne in età fertile nel 2008 e 1 su 4.000.000 di donne in età fertile nel 2009.
n altre parole, e dal punto di vista epidemiologico, quando i numeratori sono molto bassi, le proporzioni e le percentuali sono poco attendibili se vogliamo fare confronti, perché 1 o 2 casi fanno una grande differenza nella proporzione o nelle percentuali.
Come discusso nel nostro articolo, secondo il più recente rapporto pubblicato dall’Istituto Nazionale Cileno di Statistica, il tasso di mortalità materna per il 2009 è stato di 16,9 su 100’000 nati vivi (43 morti) e i casi per cause indirette (codici O99, O98), ipertensione gestazionale ed eclampsia (codici O14, O15), aborto (codice O06), ed altre cause ostetriche dirette sono stati rispettivamente 18 (41,94%), 11 (25,6%), 1 (2,3%) e 13 (30,2%).
MercatorNet: Alcuni critici sostengono che il declino è in gran parte attribuibile al crescente uso da parte delle donne di mifepristone e misoprostol, che sono molto più sicuri rispetto ad altri metodi clandestini. Quale sarà alla fine l’effetto dell’utilizzo diffuso della pillola RU-486 e di altri farmaci abortivi “fai da te” ?
Elard Koch: Spiegare la diminuzione del tasso di mortalità materna in Cile come conseguenza dell’uso di farmaci come misoprostol, mifepristone o RU-486 è una speculazione non supportata dai nostri dati epidemiologici. Come scienziato, cerco di trovare dati sperimentali reali per sostenere un qualsiasi legame tra causa ed effetto. È questione di avere fatti scientifici supportati da reali dati vitali. Chiaramente, non esiste attualmente alcuno studio che supporti seriamente una diminuzione della mortalità materna associata all’uso di farmaci abortivi come misoprostol o mifeprestone in Cile.
Pertanto, questa è solo una supposizione speculativa. D’altronde, il nostro studio mostra che il tasso globale di mortalità materna, così come la mortalità per aborto, è in costante calo dal 1965-1967. Dunque da prima dello sviluppo e della commercializzazione dei farmaci con effetti abortivi di cui sopra.
In realtà, queste sostanze sono state introdotte nel mercato nero cileno alla fine degli anni ’90, il che rende estremamente improbabile che la loro introduzione abbia avuto alcuna importante influenza sui tassi globali di mortalità materna, che erano già significativamente ridotti in quel periodo.
In aggiunta, e come discusso nel nostro articolo, i metodi utilizzati oggi per effettuare aborti clandestini possono avere minori percentuali di gravi complicanze rispetto ai metodi utilizzati negli anni ’60, basati principalmente su procedure altamente invasive eseguite su sé stessi. Pertanto, la mortalità per aborto praticamente nulla che si osserva al giorno d’oggi in Cile può essere spiegata sia da un ridotto numero di aborti clandestini sia da una minore incidenza di gravi complicanze legate all’aborto. Questo fenomeno sembra essere legato agli effetti congiunti di livelli crescenti di istruzione e cambiamenti nel comportamento riproduttivo delle donne cilene, e questa è una osservazione che richiede ulteriori ricerche.
Nell’articolo discutiamo anche il fatto che la mortalità per aborto praticamente nulla che si osserva non implica che oggi non vi siano aborti illegali o clandestini in Cile.
Anzi, l’attuale tasso di mortalità per aborto e recenti studi epidemiologici sui tassi di aborto in questo paese suggeriscono che l’aborto clandestino potrebbe essersi ridotto parallelamente con la mortalità materna e potrebbe avere attualmente raggiunto uno stato stazionario basato su un rapporto stabile tra nati vivi e ricoveri per aborto.
Ci si aspetta che ogni importante aumento della diffusione degli aborti clandestini sarà necessariamente seguito da un aumento di ricoveri collegati all’aborto. Ma la nostra analisi mostra che il Cile presenta una costante diminuzione di ricoveri legati all’aborto negli ultimi quattro decenni, cosa che suggerisce un calo degli aborti clandestini.
Di conseguenza, osservando l’attuale registro cileno dei ricoveri per qualsiasi tipo di aborto, siamo in grado di monitorare possibili cambiamenti nell’andamento degli aborti clandestini, qualunque sia il metodo utilizzato.
MercatorNet: Col senno di poi, il divieto del 1989 era giustificato? Ha salvato vite umane?
Elard Koch: In Cile, l’aborto terapeutico è stato vietato nel 1989 perché è stato ritenuto non necessario per proteggere la vita della madre e del suo bambino. Dal punto di vista della pratica medica cilena, i casi eccezionali in cui la vita della madre è a rischio sono considerati come un problema di etica medica da risolvere applicando il principio del duplice effetto e il concetto di aborto indiretto.
Così, in Cile, i problemi eccezionali che richiedono un intervento medico per salvare la vita della madre sono considerati una decisione di etica medica e non una questione legale. Quindi nel 1989 è stato vietato qualsiasi tipo di aborto provocato direttamente, in accordo con l’articolo 19 della Costituzione cilena, che protegge la vita del nascituro.
La seconda questione, cioè se salvi vite umane, è molto complessa e molto importante. Possiamo di affrontare questa importante questione da prospettive diverse.
In primo luogo, da una punto di vista di salute pubblica, si ipotizza che le leggi restrittive provochino un effetto dissuasivo sulla popolazione, similmente alle restrizioni sul consumo di tabacco e alcool. Abbiamo osservato che la riduzione della mortalità materna in Cile è andata di pari passo con il numero di ricoveri attribuibili a complicanze di aborti clandestini. Mentre negli anni ’60 più del 50% di tutti i ricoveri legati all’aborto erano attribuibili a complicanze di aborti clandestini, questa proporzione è diminuita rapidamente nei decenni successivi.
Infatti, tra il 2001 e il 2008 solo il 12-19% di tutti i ricoveri legati all’aborto può essere attribuibile ad aborti clandestini.
Questi dati suggeriscono che, nel corso del tempo, le leggi restrittive possono avere un effetto limitativo sulla pratica dell’aborto e promuovono la sua diminuzione. Infatti, oggi il Cile presenta oggi una delle più basse percentuali al mondo di mortalità materna legata all’aborto, con un calo del 92,3% dal 1989 e una diminuzione del 99,1% accumulata in 50 anni.
In secondo luogo, dal punto di vista della vita umana, specialmente se un paese in via di sviluppo cerca di proteggere contemporaneamente la vita della madre e del nascituro, un’ipotesi plausibile che viene dallo studio cileno è che la restrizione dell’aborto può essere efficace quando è combinata con politiche pubbliche adeguate per aumentare i livelli di istruzione delle donne e per migliorare l’accesso alle strutture sanitarie per le madri. Una legge restrittiva può scoraggiare la pratica, cosa che è suggerita dalla diminuzione del numero di ricoveri legati ad aborti clandestini valutato in Cile.
In terzo luogo, dal punto di vista della tutela della vita umana fin dall’inizio, ovviamente, restringere l’aborto salva molte vite, a differenza di quanto accade nei paesi dove è previsto l’aborto elettivo, su richiesta, perché in questi paesi tutti i nascituri perdono la vita.
Infine, è necessario sottolineare che il nostro studio conferma che la proibizione dell’aborto non è collegata ai tassi complessivi di mortalità materna. In altre parole, rendere illegale l’aborto non aumenta la mortalità materna: è un dato di fatto scientifico rilevato nel nostro studio.
Tuttavia, anche se il nostro studio scarta definitivamente ogni influenza deleteria del divieto dell’aborto sull’andamento della mortalità materna, non si può concludere immediatamente che il solo rendere illegale l’aborto sia un fattore causale diretto per la riduzione della mortalità materna di per sé.
L’andamento decrescente della mortalità materna in Cile è controllata da altri fattori, in particolare il livello di istruzione delle donne, che influenza positivamente altre variabili chiave, come l’accesso alle strutture sanitarie per le madri, i servizi igienici ed il comportamento riproduttivo.
Elard S. Koch è epidemiologo del Dipartimento di Medicina della Famiglia, Facoltà di Medicina dell’Università del Cile.
Questo articolo è tradotto da MercatorNet.com sotto licenza Creative Commons.
http://www.compagnie-enfants-non-nes.com/it/profeti-di-oggi-e-aborto.html
GLORIA POLO – Bogotà (Colombia)
Ogni volta che si sparge il sangue di un bambino è un olocausto che si rende a Satana, e questi acquista più potere. L’anima grida perché è un’anima adulta, matura, anche se il bambino non ha occhi, né carne, né corpo, l’anima ha tutto. Il suo grido, mentre lo stanno uccidendo, fa’ tremare il Cielo, mentre un grido di giubilo e di trionfo invade l’inferno. Il demonio ha trascinato l’umanità con la sua strategia malefica, a uccidere i nostri figli. L’aborto è il peccato più grave (quello provocato, non quello spontaneo) perché è uccidere i figli nel ventre della madre. Uccidere un bambino innocente e indifeso è dare forza a Satana. Il demonio ci comanda perché stiamo spargendo sangue innocente!
Un bambino è come un agnellino innocente, senza macchia! E, chi è L’AGNELLO senza macchia? E’ Gesù. In quel momento quel bambino è a immagine e somiglianza di Gesù! Per questo, sopprimendolo, c’è un legame con il mondo delle tenebre. Questo atto permette che molti demoni escano dall’inferno e distruggano l’umanità. Si toglie una specie di «sigillo», un sigillo che Dio aveva posto e che impediva agli spiriti maligni di uscire fuori. Ma ora quei sigilli si aprono e i demoni escono fuori, come larve orribili, per perseguitare l’umanità e farla schiava della carne, del peccato, del male. E’ come se gli avessimo fornito la chiave dell’inferno per poter uscire. E i demoni escono fuori: demoni di prostituzione, di perversione sessuale, di satanismo, di ateismo, di suicidio, di perdita dei valori morali … e il mondo diventa sempre di più cattivo.
Pensate, quanti bambini si uccidono tutti i giorni? Questo è un trionfo del maligno! Per questo prezzo di sangue innocente, molti, moltissimi demoni lasciano l’inferno, e sono liberi in mezzo a noi! E noi pecchiamo, anche senza saperlo!
La nostra vita, poco a poco, si trasforma in un inferno, con ogni tipo di problema, di malattia, di mali che ci affliggono, che non sono altro se non pura e semplice azione del demonio. Ma siamo stati noi che gli abbiamo aperto le porte; con i nostri peccati gli abbiamo permesso di circolare liberamente nella nostra vita.
Ci sono molti cattolici che, quando gli si parla dell’esistenza di un’iniziativa volta a ristabilire la Legge Naturale laddove essa è stata clamorosamente DISCONOSCIUTA ed INFRANTA da “leggi” umane: la prima cosa che ti chiedono “ma le Gerarchie cosa ne dicono?”
Quasi come se le “Gerarchie” dovessero approvare esplicitamente un’iniziativa del genere, squisitamente civile e da veri “cattolici adulti” (e che invece, laddove si parla di Deposito della Fede, hanno il santo orgoglio di ritenersi profondamente “bambini”).
Costoro, vorrebbero forse sentirsi dire, o magari ordinare, dalle “Gerarchie”: “Iscrivetevi al no194!” ?
Ebbene, il Capo stesso di quelle “Gerarchie”, e che è essenzialmente il Servo dei Servi di Dio: ossia l’attuale Pietro, Pontefice e Pastore della Chiesa Universale, colui nei confronti del quale è tutt’ora valida (e lo sarà fino alla Fine) la Promessa fatta da Gesù al primo Pietro: “ho pregato per te perché tu confermi i fratelli nella Fede”;
ebbene, Benedetto XVI, nel discorso tenuto di fronte ai politici milanesi e lombardi, la zona più vitale e dinamica della nostra Italia: più esplicito di così non potrebbe essere.
E’ più che sufficiente, a chi ha un grammo di buona volontà, per dedicare una parte anche piccola del proprio tempo a far avanzare quel Progetto di Dio che risponde al nome, in Italia, di: NO194.
Iniziativa laica tesa a ristabilire il riconoscimento del diritto alla vita dei concepiti appartenenti alla specie umana; diritto che è stato, in Italia, INFRANTO e DISSOLTO da ormai trentaquattro anni: da quella che, pur essendo tecnicamente una “legge”, di fronte alla coscienza ed alla Ragione NON lo è: in quanto riconosce e permette (arrivando a favorirlo) ciò che è essenzialmente ILLEGITTIMO.
La soppressione (ovvero: l’UCCISIONE) dei concepiti (ovvero: gli ESSERI UMANI in via di sviluppo all’interno del grembo delle loro madri)
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embe
ci sono.
Ho lasciato i dati al sito no194
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=-8W8xnJ2hRw
http://www.youtube.com/watch?v=jOc6xvQilVk&feature=youtu.be
http://www.youtube.com/watch?v=vMnjrd7eepY&feature=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=1yqWUKCpYFc&feature=relmfu
http://www.youtube.com/watch?v=ElLgYi-evBc&feature=player_embedded
Non sono assolutamente d’accordo con quanto scritto. L’aborto non è omicidio, e le donne che si sottopongono a tale intervento non sono delle assassine. Che una dipendente di una clinica abortista abbia cambiato idea non è la prova definitiva che non si dovrebbe abortire, ma solo che si può cambiare opinione.
Una opinione diversa dalla mia. Almeno è chiaro su cosa divergiamo: per te non è omicidio, per me sì. Credo che questo sia tutto il succo del discorso.
Intanto, caro dvd, una dipendente di una clinica abortista ha una conoscenza di cosa sia l’aborto molto più estesa della tua o della mia. Per il semplice FATTO che lei ne HA VISTO, con i suoi occhi e CENTINAIA di volte, i tragici frutti: corpicini smembrati e dilaniati, che erano appunto corpicini e non “grumi di cellule”.
Premesso questo, tu affermi: “L’aborto non è omicidio”.
Siccome per indole, per formazione e per professione sono abituato a ragionare e non a fare affermazioni apodittiche e tautologiche, allora ti chiedo: cosa è l’omicidio, secondo te?
Perché tu m’insegni che un’opinione può essere più o meno vera e che non tutte le opinioni sono degne della stessa considerazione: viceversa, se partissimo dal presupposto che ogni opinione è vera perché non esiste una verità sottostante che rende più o meno vere le opinioni espresse da ciascuno, cadremmo allora nel paradosso logico della “dittatura del relativismo” (per il quale nulla è CERTAMENTE vero è tutto è RELATIVAMENTE vero, meno l’assunzione appena formulata: con la derivante CONTRADDIZIONE LOGICA della stessa); ed anche nell’aberrazione morale che ogni azione è lecita a patto che si abbia la ferma e convinta “opinione” che essa sia lecita.
Con la conseguenza, evidente, che potrei arrivare a ucciderti (o, nel tuo caso, “riformattarti”, dvd) perché ho l’ “opinione” di poterlo fare.
La legge non mi permette di ucciderti, in forza della mia “opinione”?
Bene, allora mi darò da fare per cambiare la legge: fino ad ottenere di poterti uccidere, per dare libera espressione alla mia “opinione”.
Cosa, del resto, che nella storia è stato ripetutamente fatto, per ultimo dai nazisti, sessant’anni fa: che la stragrande maggioranza delle loro aberrazioni le compirono dopo aver cambiato le “leggi”.
E non rispondermi: “quella era una dittatura e non una democrazia”, perché affermeresti falso storico. Hitler al potere ci andò “democraticamente”, nel 1933.
A risentirci, se vorrai.
Caro,innocente,commovente,ingenuo .dvd…
pensa un po’ se proprio tua madre avesse deciso di abortire…se fosse toccato proprio a te…ci hai mai pensato e meditato sopra?
Condivido i suoi pensieri. Credo che una donna che abortisce perchè tiene conto della sua situazione e responsabilità, sia più Onesta di quelli cosi detti difensori della vita, che non tengono conto della condizione della vita stessa che porta all’aborto.
SCRIVE DONNA, MADRE DI 4 FIGLIE
MA UN ESSERE UMANO ri_trovato nella sua Unita e umanità.
LA MIA RISPOSTA ERA A DVD e non so come mai non è stata inclusa nel spazio della sua risposta.
Vedi, Massimo, ho “subito” un aborto quasi una decina di anni fa: la mia ragazza dell’epoca non volle tenere il bambino per varie ragioni, e ho sofferto molto, perché io l’avrei tenuto. Sicuramente, l’aborto non è una cosa bella da fare (e questo a te sembrerà un eufemismo), ma se ci sono donne che si sottopongono ad un intervento del genere, io non mi sento in grado di giudicarle come assassine. Perché ci sono situazioni nella vita per le quali dare alla luce una vita sarebbe peggio di un omicidio. Dalla mia posizione di uomo, non mi sento in grado di poter dire, affermare o giudicare una donna che è passata attraverso un’esperienza così pesante anche l’appellativo di assassina.
Negli Stati Uniti vigono le regole del mercato. Non mi stupisce (per quanto mi ripugni) che questa mentalità venga traslata anche alle cliniche abortiste. Lì però non c’è la sanità pubblica. Si tratta di cliniche private.
Hai portato lesempio del Cile. Perché andare così lontano, quando qui in Italia gli aborti clandestini sono diminuiti?
O sei dell’idea che una donna che vuole abortire debba seguire la sorte del nascituro?
Ma è lapalissiano che il procurato aborto,quello forzato,voluto,artificiale,intenzionale,consapevole
EST+EST+EST un orrendo delitto,un vero e proprio scellerato,diabolico e satanico,imperdonabile assassinio…
solo un vil servil servo di Satana e del Diavolo potrebbe sostener che non lo sia e solo un emerito “cretino” potrebbe stoltamente cascarci!
@ Nemo
Ah ah ah!!!
Sai, mia madre HA abortito prima di avermi! Ma non ha abortito me! E se lo avesse fatto, sarebbe stata una sua scelta!
Ah, e non permetterti MAI PIÙ di darmi del cretino o dell’anima candida.
Nota di servizio: in questo sito SI FA censura, anzi, per essere più preciso, IO faccio CENSURA (visto che sono al momento l’unico amministratore). E rendo esplicite le condizioni: censuro, cancello, tolgo, innanzitutto i commenti offensivi; inoltre tolgo anche quei commenti che, anche se non sono offensivi, non servono a nulla: non portano nuovi elementi alla discussione, non invitano ad affrontare le discussioni sotto diversi punti di vista o con approcci logici nuovi: in una parola: sono, a mio giudizio, inutili.
Tanto vi dovevo, perchè sappiate regolarvi per il futuro.
“Perché ci sono situazioni nella vita per le quali dare alla luce una vita sarebbe peggio di un omicidio”
“Dare alla luce” una vita non è generare una vita.
Quella vita pre-esiste al parto (ed all’uscita dal canale del parto). E l’aborto è esattamente sopprimere quella vita pre-esistente al parto: e non una semplice interruzione di un processo biologico (come il nome “interruzione di gravidanza” surrettiziamente conduce a pensare)
” io non mi sento in grado di giudicarle come assassine”
nessuno è in grado di giudicare chiunque altro. Se sei cristiano, sai che è l’Unico in grado di giudicare è Dio.
Che tu lo sia oppure no, converrai che le leggi sono (quantomeno) un male necessario e che ci sono persone (che io non invidio minimamente) che, per lavoro, hanno la responsabilità di dare giudizi sui comportamenti, in base alle leggi esistenti.
Quindi, prima ancora che la sanzione da erogare eventualmente alle donne che decidessero di ricorrere all’aborto, laddove esso tornasse ad essere vietato dalla legge: si tratta di stabilire se ciò che viene soppresso è una vita umana od un semplice processo biologico.
Nel primo caso è omicidio,con tutte le attenuanti (specialmente per la donna) che la nuova legge vorrà specificare;
nel secondo,no.
“O sei dell’idea che una donna che vuole abortire debba seguire la sorte del nascituro?”
Sono dell’idea che, prima di usare una parola, si debba DEFINIRE cosa essa significhi.
Se aborto significa (come logica e scienza dimostrano che significhi) la soppressione di una vita umana: allora quel “vuole abortire” non ha (o meglio: non è giusto che abbia) cittadinanza giuridica.
Allo stesso modo in cui non è giusto che abbia cittadinanza giuridica un qualsiasi “vuole uccidere”.
Ti faccio, quindi, la domanda semplice: COS’E’ che VIENE SOPPRESSO, con l’atto dell’aborto?
Un processo biologico denominato “gravidanza”?
O un essere umano già vivente e che non è ancora arrivato allo stadio di sviluppo in cui può vivere fuori del corpo materno?
Secondo me, un essere umano si forma fuori dell’utero. Allo stato embrionale, si ha a che fare con un potenziale essere umano.
Se prendi un embrione, questo non sopravvive fuori dall’utero.
A me non piace l’aborto. Né la sua idea. Ma, e so che questo ti provocherà un singulto, talvolta è un male necessario.
Mia madre mi ama e mi ha sempre amato. Ha desiderato che io nascessi, tant’è vero che mi ha partorito. Ce n’erano le possibilità. Ma se non ci fossero state, e mi avesse partorito comunque, ora forse mi troverei in un orfanotrofio gestito da suore, che non mi farebbero adottare da nessuno, per intascarsi i soldi che dà loro lo Stato.
“Potenziale essere umano” è qualcosa che potrebbe divenire essere umano. O che potrebbe anche non diventarlo.
Un seme è un potenziale albero.
Perché diventi un albero servono una miriade di condizioni aggiuntive: un pezzo di terra sufficientemente fertile, il giusto grado di affondamento in quella terra, la giusta quantità di luce e di acqua, ect ect ect.
Uno zigote (ossia, la PRIMA cellula del nuovo essere umano) impiantato in utero, oltre a contenere già il patrimonio genetico UNICO ed INDISTINGUIBILE del nuovo essere umano: arriva ad essere un bambino senza ulteriori altri condizioni che non siano la permanenza in vita della madre (e ci sono stati casi di bambini nati prematuri e sopravvissuti alla morte cerebrale della madre).
Ci sono del resto altre situazioni, oltre a quella dello sviluppo embrionale, in cui la vita di un essere umano è STRETTAMENTE DIPENDENTE da qualcun altro: ad iniziare dal neonato, passando per il ferito, proseguendo per il vecchio o il malato incapace di badare a sé ed arrivando fino a colui o colei che è in coma.
Ma il fatto di essere in tale condizione di stretta dipendenza non giustifica l’uccisione di chi vi è.
O meglio: non lo giustifica alla luce della sana ragione.
Se la ragione diventa insana, com’era nel caso dei nazisti: ecco apparire, come funghi velenosi, le più svariate giustificazioni e razionalizzazioni.
Prova a formularne qualcuna, di queste ragioni che giustificherebbero l’aborto come “male necessario”.
E qualcuna di differente dall’essere costretti a decidere tra vita fisica della madre e vita fisica del bambino, allorquando l’una escluda l’altra (e non è stato certo per normare questa situazione eccezionale che si è introdotta la 194: essendo tale situazione già normata e prevista dall’art. 54 del codice penale)
Hai storto il naso su “male necessario”. Lo immaginavo. Ma non hai risposto riguardo alla diminuzione degli aborti clandestini in Italia da quando c’è la 194. Né hai parlato della condizione degli orfani tenuti imprigionati da suore che si mangiano i soldi che lo Stato dà loro.
Quando un(‘)adolescente sta per avere un bambino e rischia di rovinarsi la vita perché dovrebbe crescere un figlio in un paese dove non c’è lavoro, e rischia di perdere gli studi per far nascere un bambino che crescerà nella povertà e nell’ignoranza, rischiando a sua volta di fare la stessa fine, non sarebbe forse meglio salvare due vite che già esistono, piuttosto che una potenziale?
-La 194 permette l’aborto fino al terzo mese di gravidanza.
-Ci vogliono almeno due mesi (a meno che non si abbia programmato la gravidanza) prima che una donna si accorga di essere incinta.
-Spesso, le donne sono lasciate sole a se stesse dai loro partner.
-Ma perché far crescere il proprio figlio nella miseria? Non è anche quello un omicidio programmato e pemeditato?
-Dovresti farti qualche giro nelle parti povere delle città.
Ecco una lista di “mali necessari”, diventati tali dopo il Peccato Originale.
“Male necessario” sono le leggi.
“Male necessario” è l’omicidio per legittima difesa.
“Male necessario” è l’omicidio in guerra, laddove si combatta dalla parte della nazione aggredita e che sta combattendo una guerra giusta.
“Male necessario” può essere l’esecuzione capitale di un colpevole.
“Male necessario” può essere l’uccisione di un innocente quando la sua vita è incompatibile con la mia.
“Male necessario” non NON PUO’ MAI ESSERE l’omicidio di un innocente la cui vita non è in alcun modo incompatibile con la mia.
Sulle suore che “tengono prigionieri” i bambini: mi sembra una forzatura grossa, anche se non escludo che in alcune situazioni un abominio del genere possa capitare.
Ma la soluzione al problema di un bambino imprigionato in un lager: è quella di aprire la porta del lager, non quella di uccidere il bambino.
Circa poi il “rovinarsi la vita” da parte di donne (o donne-bambine) che non sono assolutamente pronte alla maternità: ammesso (e non sempre concesso) che sia così (per il semplice fatto che l’animo umano ha un potenziale infinito e illimitato), non c’è la scelta obbligata tra uccidere il bambino che già vive dentro di sé e quella della maternità forzata nei suoi confronti.
C’è una terza scelta, che gli abortisti sistematicamente celano: quella di farlo nascere e poi lasciare che un’altra donna ed un altro uomo si prendano cura di lui. In quanto pronti (materialmente, psicologicamente, spiritualmente) alla maternità ed alla paternità.
Circa il fatto che una vita vissuta nelle parti povere delle città e del mondo non è degna di essere vissuta: lo lascerei dire a coloro che si stanno attivamente impegnando per un programma di depopolazione spinto, fino ad arrivare alla soglie dei 500 milioni di persone, così come scritto e prescritto esplicitamente e sfacciatamente sulle Georgia Guide Stones.
Spero per te che tu non faccia parte delle elites depopuliste e sterminazioniste.
Sul fatto, poi, che le donne siano lasciate a sé stesse, ad iniziare dai compagni/mariti con cui hanno concepito i figli che verranno abortiti: ne sono fin troppo consapevole.
E infatti sottolineo in ogni confronto che ho su questo tema delicatissimo e tragico: che le donne sono, in maniera sistematica, le seconde vittime dell’aborto volontario.
Ad iniziare dalla sindrome post-aborto cui si condannano e di cui nessuno gli ha mai parlato prima dell’aborto.
La tua esperienza, di uomo che ha “subito” un aborto malgrado la sua disponibilità ad accogliere il bambino: è significativa ma non rappresentativa di ciò che accade più comunemente.
L’aborto volontario è uno dei tanti abomini pensati e messi in atto da noi uomini, a danno delle donne.
Siamo maestri nell’escogitare abomini nei loro confronti: e migliaia di anni di storia (dis)umana stanno lì a testimoniarlo.
Soltanto a degli uomini sarebbe potuto venire in mente di fare una legge (precedente alla 194/78) in cui l’aborto volontario era considerato un crimine contro la specie;
e soltanto a degli uomini sarebbe potuto venire in mente di fare una legge come la 194/78 in cui, premettendo che lo Stato tutela la vita umana in qualsiasi stadio, si arriva a legalizzare l’uccisione dei bambini ancora nella pancia delle mamme.
Così infrangendo e disconoscendo in maniera totale il DIRITTO ALLA VITA del concepito. Che la vita l’ha GIA’.
Hai mai parlato con tua madre del fratello o della sorella che vi è prima di te, dvd?
E che lei scelse di uccidere prima ancora che nascesse?
E’ stato riconosciuto quel dolore immane?
O è stato soltanto nascosto e represso?
Credo che le posizioni, in questa come in analoghe discussioni fatte in passato, siano inconciliabili non per la cattiva volontà delle parti, ma per il presupposto iniziale, fondante di tutto: di cosa stiamo parlando? Perchè se stiamo parlando di vita umana, tutte le argomentazioni portate avanti dagli abortisti non reggono: provate a sostenerle sostituendo il bambino nel grembo della mamma con un anziano, ad esempio; magari un anziano povero, magari malato, magari non autosufficiente: se la sentirebbero di sostenere l’omicidio di quel vecchio? (a meno di non arrivare, prima o poi, a sostenere che ANCHE QUELLA non è una vita degna di essere vissuta… ma chi ha diritto di decidere quali sono le vite degne di essere vissute e quali no?)
Sono d’accordo, le nostre posizioni sono inconciliabili. Inoltre, secondo me fai un uso eccessivo di iperboli, quando si tratta di definire ciò che penso: non sono né uno sterminazionista, né un nazista, né ho tendenze eugenetiche. Non faccio parte di alcuna elite (anzi, sono un normalissimo precario) depopulistsa o altro. Anzi, se ora la mia ragazza aspettasse un bambino (posto che io abbia una ragazza e che qualche sfortuna i sistemi anticoncezionali non avessero funzionato) come farei a mantenere anche un figlio, se faccio fatica a mangiare tutti i giorni? Questa si chiama concretezza. Far crescere un figlio nella povertè non è segno di amore, secondo me, ma di un fervido egoismo e di ignoranza.
Io sono dell’opinione che il feto non sia un bambino, ma un essere umano potenziale.
Lo scopo della 194 è quello di eliminare gli aborti clandestini, e se guardi bene i dati, sono diminuiti gli stessi aborti legali. La mortalità delle donne è anch’esa diminita.
Fintanto che non ci saranno per davvero le condizioni per favorire le madri, ma si resta nel campo delle ipotesi (si potrebbe… sarebbe bello se…) credo sia più opportuno lasciare alle donne la decisione finale. È facile dire che non dovrebbero farlo, e che si potrebbero trovare soluzioni alternative. Ma non ce ne sono, perché in questo paese non esiste una politica sociale. E quindi, quando saranno effettive le soluzioni alternative, allora vedi che le donne che si trovano a dover abortire le sceglieranno da sé. Credi che sia una cosa semplice terminare una gravidanza per poi vedersi portare via il figlio? Io penso proprio di no.
Ho parlato con mia madre del suo aborto precedente. È ovvio che non ne è contenta. Ma io non la reputo un’assassina. Né ti permetto di attribuirle un tale ignominioso ruolo. Si è trovata nell’impossibilità di fare altrimenti. E io non sono cristiano, né ebreo né musulmano, ma non mi permetto di giudicarla.
Cosa noti da questa mappa?
Non trovi che laddove è vietato, si tratta dei paesi più poveri del mondo e con problemi di sovrappopolazione? Non credi che sia un modo per tenere nella povertà e nell’ignoranza le popolazioni?
http://reproductiverights.org/sites/crr.civicactions.net/files/documents/AbortionMap_2011.pdf
Ti lascio anche un video, cogline l’ironia:
http://www.youtube.com/watch?v=hEgQlMmgQ1Y&feature=results_video&playnext=1&list=PL96CFE7667FA098B9
Guarda, siamo proprio distanti anni luce. Innanzitutto nel video non ci colgo nessuna ironia, ma una profondissima ignoranza: l’ignoranza di chi non sa cosa significa avere un figlio, l’ignoranza di chi non ha capito il miracolo della vita, di chi pensa oltretutto facciano ridere le disgrazie degli altri.
Ma non è questo il punto. Tutte le argomentazioni sono polvere al vento se pensi che qulla che vai a buttare nel cesso è una vita umana, non una vita “potenziale” (e che cazzo vuol dire vita potenziale? Che non è vita? Boh!).
Esperienza personale: prima ecografia del primo figlio (22 anni fa): 12 settimane dal concepimento, praticamente non si vedeva nulla da fuori (nessuna pancia, niente di niente). Con l’ecografista amico abbiamo visto (e fotografato) Marco che si succhiava il pollice!!!! E quello per te si poteva tranquillamente aspirare, fare a pezzi, e buttare nel cesso? Non è possibile andare avanti in questa discussione fintanto che non ci si accorda sull’OGGETTO: di cosa stiamo parlando? Forse vedere un filmato di un aborto in diretta potrebbe chiarire questo punto.
Stendo un velo pietoso sul miserevole video da te postato.
Stendo un velo pietoso sulla cartina da te postata e da te interpretata surrettiziamente.
Peraltro entrambi (sia il video che la cartina) alludono proprio alle politiche eugenetiche, sterminazioniste e depopuliste delle elite, rispetto alle quali ti preme soltanto di sottolineare che tu non ne fai parte, in quanto “precario”.
Assumendo che ciò che dici sia vero e che tu sia effettivamente un “precario”: ciò di per sé non ti mette al riparo dal veleno intellettuale delle elites suddette ma, in assenza di una tua presa di consapevolezza netta e decisa, ti mette ancora più a rischio.
Sai quanti “precari” si lasciarono incantare dalla sirena nazista, che era -dietro le quinte- supportata proprio da quelle elites? Tantissimi.
Oggi quelle stesse elites (anticristiane, luciferine, odiatrici dell’uomo, della vita e del creato) hanno cambiato cavallo.
E, invece che “pompare” un invasato carismatico, hanno deciso di “pompare” l’immaginario collettivo, anche e soprattutto attraverso l’uso sistematico e pervasivo dei mezzi di distrazione di massa.
E, se sei su questo sito, non dovrebbe sfuggirti il tema.
“Vita potenziale”, dici tu.
Ma è ancora una tua opinione, non supportata da alcunché meno che da una cosa (che nel tuo caso è anche una giustificazione importante): se ti aprissi alla possibilità di ragionarvi spassionatamente sopra, su questa tematica, significherebbe di conseguenza iniziare a vedere che il tuo fratellino o la tua sorellina, concepiti prima di te: è stato/a a tutti gli effetti UCCISO/A.
E, mi rendo conto, ciò è un macigno così pesante che risulta più facile e (apparentemente) meno doloroso chiudere gli occhi di fronte alla realtà.
Che però resta tale, senza cambiare di uno iota.
E ognuno di noi, prima o poi, dovrà contemlare nella sua TOTALITA’ e in tutte le sfaccettature che si sono volute negare, ostinatamente, per tutta una vita.
Cos’è un aborto volontario?
Cos’è che esso sopprime?
A quelli che contestano che l’aborto volontario sia un omicidio perché l’essere umano che viene soppresso è solo “potenziale”, in quanto non in grado di vivere autonomamente dal corpo della madre, si può chiedere: è omicidio oppure no, togliere il respiratore/alimentatore artificiale ad un essere umano che in quel momento non è in grado di vivere autonomamente dal suddetto respiratore/alimentatore?
E sapendo CON CERTEZZA che entro un periodo di al massimo NOVE MESI: tale essere umano sarà in grado di vivere indipendentemente dal respiratore/alimentatore?
Mi rendo conto che l’esempio è degradante per la donna, che è ben di più di un respiratore/alimentatore rispetto all’essere umano che vive dentro di lei: ma serve a fare chiarezza con coloro che si baloccano (e sto parlando di quelli in buona fede: ché gli altri sono chiaramente dei figli della perdizione per i quali si può soltanto pregare che nell’ultimo secondo delle loro vite sprecate chiedano perdono a Dio per il male fatto e propagandato, salvandosi così l’Anima) con questa pseudo-concetto, essenzialmente falso, di “vita umana potenziale”.
Continui ad usare iperboli e a darmi del nazista. Questo non va bene.
Stando a quanto mi dici, se in qualche modo ora mi trovassi ad avere un figlio che non saprei come nutrire perché non ho un introito fisso (ed è questo il vero problema, non trovi?), che farei fatica a mandare all’asilo, in quanto ormai non è più garantito dallo Stato, ma è in mano alla privatizzazione (e con questo leggi: in mano alla Chiesa), a cui farei fatica a comprare i libri per studiare, lo dovrei tenere. Hai idea di cosa voglia dire arrivare alla fine del mese? No. Perché tu lavori per una multinazionale (e potresti anche specificare quale, dato che sono le multinazionali ad essere IL problema dei nostri giorni) e hai uno stipendio GARANTITO ogni mese e visto il tuo profilo, anche piuttosto alto.
Questa non è eugenetica, è realismo.
Riguardo alla nutrizione e alla macchina respiratrice, beh, se io mi trovassi nella condizione di non poter più badare a me stesso per invalidità o per la perdita della conoscenza, considererei un atto di compassione il liberarmi del mio corpo. Ma per te questo è satanismo, vero?
Non puoi liquidare quella mappa in due righe così, secondo me potesti pensarci su un po’ di più…
Questa discussione è inutile. Secondo te non è vita, punto e basta. Ma allora la vita comincia quando? Qual’è quel meraviglioso e unico momento prima del quale è lecito buttare nel cesso, e dopo invece diventa reato?
Non so da cosa hai dedotto che lavoro in una multinazionale, che ho lo stipendio fisso e che non conosco il problema dell’arrivare a fine mese.
In una cosa hai ragione: non conosco il problema dell’arrivare a fine mese.
Per un motivo molto semplice: che non percepisco nessuno stipendio fisso, a fine mese (da notare, come ti sei contraddetto: il problema dell’ “arrivare a fine mese” è proprio di quelli che lo stipendio fisso ce l’hanno ma non sufficiente per coprire tutte le loro spese mensili).
So cosa vuole dire avere solo 30 centesimi, come ricchezza materiale TOTALE.
So cosa vuol dire non poter comprare neanche la carta igienica.
So cosa vuol dire avere soltanto debiti.
So già tutto. Molto più di te, evidentemente.
Che parli di impossibilità di “tenere” un figlio di fronte alla difficoltà a garantirgli un tenore di vita adeguato alle aspettative che ci lasciamo imporre dal sistema.
Un figlio non si “tiene”.
Un figlio non è una “cosa”.
Un figlio, se non si è in grado di prendersene la responsabilità: lo si lascia vivere e lo si affida a chi è in grado di farlo.
E ciò non solo per il bene del figlio (ché la vita fisica è il bene più grande: a parte, ma non tutti vi credono, la salvezza dell’Anima) ma PER IL TUO STESSO BENE.
Se un figlio lo lasci uccidere, mentre è ancora nell’utero: ti dovrai confrontare per tutta la vita, a livello di corpo, di psiche e di spirito (se non è morto ed in attesa di essere risuscitato), con quel buco nero, con quell’assenza, con quella vita negata. Da te, e non da altri.
Mi parli di realismo, ma non ne hai neanche un’oncia.
Ti fai muovere da idee ricevute dall’esterno e danzi su musiche non suonate da te ma da un suonatore che forse (e lo spero per te) neanche conosci veramente: che, se lo si vede in faccia, la maggior parte degli esseri umani non può che fuggirlo, inorridita.
Và da tua madre, se è vero quello che hai raccontato.
E piangi con lei l’uccisione di tuo fratello o di tua sorella.
Caro Fabio, la tua testimonianza mi fa capire quante volte siamo ciechi anche e soprattutto di fronte a quelli che ci sono più vicini; non per niette Gesù insisteva sull’amore al “prossimo”. Spero di non sentirmi dire le tremende parole, quel giorno: “non avevo un soldo, e non mi hai aperto la porta”….
Non farti venire pensieri del genere, fratello mio.
Come ho già avuto modo di dirti, io benedico la rovina economica e il fatto di aver perso tutto quello che avevo ed anche di più, fino a ritrovarmi soltanto coi debiti: poiché stato il modo concreto che Gesù ha permesso si attuasse affinché io, fino a quel momento di dura cervice e che dai 17 anni in poi Gli avevo sempre opposto un’ostinata indifferenza, finalmente Gli iniziassi a dischiudere la porta del cuore. A cui Lui non aveva mai smesso di bussare.
A ben vedere, ho conosciuto prima e personalmente ciò che tanti stanno conoscendo ora e collettivamente: perché per tanti di noi è NECESSARIO toccare con mano l’illusorietà delle false certezze che il sistema ci ha indotto a nutrire e che noi abbiamo scelto di accettare.
Ecco il motivo per cui la crisi economica (voluta, pianificata ed attuata sia dagli odiatori di Gesù per spargere disperazione e tentare di gaudagnare quante più anime è possibile al padre-padrone che si sono scelti; sia dagli “acceleratori dei tempi” che hanno deciso di anticipare, in un modo che è in massimo abominio a Dio, il Ritorno di Suo Figlio), che è di per sé un male, Dio la trasforma e la “ricicla” (Lui che è Riciclatore Sommo) in un bene ben più grande: ossia l’occasione, se vuoi estrema, perché tanti figli di Dio, fino ad oggi annebbiati e confusi, possano finalmente aprire gli occhi sulla Realtà.
Che è Verità e Amore.
Per quanto riguarda me: ringrazio Dio per l’allenamento intensivo che mi ha concesso e per il frutto di questo allenamento.
Il mio completo e totale distacco dalla moneta (fosse anche già moneta-credito), che mi permette, se e quando Egli vorrà, di lasciarmi passare tra le mani milioni e miliardi di euro: con la precisa e lucida consapevolezza, pura Grazia di Dio, che essi dovranno essere immediatamente ed efficacemente convertiti e canalizzati in opere di misericordia corporale e spirituale.
E MAI, in alcun modo MAI, accumulati sotto forma di moneta.
Sì, tu hai fatto il grande passo di trasformare una rovina in una benedizione, ma per chissà quanti la disperazione e il peso sono stati troppo grandi e si sono lasciati andare, molti (soprattutto quest’anno), fino all’estremo passo del suicidio (una parente di una nostra conoscente poche settimane fa, evidentemente anche questa taciuta dai giornali).
E non possiamo non sentirci responsabili della disperazione dei nostri fratelli: siamo UNO, e -giustamente- Dio ci chiederà conto delle nostre azioni.
Per quanto riguarda te: vedo che sei un esempio bellissimo da ammirare, ma la tentazione è sempre in agguato… alza la bandierina la prossima volta!!! 😉
Per tornare sul discorso del feto come “potenziale” essere umano e rimarcare il fatto che egli (o ella: ha infatti un sesso sin dal concepimento) è invece un “attuale” essere umano ad uno stadio di sviluppo diverso da quello dell’adulto, mi permetto di dare un suggerimento, per spiegare efficacemente la differenza tra “potenziale” ed “attuale” a chi è effettivamente lento di comprendonio (e non è invece in malafede).
Al prossimo che vi dirà che il feto è un “potenziale” essere umano (e quindi, la sua soppressione non costituisce omicidio), mostrategli un pugno chiuso e chiedetegli: questo cos’è?
Alla sua espressione stolidamente bovina, rispondetegli: “un potenziale pugno in faccia”.
Se dà mostra di non avere ancora capito (e potrebbe, se il ritardo di comprendonio è maggiore del previsto), allora bisognerà passare alla fase due: far scattare la mano chiusa a pugno verso il volto dell’interlocutore.
A questo punto, se la lentezza riguarda soltanto il comprendonio, egli avrà il riflesso di spostare il capo o di deviare con la sua mano il vostro pugno diretto al suo viso.
E coglieremo al volo l’occasione per fargli notare che siccome il “potenziale” pugno in faccia di cui sopra era diventato “attuale”: ha dovuto ricorrere ad un’azione esplicita per annullare quel pugno in faccia: così “attuale” che sarebbe andato a segno se lui non avesse fatto qualcosa di risolutivo che ne interrompesse lo “sviluppo” verso la sua faccia.
Similarmente, l’aborto volontario è l’azione che rende possibile l’annullamento di un bambino “attuale” il cui sviluppo (meno veloce della traiettoria di un pugno) lo sta irreversibilmente conducendo verso l’evento parto e la fuoriuscita dal corpo della madre.
La differenza con il nostro esempio è che lo schivamento del pugno è, quasi sempre, cosa buona e giusta e salva l’integrità dei connotati del volto a cui il pugno era diretto.
Lo “schivamento” del bambino coincide, invece, con la sua uccisione
Il pugno in faccia che tu muovi contro la mia faccia è anche una potenziale rissa, perché io te lo dò indietro.
Lo hai scritto tu che lavori in una multinazionale. https://www.ingannati.it/info-e-contatti-2/
e non precisi quale: coda di paglia?
Inoltre, giacché ti ostini a insinuare che ho credenze sataniste, spiegami la simbologia del BionicEyeStudio, di impronta chiaramente massonica, che ti svilppa il web.
Vedo che sei tardo a capire la differenza tra vita umana potenziale e vita umana attuale: ma molto veloce nel farti infiammare il codone di paglia.
D’altro canto, torni immediatamente nel tuo (probabilmente simulato) torpore quando si tratta di capire chi è il tuo interlocutore: fai addirittura confusione tra me e Alberto, nostro ospite ed autore del libro “ingannati”.
E questa confusione è davvero inspiegabile, da parte di qualcuno che segua questo sito anche soltanto da un minimo di tempo: il che lascia pensare che ti sei (o ti hanno) “catapultato” qui solo e soltanto con la missione di alzare polvere sul tema dell’aborto.
Se è così, ho una brutta notizia per te: la missione è fallita, in quanto sei stato tanato.
E non serve continuare a sollevare polvere, con il richiamarti alla presunta massonicità del logo di chi ha realizzato questo sito.
Lascia che a parlare di massoni e massoneria sia chi è al servizio di Gesù e di Dio.
Tu, ad oggi, nel caso migliore sei solo al servizio del tuo io.
Veramente la voglia di polemica fa straparlare qualcuno. Rispondo a te che meriti, Fabio. Chi collabora al layout di questo sito ha un problema congenito ad un occhio, e con autoironia si è inventato il logo “bionic-eye”. Tutto il resto è voglia di far perdere tempo e di sviare l’attenzione da parte di chi non ha argomenti. E che prego, se legge, di interrompere volontariamente questa serie di vaneggiamenti inutili.
La spiegazione non mi era necessaria, Alberto.
Ma te ne ringrazio ugualmente e rendo Lode a Dio per avermi mostrato quanto l’accusa di massonicità possa essere facilmente strumentalizzata dal Suo avversario e da coloro che si fanno suo strumento.
A quello lì gli piace pazzamente “fare ammuina”, come si dice a Napoli, e sollevare polvere, così che non si vedano più le differenze e possano poi più facilmente nascere le divisioni non volute da Dio.
Il tentativo maldestro di dvd di utilizzare la “massoneria” per seminare zizzania e divisione, mi ricorda la piega infelice assunta dall’opera di Don Luigi Villa (per tanti altri aspetti meritoria, visto che aveva il compito di smascherare la Massoneria Ecclesiastica annidata in Vaticano) che vede simboli massonici e luciferini in tanti Progetti di Dio: come quello della Croce di Dozulé, che Gesù voleva fosse costruita dalla Sua Chiesa e che sarebbe stato il segno materiale e visibile a tutti dell’imminenza del Suo Ritorno.
Cosa intendi, Coscienza, quando dici che:
“chi segue le Sacre Scritture è sempre contro l’aborto”?
Ti limiti a intendere che non lo praticherebbe mai in prima persona (come madre o come medico) e si opporrebbe con tutto sé stesso/a a ché lo praticasse un suo caro (una figlia, una madre, una moglie, una sorella, una parente, un’amica; o un medico)?
Oppure ti spingi a considerare che sia dovere di un cristiano impegnarsi perché le leggi umane tornino a essere riflesso della Legge Naturale, scritta da Dio nei nostri cuori, prima ancora che nella Sacra Scrittura?
Ecco, tu lo hai detto!
Io aggiungo: la coscienza non è politica, ne movimento, ne ideale, ne un concetto, essa risiede in noi stessi per dono divino. Se per te dare un voto che sia contro l’aborto può lavarti la coscienza, allora fallo! Se per te informare la gente di ciò che moralmente accettabile, affinchè capiscano che è moralmente inaccettabile, allora fallo!
La legge c’è già ed è quella Divina.
Non uccidere.
Tutto ciò non vuol dire che possiamo farne un’altra, ma per coloro che volutamente si vorranno macchiare di questa atrocità, non potrai impedirlo, poichè non sanno quel che fanno.
—-
Vorrei che anche che tu rispondessi alla mia domanda.
Saluti
“La legge c’è già ed è quella Divina. Non uccidere.”
Sintetico e potente, grazie.
http://www.youtube.com/watch?v=MyQh085nl_w&feature=channel&list=UL
http://www.youtube.com/watch?v=xVTxlO3Ywbk&feature=fvwrel
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=cbkROvGj-4w
Il Fatto Quotidiano (quotidiano rosacrociano) ha tenuto in home page per quattro giorni l’articolo (con video incorporato) sulla manifestazione del no194 tenutasi lo scorso 2 novembre, che prevedeva una 24 ore di preghiera a favore della vita in oltre cinquanta località italiane, davanti ad ospedali o dentro le Chiese.
E’ stato l’unico quotidiano nazionale ad averlo fatto, gli altri essendo ancora pienamente nella fase dell’ignoramento.
Ma quelli del FQ, evidentemente, sono già passati alla fase successiva, quella del “puntamento”: da brave “truppe scelte” quali sono.
Ovviamente, nell’intervista a Pietro Guerini, si sono accuratamente premuniti di selezionare l’unico passaggio in cui commetteva un lapsus linguae, parlando di “alimentazione” invece che di “eliminazione”.
“Chirurgici” anche in questo, questi cari rosacrociani.
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/02/milano-manifestazione-flop-contro-laborto/209677/
Invito di cuore gli amici credenti che frequentano questo sito a inserire i loro commenti nel dibattito che è nato a margine all’articolo.
Io, Stefano e Marco vi siamo già entrati, a “sparigliare” l’opprimente atmosfera di falsità, menzogne, luoghi comuni, idee preconcette, mezze verità che vi regnava sovrana.
Ogni altro contributo dei sinceri cercatori di verità è bene accetto.
Sul fatto quotidiano, vedo che tuto si è arenato sul video che ho messo (giratomi da Giorgio Celsi del comitato No194 nazionale).
Volevo segnalare:
Renzi, l’aborto e il cimitero dei non-nati
http://blog.iodonna.it/marina-terragni/2012/11/21/6181/
abstract:
Interpellato sulla 194, Renzi dichiara di essere a favore “senza rimettere però in discussione l’obiezione di coscienza, che è anch’essa una libera scelta”. Riconosce che la legge è stata efficace, riducendo il numero degli aborti.
http://messaggidagesucristo.wordpress.com/2012/11/23/5-marzo-2011-tutti-i-cristiani-si-pentano-adesso-i-cattolici-preghino-per-papa-benedetto/
5 marzo 2011 – Tutti i Cristiani si pentano adesso, i Cattolici preghino per Papa Benedetto.
P
osted by Messaggi da Gesu Cristo ⋅ novembre 23, 2012
Archiviato in Falso profeta, Vaticano
Mia amata figlia prediletta, siamo ancora una volta insieme. Sei stata molto impegnata in questi ultimi giorni. Ti sei accorta della forza che ti sto dando, sia nella fede che nel fisico? Ciò avviene perché il tuo lavoro Mi è molto gradito. Mentre continui la pubblicazione di questi messaggi, incoraggia per favore tutte le persone che conosci a cercare presto la riconciliazione per i propri peccati. Non importa a quale fede Cristiana appartengano. Essi devono mostrare la loro umiltà e la loro fedeltà a Me attraverso l’atto di ricerca della redenzione.
Questo semplice atto li renderà più forti durante l’evento che Io chiamo l’Avvertimento. Pentitevi tutti per salvare le vostre anime. Preparatevi all’Avvertimento immediatamente poiché coloro che non sono in stato di grazia potrebbero non sopravvivere.
Mia amata figlia, desidero che continui a muoverti rapidamente per diffondere la parola riguardo a questi messaggi. Ti ho spiegato prima che essi devono essere dati a quante più persone possibile e nel minor tempo possibile. Allo stesso modo in cui si profila questo evento si avvicinerà anche un evento che riguarda il Santo Vaticano.
Chiedi a tutti di pregare per il Mio amato Santo Vicario, Papa Benedetto, perché è circondato dai nemici del Mio Eterno Padre. Pregate per i preti che non hanno mai vacillato nella loro fede verso di Me o verso il Mio Eterno Padre.
L’ascesa del falso profeta.
Avete bisogno di pregare intensamente adesso, poiché il risultato di questo attacco al Mio Santo Vicario sarà testimoniato da tutti voi.
Pregate, pregate, pregate affinché il Falso Profeta venga riconosciuto per quello che è. Fate attenzione al suo comportamento. Com’è attento nel conquistarvi. Il modo in cui i Miei sacri servitori, indotti in errore, cadranno ai suoi piedi in una beata contemplazione. Poi ascoltate attentamente ciò che ha da dire. La sua umiltà sarà falsa. Le sue intenzioni saranno maliziose e l’amore che esprimerà sarà solo per lui. Sarà considerato come un innovatore, dinamico, portatore di un soffio d’aria fresca. Sebbene motivato ed energico, i suoi poteri non gli verranno tuttavia da Dio, il Padre Eterno. Essi gli verranno da Satana. Il Maligno.
Pregate, pregate, pregate, poiché voi, figli Miei, dovete stare in guardia. Avete bisogno di farvi guidare da Me ora che queste profezie sono rivelate all’umanità. Siate forti, fedeli ai Miei Insegnamenti. Pregate in gruppi. Pregate il Santo Rosario per ottenere la protezione dal Maligno.
Ricordatevi di questa lezione. I Miei Insegnamenti non cambiano mai. Sono rimasti uguali a come sono sempre stati. Come ho detto prima, quando trovate che sono falsificati, edulcorati o, come succederà, deformati in modo che appare strano o in disaccordo con i Miei Insegnamenti, allontanatevene e pregateMi per ottenere consiglio.
Il Vostro Divino Salvatore
Gesù Cristo.
L’ultimo commento che avevo scritto in questa discussione riguardava la 24 ore di preghiera per la vita, organizzata dall’associazione di Giorgio Celsi (un combattente per la vita, amante della Verità e della Vita) e dal no194.
E di come il Fatto Quotidiano, quotidiano rosacrociano, fosse stato l’unico ad aver riportato la notizia (andando accuratamente a mostrare, dei 20 minuti e passa d’intervista fatti a Pietro Guerini, solo e soltanto i due minuti comprensivi di un lapsus: in cui diceva “alimentazione” invece di “eliminazione”).
Gli dà grandemente fastidio, all’Anticristo e al suo padre-padrone da cui trae il suo potere, che dei cattolici “svegli” sulle Matrici d’Inganno, Menzogno e Peccato si mettano a recitare il Rosario (l’Arma per eccellenza in questi nostri tempi, in cui gli apostoli degli Ultimi Tempi o sono mariani o non sono) e CONTEMPORANEAMENTE s’impegnino per l’abrogazione dell’abominevole 194.
Che siano cioé: Mosé e Giosué.
Senza stare ad ascoltare coloro che dicono: “bisogna solo pregare”.
Né, tantomeno, coloro che dicono: “pregare non serve a niente, bisogna solo buttarsi a pancia a terra a fare”.
Gli fa così senso e orrore che poi, appena, si rende conto che un Progetto come quello dei Borghi di Xenobia (Borghi Eucaristici che hanno al loro cuore una CAERP: quindi Gesù-Eucaristia e Maria-Tabenarcolo INDISSOLUBILMENTE divisi, così come Essi sono AB AETERNO; e Borghi che non possono che essere SGANCIATI dalle Matrici di Mammona: e quindi LIBERATI e LIBERANTI) sta iniziando ad far volgere di sé le menti ed i cuori di coloro che hanno le prime “fredde” ed i secondi “caldi” (e non il contrario): ecco che fa in modo che la si butti in caciara e ci si inizi ad accapigliare attorno ad un tema (quello degli eventuali Falsi Papi e Falsi Agnelli) dove, se non si ha la Grazia di un discernimento ferreo e soprattutto orientato dalla visione dell’imminente Venuta/Ritorno di Gesù (assieme a Maria), NON SI PUO’ che inciampare e capicollare.
L’unica vittoria che può ottenere l’Anticristo e il suo padre-padrone nei confronti di un Progetto di Dio come quello dei Borghi di Xenobia (il cui strumento umano è un vero e proprio uomo di Dio come il mio amico fraterno Marco Turi Daniele) è solo e soltanto questa: che i Borghi nascano, invece che all’insegna della liberazione da Mammona e del recupero INTEGRALE del Vangelo vissuto nella pratica quotidiana (che sono aspetti che non si possono DISGIUNGERE: sennò si cade fatalmente, prima o poi, nella schizofrenia spirituale che caratterizza uno come Rino Cammilleri e che ha caratterizzato tanti figli di Dio nel corso di questi duemila anni di storia; frutto incontrovertibile della quale è interessarsi dell’economia e delle politiche atte a sostenerla INDIPENDENTEMENTE da tutti gli altri aspetti della vita. E magari auto-giustificare questa schizofrenia spirituale pure con le Parole di Gesù, arrivando a strumentalizzare in tal senso, dopo averla estrapolata, la sua famosa frase “date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio”), all’insegna della denuncia che i Papi da Giovanni XXIII sono tutti Falsi Papi e -ERGO- Falsi Agnelli.
Facendo così diventare i Borghi di Xenobia un covo di sedevacantisti in preda all’odio ed al disprezzo della Chiesa “postconciliare” e del Papa.
Invece che la rete di “basi operative” (dove l’ “operatività” è sia umana che soprattutto sovrannaturale: il “motore” di un Borgo è infatti la CAERP che ne è il cuore) del Piccolo Resto al servizio della Chiesa di Gesù e del Papa che è di Lei il Capo visibile.
Borghi che invece che accogliere e sostenere il Papa quando egli si sgancerà dal Vaticano, magari andando in esilio da Roma: si troverebbero a vituperarlo ed infamarlo ancora di più, a quel punto “per aver atteso troppo” e per “non aver agito prima”.
E si configurerebbe, una volta ancora, un caso da manuale di DEGRADAZIONE ed IBRIDAZIONE di un Progetto di Dio, da parte del Suo avversario.
Dio non voglia che sia così.
Fabione, amico mio…. ti pare che Marco sia in preda all’odio? Qui mi sembra che ti prefiguri delle cose che stanno solo nella tua mente…. forse il rischio c’è, ma se pensi a uno come lui, ti pare verosimile il rischio che tracci?
Marco non è in preda all’odio: perché è un prediletto da Dio e chi odia, ipso facto, non è con Dio.
Tuttavia, Marco “è in preda” all’errore del sedevacantismo apocalittico.
Al punto da contravvenire persino ad una promessa fattami, di non avventarsi più in pubblico contro i Papi (anche se nel suo “foro interno” continua a considerarli falsi).
Ora, non mi stupisco che “nessuno” faccia una promessa (peraltro non sollecitata da nessuno) e poi clamorosamente non la mantenga, smentendo sé stesso;
ma mi si strazia il cuore a vedere che ciò succede con mio fratello Marco.
Perché so fin troppo bene (e per continua e ripetuta esperienza personale), come uomo e come cristiano: che laddove si cede alla bugia e si smentisce la parola data, è perché si sta facendo spazio al padre della menzogna.
Dove c’è la menzogna, c’è satana.
Si può girare tutto il mondo, per evitare di fronteggiarla, questa verità: ma poi, alla fine, sempre davanti a lei ci si ritrova.
La menzogna può essere piccola, e allora si è dato un piccolo spazio a Satana.
Ma, nel caso di Marco (che ha avuto il merito di aderire alla Grazia che l’ha sempre preservato dalle catene di Mammona), di “piccolo” non c’è veramente niente.
Io, che lo conosco, posso dire che TUTTO è GRANDE, in Marco.
Perché ha fondato TUTTA la sua vita sull’amore verso Gesù e Maria.
Ecco perché, nel suo caso, il venire meno ad una promessa fatta (e relativa al sedevacantismo apocalittico): è appunto un frutto incontrovertibile che denota la qualità dell’albero (ancora una volta: lo stesso sedevacantismo apocalittico).
Perché il criterio che ci indica Gesù (“dai frutti li riconoscerete”) prima ancora che alle persone che si dichiarano profeti va applicato alle idee, che hanno una connotazione “profetica” (così come fu per il comunismo, che era sicuramente “profetico”: ma i cui frutti hanno dimostrato la sua falsità)
Quindi, ti chiedo io a te, Alberto.
Ammesso e NON CONCESSO (per il puro e semplice fatto che nessuno ha mai DIMOSTRATO che uno qualsiasi dei cinque ultimi Papi abbia CONTRADDETTO, tanto più se ex cathedra, uno iota del Deposito del Deposito della Fede e della Legge Morale) che Benedetto XVI sia un Falso Papa, assieme ai suoi quattro predecessori: quale motivazione ULTERIORE dovrebbe fornire tale consapevolezza ad una persona (e parliamo dei cristiani cattolici: perché il nucleo dei fondatori di un Borgo è anche quello degli adoratori nelle CAERP) per aderire al Progetto dei Borghi Eucaristici?
Qual’è la necessità di “agganciare” i Borghi di Xenobia (concepiti ma non ancora venuti alla luce) alla “denuncia” che il Papa attuale sia un Falso Papa (ammesso e NON CONCESSO, come detto sopra, che lo sia)?
Rosario…sicuro…quello che la Nostra+Cara+Nonna…
appellava…” Korona “…e,Ocio a non fraintender…
è certo Arma Vincente,ma solo e soltanto quando
sia nelle mani di un Fedele che sia per la…
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DIVINA+MONO+ARKIA…DI+DIRITTO+DIVINO..
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mentre il Cielo non lo ascolta di certo,
se recitato da…” laici-repubblicani-democratici “…
seguaci del diabolico diritto satanico…
che son proprio loro,quei bastardi cani maledetti,
da impalar tutti,ma proprio tutti,senza alcuna pietà,
visto che loro,vigliacchi,non ce l’hanno,verso il concepito,
verso il nascituro,che ammazzan nel grembo materno…
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ad averci imposto l’orrendo aborto…per legge,addirittura…
cosa davvero inconcepibile,ai tempi della Monarkìa…!!!
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Per quelli che si trovano a Milano, Torino, Padova, Roma, Catania: appuntamento per il 5 gennaio
http://messaggidagesucristo.wordpress.com/2012/08/04/29-luglio-2012-il-peccato-dellaborto-causera-la-caduta-di-molte-nazioni-e-per-questo-saranno-punite-severamente/
29 luglio 2012 – Il peccato dell’aborto causerà la caduta di molte nazioni e per questo saranno punite severamente.
Posted by Messaggi da Gesu Cristo ⋅ agosto 4, 2012
Archiviato in aborto
Mia figlia amatissima, l’apostasia nel mondo ha confuso i figli di Dio circa l’esistenza del peccato.
Molte anime, quando pensano al peccato, istantaneamente pensano ai più gravi peccati come l’omicidio.
Il peccato prende molte forme. Tristemente, poiché il peccato è stato sminuito come colpe o caratteristiche, è ora ritenuto essere solo una debolezza naturale. Molti non credono più nel peccato.
L’aborto, dopo l’assassino del proprio fratello, è la più grande forma di genocidio nel mondo. Eppure non solo è tollerato ma leggi sono presentate dalle vostre nazioni che lo ritengono una necessità.
E’ il peccato dell’aborto che causerà la caduta di molte nazioni e per questo saranno punite severamente.
L’aborto è un atto spregevole e cancella generazioni di figli di Dio che non possono difendersi da soli.
Nessuno ucciderà un figlio di Dio ed eviterà una severa punizione.
L’ira di Mio Padre sarà testimoniata da quelle nazioni, che hanno legalizzato l’aborto, durante il Castigo.
Saranno cancellate e nessuna compassione sarà mostrata loro poiché esse non hanno mostrato alcun rimorso per questo peccato mortale quando hanno legalizzato l’uccisione nel grembo dei figli di Dio.
Mi rivolgo a tutti quelli che abilmente provano a liberalizzare l’aborto come qualcosa che è necessaria per proteggere i diritti di una madre. Menzogne vengono usate per camuffare l’atrocità dell’aborto che viola la Legge di Dio.
Per questo peccato, qualsiasi legislatore, dottore o persona qualsiasi che contribuisce in qualche modo a questo abominevole atto, è colpevole agli occhi di Dio e soffrirà la punizione che gli spetta.
Per quelli che legalizzano l’esecuzione dico questo.
Voi, che condannate un uomo a essere ucciso, siete colpevoli dello stesso crimine del quale egli può essere colpevole.
Siete colpevoli di omicidio in questo caso e in peccato mortale. Non vi è dato il diritto di prendere una vita. O di giudicare. Solo Io, Gesù Cristo, ho il diritto di giudicare.
Chiunque contribuisca alla morte di un omicida, attraverso l’atto dell’esecuzione soffrirà nel fuoco dell’inferno per l’eternità, a meno che non si penta. Così tanti di voi credono nella legge occhio per occhio. Quanto siete nell’errore. Non accettate i Comandamenti di Mio Padre? Non uccidere.
“Non uccidere” si applica anche a quegli eserciti aggressivi che marciano in terre che non appartengono loro, per controllarle. Si applica agli eserciti che sparano e uccidono anime innocenti. Tutto ciò è omicidio. E’ contro la legge di Mio Padre.
Altri peccati come avidità, lussuria, parlar male degli altri, privare la gente di ciò che le appartiene di diritto, vendicare e calunniare, portano a tutti gli altri peccati. Diventano accettabili nel vostro mondo oggi perché il vostro più grande amore è per voi stessi.
La bugia, che siete stati forzati a inghiottire dai vostri falsi maestri, l’autogratificazione, è la vostra strada per il peccato. Vi è stato detto che dovete spendere il vostro tempo soddisfacendo la vostra fame di benessere.
Vi è stato detto che dovete guardare a voi stessi – che siete le persone più importanti della vostra vita.
Dovete cercare qualsiasi cosa soddisfi tutti i vostri sensi. Chiunque altro viene dopo.
Questo porta ad avidità, egoismo, lussuria e potete essere attirati a commettere peccato mortale.
Il peccato sarà ora accettato dalle vostre nazioni come mai prima. Leggi saranno introdotte che legalizzano il peccato mortale e guai a quelli di voi che obietteranno.
Quelli che difenderanno questa malvagità vi diranno che queste leggi servono a proteggere i deboli quando, infatti, tutto ciò che fanno è legalizzare l’omicidio, l’aborto, il matrimonio omosessuale e l’idolatria dei falsi dei.
Legalizzeranno la persecuzione del povero e li getteranno in strada per allontanare i poveri da loro.
Porteranno leggi che vi forzeranno a smettere di praticare la vostra religione. Facendo ciò quindi infrangerete le leggi – un peccato ai loro occhi.
Come vi ho detto prima il vostro mondo è così pieno di non credenti che il bene è presentato come male e il male come bene.
Il vostro mondo è capovolto e, come risultato, il peccato fiorisce.
Vi spingo a tornare e a studiare i Dieci Comandamenti. Obbedite ad essi e vivete come se ci si aspetti questo agli occhi di Mio Padre.
Infrangete i Comandamenti e peccherete. Dite che certi peccati sono giusti e sfiderete Mio Padre. L’obbedienza alla Legge di Dio è debole e fragile nel mondo in questo tempo.
Molti dei figli di Dio non hanno sentito parlare fermamente, dai Miei servitori consacrati, delle conseguenze del peccato.
La tolleranza del peccato è il più grande peccato di tutti. La tolleranza è una astuta bugia piantata nelle menti dell’umanità dal re della menzogna, satana.
La tolleranza è un altro modo di giustificare il peccato per adattarlo alla debolezza umana per soccombere alle tentazioni di satana. Svegliatevi e accettate il peccato per quello che è.
Parlate tra voi e difendete il peccato quanto volete ma non sarà mai accettabile agli occhi di Mio Padre.
Per entrare in Paradiso dovete essere liberi dal peccato.
Per diventare liberi dal peccato dovete pentirvi.
Per pentirvi dovete prima accettare i Dieci Comandamenti.
Dopo dovrete mostrare pentimento.
Il vero pentimento può essere sentito solo da quelli che si umiliano davanti a Me.
Solo allora il peccato è perdonato.
Solo allora le anime sono adatte per entrare nel Regno di Mio Padre.
Il vostro Salvatore,
Gesù Cristo
DEO+GRATIAS,per nostra bona sorte,
non ci son fra noi equivoci di sorta,
sia sul tema della Moneta che dell’Aborto,
che son certo indissolubilmente connessi,
entrambi funzionali alla tattica e strategia
del Falsario,al sordido fine di limitar le nascite…
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rarefacendo la Moneta nelle tasche dei Padri…
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ed ammazzando i nascituri nei ventri delle Madri !
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Aborto…il più orrendo,vile,odioso dei crimini…
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che è stato addirittura sancito per laica legge umana,
cosa che sarebbe stata impossibile,in Monarchìa,
ove ancora vigeva la Legge di Diritto+Divino…
mentre è stato fattibile quando Essa è caduta,ahinoi,
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soppiantata dalla…”repubblica-laida-democratica”,
della diabolica “demo-crazia”di “diritto” satanico…
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E CHE L’ETERNO,A LUI PIACENDO,
VOGLIA TOSTO DISTRUGGERLA…
AMEN…ALLELUJA…!!!
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Ocio ai…”Segni”…Amigos…
che si van vìa vìa…moltiplicando !
Ché sta emergendo,là proprio ove Tutto principiò,
Sei+Mila anni or sono,circa,secondo gli Storici,
in quel di Gitto,lo Scontro finale,decisivo,fatale,
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fra i moderni fautori della..”demo-crazia”…
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la diabolica tirannìa di “diritto” satanico…
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che schiavizza i popoli tramite il fantomatico Debito,
legittimando l’Aborto,poi,per limitarne il numero …
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e gli Eredi della Legittima Monarchìa Assoluta,
quella fondata sul Divin Assoluto Diritto,illo di…DIO…
che certo abbatterebbe …sìa l’Aborto…sìa il Debito…
e tante altre schifose cose ancora…DEO+VOLENTE…!!!
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E lungi da me l’intenzione di volerVi terrorizzar,Amigos…
ma qualora non si dovesse ritornar Tutti,ma proprio Tutti,
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sotto la…” AVCTORITAS “…del Sommo+Sacerdote
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sotto la…” POTESTAS “…del…Supremo+Sovrano
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sarebbe certo decretata la Fine di Questo Mondo…
e Nessuno mai potrebbe,pur volendo,impedirlo…!!!
https://www.youtube.com/watch?v=aR0HKjwO20w
http://www.youtube.com/watch?v=MyQh085nl_w
“Quando una nazione distrugge le sue piccole vite che hanno ancora da nascere per il timore di non essere in grado di mantenerle ed educarle in salute, questa è la più grande povertà”.
E’ questo, Alberto, un vero e grande e omnicomprensivo programma politico. Anzi: Politico.
Prova a parlarne con Monia, che è una donna ed un’amante della verità.
E vedi che succede.
Le sorprese accadono, se lasciamo al Signore uno spazio anche minimo per farle accadere.
Benedetto XVI: “Le leggi su eutanasia e aborto sono minacce per la pace”
http://www.repubblica.it/esteri/2012/12/14/news/papa_aborto-48729306/?ref=HREC1-2
http://www.ilgiornale.it/news/interni/papa-i-matrimoni-gay-ferita-giustizia-e-pace-865310.html
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/benedetto-xvi-benedict-xvi-benedicto-xvi-pace-peace-paz-20639/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/14/papa-matrimoni-gay-sono-ferita-alla-giustizia-e-alla-pace/446131/?preview
COME SI FA CREDERE CHE DESIDERATI UN VERO CAMBIAMENTO PER LA VITA, mentre divisi dentro di voi, dividette la vita fuori?
Fatte ciò che le religioni fanno, DIVIDONO, predicando un così detto UNICO DIO, ognuna creandosi il suo Dio(uno meglio dell’altro).
L’UNIONE è LA VERA FORZA, dentro l’essere umano, che di conseguenza recupera la sua Integrità e umanità.
Elena in Nome della Vergine Immacolata, Maria Santissima, Madre di Dio, augusto Tabernacolo, correggi il tiro.
Di esoterismo ne abbiamo fin sopra i capelli! Se vuoi sfogarti vai su facebook. Se vuoi comprendere, invece, sii umile e qui troverai molti amici!
Grazie
Parusìa
in Gesù Adveniente e Maria CorRedentrice
La parzialità divide..
MUOIONO 825 MILIONI di ESSEREI UMANI, CONSEGUENZA dell’INDIGENZA(dato FAO), all’anno, l’ABORTO E LA VIOLENZA, SONO CONSEGUENZA DI UNO STATO DI PAURA(povertà, inadeguatezza, emarginazione ecc) nel quale vive l’ESSERE UMANO.
L’ESSERE UMANO è UNO e la VITA ha la sua dignità.
E la PAURA si si alimenta con l’inganno. Per questo è bene conoscere e svelare gli inganni.
Certamente, ingannare è fondamentale per sedurre le coscienze e annebbiarle. E ingannare l’istinto di protezione di una mamma verso il figlio che cresce nel suo seno è una delle violenze più terribili che l’uomo abbia potuto pianificare. Non sono mai riuscita a spiegarmelo, è qualcosa di così innaturale rinnegare la vita che porti in seno…
http://www.adorto.com/download/Vivere%20o%20uccidere%20una%20vita%20-%20Testimonianza%20dettagliata%20di%20un%20aborto.pdf
http://www.adorto.com/articoli/delit1.htm
L’ABORTO NON E’ UN DIRITTO MA UN DELITTO
Fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato ha tali caratteristiche che il Concilio Vaticano II lo definisce abominevole.
L’accettazione dell’aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è il segno di una pericolosissima perdita della capacità di distinguere tra il bene e il male, anche quando si tratta del diritto fondamentale alla vita.
Di fronte ad una situazione così grave bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. Nel caso dell’aborto si nota la diffusione di parole ambigue che tendono a nasconderne la natura, ad attenuarne la gravità. Invece di parlare di aborto si dice: interruzione della gravidanza.
Questo modo di parlare, oltre che voler ingannare l’opinione pubblica, forse nasconde un certo disagio della coscienza. Ma nessuna parola può cambiare la realtà. L’aborto procurato è l’uccisione deliberata, comunque venga attuata, di un essere umano nel tempo compreso tra il concepimento e la nascita.
L’aborto è un delitto che assume una particolare gravità perché viene soppresso un essere umano che si affaccia alla vita, il più innocente tra tutti, che non può essere considerato un aggressore e tanto meno un ingiusto aggressore. Questo essere umano è debole, inerme, privo anche di quella minima forma di difesa che è data dal pianto del neonato. E’ totalmente affidato alla protezione e alle cure di colei che lo porta in grembo. Eppure spesso è proprio lei, la madre, a chiederne la soppressione o a procurarla.
Accanto alla madre ci sono spesso altre persone che hanno la responsabilità dell’aborto. Prima viene il padre, quando spinge la donna all’aborto o quando la lascia sola di fronte ai problemi della gravidanza: in tale modo la famiglia viene ferita mortalmente e profanata come comunità di amore, chiamata ad essere santuario della vita.
Ci sono le sollecitazioni di parenti e amici, cosicché la donna è sottoposta a pressioni talmente forti da sentirsi psicologicamente costretta a cedere all’aborto.
Responsabili sono pure i medici e il personale sanitario, quando mettono a servizio della morte la competenza acquisita per promuovere la vita.
La responsabilità è anche dei legislatori che hanno promosso e approvato leggi abortive e degli amministratori delle strutture sanitarie utilizzate per praticare gli aborti, nella misura in cui la cosa dipende da loro.
La responsabilità si allarga a coloro che hanno favorito il diffondersi di una mentalità di permissivismo sessuale e disistima della maternità, che non hanno promosso politiche familiari e sociali a sostegno delle famiglie, soprattutto di quelle numerose o con difficoltà economiche ed educative, alle istituzioni internazionali, fondazioni e associazioni che si battono con ogni mezzo per la legalizzazione e la diffusione dell’aborto nel mondo.
In tal modo l’aborto va oltre la responsabilità delle singole persone e assume una dimensione sociale: è una ferita gravissima fatta alla società e alla sua cultura da coloro che dovrebbero esserne i costruttori e i difensori. E’ una enorme minaccia contro la vita, non solo di singoli individui, ma anche dell’intera civiltà. Nella società così organizzata e diretta vi è una struttura di peccato contro la vita umana non ancora nata.
Alcuni tentano di giustificare l’aborto sostenendo che il frutto del concepimento, fino ad un certo numero di giorni, non può essere considerato una vita umana personale. In realtà, dal momento in cui l’ovulo è fecondato, inizia una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo è stato fin da allora. A questa evidenza di sempre la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trovi fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: una persona con le sue note caratteristiche già ben determinate. Fin dalla fecondazione è iniziata l’avventura di una nuova vita umana che richiede tempo per completarsi. Anche se la presenza di un’anima spirituale non può essere rilevata dall’osservazione di nessun dato sperimentale, sono le stesse conclusioni della scienza sull’embrione umano a fornire una indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale fin da questo primo comparire di una vita umana: le conclusioni della scienza sull’embrione dicono che si tratta di un individuo umano e, se è tale, è anche una persona umana.
Del resto, basta la probabilità di trovarsi di fronte a una persona per giustificare la proibizione assoluta di ogni intervento tendente a sopprimere l’embrione umano. Proprio per questo la Chiesa ha sempre insegnato che al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è dovuto all’essere umano.
La Sacra Scrittura non parla mai di aborto volontario e quindi non presenta condanne dirette e specifiche in proposito. Ma mostra una tale considerazione dell’essere umano nel grembo materno per cui è giusto pensare che anche ad esso si estenda il comandamento: non uccidere.
Essa mostra che l’uomo fin dal grembo materno appartiene a Dio che tutto conosce, che lo vede mentre è ancora un piccolo embrione informe e che in lui intravede l’adulto di domani i cui giorni sono contati e la cui vocazione è già scritta nel libro della vita (cfr. Salmo 139, 1.13-16).
La Chiesa dalle origini si è opposta all’aborto e all’infanticidio, praticati ampiamente nel mondo greco-romano, e ha colpito con sanzioni coloro che si macchiavano della colpa dell’aborto. Anche oggi punisce l’aborto con la pena della scomunica. Con tale sanzione la Chiesa indica questo delitto come uno dei più gravi e pericolosi, spingendo così chi lo commette a ritrovare la strada della conversione.
In Italia, secondo i dati forniti dal ministero della sanità, dal 1978 al 1999, gli aborti legalizzati furono 3.818.383.
A questi si devono aggiungere altri 840.000 aborti clandestini, praticati negli anni sopra indicati. Ed è una stima più per difetto che per eccesso.
Tra aborti legalizzati e clandestini, dal 1978 al 1999, in Italia furono uccisi 4.658.383 bambini. Se si fosse data la sepoltura a tutti questi bambini uccisi, come si doveva, (e dire che ci sono cimiteri per i cani e altri animali), si sarebbero dovute costruire 4.658.383 bare e altrettante tombe. Quale immenso cimitero!
Agli aborti clandestini e legalizzati bisogna aggiungere quelli procurati con i prodotti chimici, con la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, senza ricorrere all’aiuto del medico. Anche questi sono veri aborti, anche se alcuni si ostinano a dire che tali farmaci sono soltanto contraccettivi, perché impediscono l’inizio della gravidanza. Ignoranza o malafede? La pillola del giorno dopo impedisce che l’ovulo fecondato si annidi nell’utero, dove trova la sua sede naturale per continuare il suo sviluppo e così lo si uccide. In tale caso è l’uccisione di un essere umano, come è già stato detto.
L’Italia ha un triste primato non solo in Europa, ma anche nel mondo ed è quello della denatalità, con le conseguenze anche di carattere sociale ed economico che ne derivano. Se noi avessimo i quattro milioni di italiani uccisi con l’aborto procurato con l’aiuto del medico, senza contare quelli uccisi con i prodotti chimici, oggi non avremmo bisogno di immigrati, considerati da alcuni una preziosa risorsa. La vera ricchezza l’avevamo ed è stata buttata tra i rifiuti. E’ stato compiuto un genocidio, una distruzione in massa di bambini italiani che tendevano alla vita con tutte le loro forze.
Se il nostro sguardo si allarga agli altri Paesi del mondo, noi vediamo che gli aborti ogni anno raggiungono la cifra spaventosa di decine e decine di milioni.
Lo sterminio di bambini innocenti si sta compiendo con leggi di morte, tra l’indifferenza dell’opinione pubblica e il silenzio quasi totale del Popolo di Dio.
“Bisogna abbandonare la mentalità rinunciataria che ritiene quelle leggi inevitabili, quasi una necessità sociale, perché esse costituiscono un germe di corruzione della società e dei suoi fondamenti. Occorre non lasciare nulla di intentato per eliminare il delitto legalizzato o almeno limitarne il danno, mantenendo viva la consapevolezza del dovere di rispettare il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale, di ogni essere umano, fosse anche l’ultimo e il meno dotato.
La Chiesa si deve impegnare a fondo per un cambio di mentalità in questa materia sapendo che una autentica pastorale della vita non può essere delegata solo a movimenti specifici, pure meritori, operanti nel campo socio-politico, ma deve sempre restare quale parte integrante della pastorale ecclesiale a cui spetta il compito di annunciare il Vangelo della vita”. Così parlava Giovanni Paolo II, il 14 febbraio 2000, ai membri della Pontificia Accademia per la vita, a cinque anni dalla pubblicazione dell’Enciclica “Evangelium Vitae”.
Il Papa, nella stessa enciclica, così scrive: “Essere al servizio della vita per noi non è un vanto, ma un dovere. E’ un impegno che riguarda i singoli e tutta la comunità ecclesiale. Tutti insieme sentiamo il dovere di annunciare il Vangelo della vita con le diverse iniziative e strutture di sostegno e di promozione”.
Urgono una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico, per mettere in atto una grande strategia a favore della vita. Tutti insieme dobbiamo costruire una nuova cultura della vita. Nuova perché in grado di affrontare e risolvere i problemi di oggi circa la vita dell’uomo, nuova perché fatta propria da tutti i cristiani, nuova perché capace di suscitare un serio, coraggioso confronto culturale con tutti. Si deve cominciare a rinnovare la cultura della vita all’interno della stessa comunità cristiana. Troppo spesso i credenti, perfino quanti partecipano alla vita ecclesiale, dissociano la fede cristiana dalle sue esigenze etiche a riguardo della vita e giungono così a comportamenti inaccettabili. Con lucidità e coraggio si deve vedere qual’è la cultura della vita diffusa oggi tra i singoli cristiani, le famiglie, i gruppi e le comunità delle diocesi. Con altrettanta chiarezza e decisione si devono individuare le attività che è necessario fare per arrivare alla verità piena sulla vita.
E’ enorme la sproporzione tra i mezzi di cui sono dotate le forze operanti a sostegno della cultura della morte e quelli di cui dispongono i promotori della cultura della vita. Tuttavia noi confidiamo sull’aiuto di Dio, al quale nulla è impossibile. Perciò è urgente una grande preghiera per la vita nel mondo intero. Con iniziative straordinarie e nella preghiera abituale, da ogni comunità cristiana, da ogni gruppo o associazione, da ogni famiglia e dal cuore di ogni credente, si elevi una supplica appassionata a Dio creatore e amante della vita. Gesù stesso ci ha mostrato col suo esempio che la preghiera e il digiuno sono le armi principali e più efficaci contro le forze del male (cfr. Matteo 4,1-11).
Ritroviamo dunque, l’umiltà e il coraggio di pregare e digiunare, per ottenere che la forza che viene dall’Alto faccia crollare i muri di inganni e di menzogne che nascondono agli occhi di tanti nostri fratelli e sorelle la natura perversa di comportamenti e di leggi ostili alla vita e apra i loro cuori a propositi e azioni ispirate alla civiltà della vita, dell’amore.
E mentre, come popolo della vita e per la vita, camminiamo fiduciosi verso un nuovo cielo e una nuova terra, come è scritto nel libro dell’Apocalisse, volgiamo lo sguardo alla Madre di Dio e nostra, segno di sicura speranza e di consolazione.
Una conferma, inequivocabile, del fatto che ogni aborto volontario è un sacrificio voluto da satana e dalle sue legioni, e a loro offerto.
http://gloria.tv/?media=286252
[…] No194: l’aborto è omicidio […]
Caro Rosario, proseguo qui il nostro confronto sull’aborto volontario, avviato nella discussione “confessioni di un ex abortista” ed arrivato alla tua seguente risposta (alla mia domanda su quale fosse, sul piano della sola Ragione, il ti-con-zero a partire dal quale esiste un nuovo essere umano):
https://www.ingannati.it/2013/05/09/confessioni-di-un-ex-abortista/#comment-7679
Ricambio il grazie, Rosario, per lo stesso motivo.
Ma a questo punto sono io a chiederti di non fare più riferimenti alla Fede e di restare sul piano della Ragione.
Su questo piano, quindi, affermi di non trovare la risposta alla domanda su quale sia il ti-con-zero.
E allora ti faccio un’altra domanda: qualora pervenissi alla risposta che tale ti-con-zero coincida con il concepimento (i.e: fusione del gamete maschile nel nucleo del gamete femminile), continueresti a considerare l’aborto volontario come “scelta”, per quanto “terribile”, che rientra nella normale facoltà di scegliere di una donna?
O invece come soppressione di un essere umano?
Che si può “scegliere”, certo (e in qualsiasi momento possiamo “scegliere” se uccidere chi ci è vicino o chi ci incrocia la strada) ma non per questo è “lecito”?
Più in sintesi, ti chiedo se consideri valida quest’implicazione logica:
SE il ti-con-zero coincide con in concepimento ALLORA l’aborto volontario è illegittimo ergo da abrogare la “legge” che lo “legalizza”.
Come vedi, siamo solamente e puramente sul piano della Ragione (o, se preferisci: della ragione).
Restiamoci, te lo chiedo per favore.
E vediamo dove arriviamo.
Un caro saluto e buona domenica
Non potendo essere andato alla Marcia per la vita, do il mio contributo così:
http://roma.corriere.it/dilatua/cronaca/articoli/2013/05/12//marcia-per-lavita-roma-alemanno-famiglia_full.shtml
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/12/roma-anti-abortisti-in-marcia-siamo-30mila-polemica-tra-alemanno-e-marino/591524/
Il Fatto Quotidiano ha “raddoppiato”:
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/05/12/roma-sfila-lorgoglio-antiabortista-sacconi-moratoria-su-temi-etici-o-governo-rischia/232088/
Invito gli amici del sito a farsi vivi tra i commenti.
Con l’avvertenza di non buttarla, se possibile, sul piano della Fede e della religione.
Grazie di cuore
http://www.tempi.it/irlanda-legge-aborto-al-voto-kenny-fine-gael-parlamentari-dissidenti-savita-halappanava#.UdOnRqyRqwE
Anche in Irlanda, la legge con la quale si vorrebbe introdurre la soppressione del concepito nel novero dei “diritti” e della “facoltà di scelta”, si chiama: “legge per la protezione della vita durante la gravidanza”.
Così come la “loro” 194/78 è ispirata al principio della “tutela della maternità”.
Restiamo umani.
E quindi conserviamo gelosamente il nostro linguaggio, affinché resti strumento per esprimere la verità e la realtà.
http://www.tempi.it/blog/oggi-chesterton-festeggia-il-suo-compleanno-insieme-a-59-il-neonato-cinese-buttato-nelle-fogne-e-salvato#.UdOzxKyRqwE
Oggi Chesterton festeggia il suo compleanno insieme a 59, il neonato cinese buttato nelle fogne e salvato
maggio 29, 2013 Annalisa Teggi
http://cdn.tempi.it/wp-content/uploads/old_post/chesterton460-jpeg-crop_display-345×207.jpg
Il 29 maggio 1874 nasceva Gilbert K. Chesterton e, dunque, oggi è il suo compleanno. Auguri. E penso che lui stesso sarebbe molto lieto di condividere la gioia di questa ricorrenza esultando per la notizia che in Cina un neonato, gettato nelle condutture di scarico di un bagno, è stato salvato. Per lui la nascita è stata davvero un’avventura e ha sentito fin troppo presto il significato emblematico con cui noi diciamo “venire alla luce”: il senso di questa espressione lo hanno riscoperto anche quelli che gli sono andati in soccorso, i vicini di casa che hanno sentito i suoi vagiti dentro il tubo e i pompieri che hanno scavato, tagliato e faticato per riportarlo, davvero, alla luce.
Ora il suo nome è solo 59, dal numero dell’incubatrice in cui è stato messo, ma non è senza nome – perché forse il segno eclatante di eventi come questo fa ricordare a tutti noi il nostro nome, il nostro esserci, il nostro compleanno. Questi fatti di cronaca sono quelli in cui, guarda caso, anche i giornali più moderati e seri tirano sempre fuori dal cassetto la parola miracolo. Ma è vero, perché – a ben vedere – tutti siamo vivi per miracolo. Dunque auguri a Chesterton e benvenuto a 59, le cui voci (e vagiti) oggi cantano all’unisono qualcosa che non è mai male ripetersi:
http://www.tempi.it/aborto-per-salute-donne-e-neonati-meglio-paesi-contrari-interruzione-gravidanza#.UdO9jayRqwE
Per la salute delle donne e dei neonati sono meglio i paesi contrari all’aborto
giugno 22, 2013 Benedetta Frigerio
Uno studio pubblicato dal Journal of American Physicians and Surgeons esamina i casi dell’Inghilterra e dell’Irlanda che hanno legislazioni opposte sull’aborto. Con risultati sorprendenti
Circa una donna su tre in Inghilterra ricorre all’aborto almeno una volta nella sua vita. In Irlanda circa una su dieci. È una delle conclusioni contenute in uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica Journal of American Physicians and Surgeons e condotto da Byron C. Calhoun (West Virginia University-Charleston), John M. Thorp (University of North Carolina) e Patrick Carroll (del britannico Pension and Population Research Institute). Prendendo in considerazione le popolazioni femminili dei paesi del Regno Unito, che hanno diverse legislazioni sull’interruzione volontaria di gravidanza, la ricerca dei tre sfata alcuni miti sull’argomento.
MORTALITÀ MATERNA. In Irlanda per esempio, dove l’aborto è permesso solo in caso di rischio di vita della donna, il numero degli aborti continua a rimanere basso, nonostante le donne siano libere di andare in Inghilterra per interrompere la gravidanza. Ma non è tutto. Perché secondo i tre studiosi la mortalità materna per le donne inglesi è doppia rispetto a quella delle irlandesi. L’esatto contrario di quanto teorizzano gli abortisti, che accusano i movimenti pro life di crudeltà nei confronti delle donne: in Inghilterra, dove le regole sull’aborto sono tra le più blande al mondo, negli ultimi dieci anni il tasso medio di mortalità materna è stato di 6 su 100 mila, in Irlanda di 3 su 100 mila.
PARTI PREMATURI. Un altro dato interessante rilevato dalla ricerca riguarda il rischio di parti prematuri (con relativo pericolo di paralisi cerebrali): anche questo è maggiore nei paesi che hanno “liberalizzato” l’aborto. In Irlanda, invece, il numero dei neonati in salute è più alto: «Negli ultimi quarant’anni di aborto legale nel Regno Unito l’interruzione di gravidanza è cresciuta parallelamente alle morti al parto, ai parti prematuri, ai nati sottopeso e alle paralisi cerebrali». Mentre in Irlanda accade appunto il contrario. Alla pratica dell’aborto si è dunque associata nel tempo una minore attenzione al valore del bambino e della madre.
STABILITÀ DI COPPIA. Inoltre, osservano i ricercatori, «in Irlanda il numero delle donne senza figli che abortiscono è la metà rispetto alla stessa categoria inglese». E questo, secondo gli autori, sarebbe legato al fatto che in Irlanda le donne sole in proporzione al totale della popolazione sono molte meno che in Inghilterra, e i matrimoni sono più stabili. Ma anche le donne single abortiscono più raramente in Irlanda, si legge nello studio, perché mentre in Gran Bretagna le coppie non sposate in caso di gravidanza inattesa spesso scelgono di ricorrere all’aborto, per gli irlandesi la soluzione preferita all’”imprevisto” è il matrimonio.
http://www.youtube.com/watch?v=uCX-tLqETpk
http://www.paroladiugo.it/2013/07/05/si-sieda-sul-water-e-non-guardi-giu-puliamo-tutto-noi-ecco-laborto-fai-da-te-in-america/
«Si sieda sul water e non guardi giù, puliamo tutto noi». Ecco l’aborto fai da te in America
Posted by Parola diUgo on 05/07/2013 in Attualità
Un nuovo video di Live Action svela la crudeltà delle interruzioni di gravidanza nei primi giorni di vita del bambino
Il gruppo pro life “Live Action” ha pubblicato la sesta di una serie di inchieste video che mirano a rendere noto al grande pubblico – dopo il clamoroso processo al medico abortista Kermit Gosnell, condannato per crimini orribili sui neonati e sulle donne – quello che avviene normalmente nelle cliniche abortive degli Stati Uniti.
In quest’ultimo documentario Live Action rivela la crudeltà dell’aborto quando questo è effettuato su bambini alle prime settimane di vita: il protocollo seguito dai medici in questi casi è altrettanto terribile e per di più, diversamente da
quanto accade per l’aborto chirurgico, la donna è lasciata sola a vivere in piena coscienza tutto quello che avviene.
La procedura abortiva descritta nel filmato è quella basata sul ricorso a sostanze medicinali letali per il bambino. Si tratta di un metodo che comprende l’induzione del parto: con un ago inserito nel ventre della madre vengono iniettate sostanze velenose nel liquido amniotico e con altri medicinali si provocano le doglie per l’espulsione del bambino morto.
Il documentario è costruito con le registrazioni di conversazioni telefoniche intercorse fra le pazienti e i medici della Southwestern Women’s Options Clinic di Albuquerque, nel New Mexico. Il video contiene immagini piuttosto forti.
Qui di seguito proponiamo una nostra traduzione dei dialoghi.
Telefonata 1 Medico: Quello che sappiamo è che lei è alla ventisettesima settimana. Donna: Oh davvero? Medico: Sì, quindi è a circa un mese da… sì, effettivamente, lei è un mese avanti rispetto a quanto credeva. Questo cambia i suoi sentimenti al riguardo? Donna: È solo che non sapevo di essere così… così avanti, ma c’è differenza? Medico: È differente la procedura… è fatta di… induciamo il parto. Così partorirà un bambino morto.
Telefonata 2 Medico: Facciamo l’iniezione che blocca il battito del feto, ok? Ha già sentito qualche movimento? Donna: Mmmh… Medico: Poi il secondo giorno controlliamo, ci assicuriamo che abbia funzionato, ok? Ok? Questo non è… non è qualcosa che scivola via… il terzo giorno quindi induciamo il parto… e sarà dura quell’ultimo giorno. Donna: Sì, perché è… è come partorire un bambino. Medico: Sì. Donna: Ah ok… Medico: Ma è più piccolo. Donna: È piccolo. Medico: Ma comunque è intenso.
Telefonata 3 Consulente: Inserire l’ago dell’iniezione, andrà dritto dentro la sacca… dentro la gravidanza, ok? Lui è a testa in giù. Si inserisce verso il dorso del bambino, ok? Donna: Ok… Medico: Se ha la testa in giù sarà inserito verso il cranio. Donna: Ma lui lo sentirà? Consulente: Uhm… sa, io non… non sono sicuro. Non so se è abbastanza sviluppato per sentire. Uhm… ma potrebbe essere… questa idea la infastidisce? Donna: Eh un po’… sì, credo… a lei no? Consulente (ridendo dolcemente): Beh, penso che sia, uhm, necessario che accada per completare la procedura in modo sicuro… insomma, è forse il modo più umano di farlo. Perché non possiamo far partorire un bambino vivo. Donna: Quindi è come partorire un bambino. Medico: Mmmh… Donna: Un bimbo morto.
Telefonata 4 Consulente: Sente la pressione… si muove? Sta partorendo, allora non chiuda a chiave la porta della stanza d’albergo. Tenga vicino il cellulare e si sieda sul gabinetto… Non deve guardare nulla, non deve pulire nulla, stia solo al telefono con noi e, uhm… beh, noi proveremo a… stia al telefono con noi finché il dottore e l’infermiera arriveranno lì. Ok? Donna: E cosa succede se… se esce mentre sono in bagno? Consulente: Semplicemente non deve guardare giù, non deve fare nulla. Il medico e la dottoressa verranno a prendersi cura di lei… cioè se pensa che sia troppo guardarlo, beh, si sforzi di non guardarlo. Donna: Ok… Consulente: Ok? Uhm, se mai si copra con un asciugamano o con qualcosa… Donna: Ok.
Telefonata 5 Dottore: Se lei è fra le fortunate che non provano dolore con le contrazioni, e all’improvviso lei è lì e: “Ah, qualcosa sta uscendo”, allora si sieda sul water. Donna: Ok. Medico: Chiami e non chiuda la porta della camera d’albergo e noi entriamo e veniamo da lei… Donna: E se sono in bagno ed esce e finisce nel water? Cosa faccio? Medico: Stia seduta lì, deve stare lì. E non si muova fino a quando non arriviamo. Donna: Ok, non devo preoccuparmi di tirarlo fuori da lì? Medico: Non deve guardare né pulire nulla… Donna: Lei lo… Medico: Sì. Donna: Lo farà lei? Medico: Faremo tutto.
http://www.paroladiugo.it/2013/07/05/si-sieda-sul-water-e-non-guardi-giu-puliamo-tutto-noi-ecco-laborto-fai-da-te-in-america/#comment-373
CARLA
06/07/2013 alle 7:26 pm
E’ SPAVENTOSO COME UN CUORE CHE BATTE VENGA UCCISO PER LEGGE. QUESTO GENOCIDIO CHE AVVIENE SOTTO L’INDIFFERENZA DEL MONDO IN NOME DI UNA LIBERTA’ INDIVIDUALE ASSURDA DIO NON LA PERDONERA’.
http://www.paroladiugo.it/2013/07/05/si-sieda-sul-water-e-non-guardi-giu-puliamo-tutto-noi-ecco-laborto-fai-da-te-in-america/#comment-391
Fabio Massimo
07/07/2013 alle 4:54 pm
Cara Carla, partendo dal presupposto che Dio perdona ogni cosa, a patto che il Suo perdono lo si voglia veramente e si sia di conseguenza veramente pentiti (quando non “schifati”) di ciò che abbiamo fatto: è bene ricordare che, se proprio vogliamo utilizzare la forma retorica “Dio non perdonerà”, allora Dio “perdonerà ancora meno” l’indifferenza dei cosiddetti “buoni” (e mi pare fosse un Papa Santo come San Pio X a dire: “temo più l’indifferenza dei buoni che la cattiveria del malvagi”).
“Indifferenza” che è poi, alla fine, nient’altro che “tiepidezza”.
Arriva un momento (individuale, alla fine della nostra vita terrena; o collettivo, alla fine dei tempi malvagi) in cui la nostra “tiepidezza” è letteralmente “vomitata” da Colui che E’ Dio oltre che Uomo.
Ed è infatti proprio Gesù a dire, tramite il Suo Strumento fedele Giovanni e rivolgendoSi ai laodicesi (che siamo proprio noi, cristiani e cattolici di questi nostri tempi): “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. ”
La 194/78 è una “legge” che “legalizza” ciò che è in sé illegittimo: la soppressione dei concepiti mentre sono ancora nel grembo della loro madre.
Ergo: non è una vera legge ma qualcosa che grida vendetta davanti a Dio, e davanti alla nostra stessa ragione (e ce ne si rende facilmente conto, se ci si prende la briga di leggersela: visto che inizia a parlare di “tutela della maternità” e poi introduce surrettiziamente la cosiddetta “interruzione volontaria di gravidanza” come se ad essere “interrotto” fosse soltanto un processo biologico del corpo della donna -parimenti alla crescita di un neo o di un’unghia- e non una vita umana assestante per quanto a lei indissolubilmente per pochi mesi) e quindi, in definitiva, solo un empio inganno.
Che viene però attuato, appunto, nell’indifferenza (o tiepidezza) dei “buoni”, mentre i “malvagi” sanno bene ciò che fanno: nell’attuarlo e nel tenerlo costantemente in piedi.
Ti segnalo, Carla, alcune modi per “mettersi in movimento” e lasciarsi alle spalle l’indifferenza/tiepidezza rispetto a questa immane Matrice di peccato, inganno e menzogna.
http://adorto.com/ (per aderire ad un’iniziativa di sacrificio e preghiera a favore della famiglia e della vita)
http://www.marciaperlavita.it/ (il sito del comitato organizzatore dell’evento annuale con cui si manifesta pubblicamente il proprio “sì” alla vita ed il proprio “no” ad una legge che della vita permette e finanzia la soppressione)
http://www.prolifenews.it/rivista/ (la rivista italiana integralmente dedicata alla formazione e diffusione della cultura per la vita)
no194.org (sito del comitato referendario NO194 che si è dato il compito di indire un nuovo referendum abrogativo dell’omicida “legge” 194/78, contanto ad oggi più di 18mila adesioni)
http://no194.org/?page_id=487 (iniziativa, organizzata dal NO194 ma aperta a tutti, delle “12 ore di preghiera per la vita” in ognuna delle regioni italiane, davanti agli ospedali in cui si compiono quegli omicidi legalizzati e illegittimi che sono gli aborti volontari non riconducibili al pericolo di vita per la madre)
Che Dio ci benedica, che la Madonna ci accompagni, che San Michele Arcangelo ci scorti nelle nostre vie.
+Christus Vincit+
Maranathà
Digiuno 40 giorni
Gruppi di preghiera Adorto
“Per la famiglia e la vita”
Carissimi,
sono tante le Grazie che il Signore concede tramite questa opera, di carità e di preghiera, a cui voi partecipate:
– una signora di trentacinque anni ha rinunciato all’aborto e porterà a termine la gravidanza.
– una ragazza di diciannove anni è riuscita a tenere testa agli attacchi e alle pressioni di genitori e parenti, che volevano costringerla ad abortire. La sua gravidanza prosegue e lei si impegnerà comunque negli studi, per mostrare loro che avere un figlio non vuol dire “rovinarsi la vita” e non è sinonimo di fallimento.
Nel ringraziarvi per la vostra intercessione ed i vostri sacrifici, vogliamo invitarvi a partecipare al nuovo periodo di digiuno che andrà dal 9 Luglio al 24 Agosto.
Oltre alle intenzioni per la famiglia e la vita, il digiuno verrà offerto in riparazione ai gravi peccati di aborto ed oltraggio alla Santa Eucarestia.
A queste aggiungiamo tutte le intenzioni personali di chi partecipa.
Potete scegliere il vostro giorno (o giorni) di digiuno alla pagina:
http://www.adorto.com/digiuno
Vi invitiamo inoltre a partecipare alla Novena a “Maria Santissima che scioglie i nodi” per la conversione dei medici non obiettori di coscienza, affinché siano sempre meno le persone disposte a compiere operazioni di aborto.
Potete aderire, segnalandoci il giorno in cui desiderate cominciare la Novena, tramite questa pagina web:
http://www.adorto.com/novena
Che Dio vi benedica e la Madonna vi protegga.
Uniti in Cristo.
“Allora Gesu’ fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.”
(Mt 4, 1-2)
—————————–
Adorto – Movimento nazionale per la famiglia e la vita
http://www.adorto.com
Per iscrizioni nuovi gruppi:
http://www.adorto.com/iscrizione/
Per partecipare al digiuno dei 40 giorni:
http://www.adorto.com/digiuno/
—————————–
http://www.tempi.it/aborto-legge-194-testimonianza-medici-benedetta-titti-malliti#.UdukaG1YUqM
luglio 5, 2013 Concetta Mallitti
Io, nella stanza dell’aborto. L’ipocrita routine della 194 e i medici che non volevano far nascere Benedetta
La scelta dell’intervento, poi il rifiuto «perché sono un essere umano». La sciatteria dei medici, la compagnia degli amici. Fino al funerale con centinaia di persone. Lettera di una giovane mamma
«…perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena», (Gv15). Credo di aver sentito questo passo centinaia di volte, ma mai mi sono soffermata ad ascoltarlo con il cuore e così Dio ha visitato la nostra casa proprio per sigillare questa certezza nella nostra vita, la certezza della Gioia Piena.
La nostra storia è una storia ordinaria, che trova la sua straordinarietà in questa certezza. È la storia di una famiglia normale, ancora in cammino, verso la conversione nella certezza della vita eterna.
* * *
Appena un anno dopo la prima gravidanza ecco che si affaccia alla vita la nostra seconda figlia, io e Michele eravamo felicissimi. Lei era già lì con noi: erano in programma i biscottini a forma di cuore da regalare alla sua nascita, il lenzuolino ricamato dalla nonna, le coccole di tutti noi, per lei avevamo fatto mille progetti.
Ma tutta questa gioia si trasformò in tristezza, dolore e solitudine. Alla 22esima settimana di gravidanza arrivò la diagnosi: displasia tanatofora incompatibile con la vita. Per i medici era già morta: «Signora, è necessario l’aborto terapeutico», questo mi disse il ginecologo che fece l’ecografia. Nessuna parola in merito alla “comfort care”, alla depressione post-aborto, alla possibilità di portare avanti la gravidanza. Niente, solo il bigliettino con su scritto Dott.ssa x, Policlinico x, edificio 9, ore 8.00: «Le dica pure che l’ho mandata io».
* * *
Non riesco a spiegare la morte che era in me, non ci sono parole per spiegare il dolore, ricordo solo me, piegata in due, che urlavo: «Dio, consolami, voglio essere consolata». Ma Dio mi sembrava lontano. Il giorno dopo, io e Michele andammo ad aprire la pratica per l’aborto terapeutico. Seguì un iter di tre giorni, in cui mi trovai immersa in un mondo totalmente estraneo a me e che di umano non ha nulla: pareva un “mercato” di donne che andavano a uccidere i propri figli. Quante mamme, quante in una sola mattina! Contai più di 10 bambini che non sarebbero mai nati.
Le scritte sui muri di chi vi era passato erano terribili. Una diceva: «Dio qui è morto». Pensai ad Auschwitz…
Non c’era niente di umano nei discorsi che, allegramente, quelle donne si scambiavano tra di loro; senza vergogna raccontavano perché erano lì. C’era la quarantenne esperta già al suo secondo aborto e la ragazzina (credo minorenne) impaurita che chiedeva consigli. L’esperta le diceva di non preoccuparsi e di prendere la Ru468. Una trentenne con già due figli diceva: «Questo sarebbe il terzo, ma da poco ho ripreso la palestra e riconquistato un po’ la mia vita». E poi c’era una donna, con la mia stessa panciona. Mi feci forza e le chiesi: «E tu?». Mi rispose: «Ha la sindrome di Down». Li capii e pensai: «Ma perché se il mio è un aborto terapeutico inevitabile, viene considerato come quello di chi un figlio Down? Non si fa solo per i bimbi incompatibili con la vita?».
La prima luce si accese. Toccava a me, era il mio turno. Ecco la Dott.ssa X, alta, bionda, occhi azzurri, pensai che fosse la donna più bella che avessi mai visto. Mi invitò a sedermi. Mi spiegò che lei avrebbe effettuato l’aborto: «Ti indurrò un parto con le prostaglandine». Ora i sui occhi erano vicini, li osservai, erano azzurri ma vuoti. «Partorirai il feto vivo o morto!», mi disse. Le chiesi: «Vivo?». E lei: «Sì e se capita purtroppo la legge ci impone di rianimarlo». Guardai mio marito e gli dissi: «Io non lo farò mai, e non perché sono cristiana, ma perché sono un essere umano». La Dott.ssa X mi invitò a terminare la pratica e a fare la visita dallo psichiatra, ci andai pensando di tranquillizzare me e mio marito, ma avevo già deciso.
* * *
Invece lì conobbi l’ipocrisia più grande. Eccolo lo psichiatra, la superbia in persona, a suo seguito una laureanda inesperta, trattata come un cane. C’era anche la donna con il bimbo Down. Lui aveva le gambe accavallate, disteso come se stesse in poltrona: «Secondo la legge 194 l’aborto terapeutico è permesso per salvaguardare la salute fisica e psichica della donna, inoltre anche la Chiesa non si espone su questi tipi di aborto. Siete d’accordo? Firmate?». «Tutto qui?», pensai. Poi la laureanda ci passò il foglio, l’altra donna firmò e lo passò a me in silenzio.
«Mi scusi – dissi sobbalzando sulla poltrona – io voglio una visita». E lui esterrefatto: «Cosa?». Risposi che ero venuta a fare una visita psichiatrica. Poi continuai: «Lei ha detto che per la legge 194 l’aborto è permesso per la salvaguardia della salute psichica della donna, ma siamo sicuri che non la peggiori? Secondo lei non è più traumatizzante per una donna uccidere il proprio figlio?».
A questo punto fece uscire dalla stanza la laureanda e mi disse: «Ma lei lo vuole fare o no questo aborto?». «No!» risposi, mi alzai e lo salutai. Mi lasciò di ghiaccio quando, con un sorriso cinico e sarcastico, mi rispose: «Tanto fra due giorni tornerà qui e firmerà».
Credo che mi pensi spesso, perché era davvero certo che sarei tornata.
* * *
Invece il giorno dopo ero felice. Andai in ospedale e spiegai all’infermiera che ero andata lì a ritirare la pratica. Lei era incredula. Alzò la mia cartella clinica e chiamò le altre infermiere «Mallitti è venuta a ritirare la pratica! Avete capito, Mallitti ritira la pratica», poi a me: «Brava fai fare alla natura!». Non osò nominare Dio… come parlare di Dio in quel posto? Ma io ero davvero felice, lasciandomi il reparto alle spalle. Mi voltai solo un momento e vidi la madre del bimbo Down che mi disse: «Ti ammiro, io non avrei avuto la tua stessa forza». La salutai. Avrei voluto dirle: «Vieni via con me». Ma mi mancò la voce e il coraggio che lei mi attribuiva. Ora penso a lei tutti i giorni, penso spesso che per lei non ho fatto niente. Vorrei sapere come sta e che cosa mi direbbe se le chiedessi se sta meglio ora che ha ucciso suo figlio.
Come desiderava mio marito, decidemmo che nostra figlia si sarebbe chiamata Benedetta, perché per la nostra famiglia era una benedizione. I mesi successivi non furono facili, ricevemmo critiche da familiari e medici. Mi sentii dire di tutto: «Come fai a tenere in pancia una bimba che morirà?»; «devi abortire per il bene della tua famiglia»; «il problema te lo devi togliere adesso»; «è un sacrificio inutile, tanto deve comunque morire»; «metti al mondo un essere per farlo soffrire».
Queste sono solo alcune delle parole che mi sentii dire, come se uccidere un figlio avrebbe fatto stare meglio me e lui. Ma insieme arrivarono anche mille fratelli in aiuto, e molte grazie: la prima fu mio marito, uno sposo fedele che mi ha sempre sostenuta, poi l’amicizia di don Antonio e i miei fratelli della comunità Neocatecumenale di Pomigliano d’Arco. Anche mia Madre, mia sorella, mia cugina Teresa e il mio ginecologo di fiducia mi appoggiarono. E come la vedova molesta chiesi preghiere a tutti: «O la guarigione o la grazia di portare una croce insopportabile».
* * *
Così il 26 ottobre del 2012 alle 11.08 nacque Benedetta. Mi fecero un cesareo che fu molto doloroso, ma solo fisicamente. Conosco la mia debolezza, per questo in quei mesi di gravidanza cercai di fortificarmi più che potevo con la preghiere. Sentii che mentre entravo nella sala operatoria con me c’erano anche le preghiere delle suore e dei carmelitani e dei loro 150 conventi di clausura, che ad uno ad uno avevo chiamato chiedendo di pregare. Entrò con me l’Eucarestia presa tutti i giorni, le preghiere dei fratelli della mia comunità, di mia madre, dei Servi di Cristo Vivo, di quell’estraneo che mi regalò la sua medaglia miracolosa dicendomi: «Questa me l’hanno regalata per la mia guarigione, io rinuncio alla mia guarigione per tua figlia!!!».
C’era anche la preghiera di quel funzionario del Comune, che pianse con me dopo che mi avevano comunicato che per Benedetta avevano preparato un loculo e che non c’era una culla ad aspettarla. Entrai in sala operatoria più ricca che mai. Alla nascita Benedetta piangeva e respirava da sola. Fu una sorpresa per i medici che dicevano che sarebbe potuta morire subito. Benedetta poi era bella, non un mostro come mi avevano detto i dottori. «Quando ti ho operata e ho preso il viso di tua figlia tra le mani, ho pensato che non avevo mai visto una bimba così bella», queste furono le parole piene di commozione del mio ginecologo.
Nel pomeriggio Benedetta ricevette il Battesimo. Don Antonio fu felicissimo di battezzarla e con lei c’erano la sua madrina, il suo papà e tutti i medici e gli infermieri del reparto.
* * *
Michele per due giorni le ha cantato instancabilmente i salmi tenendola per mano. E il 28 ottobre, alle ore 20.30, Benedetta è nata in cielo, l’abbiamo accompagnata con i salmi. Non so perché, ma l’unico che usciva dalla mia bocca era: «Esultate giusti nel Signore, ai retti si addice la lode». Alle ore 20.00 i medici mi dissero che Benedetta sarebbe vissuta ancora per 12 ore. In quel momento mia figlia era fra le mie braccia e le sussurrai: «Benedetta, amore di mamma, se vuoi andare vai. Noi non ti tratteniamo, vai da Gesù e digli che siamo felici di aver messo al mondo una bimba speciale come te, che ci ha insegnato cos’è l’Amore».
Appena le ho detto questo, lei è spirata tra le mia braccia. Ho la certezza della vita eterna ed ho la certezza che l’anima è matura già quando una vita nasce in noi mamme. E che l’anima di Benedetta era pronta, pregustava già la Gioia Piena verso cui non ha esitato un attimo ad andare. Aspettava solo che fossi pronta io: voleva andarsene, ma voleva che la salutassi amandola veramente.
* * *
Porto in me il dolore di aver perso una figlia che con i seni pieni di latte non potevo allattare, ma questa non è paragonabile alla felicità piena. Così quando penso a mia figlia mi assale una gioia immensa e so che non viene da me, è una una Gioia Donata. Ringrazio Dio che, come ha combattuto con noi la “buona battaglia”, restandomi fedele nonostante le mie infedeltà. Spesso ci dicono: «Siete stati coraggiosi», ma non è così, noi non siamo gli eroi di una tragedia. Io sono un’indecisa, una debole. Per questo di fronte a una Croce troppo pensante ci siamo aggrappati con tutte le forze a Dio.
Il 30 ottobre, poi, fu celebrato il funerale. La chiesa era stracolma di persone. Erano a centinaia e sembrava tutto fuorché un funerale. Fu una festa con canti, cembali, bonghi, chitarre, perché quando una persona cara muore si è umanamente tristi ma nella Gioia cristiana. Per questo quando la piccola bara bianca entrò in chiesa cantammo un passo del Cantico de Cantici: «Cercai l’amore dell’anima mia, lo cercai senza trovarlo, trovai l’amore dell’anima mia l’ho abbracciato e non lo lascerò mai». Benedetta aveva abbracciato il suo Sposo.
Ciò che mi fece più felice fu vedere alla fine della celebrazione le persone presenti dirci «grazie». Al funerale di mia figlia nessuno mi aveva fatto le condoglianze. Un collega di mio marito pianse dicendo che noi eravamo fortunati, perché avevamo una cosa bellissima che lui non aveva.
* * *
Se mi pento di aver anche solo pensato di aprire la procedura per l’aborto, ora capisco che dovevo passare dal vedere quella realtà. Per dire a tutti che non esiste aborto che sia terapeutico e che Benedetta poteva non nascere. Il nostro è stato un “NO” all’aborto, scandaloso per coloro che dicevano che mia figlia doveva morire, perché non conforme alla “normalità”. Ma è proprio attraverso la “stoltezza della Croce”, quella più assurda, che l’uomo può vedere la resurrezione e dire «grazie» a Dio.
Benedetta ha fatto della sua vita una lode a Dio ed io come madre non posso che provare gioia, perché un figlio si fa per ricondurlo a Colui che lo ha creato. Al funerale abbiamo regalato centinaia di segnalibri.
Dicevano così: «Mettere alla luce un bimbo, pur sapendo che deve morire ha un senso, abortire, anche quando ci sono tutti i presupposti medici e legali per farlo, non impedisce al feto di morire come un “rifiuto”, senza nome e buttato chissà dove. Partorirlo significa donargli la dignità di essere umano, con un nome e un’identità, anche se per poche ore, significa battezzarlo e donargli la dignità di cristiano, significa farlo morire nell’amore dei genitori, dei nonni, degli zii e dei familiari, tra le coccole, le cure e le attenzioni di tutti, con un funerale e tutto quello che ogni essere umano dovrebbe ricevere per diritto. Questo è il senso per chi non l’avesse capito! Ciao Benedetta, la tua famiglia è fiera di Te».
Benedetta ora giace e adagiato su di lei c’è un lenzuolino ricamato dalla nonna su cui c’è scritto: «Benedetta Dono di Dio».
Concetta Mallitti, 30 anni, di Napoli
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Perché ci scandalizziamo per i costi degli F35 e non per quelli dell’aborto?
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luglio 5, 2013 Gianmario Gatti – Mauro Grimoldi
Costo IVG (interruzione volontaria Gravidanza) comprensivo di intervento e degenza: 760 €.
(Fonte: Vita di donna Associazione Onlus)
N° IVG anno 2009: 118.579
(Fonte: Ministero della salute)
760€ x 118.579 = 90.120.040€
Costo F 35 ad esemplare: 99.000.000€
(Fonte: Sole24ore – 16/Ott/2012)
http://www.tempi.it/blog/f35-costo-aborto-costo-ivg-macchine-da-guerra#comment-477681
Fabio Massimo
Il tuo commento è in attesa di moderazione
9 luglio 2013 alle 14:59
Caro Gianmario,
personalmente ho interpretato il suo articolo (che è poi un’immagine arricchita da qualche calcolo significativo e che qualcuno ha già fatto notare essere sotto-stimato, per quanto riguarda le spese dello Stato per adempiere alla richiesta di sopprimere i concepiti nel grembo delle loro madri. Che sono colpevolmente tenute nella disinformazione da parte di quello stesso Stato, circa le possibili conseguenze organiche e psicologiche dell’aborto volontario. Disattendendo quindi qualsiasi tipo di “consenso informato”) come invito ad essere conseguenti e coerenti (e quindi: integri), quando si chiede giustizia.
Se, quindi, siamo spinti a chiedere giustizia e a chiedere conto ai nostri “parlamentari” del motivo per cui hanno approvato una spesa di svariati miliardi di euro per dei caccia da guerra (che sono impiegabili, peraltro, solo e soltanto in guerre cosiddtte “convenzionali” o in quelle che sono orwellianamente dette “operazioni di polizia internazionale”: e non certo in operazioni di difesa da commando terroristici, che pur dall’11/9 ad oggi ci hanno ossessivamente detto essere diventato il nemico numero uno) in un momento in cui i nostri “conti” sono così disastrati che è un problema persino trovare i due miliardi necessari ad annullare l’iniqua IMU sulla prima casa: allora non possiamo voltare la faccia dall’altra parte quando siamo interpellati da coloro che ci chiedono conto dell’ingiustizia e della violenza perpetrata sistematicamente ed ubiquitariamente (e, vieppiù, col consenso e con l’aiuto ed il finanziamento di quello stesso Stato che dice di essere “senza soldi”) ai danni degli ultimi tra gli ultimi: ossia coloro che, pur già esseri umani, non sono ancora usciti dal canale del parto e sono quindi ancora dipendenti per la loro vita dalle loro madri, che li ospitano nel loro utero fino al compimento del loro sviluppo prenatale.
Gesù dice: “beati coloro che hanno fame e sete di Giustizia perché saranno sfamati e dissetati”.
Ma è vera fame e vera sete di Giustizia quella di coloro che chiedono conto dell’ingiustizia (che è indiscutibilmente tale) della spesa per gli F35 e poi considerano l’aborto volontario un “diritto acquisito”?
Ma, d’altro canto: è vera fame e vera sete di Giustizia quando, pur considerando l’aborto volontario come omicidio (come indiscutibilmente è, in quanto soppressione della vita di un appartenente al genere umano: ed è bene mettere in conto che tale affermazione sarà ragione sufficiente per essere denunciati e portati nei tribunali, a breve), non abbiamo esitazione ad accettare come dolorosamente inevitabili gli “effetti collaterali” delle missioni fatte da quegli stessi F35 (e che sono le morti, e nei modi più atroci, di uomini, donne e di bambini che dalla pancia delle loro mamme sono già usciti: che avrebbero voluto soltanto vivere in pace le loro vite)?
Tra l’altro, ho già constatato più di una volta che costoro che appartengono a questa seconda fattispecie (aborto volontario=omicidio ET “la democrazia si esporta con le armi”), sul tema dell’aborto volontario arrivano ad un doppio salto carpiato: l’aborto volontario è sì omicidio ma la 194/78 (che quell’omicidio permette e “legalizza”: e che la logica di base impone di definire “omicida”) è il “male minore”.
Quando non effettuano addirittura il triplo salto carpiato di considerarla una “buona legge”, purtroppo ancora “male applicata”.
Laddove, invece, l’unica maniera limpida, chiara, coerente ed integra di essere anti-abortisti è quella di impegnarsi perché l’omicida legge 194/78 (che è “legge” solo apparentemente ma non in essenza: perché non è vera legge ciò che “legalizza” ciò che è intrinsecamente illegittimo) sia rimossa, senza se e senza ma, dal nostro ordinamento giuridico.
La verità, così come la giustizia, se si decide di servirla: va servita come una sposa. E, possibilmente, sposa cristiana, e non musulmana.
Quindi, si deve avere con lei un rapporto di fedeltà monogamica ed integrale, all’insegna dell’onore e del rispetto: tutti fondati sull’amore. Ed essere disposti a morire per lei, se e quando occorre.
Le alternative a questo tipo di rapporto, con la verità (e la giustizia): sono trite e tristi, sebbene comunemente e massivamente applicate, specialmente nei nostri tempi e specialmente quanto più si sale nella cosiddetta “scala sociale”.
Se la verità (e la giustizia) non si considera come sposa, e sposa cristiana: la si finirà per considerare come amante, se non come escort.
Da frequentare quando e come si vuole, se non da pagare all’occorrenza.
Scendendo ancora più in basso: la si considererà come preda di guerra, da violare ripetutamente e senza pietà.
Che la verità (e la giustizia) sia considerata non sposa ma amante, escort o preda di guerra, da coloro che non si dicono cristiani poiché non credono (ancora: e la speranza è che arrivino a farlo quantomeno nell’ultimissimo istante di vita, quando si vede la Realtà per quella che E’) nella Verità fattaSi Carne: è comprensibile, per quanto doloroso.
Ma che siano sedicenti cristiani (e vieppiù: cattolici. Che, fra i cristiani, siamo quelli che godiamo della pienezza del Deposito della Fede e dei Tesori di Grazia amministrati dalla Chiesa, fondata DA e SU Gesù) a rapportarsi alla verità (ed alla giustizia) come ad un’amante o ad un’escort o ad una preda di guerra, invece che come ad una sposa cristiana: è parte integrante del Mistero d’Iniquità in via di manifestazione da duemila anni a questa parte.
E che oggi, sotto i nostri occhi, sta arrivando alla sua piena manifestazione.
Quindi, le chiedo conferma, Gianmario, circa il fatto che il suo “articolo” volesse essere un tacito invito ad essere coerenti ed integri nel richiedere e nel difendere la verità e la giustizia, quando sentiamo dentro di noi che di esse è fatta strame.
Coerenza ed integrità sia per i cristiani (e cattolici) che non rinunciano ad affermare che l’aborto volontario è omicidio, sia per coloro che (non ancora cristiani o allontanatisi da anni dalla Casa del Padre) che hanno fin troppo chiara l’ingiustizia insita nell’acquisto degli F35 (così come nella TAV imposta agli abitanti della Val Susa)
Grazie in anticipo per la sua risposta,
che Dio ci benedica.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/07/i-dieci-comandamenti-mia/#more-122422
I dieci comandamenti: “Mia”
Accanto alla produzione di grandi film, i Francescani dell’Immacolata hanno avviato da poco la produzione (per ora ancora a titolo “sperimentale”) di alcuni cortometraggi, al momento diffusi solo tramite i canali web.
Tra questi cortometraggi si segnala la serie dei “Dieci Comandamenti” del registaRobert Rheims (pseudonimo di un Frate Francescano dell’Immacolata). Attualmente il progetto è ancora in corso e sono stati pubblicati solo i cortometraggi del II, III, V, e X Comandamento. In genere la durata di questi cortometraggi va da un minimo di 5 min. ad un massimo di 20. Particolare è il cortometraggio sul V Comandamento dal titolo “Mia“. “Mia”, con i suoi 40 min. circa, supera i limiti del cortometraggio (ma qui un esperto potrebbe avere da ridire, in quanto secondo la normativa italiana un cortometraggio può durare fino a 75 min.) per avvicinarsi al mediometraggio e oltre.
Come per gli altri cortometraggi della serie, anche questo fa scarso uso di attori professionisti, ma la fortissima carica drammatica e diverse trovate geniali sia quanto a fotografia, che a sceneggiatura e a regia, ne fanno il capolavoro (finora) della serie e, a nostro umilissimo giudizio, un vero e proprio must da vedere assolutamente.
Mia – V Comandamento: Mia confida al suo fidanzato di aspettare un figlio suo, ma al fidanzato questo non piace e la lascia. La mamma e la sorella del fidanzato vanno da lei a consigliarle di abortire, dicendole che tanto quello che porta in grembo è solo un grumo di carne. A malincuore Mia acconsente, ma la sua coscienza le fa scoprire l’inganno e solo la misericordia divina le potrà donare la pace.
Qui il link per visualizzare “Mia”: http://it.gloria.tv/?media=412874
http://it.gloria.tv/?media=412874
“Mia” Film drammatico.
Robert Rheims 12/03/2013 22:22:04
“Mia” Film drammatico. Storia commovente di una giovane ingenua che si lascia convincere ad abortire, solo dopo rendendosi conto… L’emozionante finale apre il cuore alla speranza.
Vi chiedo la carità di dire molto spesso questa potente preghiera:”Eterno Padre, ti offro il Preziosissimo Sangue di Gesù, sparso nel Getsemane, per ottenere la perfetta contrizione per me e per tutti gli spettatori. Amen.”
E se qualcuno di voi ci volesse in qualsiasi modo aiutare per le future produzioni, ci scriva a ffiroccadipapa@gmail.com Siamo a Roma. Grazie.
Siete invitati a diffondere questo film (mandarlo in allegato, incorporarlo in Facebook, nel proprio sito, ecc.) ma non di tagliarlo né alterarlo in alcun modo senza il permesso esplicito dei detenitori dei copyright. Grazie e buona visione!
https://www.ingannati.it/2013/07/09/laltra-faccia-della-moneta-vittorio-veneto-13-luglio-2013/#comment-8269
E’ una buona data, il 13 luglio, per dare inizio a questo compito/progetto.
Lo avvia il sottoscritto, visto che l’ha proposto lui.
Qui si trova il testo della “legge” 194/78:
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_normativa_845_allegato.pdf
Prima di cimentarci con lo scriverne una nuova, è opportuno mettere in luce, andando di bisturi e anche di laser, le contraddizioni, le incoerenze, le inconsistenze, le aporie, le ipocrisie, le deficienze, le tautologie di questa “legge”.
Che inizieremo quindi a leggere con occhi “vergini”, come se fosse la prima volta che la leggiamo.
Il titolo di questa “legge” (approvata nel giorno di Santa Rita) è:
“Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”
Quindi, gli argomenti principali sono due:
1) tutela sociale della maternità
2) interruzione volontaria di gravidanza
Hanno un significato auto-esplicativo queste due espressioni?
O hanno invece bisogno di una definizione e di un’esplicitazione, visto che in una legge (al pari di un teorema di matematica) ogni termine usato deve avere un significato chiaro e definito?
Per quanto riguarda la prima, non paiono esservi dubbi di sorta:
TUTELA – SOCIALE – MATERNITA’
Dal dizionario della lingua italiana Sabatini Colletti, “tutela” significa “difesa”, “protezione”, “cura”.
Tale “protezione”, che viene ad essere stabilita in questa legge, è di natura “sociale” e non “individuale”: quindi è l’intera società che, attraverso quanto stabilito da questa legge, “difende”, “protegge” e “cura”.
Chi o cosa?
La “maternità”.
Dal dizionario della lingua italiana Sabatini Colletti, “maternità” significa “il diventare e l’essere madre”.
Maternità come “il diventare madre”.
Maternità come “l’essere madre”.
Sull’ “essere madre” non ci sono particolari dubbi: una volta che il figlio sia venuto alla luce, si è madre. Anche giuridicamente. A meno che, sul piano giuridico, non si rinunci alla maternità dando il figlio in adozione.
Col “diventare madre” (eliminato dal perimetro del discorso, che è discorso giuridico, la possibilità che con tale espressione ci si riferisca a quel fenomeno fondamentale ma eminentemente psicologico che è il cosiddetto “bonding”, ossia l’instaurazione del legame tra la madre ed il bambino. Ed il riconoscimento psicologico, da parte della madre, del bambino appena partorito come “proprio” figlio), ci si riferisce evidentemente al periodo di tempo che precede il parto e che è denominato “gravidanza”.
Che inizia, secondo logica e secondo scienza: dal momento del concepimento.
Quindi, la “maternità”, che questa legge afferma di voler tutelare “socialmente” (quindi di istaurare nella società meccanismi che comportino la protezione, difesa e cura della maternità stessa) comprende anche la gravidanza, a partire dal concepimento.
E’ quindi chiaro, e non necessitante ulteriore definizione, il primo argomento di questa legge: “la tutela sociale della maternità”
Non solo è chiaro ma è anche bellissimo.
E’ bellissimo porsi l’obiettivo che l’intera società difenda, protegga e curi il diventare e l’essere madre.
Quindi la donna pro-creatrice, e colui/colei che ella pro-crea: fin dal momento del suo concepimento.
Salta immediatamente agli occhi, del resto, la particolarissima importanza per l’intera società della donna pro-creatrice.
E’ sufficiente pensare che se ad un certo momento, per una particolare calamità, morissero contemporaneamente tutte le donne e restassero solo le cosiddette “banche” degli ovuli: il genere umano si estinguerebbe nel giro di qualche decina di anni.
A ruoli invertiti, (gli uomini che muoiono contemporaneamente tutti e le “banche” del seme ancora disponibili), la prosecuzione del genere umano sarebbe assicurata, seppure all’interno di un quadro “traumatico” derivante dall’assenza dei padri per la prima generazione successiva.
E, a parte situazioni estreme come quelle ipotizzate, sono rilevabili “sul campo” i disastri sociali prodotti da un abbassamento anche apparentemente minimo del numero di donne rispetto al numero di uomini (lo vediamo in Cina, dopo quasi quarant’anni di politica del “figlio unico”).
La donna pro-creatrice riveste quindi un ruolo ed una dignità enorme, immensa, ancora più importante di quella dell’uomo (che pure è fondamentale) dal punto di vista della società tutta.
Quindi, una legge che statuisca i meccanismi sociali per la protezione, la cura, la difesa del diventare e dell’essere madre (quindi, al tempo stesso, della donna pro-creatrice e di colui/colei che ella pro-crea, sin dal momento del suo concepimento): è, ripeto, in tutta evidenza cosa bellissima.
Denotante l’elevato grado di sviluppo evolutivo e l’elevato grado di civiltà raggiunto dalla società che tale legge promulga.
Arriviamo, quindi, al secondo argomento di tale legge (che a questo punto non vediamo l’ora di leggere nel dettaglio, per scoprire quali siano i meccanismi sociali da essa statuiti per determinare la protezione, la difesa e la cura della maternità):
“l’interruzione volontaria di gravidanza”.
INTERRUZIONE-VOLONTARIA-GRAVIDANZA.
Notiamo anzitutto che prima del 22 maggio 1978 tale espressione non era sinonimo di “aborto volontario”. Lo è diventata solo dopo la sua promulgazione.
E proviamo a vedere, così come abbiamo fatto con “tutela sociale della maternità”, se tale espressione, introdotta dalla 194/78 (e citata sin dal suo titolo) ha un significato chiaro e definito, non necessitante di un’ulteriore e dirimente definizione.
Dal dizionario della lingua italiana Gabrielli, “interruzione” è “l’azione e il risultato dell’interrompere”.
E “interrompere” ha i seguenti significati:
1) sospendere la continuazione di un moto, di un’azione. Es: “interrompere la corsa”, “interrompere il lavoro”
2) arrestare, impedire, ostacolare il corso di un’azione, il funzionamento di qualcosa. Es: “interrompere il sonno di qualcuno”, “la trasmissione fu interrotta all’improvviso”
3) spezzare la continuità di una serie, di un ordine di cose. Es: “la torre che interrompe il paesaggio”.
Quindi, “interrompere” significa sia “sospendere” per un certo periodo di tempo che “arrestare” definitivamente. (“interrompere gli studi” ha il significato anche di abbandonarli per sempre).
Ma, a ben riflettere, anche quando l’interruzione è definitiva: lo è solo a posteriori, ossia perché chi ha interrotto l’azione non ha poi più espresso la volontà di riprenderla (com’è appunto il caso dell’interruzione degli studi).
Quindi, non vi è nella parola “interruzione” alcuna intrinseca irreversibilità o impossibilità reale e concreta di riprendere successivamente ciò che si è scelto di interrompere momentaneamente. E indipendentemente dalla volontà (di chi ha effettuato l’interruzione) di riprendere successivamente ciò che si è voluto interrompere.
E’ quindi parola che non allarma, “interruzione”. Appunto perché non contiene in sé il concetto dell’irreversibilità.
Quanta differenza con la parola “soppressione”, ad esempio.
Che, sempre secondo il dizionario della lingua italiana Gabrielli, significa: “abolizione”, “annullamento”, “eliminazione” di qualcosa.
E che è infatti anche sinonimo di “uccisione”. Ossia di quanto è irreversibile per definizione (se tolgo la vita a qualcuno, non posso poi decidere di ridargliela, la vita che gli ho tolto).
L’azione in questione (che sia “interruzione” o che sia “soppressione”) è “volontaria” e non accidentale o “naturale”.
E’ cioé il frutto di una deliberata intenzione a compierla.
Ma c’è una grandissima differenza tra una “interruzione volontaria” ed una “soppressione volontaria”.
Differenza che viene esaltata ed amplificata se si guarda all’ “oggetto” della interruzione/soppressione.
Tale oggetto è la “gravidanza”.
La quale, secondo il dizionario della lingua italiana Gabrielli, ha un unico significato:
“condizione della femmina dei mammiferi nei mesi che precedono il parto, durante i quali si sviluppa il feto che essa porta”.
Andiamo a vedere la definizione del Sabatini Coletti e vi troviamo una determinazione ancora più precisa:
“condizione biologica della femmina dei mammiferi dal momento del concepimento al parto; la durata di tale periodo”
La “gravidanza” è dunque quella “condizione” (che, in quanto “biologica”, è anche un “processo”) che va dal concepimento al parto e neanche caratteristica della specie umana ma anche di tutti gli animali classificati come “mammiferi”.
La “gravidanza” come “processo biologico”, quindi.
Che oltre che interrompersi per causa naturali (il cosiddetto “aborto spontaneo”) o accidentali (l’aborto procurato da un urto od una caduta) può essere volontariamente interrotto.
Ma la cui interruzione, una volta effettuata: non può essere “ripresa”.
O meglio: non può essere ripreso quello stesso “processo”.
Bensì uno nuovo, diverso: che parte da un differente concepimento e che terminerà con un differente parto.
E in cosa si concretizza e si sostanzia questa differenza?
Ci si sente quasi stupidi a doverlo esplicitare ed affermare ma a questo punto è doveroso: si concretizza e si sostanza in un diverso essere umano.
Ossia un diverso figlio, per la donna che abbia deciso di “interrompere” “volontariamente” la “gravidanza” precedente.
Vi è quindi un doppio “problema” ed una doppia “inconsistenza” nell’espressione “interruzione volontaria di gravidanza”.
L’inconsistenza derivante dal fatto che una gravidanza (processo biologico che va dal concepimento al parto), una volta “interrotta”, non è più in alcun modo “riavviabile” (come una corsa od un discorso).
E l’incosistenza ancora più grave che in quell’ “interruzione” (che è in realtà “soppressione”: ossia “abolizione”, “annullamento”, “eliminazione”, “cancellazione”) vi è in realtà anche la “soppressione” di ciò (se non vogliamo dire “colui/colei”) che è GIA’ concepito, per quanto ancora in fase di sviluppo. E che è indissolubilmente legato a quella “maternità” (nel senso di “diventare madre”) la cui difesa, protezione e cura instaurate a livello SOCIALE abbiamo visto in precedenza essere il bellissimo obiettivo della legge che stiamo per andare a leggere.
Appare quindi evidente che, a meno di una definizione più precisa (che ci attendiamo venga fatta dalla legge che stiamo per andare a leggere) dell’espressione “interruzione volontaria di gravidanza”, vi sia una PATENTE e MANIFESTA contraddizione tra i suoi due argomenti/obiettivi principali, enunciati come tali sin dal suo titolo:
– TUTELA SOCIALE DELLA MATERNITA’
– INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA.
Speriamo quindi che la 194/1978 definisca in maniera esaustiva e dirimente l’ “interruzione volontaria di gravidanza” così da eliminare la sua intrinseca contraddizione con la “tutela sociale della maternità”.
Speriamo che la lettura del “corpo” di questa legge dipani la contraddizione evidente che esiste già nel suo “capo”.
(continua)
Giusto,anzi,più che giusto,giustissimo…
andar a “far le pulci” sul piano lessicale,
a questo famigerato testo,che,Vi confesso,
non ho mai letto,per istintiva ripugnanza!
Certo,bisognerà saperne almeno una in più
del Diavolo…essendo proprio questi l’occulto
“Ispiratore” della famigerata,satanica…”194/1978″!!!
Ma sì,dai…perteciperò io pure ai lavori…
ma riservandomi il ruolo che più mi si addice,
ovvero quello del…”correttore di bozze”…
VNICVIQVE+SVVM…o,se più Vi piace…JEDEM*DAS*SEINE!!!
Grazie, Aquila
Non c’è di che…Noblesse oblige!
E chiarisco,in merito alla mia funzione:
vi sarete accorti,dalle mie Comunicazioni,
che ho capacità più sintetiche che analitiche,
essendo più incline alla…”brevitas”!
Ergo…attendo con impazienza la prima stesura…
che necessariamente sarà una bozza da correggere:
io,poi,mi ci calerò sopra,a mo’ d’Aguglia,appunto!
http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/07/06/foto/mangiagalli_si_fronteggiano_antiabortisti_e_femministe-62513787/1/#7
Da un lato, si pregava perché non si uccidessero più esseri umani nel grembo delle loro madri.
Dall’altro, si inneggiava all’uccisione dei medici obiettori (che gli esseri umani non ancora usciti dal grembo delle loro madri si rifiutano di ucciderli, anche se la 194/78, in Italia, glielo permette).
Ti indico qui una prima…”correzione”…
da apportare al progetto di legge “194/2017”:
ERRATA+KORRIGE…non 2017…bensì 2014!
E te lo motivo pure:
l’Anno+Zero essendo quel fatidico,fatale,funesto…”1914″…
è proprio da quella data che è giusto principiare:
la Centuria,quindi,verrà a scadenza già l’Anno+proXimo!!
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Ergo…”194/2014″…!!!
++++++++++++++++++++
Oltre che inviarla via email, riporto di seguito la testimonianza di Andrea, l’amico e fratello in Gesù e Maria che sabato mi ha inviato un sms con la richiesta di preghiere per una ragazza quindicenne che aveva preso l’appuntamento per abortire il figlio che le cresceva in grembo.
Molti di coloro che frequentano questa piazza virtuale hanno ricevuto lo stesso sms, da me giratogli.
E quindi sanno già che ieri Dio ha risposto alle nostre preghiere: risolvendo la situazione come Lui solo sa fare, percorrendo le Sue Vie che sono sempre incommensurabilmente superiori e “diverse” rispetto alle nostre.
Specialmente quando le “nostre” sono vere e proprie resistenze nei Suoi confronti. E limitanti la Sua libertà, che -pur assoluta- mai viola la nostra, che sulla Sua si fonda e dalla Sua è garantita.
Sia benedetto il Nome del Signore
Prima di postare la testimonianza di Andrea (ci starà in 1500 caratteri? speriamo di sì. In caso contrario, sarebbe doveroso dedicarle un articolo assestante), correggo parzialmente quanto detto in precedenza.
Giovedì 3 ottobre, alle 19:30, mi arrivava il seguente sms di Andrea:
Leggevo tale sms solo la mattina successiva (primo venerdì del mese) e procedevo immediatamente ad inoltrarlo ad una trentina di amici e amiche, di cui conosco/intuisco/spero la consapevolezza tradotta in pratica quotidiana circa l’importanza e l’efficacia della preghiera.
Ill giorno dopo (primo sabato del mese), Andrea mi scrive il seguente messaggio:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/22808