Di ritorno dalle vacanze veniamo fermati dalla polizia e, nonostante non parlino inglese, ci fanno capire che abbiamo superato il limite di velocità e siamo costretti a pagare. Ovviamente un risultato immediato c’è: per il resto del viaggio siamo molto più attenti a rispettare i limiti. Il meccanismo funziona bene:
comportamento da infrazione->multa->correzione del comportamento.
Non così, ad esempio, per le multe che ci arrivano per eccesso di velocità dalla tangenziale di Padova: con un ritardo medio di 4-6 mesi dall’azione alla contestazione, l’effetto correttivo del comportamento è molto più attenuato (e si pagano anche molte più multe, forse fanno apposta!).
Potrebbe però anche essere molto peggio di così. Immaginatevi un mondo in cui le multe vengono accumulate, magari per il periodo di un anno o due, o magari ancora di più, e poi arriva a casa una unica multa cumulativa per tutte le infrazioni commesse. Peggio: senza la descrizione, solo l’importo totale. La gente dovrebbe cercare di ricordare le infrazioni commesse: “Sarà stata quella volta che ho sorpassato con la doppia linea? O quel parcheggio in doppia fila, per 5 minuti, quando ero a prendere il bimbo a scuola? O sono entrato senza saperlo in ZTL?”
In questo modo l’effetto correttivo dei nostri comportamenti sarebbe molto limitato. Certo, uno cercherebbe di comportarsi un po’ meglio, sparando un po’ nel mucchio, ma con scarse possibilità di incidere su comportamenti specifici. E questo vale anche in altri campi: immaginate di insegnare ad un bambino a suonare uno strumento, o una disciplina sportiva, e dirgli soltanto, “Cerca di fare meglio” senza dire come o cosa fare meglio. Sarebbe pressochè inutile, oltre che frustrante.
E cosa c’entra tutto questo con Hamer e la Nuova Medicina germanica? Pare che per molti l’affrontare la malattia sia esattamente la stessa cosa. Non sono interessati a scoprire quale sia stato il comportamento sbagliato, quale sia stato il processo che ha portato ad una certa situazione: l’importante è cancellare il sintomo, pagare la multa, e andare avanti.
Ma, così facendo, oltre a non crescere, lasciamo aperta la porta alla recidiva, cioè a ricascare nella stessa buca. Se invece capisco che ho patito una certa situazione ad esempio come conflitto di territorio, o di attacco, o di svalutazione, magari posso lavorare su di me ed evitare di rivivere, la prossima volta, con la stessa intensità un analogo conflitto.
Trasformando così l’evento conflittuale capitato in una spettacolare opportunità di crescita. Perchè, alla fine, il senso ultimo di questa vita è la nostra crescita e maturazione: siamo in una palestra, ed ogni occasione è buona per fare un passettino avanti. Sempre che lo vogliamo capire ed approfondire.
Bellissima e chiara !!
Alberto, sapresti darci più informazioni su questo?:
http://www.repubblica.it/cronaca/2016/08/31/news/padova_famiglia_rifiuto_chemio_studentessa_morta_leucemia-146963943/?ref=HREC1-19
Grazie
Conosciamo bene i genitori e anche Eleonora. C’è in questo momento uno scatenarsi di polemiche e non vorrei gettare altra benzina sul fuoco.
Quello che è certo è che:
– Eleonora aveva visto morire una sua amica di tumore, curata con la chemio, e aveva deciso di non percorrere la stessa strada;
– Non è vero che rifiutava le cure, solo che ne faceva delle altre;
– Finchè è stata in svizzera è migliorata, tanto che era rientrata a scuola, prima della fine dell’anno scolastico;
– Eleonora è morta IN OSPEDALE, dopo una trasfusione di due sacche di piastrine; questo nessuno lo dice; Anzi, perchè non viene detto il motivo della morte?
– Negli stessi giorni, a pochi km di distanza (Conselve e Bagnoli), è morto un uomo di 36 di tumore al cervello, curato con la chemio; ma nella pagina, ad esempio, del Mattino di Padova in cui sono riportati ENTRAMBI i casi, i titoli non sono simmetrici; nel caso di Eleonora: “rifiuta la chemio, muore a 18 anni” (a far intendere che la causa della morte stia nel non aver fatto la chemio); mentre nel caso dell’altro NON c’è scritto: “Fa la chemio, muore a 36 anni”: Perchè? FORSE PERCHE’ CHI MUORE NONOSTANTE LA CHEMIO NON FA NOTIZIA?
Eleonora è stata sottoposta a stress tremendo, quello di vedere la patria potestà sottratta ai suoi genitori per ordine del tribunale attivato dai medici; questo in un momento delicato della sua vita e dopo il trauma della scomparsa del fratello, avvenuta 3 anni fa, e dal quale stava lentamente uscendo. Possibile che a nessuno venga in mente una correlazione?
Ultima considerazione: cosa è la leucemia? E perchè la si combatte con veleni (chemio) o col trapianto del midollo osseo? Credo sia paradigmatico, conoscendo la leucemia (vedi ad esempio qui: http://www.disinformazione.it/leucemia.htm) come la medicina ufficiale confonda coincidenza con causalità. Lo stato di stanchezza e spossatezza coincide con l’aumento dei leucociti, ERGO i leucociti sono la causa. facciamoli fuori tutti! E se non basta, facciamo fuori il midollo osseo che li produce! E se non basta, trapiantiamo il midollo con uno meno attivo. Questa cecità, insieme all’incapacità della medicina di trattare il malato nella sua totalità (anima, mente e corpo) ma come un insieme di pezzi slegati fra loro è secondo me il limite più grave della medicina tradizionale.
A mente, in mezzo minuto, posso citare almeno una decina di persone morte di tumore, nella mia ristretta cerchia di conoscenti, vicini, ecc., TUTTI TRATTATI CON CHEMIOTERAPIA. Ma nessuno di questi è andato sul giornale, tanto meno col titolo: “Fa la chemio, muore”.
Perchè? Perchè i giornali devono vendere, e un morto di tumore curato con la chemio non fa notizia: succede tutti i giorni. Ma se uno rifiuta la chemio, questo sì che fa vendere! E gli sciacalli non si lasciano scappare questa ghiotta occasione.
Quanta strada da fare ancora….
Grazie mille Alberto per la tua testimonianza.
Penso che la strada da percorrere sia fittiziamente lunga: possiamo o dobbiamo cambiare?
A questa domanda va risposto VOGLIAMO.
L’uomo moderno, che vuole conoscere senza fare fatica, si rivolge a quelli che lui definisce “esperti” perché hanno studiato, hanno esperienza, sono titolati (da chi poi?!), etc. etc.
Come si può constatare la sua ricerca di verità rimane orientata verso l’esterno, dimostrando la sua incapacità di risolvere autonomamente i problemi, che invece solo lui può risolvere, essendogli capitati.
Questa sua alienazione dalla capacità innata di pensare, distrugge la sua volizione, comportando così di vivere da osservatore o meglio da voyeur.
Praticamente NON VIVE, vivendo invece tutte le vite possibili di altri, nelle quali non può fare nulla e delle quali manco capisce alcunché, considerando la sua incapacità al pensare intuitivo, che lui ritiene pura illusione. Considero queste persone più delle macchine che degli esseri umani.
Da parte mia c’è la massima solidarietà, invece, per chi rivolge la sua vita verso la realtà, che può essere raggiunta solamente ritornando in se stessi, ricominciando così a volere.
Volere la guarigione comporta riconoscere la realtà del dolore e le sue cause: hai ragione nel protestare l’inversione effetto-causa, che gli “esperti” dimostrano nei loro comportamenti.
Anche in questi comportamenti si magnifica la deficienza del pensiero autonomo, preferendo adottare un protocollo, anche se sbagliato, pur di mantenere una POSIZIONE PRIVILEGIATA, che altrimenti sarebbe minata dai loro stessi datori di lavoro.
L’incapacità professionale, figlia anche della corruzione (la raccomandazione è corruzione), sarà la leva del cambiamento epocale, cui stiamo assistendo.
La credibilità dei corrotti informatori “main stream” sta per implodere, e chi crede ancora a loro verranno trascinati dentro l’implosione, come è vero che sia.
Basta aspettare e lasciarli fare!
Infatti la pazienza è la virtù dei forti…
e forte è colui che conosce se stesso…
e quando si conosce, vuole…
e quando vuole, non vi è nulla che non possa compiere…
anche guarire “miracolosamente”!
Certo che VOGLIAMO, caro Roland, ma quanti lo vogliono veramente? Quanti invece preferiscono invece affidarsi agli esperti, e disinteressarsi della propria crescita spirituale?
Un po’ per pigrizia, un po’ perchè prendere in mano la propria vita significa assumersi delle responsabilità, un po’ per educazione (meglio: indottrinamento), molti preferiscono lasciare la parola agli “esperti“.
Ma se fosse tutto qua, pazienza: ognuno è libero di fare le scelte che vuole. Il problema è molto peggiore.
Il problema è che questi rinunciatari guardano con disprezzo, forse con malcelata invidia, a quelli che si alzano in piedi e vogliono fare di testa loro. I pigri, pur di rimanere confermati nella loro scelta di pigrizia (chi riesce a camminare con le proprie gambe diventa un esempio scomodo per loro, che non sono capaci o non vogliono neanche provarci) e li attaccano violentemente. Non li sopportano, li offendono, proprio perchè chi fa di testa sua sta lì, col suo esempio, a dimostrare in maniera ancora più evidente la loro incapacità, la loro inettitudine, la loro paura e la loro pigrizia.
Il serpente odia chi non striscia nella polvere come lui: incapace di fare diversamente, almeno vorrebbe che tutti fossero nella polvere, in modo da sentirsi come gli altri.
…ormai già molti hanno capito benissimo di vivere in una vera e propria matrix, ma la domanda è: come uscirne ?
C’è la possibilità CONCRETA di rifiutare e rigettare questo sistema marcio fino al midollo non solo attraverso le tastiere di un computer e non solo filosoficamente a parole ?
Se qualcuno con un briciolo di pragmatismo avesse uno spicciolo di idea da condividere….saremmo molto grati ! :))
Io, forse perchè invecchio, sto ripensando all’impegno sociale e preferisco ridirezionare le energie al mio interno. Quello che si fa con la tastiera è informazione, non rivoluzione. https://www.ingannati.it/2013/09/22/internet-inutile-combatterla-meglio-usarla/