Molti anni fa, dopo la mia prima giornata di full immersion nelle 5 leggi biologiche del dr.Hamer, fatta a Reggio Emilia col dr.Trupiano, euforico per le cose imparate mi sentivo quasi in dovere (ma in realtà era un piacere) di divulgare e parlarne a quante più persone possibili. Ma mentre l’entusiasmo (en-Theos: Dio dentro) durò a lungo, e dura tuttora, la parte divulgativa dovetti smorzarla quasi subito in quanto le reazioni erano più o meno abbastanza fredde e/o incredule.
In particolare dovetti riscontrare la pressochè totale inutilità di queste conoscenze (infatti MAI mi sono permesso di andare a raccontarle, in queste situazioni) nei casi di conoscenti, o amici di amici, ai quali veniva diagnosticato un tumore: come ho scritto in questa nota, non si impara a nuotare mentre la nave affonda. E per la triste conta dei morti, solo nel mio piccolo paese, in questi anni, nella cerchia dei conoscenti, non bastano le dita di una mano. Per i quali mi sono dato ovviamente una regola: non interferire e non parlare di Hamer o di visioni “non convenzionali” della malattia.
Ho provato di recente a fare una piccola, discreta eccezione a questa regola. Un mio vicino si è ammalato di un brutto male (non tumore) e, durante i nostri incontri pressochè giornalieri (si dà una mano) ho provato, senza entrare troppo nello specifico, senza riferimenti espliciti, a buttare là qualche spunto. Ma anche lì ho dovuto registrare una pressochè totale chiusura e, come del resto avevo sospettato, mi sono ritirato in buon ordine cambiando argomento.
Pensando a quale potrebbe essere la giustificazione per tale atteggiamento mi sono convinto che la de-responsabilizzazione che deriva dalla concezione di malattia come di ente esterno che, per qulche strano motivo, aggredisce proprio noi, è in fondo comoda. Molto più comodo e pratico pensare alla “sfortuna“, che non analizzare il proprio vissuto, le proprie ipnosi (e metterli quindi in discussione). Molto più semplice aumentare la dose di farmaci allopatici (che combattono i sintomi) che modificare qualche abitudine, abbandonare qualche pensiero, tagliare qualche legame. Molto più comodo affidarsi a qualcun altro che non prendere in mano la propria vita, anche quando il nostro corpo ci manda segnali fortissimi ed incontrovertibili.
Ricordo che anni fa, quando ancora gli era permesso dir Messa, il nostro Donpa ci raccontò di un episodio di una madre con un figlio gravemente malato.
- “Padre, farei qualsiasi cosa per vederlo stare bene, scalerei l’Everest a mani nude…”
- “Non serve” Deve solo perdonare quella persona..”
- “Ah no questo mai e poi mai! Troppo, quello che mi ha fatto!”
Siamo fatti così. Preferiamo dare la colpa a qualcun altro: ad un virus, alla politica, al vicino di casa, ai genitori, che rimboccarci le maniche e prendere in mano la nostra vita ricominciando da capo. Troppo pesante la responsabilità delle nostre azioni. Meglio delegare qualcun altro, avere qualcos’altro a cui dare la colpa: il virus, la sfiga, la situazione economica sfavorevole. L’insostenbile leggerezza dell’essere responsabili.
Responsabilità e conoscenza-saggezza sono contrastate sovente dalla divisione tra ricerche psico-spirituali e fisiche e pertanto concordo con l’articolo suindicato e con quanto Alberto afferma in questo suo post
https://www.ingannati.it/2014/05/14/approfondimento-di-hamer-con-adriano-buranello/#comments che evidenzia che le scoperte del dr. Hamer dovebbero essere divulgate già nelle scuole primarie.
Gli studi di anatomia, a partire da Vesale, Morgagni ed altri, hanno consentito enormi progressi nella chirurgia ma non hanno contemplato le correlazioni con spirito-psiche .
Noam Chomsky scrive che negli ultimi 50 anni “ i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, conclude Chomsky, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. “Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano” è l’ultimo caposaldo del decalogo della manipolazione. Fatale corollario: «Nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su se stesso».
Accade da millenni e questo divario si è accentuato anche con le paure immesse verso le epidemie- pandemie vere o presunte create dalla ricerca microbiologica effettuata solo in laboratorio.
Cito, ad esempio, due testimonianze:
Durante la seconda guerra mondiale un bambino venne di notte portato dai genitori in un bunker sotto la casa dove abitava, nel quale si radunavano anche tanti altri vicini ,per proteggersi da possibili bombardamenti. In quell’ambiente si sentì soffocare e dopo pochi giorni incominciò a sognare di volare in alto, sopra i tetti di casa. Comprese dopo anni, alla luce delle scoperte del dr. Hamer, di aver vissuto una cosiddetta costellazione “planante” che si attiva in situazione di minaccia del territorio (muscolatura-mucosa bronchiale) con spavento improvviso (muscolatura/mucosa laringe) e trovò quindi conferma che la causa della sua claustrofobia (anche metaforica) e degli attacchi di tosse conseguenti erano creati da quell’evento traumatico. Poco dopo a sua madre fu diagnosticata una laringite difterica, che è però considerata malattia contagiosa causata da un microbo e pertanto curata in isolamento ospedaliero. Ma la causa per entrambi fu il trauma psico-biologico vissuto insieme quella notte con un percepito e conseguenze psico-biologiche simili ma non uguali. .
Una mia amica, trent’anni fa. mi raccontò che, all’età di diciotto anni, dopo un pauroso incidente –rischiò di cadere in burrone mentre stava sciando- ebbe la diagnosi di poliomielite per il conseguente problema motorio . In seguito, dopo anni, la diagnosi fu tramutata in sclerosi multipla. Compresi già allora ciò che Hamer confermò ovvero che la sclerosi multipla è l’evoluzione della poliomielite che invece, per la scienza ufficiale, è ascrivibile al virus.
Hamer ha affermato che la ricerca deve proseguire perché non ci sono tutte le risposte ma ha anche ricordato che al le sue scoperte è pervenuto grazie alla comprensione delle cause del suo tumore e di quelle persone da lui assistite che gli hanno raccontato il loro vissuto.
Concordo su tutto!
https://www.youtube.com/watch?v=c3yM28GyNMM&feature=youtu.be