Copio e incollo questo illuminante pezzo dal blog di Costanza Miriano. Come sempre, quando un ex-insider si pente e racconta le cose come sono state vissute dal di dentro, la testimonianza ha un valore inestimabile. In inglese questi fuoriusciti sono definiti whistleblower (quelli che, soffiando nel fischietto, richiamano l’attenzione e svegliano la gente). Se trovo qualche pezzo video di questo tale lo aggiungerò al video-collage che ho già fatto su alcuni whistleblower importanti e famosi.
del dr. Bernard Nathanson*
Sono personalmente responsabile di aver eseguito 75.000 aborti. Ciò mi legittima a parlare con autorevolezza e credibilità sull’argomento. Sono stato uno dei fondatori della National Association for the Repeal of the Abortion Laws (NARAL), nata negli Stati Uniti, nel 1968. A quel tempo, un serio sondaggio d’opinione aveva rilevato che la maggioranza degli Americani era contraria a liberalizzare l’aborto. In capo a soli 5 anni, noi riuscimmo a costringere la Corte Suprema degli Stati Uniti ad emettere la decisione che, nel 1973, legalizzò l’aborto completamente, rendendolo possibile virtualmente fino al momento del parto.
Come ci riuscimmo? È importante capire le strategie messe in atto perché esse sono state utilizzate, con piccole varianti, in tutto il mondo occidentale al fine di cambiare le leggi contro l’aborto.
La prima strategia fu conquistare i massmedia
Cominciammo convincendo i massmedia che quella per la liberalizzazione dell’aborto era una battaglia liberale, progressista ed intellettualmente raffinata. Sapendo che se fosse stato fatto un vero sondaggio ne saremmo usciti sonoramente sconfitti, semplicemente inventammo i risultati di falsi sondaggi. Annunciammo ai media che dai nostri sondaggi risultava che il 60% degli Americani era favorevole alla liberalizzazione dell’aborto. Questa è la tecnica della bugia che si auto-realizza: poche persone, infatti, desiderano stare dalla parte della minoranza. Raccogliemmo ulteriori simpatie verso il nostro programma inventando il numero degli aborti illegali praticati ogni anno negli Stati Uniti. La cifra reale era di circa centomila, ma il numero che più volte ripetemmo attraverso i media era di un milione. Ripetendo continuamente enormi menzogne si finisce per convincere il pubblico.
Il numero delle donne morte per le conseguenze di aborti illegali si aggirava su 200-250 ogni anno. La cifra che costantemente indicammo ai media era 10.000. Questi falsi numeri penetrarono nelle coscienze degli Americani, convincendo molti che era necessario eliminare la legge che proibiva l’aborto.Un’altra favola che facemmo credere al pubblico attraverso i media era che la legalizzazione avrebbe significato soltanto che quegli aborti, allora eseguiti illegalmente, sarebbero divenuti legali. In realtà, ovviamente, l’aborto è divenuto ora il principale metodo di controllo delle nascite negli Stati Uniti e il loro numero annuale è aumentato del 1500% dalla legalizzazione.
La seconda strategia fu giocare la “carta cattolica”
Sbeffeggiammo sistematicamente la Chiesa Cattolica e le sue “idee socialmente arretrate” e scegliemmo la Gerarchia cattolica come colpevole dell’opposizione contro l’aborto. Questo argomento fu ripetuto all’infinito. Diffondemmo ai media bugie del tipo “tutti sappiamo che l’opposizione all’aborto viene dalla Gerarchia e non dalla maggioranza dei cattolici” e “ i sondaggi dimostrano ripetutamente che la maggior parte dei cattolici vuole la riforma della legge sull’aborto”. I media bersagliarono insistentemente il pubblico americano con queste informazioni, persuadendolo che qualsiasi opposizione alla liberalizzazione dell’aborto doveva essere sotto l’influenza della Gerarchia ecclesiastica e che i cattolici favorevoli all’aborto erano illuminati e lungimiranti. Da questa affermazione propagandistica si deduceva che non esistessero gruppi antiabortisti non cattolici; il fatto che altre religioni cristiane e non cristiane fossero (e ancora sono) unamimemente antiabortiste era costantemente sottaciuto, allo stesso modo delle opinioni pro-life espresse da atei.
La terza strategia fu la denigrazione e la soppressione di tutte le prove scientifiche del fatto che la vita ha inizio dal concepimento.
Spesso mi viene chiesto che cosa mi abbia fatto cambiare idea. Come, da esponente abortista di punta, mi sono trasformato in un difensore pro-life? Nel 1973, sono diventato direttore di Ostetricia in un grande ospedale di New York City ed ho fondato l’unità di indagine prenatale, proprio quando stava prendendo il via una nuova grande tecnologia che oggi usiamo quotidianamente per studiare il feto nell’utero. Una delle principali tattiche pro-aborto è insistere sull’impossibilità di definire quando la vita abbia inizio, e che questa sia una domanda di carettere teologico o morale o filosofico ma non scientifico. La fetologia ha reso innegabilmente evidente che la vita inizia dal concepimento e che richiede tutta la protezione e la salvaguardia che ognuno di noi desidera per se stesso. È chiaro che la liberalizzazione dell’aborto è la deliberata distruzione di quella che indiscutibilmente è una vita umana. È un inaccettabile atto di violenza mortale. Si può comprendere che una gravidanza non pianificata sia uno straziante dilemma, ma cercare la soluzione in un deliberato atto di distruzione significa buttare via l’infinita ricchezza dell’ingengno umano e sottomettere il bene pubblico alla classica risposta utilitaristica ai problemi sociali.
Come scienziato so – non “credo”, ma “so” – che la vita ha inizio con il concepimento. Benché io non sia praticante, credo con tutto il cuore alla sacralità dell’esistenza che ci impone di fermare in modo definitivo ed irrevocabile questo triste e vergognoso crimine contro l’umanità.
*Il dottor Bernard Nathanson medico ginecologo statunitense, è stato uno dei membri di spicco del NARAL (National Association for the Repeal of Abortion Laws), cioè l’ente che più di ogni altro si batté per legalizzare l’aborto in USA; divenne direttore del CRASH (Center for Reproductive and sexual Health), la più grande struttura abortista del mondo. Egli stesso procurò con le sue mani 75.000 aborti.
Negli anni settanta lo sviluppo degli ultrasuoni permise di avere una immagine definita del bambino in grembo e Nathanson assiste ad un aborto visto però tramite le immagini ultrasoniche, visto, cioè, quasi dalla parte del bambino. La visione lo cambia per sempre. Il campione dell’abortismo, è folgorato e diventa il più grande attivista pro-life. Il suo libro Aborting America è un testo imprescindibile nella storia della cultura della vita, il suo documentario The Silent Scream diverrà uno strumento preziosissimo, poiché mostra fisicamente quello che Nathanson arriva a chiamare «il più grande olocausto della storia». Benché si fosse sempre dichiarato ateo giudeo, nel 1996, si convertì al cattolicesimo attraverso l’incontro con l’Opus Dei. E’ morto nel 2011.
In conclusione, questo bellissimo video sui bambini non nati:
Aver procurato 75’000 aborti non credo possa garantire l’infallibilità di qualsiasi dichiarazione sull’argomento. Così come aver perso un bambino a 6 mesi di gravidanza non garantisce la mia legittimazione ad affermare alcuna verità che è e rimane assolutamente personale. Di contro non vorrei che le stesse bugie utilizzate per arrivare a promulgare delle leggi, oggi, siano utilizzate per abrogarle. Chi è genitore e ama i propri figli, al punto da vivere solo per loro, sa bene quanto possa essere drammatica la perdita di un bambino anche se mai nato. Ciò non toglie che la stessa drammatica conseguenza si abbatta per tutta la vita soprattutto su quelle donne che per mille motivi decidono di abortire. Le donne, appunto, vittime in tutti i casi, prima, durante, dopo, qualunque sia la loro scelta. Ho riletto l’articolo e non trovo nessun accenno a loro come se non ascoltarle e soprattutto non aiutarle, a prescindere, non sia un atto di violenza ancora più grande. Teologia, morale, scienza e filosofia non hanno nessun senso se non aiuteremo innanzitutto le donne che si trovano di fronte a questa terribile scelta. Impariamo prima ad aiutare le donne, incondizionatamente, e poi possiamo iniziare un dibattito a qualsiasi livello pretendendo innanzitutto che sulle donne non vengano perpetrate altre violenze, che non siano mai condannate, qualunque decisione adottino e infine che siano mai abbandonate al loro dolore. Mai.
Infatti l’aspetto interessante dell’articolo secondo me era la strategia di condizionamento dell’opinione pubblica e i sistemi per pilotare i legislatori.
Le tue considerazioni, anche se condivisibili, qui non c’entrano, secondo me.
Posso chiederti, Rosario, quali siano le bugie che ti sembra siano utilizzate da chi chiede l’abrogazione della legge che “legalizza” l’aborto?
E posso anche chiederti cosa intendi quando parli di “terribile scelta”?
Con quest’espressione, mi hai fatto venire in mente un romanzo e un film (in cui il ruolo della protagonista era magistralmente interpretato da Meryl Streep): “La scelta di Sophie”.
In quel caso, alla madre era imposto di scegliere quale, tra due figli, far sopravvivere: ed era imposto da coloro che sarebbero stati i carnefici dell’altro.
Nel caso di un aborto volontario, chi impone la scelta di uccidere un figlio?
Grazie in anticipo per le tue due risposte.
Chiedo venia.
Niente, scherzi!
… E comunque il secondo video evidenzia coma la mamma sia la vittima vera dell’aborto!
Diciamo che è la “seconda vittima”.
Per arrivare a dire che è la “vittima vera” dell’aborto bisogna avere una visione della vita come non terminante con la morte fisica.
E la cui prosecuzione senza fine (Chiara Corbella diceva: “siamo nati e non moriremo mai più”) è strettamente e indissolubilmente legata a come abbiamo deciso di vivere l’intervallo terreno.
Chi ritiene la vita un segmento, non può arrivare a concepire la donna come “vera vittima” dell’aborto.
Chi ritiene la vita una semiretta, allora è già più probabile che concepisca la donna come “vera vittima” dell’aborto.
Chi ritiene la vita come una Y orizzontale, con i due rami divergenti senza fine ed il tratto orizzontale finito e corrispondente alla vita terrena (in funzione della quale si prende la semiretta che va senza fine verso l’alto o quella che va senza fine verso il basso): non ha difficoltà alcuna a realizzare che la “vera vittima” è la donna.
Perché è lei che, oltre che a rovinarsi la vita terrena, si pregiudica la vita nell’Al di Là qualora non arrivi a pentirsi sinceramente di quanto commesso.
“Vera vittima” del suo stesso atto, quindi.
Ecco perché in una nuova legge che riguardi l’aborto non è tanto importante determinare le sanzioni riguardanti coloro che arrivano ad abortire: quanto l’OBBLIGO per coloro (donne e uomini) che prendono in considerazione l’aborto volontario di prendere preventivamente in considerazione TUTTE le verità e le informazioni su cui si lascia attualmente cadere un velo sepolcrale (ad iniziare dal filmato della realizzazione di un aborto visto “dal di fronte”. E dello sviluppo di un bambino, dal concepimento alla nascita. E dei cadaveri dei feti).
E l’OBBLIGO da parte dello Stato di aiutare OGNI madre in difficoltà (con emissione monetaria ad hoc, impiegata per acquisire i mezzi di sostentamento necessari alla madre e al bambino).
Nel quadro di una politica che sia generalmente ed inequivocabilmente a favore della famiglia.
Quando dici che è la donna che, oltre che a rovinarsi la vita terrena, si pregiudica la vita nell’Al di Là attui sostanzialmente una strategia. Rispetto il tuo credo ma è la chiesa che non rispetta il mio tacciandomi a prescindere. Sono le presunte verità che purtroppo, nel tempo, sono state imposte con la violenza. Violenze che si sono scatenate, in epoche diverse, da una parte contro l’altra.
In nome di quelle verità sono stati uccisi milioni di esseri umani. “Nel caso di un aborto volontario, chi impone la scelta di uccidere un figlio?”. Anche nel porre le domande hai già emesso una condanna secondo la tua verità. Anche nel sottolineare che non è importante determinare le sanzioni. Non è tutto solo bianco o solo nero. Infine se mi consenti vorrei sottolineare una stonatura. Invocare la fede per poi imporre allo stato di aiutare le madri in difficoltà. Ti posso garantire che anche in questo ambito, terminati i proclami, ne la chiesa ne lo stato si ritrovano accanto alle madri e ai loro figli. Vi sono mille sfumature di grigio così come vi sono mille e mille motivi per cui una donna o una coppia decide di non portare avanti una gravidanza. Parte della strategia di cui parlavo è anche ricondurre il discorso su 1 solo motivo e non affrontare le mille problematiche legate all’argomento. Questo è il mio pensiero e non può, non vuole e non deve essere una verità assoluta. Infine credo che l’esempio del film non sia attinente con l’argomento.
Forse dovrei lasciar parlare solo Lucia, che ha la capacità e il dono di andare direttamente al punto della questione (che è sempre una e una sola: la verità e l’amore indissolubilmente uniti), e di andarci con quella “praticità” squisitamente femminile.
Ma non posso esimermi dal farti notare, Rosario, che nel mio intervento (in risposta a quello di Alberto che parlava della donna che decide di abortire come della “vera vittima”) menzionavo esplicitamente tre diversi “credi”:
1) credere che la vita coincida con un segmento (dal concepimento -o dalla nascita- fino alla morte)
2) credere che la vita coincida con una semi-retta (dal concepimento -o dalla nascita-, eventualmente avvenuta anche in vite precedenti ed eventualmente proseguente anche in vite successive, prima di unirsi al Tutto)
3) credere che la vita, in corrispondenza del “punto di biforcazione” coincidente con il termine del tratto terreno, possa confugurarsi come semi-retta che vada verso l’Alto (il Paradiso, di solito preceduto da una “sosta” più o meno lunga in Purgatorio: che si differenzia dall’Inferno solo per il fatto di essere a tempo determinato) o come semi-retta che scenda verso il Basso (l’Inferno)
La questione della donna come “vera vittima” dell’aborto dipende sostanzialmente dal credo che si sposa, dei tre.
Ma, indipendentemente dalla questione se e quanto sia vittima la donna e indipendentemente dal proprio credo, quella se è vittima il bambino abortito si pone di per sé.
O, per essere più precisi: si pone la questione ineludibile di “cosa” sia (con la possibilità che il “cosa” possa divenire un “chi”) ciò che viene soppresso al termine di un aborto volontario.
Tu, Rosario, sei uomo di pensiero e di ricerca scientifica.
Ma sia il pensiero che la ricerca partono, sempre, da una domanda.
E sono tanto più rispondenti alla loro vocazione quanto più non arretrano di fronte alle domande.
Poi, una volta che la domanda è formulata: allora si è posta la pre-condizione per arrivare alla risposta.
Che può essere vera oppure no.
E’ la Realtà a mostrarlo e dimostrarlo.
La domanda, che da uomo di pensiero e di ricerca non vorrai eludere, è quindi:
qual è il “ti-con-zero” a partire dal quale esiste un nuovo essere umano, nella Realtà Visibile?
Coincide tale “ti-con-zero” con il concepimento (“fusione” del gamete maschile nel nucleo del gamete femminile: e invito a considerare come ab origine il “femminile” abbracci il “maschile” fino a conglobarlo in sé)?
Oppure tale “ti-con-zero” coincide con la nascita del “feto”, ossia la sua venuta alla luce dal buio (parziale) dell’utero materno?
Oppure coincide con un istante intermedio tra i due suddetti?
Oppure coincide con un istante posteriore alla nascita?
Una domanda.
Quattro possibili risposte.
Un’unica verità.
Grazie per la tua attenzione e a presto,
Fabio Massimo
Restano peraltro inevase le due domande precedenti che ti ho posto.
Ma è inutile che ti riponga la seconda (ossia, cosa intendi per “terribile scelta”), prima che tu risponda alla domanda circa il “ti-con-zero”.
E’ invece probabilmente utile al proseguo di questo confronto che tu ci dica quali sono le bugie che ti sembra siano utilizzate da chi chiede l’abrogazione della legge che “legalizza” l’aborto.
E, se la bugia coincide, secondo te, con l’identificazione del “ti-con-zero” nel momento del concepimento: allora a maggior ragione è rilevante la tua risposta alla domanda su quale sia il “ti-con-zero”
Caro Fabio,
il post illustra come utilizzare bugie per raggiungere un obiettivo.
Mi chiedo se demonizzare una scelta non sia considerabile alla stessa stregua per ottenere l’obiettivo opposto.
Tutto qui.
Non so dare una risposta alle tue domande perché non sono custode di alcuna verità.
Rispetto il tuo pensiero di uomo di fede ma dissento sulla verità che imponi con la condanna.
Il mio fare un passo indietro sta nell’invocare quell’aiuto reale, soprattutto per le donne, qualunque sia la loro decisione, rimanendo loro accanto, comunque.
Tu poni domande anteponendo, ripeto, la tua verità.
Io, non avendo risposte, mi limito ad affrontare, ove possibile, una praticità prettamente laica.
Ringrazio anche te per l’attenzione e l’ esposizione pacata del tuo pensiero.
Caro Rosario,
perdonami ma perché continui a ricondurre la mia Ragione alla mia Fede?
Ho il dono della Fede, e ciò è innegabile.
Ma quando ti invito a rispondere alla domanda: “qual è il ti-con-zero a partire dal quale esiste un nuovo essere umano?”, mi appello squisitamente, con la mia Ragione, alla tua Ragione.
Quella stessa Ragione che eserciti -ne sono sicuro- in maniera più che brillante nei tuoi studi e nelle tue ricerche.
Come vedi, siamo in un ambito laicissimo.
E, a rigore, lo rimarremmo anche se ci confrontassimo sul piano della Fede, visto che apparteniamo entrambi “al popolo” e nessuno dei due appartiene al “clero”: ma intuisco che l’esproprio semantico del termine “laico” per attribuirvi il significato di “non credente” è avvenuto anche a causa dei tanti credenti che hanno ritenuto -e ritengono- che la valorizzazione dell’immenso Dono sovrannaturale che è la Fede debba avvenire attraverso la svalorizzazione e la depressione di quell’altro immenso Dono naturale che è la Ragione.
Ha totalmente ragione, in questo, il nostro caro e fin troppo “amerikano” Francesco: non è necessario ricorrere alla Fede per discernere il vero dal falso quando ciò può essere fatto dalla Ragione.
Ma non bisogna smettere di tener presente che la Ragione (come ogni altra componente della nostra unità psico-somatica) è più o meno inficiata e ferita dalle conseguenze del Peccato Originale (consistito in una tragica ibridazione genetica). Che viene sanato dal Battesimo sul piano spirituale ma le cui conseguenze psichiche e corporee permangono.
E che essa è più o meno inficiata e ferita sotto due diversi aspetti:
– per quanto riguarda il suo intrinseco funzionamento (si può ragionare male, in buona fede; e in buona fede cadere in fallacie logiche di ogni tipo);
– per quanto riguarda il suo collegamento con la volontà (una volta che, ragionando bene, arrivo alla plausibilità ed alla consistenza logica e razionale dell’ipotesi cristiana -su Dio, su Gesù, sulla Chiesa, sull’uomo- non è detto che ciò comporti necessariamente la mia adesione e la mia scelta, il mio “sì” personale e univoco; non è detto, cioé, che la Ragione abbia la forza necessaria e sufficiente per smuovere e attivare la Volontà. E’ esperienza invece comune che succeda piuttosto il contrario: che vi siano persone che hanno “capito” molte o addirittura moltissime cose, ma che pur tuttavia, non avendo ancora il Dono della Fede o continuando ad opporre resistenza ad accogliere tale Dono ovvero continuando ad opporre resistenza all’apertura del proprio cuore a Gesù, non sono ancora arrivati alla “conversione”).
Ecco perché la Fede (“credi in Me?” domanda Gesù a coloro che sta per beneficiare di guarigioni fisiche e spirituali. E non gli chiede: “hai ragionato su di Me?”) rappresenta una via di accesso sicura e certa alla verità, in quanto accedente direttamente alla Verità che E’ Gesù.
E non via “iniziatica” riservata a pochi, e attraverso complicate ed esoteriche auto-elevazioni e auto-illuminazioni.
E quelli che, ricevuto e accettato il Dono della Fede, hanno sfigurato e depresso quello della Ragione, non solo rifiutandosi di ragionare ma persino impedendo ad altri di farlo?
Significa che la loro era una Fede appena sufficiente a salvarsi ma certo molto inferiore al granello di senapa con il quale si possono spostare le montagne (e le “montagne” più pesanti da spostare siamo proprio noi stessi).
Quella Fede della cui veracità Gesù stesso ci ha fornito il criterio certo di riconoscimento:
– risuscitare i morti
– scacciare i demoni
– prendere in mano i serpenti senza pericolo
– bere i veleni senza danno.
E’ questa la Fede forte e verace.
E’ questa la Fede che non sfigura e non deprime mai la Ragione (quella retta e che vuole sinceramente arrivare alla verità).
E’ questa la Fede che si trasforma facilmente in opere.
E’ questa la Fede che si lascia vivificare dalla Speranza e docilmente guidare e pervadere dall’Amore: la più grande delle tre cose che resteranno.
Perdonami per questa “deviazione” piuttosto lunga dal percorso principale, quasi certamente molto più utile a me stesso che a te.
E ritorno quindi a porti la domanda iniziale, sul piano della Ragione (retta: ossia correttamente e logicamente consistente; e sincera: ossia animata solo e soltanto dall’intenzione di arrivare alla verità e non da un qualsiasi pre-giudizio, in base al quale si è preventivamente stabilito che alcune verità non sono in alcun modo accettabili):
“qual è il ti-con-zero a partire dal quale esiste un nuovo essere umano?”
Grazie in anticipo per la tua disponibilità a cercare la risposta vera a tale domanda.
Grazie a te per la cordialità e la disponibilità al dialogo aperto.
Ti ho già risposto.
Non lo so quale sia il ti-con-zero e, ripeto, personalmente, non trovo la risposta ne nella fede ne nella ragione.
Caro Fabio,
il post illustra come utilizzare bugie per raggiungere un obiettivo.
Mi chiedo se demonizzare una scelta non sia considerabile alla stessa stregua per ottenere l’obiettivo opposto.
Tutto qui.
Non so dare una risposta alle tue domande perché non sono custode di alcuna verità.
Rispetto il tuo pensiero di uomo di fede ma dissento sulla verità che imponi con la condanna.
Il mio fare un passo indietro sta nell’invocare quell’aiuto reale, soprattutto per le donne, qualunque sia la loro decisione, rimanendo loro accanto, comunque.
Tu poni domande anteponendo, ripeto, la tua verità.
Io, non avendo risposte, mi limito ad affrontare, ove possibile, una praticità prettamente laica.
Ringrazio anche te per l’attenzione e l’ esposizione pacata del tuo pensiero.
Da donna devo dire che sarebbe importante sapere la verità.
E la verità è che la Vita inizia con il concepimento.
Hanno sostenuto che il feto non è cosciente di sè,invece un feto si ritrae ,cerca di sfuggire agli strumenti di morte ,è autodeterminato a vivere.
Se raccontassimo alle donne la verità ,diminuirebbero gli aborti?
Se ci fossero strumenti veri di aiuto alle donne ,diminuirebbero gli aborti?
Se ci fossero più asili nido a costi accessibili a tutte,diminuirebbero gli aborti?
Le donne fanno salti mortali per portare avanti lavoro ,casa e figli .E’ umano questo?
E se iniziassimo con aiuti veri e stessimo zitti a guardare cosa succede?
Davanti a così tante bugie ,abbiamo perso l’ago della bussola.
La libertà delle donne è la libertà dai figli?
niente smagliature ,niente allattamento sennò il seno si ammoscia.Io ricordo che anni fa raccomandavano il latte artificiale! La bellezza prima di tutto,No?
Molte credono che la libertà sia mettere in evidenza due tette su tacchi altissimi.
Le donne non si accorgono che invece che “grandi” diventano solo un po più alte.
Non so se attuando tutto ciò che dici farebbe diminuire gli aborti ma, credo, che la verità o la sua ricerca, sia fondamentale quanto gli aiuti veri. La libertà, però, credo sia anche cercare di vivere, se è possibile, magari con qualche smagliatura in meno o con dei tacchi più alti, se questo non lede i diritti di nessuno. Le domande che poni, parte di quei tanti grigi, inducono alla riflessione e pongono le basi per un dialogo, che, se condotto senza pregiudizi, potrebbero farci ritrovare la bussola.
Nemmeno io so se diminuirebbero gli aborti attuando tutto ciò,infatti dico sarebbe bello vedere.
Perchè sennò si da per scontato che alle donne piaccia abortire,non credo tu intenda questo.
Perchè a ben guardare ,il problema delle donne non credo sia stato la mancanza di realizzazione di sè,quanto piuttosto la poca considerazione maschile.
Non lavori= non conti nulla
Per affrancarsi dalla schiavitù maschile ci hanno illuso che lavorando ci saremmo liberate……ah si?!
mmh ,non mi pare di vedere la promessa realizzata.
Non c’è pubblicità che non utilizzi il corpo femminile per vendere qualunque cosa.Questo è il rispetto che abbiamo ottenuto?
Anche il divorzio doveva essere di stimolo ai maschietti per non sottovalutare la donna?
Vedo donne schiave di sè stesse, delle illusioni in cui credono.
Non ho certo detto che tacchi alti non vadano bene o che le smagliature siano belle.Il tutto andrebbe guardato con occhi nuovi.
Anche la storiella delle quote rosa ,cosa significa? Che poverine da sole non ce la facciamo quindi occorre darci dei posti di diritto?
Il merito allora dove sta? E’ la mentalità maschile che dovrebbe cambiare?
Io non voglio una donna al governo; vorrei una persona capace col sano desiderio di essere utile con le sue idee e se fosse una donna sarei felicissima.
Può una donna oggi essere libera di essere madre a tempo pieno?
Sappiamo quante donne vogliano fortemente un lavoro e quante invece siano obbligate al lavoro perchè con uno stipendio solo in famiglia non si campa?
Non ho dato per scontato che alle donne piaccia abortire. Tutt’altro. Ho detto che quando decidono di farlo, qualunque sia il motivo, ne portano i segni per tutta la vita. Spesso sole, abbandonate anche dai compagni, condannate da una civiltà, che come hai sottolineato, considera ancora le donne soltanto un corpo utile a vendere prodotti.
E se ancora non riusciamo ad accettare un semplice no dalle donne, uccidendole con assurda violenza, figuriamoci a capirne tutti i disagi e a porvi rimedio.
“”””Spesso sole, abbandonate anche dai compagni, condannate da una civiltà, che come hai sottolineato, considera ancora le donne soltanto un corpo utile a vendere prodotti.
E se ancora non riusciamo ad accettare un semplice no dalle donne, uccidendole con assurda violenza, figuriamoci a capirne tutti i disagi e a porvi rimedio”””””
E’ la chiesa che fa questo?E’ Dio che fa questo?
“”””Rispetto il tuo credo ma è la chiesa che non rispetta il mio tacciandomi a prescindere.”””
Oppure Dio ci lascia piena libertà di amare e liberamente amando rispettare tutti ,anche la vita, fin nei suoi primissimi momenti?
Dio non taccia nessuno,Dio dice cosa è veramente importante per l’uomo e una volta che l’ha detto ,lascia all’uomo piena libertà.
Non mi pare abbia ancora fulminato nessuna donna per aver abortito.
Ma attenzione poi,noi uomini dobbiamo guardare bene in faccia la realtà e non dare la colpa a Lui dei nostri guai.
Oggi le donne avendo la “libera” possibilità di abortire credono di essere libere
ma ,chiedo io, libere da cosa ,da chi?
Tu riesci ad immaginare una terra su cui da domani più nessuna donna rimanesse gravida?
Scusa ho usato il verbo sbagliato,mi correggo.
Tu riesci ad immaginare una terra su cui da domani più nessuna donna decidesse (per libera scelta) di rimanere gravida?
Non ho mai incolpato nessuno dei miei guai perché, credo, non ci sia nessuno da incolpare. Altrimenti dovrei chiedermi per quale disegno misterioso, io, come tantissimi altri, dobbiamo sopportare sofferenze inferte, a questo punto, a titolo gratuito. Ne ha senso, sempre a mio modestissimo parere, parlare di libero arbitrio per giustificare una impossibilità superiore in grado di evitare qualsiasi forma di violenza sui propri amatissimi (sic!) figli. Probabilmente sono io che non sono in grado di vedere e quindi di beneficiare di questo disegno superiore ne mi sembra opportuno dover assistere impotente a così immense sofferenze per poi guadagnare una serenità futura. Se un domani nessuna donna volesse rimanere incinta non mi stupirei più di tanto ma so che vi sono, per fortuna, realtà serene dove è ancora possibile coltivare il sogno di un futuro migliore anche per i figli che verranno. Realtà serene immerse in contesti sia religiosi che laiche. Credo profondamente che in un contesto sociale più giusto e veramente libero le donne ricorrerebbero all’aborto solo per motivi veramente validi che non siano una smagliatura di troppo o un seno moscio.
Non capisco perchè i confronti si debbano ricondurre sempre al sè ,al personale.
Non ho detto che tu incolpi chicchesia di alcunchè.
Guardare le cose da un’altra angolatura ,magari ponendosi un poco più lontano del solito.
Il mondo gira per tutta l’umanità ,tutta insieme.Ti è mai capitato di entrare in una stanza dove si respira aria triste e stanca e con un sorriso,una battuta scherzosa un atteggiamento amichevole o amorevole, l’ambiente e l’aria subito cambino?
E’ capitato ad ognuno di noi di sentire dire a qualcuno che conosciamo “se Dio esistesse non permetterebbe molte cose che invece accadono.”
Non è Lui che li fa accadere siamo noi. Noi decidiamo per noi stessi ,per la nostra famiglia,per la nostra città e nazione
Invece accadono molti più miracoli di quanto ci accorgiamo.
Le grazie piovono su tutti come piovono su tutti le sofferenze.
Tutto ciò che arriva in bene o in male noi lo possiamo giudicare?
A quanti è capitato di dispiacersi per un fatto non accaduto ,anche se molto desiderato e dopo qualche tempo ,guardare indietro accorgendosi che è stato un bene non sia accaduto? o viceversa?
Le vie di Dio sono infinite e Lui ama tutti. Il più grande comandamento che ci ha dato attraverso Gesù è come tutti sappiamo l’AMORE.
Portare l’amore di Dio agli altri è una benedizione. La felicità che si prova donando un pezzetto di sè agli altri è straordinario.
Tutti vogliamo solo l’amore,
con l’amore si sopporta tutto ,malattie e sofferenze di tutti i generi.
Non è così anche per te? E’ la perla più preziosa che abbiamo in dono e che doniamo e ci donano.
Lui questo ci dice .Amate ,Amatevi e tutto andrà bene.Non preoccupatevi con l’amore verrà tutto il resto.
In tutta coscienza si potrebbe criticare questa verità, trovarle anche il più piccolo difetto?
Se hai l’amore tutto il resto passa in secondo piano.TUTTO
Fare la volontà di Dio significa usare i doni che Ci da per gli altri.
Tu che doni hai ricevuto? Questi talenti usali positivamente per gli altri,con Amore.Quando tu porti l’Amore agli altri anche se non te ne accogi porti Dio.
Non so in che altro modo spiegarti ciò che sento verso gli altri. Vorrei solo lo provassero tutti.
Dio è AMORE
E’ la cosa più sempice ,talmente semplice che pochi ci credono.
Le domande che hai posto e che poni, seppur generali, scaturiscono dai tuoi pensieri così come le mie risposte. Non potrei neppure esprimere ciò che non è parte della mia esperienza. Mi chiedi cosa vorrei e ti rispondo volentieri. Vorrei solo un mondo giusto. Un mondo che non continui a sacrificare se stesso ne in nome di una scienza ne di una religione. E come hai detto tu anche la giustizia è talmente semplice che pochi ci credono. In entrambi i casi l’uomo ha fallito perché nel tempo ha tollerato ogni sorta di ingiustizia al punto da non riuscire più a tornare indietro.
Non ho detto che è semplice la giustizia ma l’Amore.
Mi dispiace tantissimo che tu non riesca a capire quello che dico.
Ma va bene così ,ognuno ha i suoi tempi,se cerchi la Verità ti pioverà addosso quando meno te la aspetti.
Pace e bene a te Rosario
Mi ero spiegato male.
Volevo dire che anche la giustizia è semplice come l’amore.
L’incomprensione credo sia reciproca ma ciò non toglie che sia sempre e comunque positivo provare a comprendersi.
Ricambio con il cuore l’augurio di pace.
Non voglio tediarti,ma questa domanda è d’obbligo per me.
In che modo la giustizia può essere semplice come l’amore?
Non lo capisco,avresti la bontà di spiegarmi?
Nessun tedio ma, temo, che sia un altro motivo di incomprensione. Essere giusti significa discernere il bene dal male e considerare tutti gli uomini uguali. Essere giusti, forse, va oltre l’amore perché, ad esempio, per amore potrei giustificare un’azione dei miei figli mentre per senso di giustizia dovrei rimproverarne l’operato come faccio per altri sebbene un rimprovero possa essere sollevato anche a fin di bene. Probabilmente sono facce diverse di una stessa medaglia che nessuno, a mio parere, è ancora riuscito a coniare. Ne da un lato, ne dall’altro.
Sai anche a me risulta difficile discernere,mi capita a volte di pensare che non dicendo nulla ad una persona faccio il suo male,infatti i miei figli li ho sempre corretti ma con amore.
Mio figlio era terrorizzato dal dire la verità se combinava qualche guaio.E ti garantsco era una piccola peste sempre in cerca di piccoli guai.
La paura scaturiva dal fatto che pensava gli volessimo meno bene se faceva qualcosa che gli veniva proibito di fare.
Per esempio andare per boschi poco frequentati in bici,se si fosse fatto male poteva accadere che nessuno se ne accorgesse.
E’ guarito da questa paura. Gli ho sempre detto che qualsiasi cosa avesse combinato poteva tranquillamente venire a casa a dirlo,sarebbe stato punito ,certo, ma nessuno gli avrebbe voluto più bene di noi.Sarebbe sempre stato apprezzato, amato e aiutato.
Ha messo alla prova molte volte questa mia affermazione, e il suo periodo di prova verso di noi è finito quando è stato convinto che dicevo il vero.
Ci vuole pazienza ma ci si può riuscire.
Peccato che con gli adulti sia assai più complicato ….ma non impossibile
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