Pino non sa un granchè di automobili. Ha una macchina, più o meno la sa usare, nel senso che mette in moto, accelera e frena, gira il volante a destra e sinistra, ma poco più. Lui pensa: “La macchina non è affar mio. Io ho altro da fare. la macchina deve fare il suo lavoro, portarmi dove devo andare, punto e basta. E quando qualcosa non va, ci pensa il meccanico a mettermela a posto. Non è forse il suo mestiere?”
Il meccanico di Pino fa infatti il suo mestiere. Quando Pino gli porta l’auto, guarda cosa c’è che non va, e lo ripara. Ad esempio, se ci sono le pastiglie dei freni consumate, le cambia. Punto. Non è mica compito suo andare a dire a Pino che sbaglia qualcosa nel suo stile di guida. Lui fa il meccanico. Lui ripara, e viene pure pagato per questo. E se Pino viaggia col freno a mano tirato, e la macchina va piano, e consuma i freni, e consuma di più, non è mica compito suo dire a Pino cosa deve fare del suo stile di guida.
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Ad un osservatore esterno questa scenetta sembra assurda. Sarebbe così semplice che il meccanico dicesse a Pino: “Guarda che il freno a mano non lo devi tenere tirato mentre vai!” e tutto si risolverebbe; ma nella vita reale questo succede o no?
Dipende.
Un meccanico che non dicesse una cosa così semplice ad un suo cliente sarebbe poco serio, ai limiti della disonestà. Ma provate a sostituire
- auto con corpo,
- guasto con malattia,
- e meccanico con dottore,
e domandatevi: quanti dottori hanno il coraggio, o sono preparati per suggerire ai propri pazienti di cambiare qualcosa nella loro vita, nel loro comportamento? E per quei pochi e valorosi dottori che sono in grado di fare questo, quanti “Pino” sono disposti a farsi mettere in discussione, e cambiare qualcosa della propria vita?
Per questo molti pazienti preferiscono curare i sintomi e disinteressarsi delle cause profonde dei propri mali. Per questo, come dice Trupiano, la Nuova Medicina Germanica è “… per molti, ma non per tutti“. E per questo la cosiddetta “malattia” è una stupenda opportunità di crescita – ma solo se la vogliamo riconoscere e siamo disposti a cambiare qualcosa di noi e ad abbandonare un pezzo di passato.
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