Per lavoro un paio di giorni a Roma, questa settimana, ne ho approfittato per incontrare e conoscere di persona per la prima volta un’amica Facebook che “conoscevo” da oltre un paio d’anni senza che però ci fossimo mai visti nè sentiti al telefono. Era andata così: a seguito della pubblicazione di alcune mie note sul sito www.effedieffe.com, lei aveva commentato e mi aveva chiesto se poteva ripubblicare su Facebook, cosa che ovviamente mi aveva fatto piacere.
Stabilito il contatto, diverse volte abbiamo commentato gli stessi articoli, condiviso le note, qualche volta chattato. Alla faccia di tutti quelli che parlano di queste relazioni come “irreali“, “illusorie“, “false“, “fuorvianti“, “alienanti”, dico con grande soddisfazione che è stato bellissimo trovarsi, e scambiare di persona opinioni, idee, sensazioni, raccontarsi della propria vita, come si farebbe con un amico che non si vede da anni ma con il quale si sono condivise tantissime esperienze.
Lo so anch’io che la parte non verbale della nostra interazione con gli altri è quella predominante; non mi sognerei mai di sostenere che un’amiciza online equivale ad una di persona (ma che senso ha poi il termine equivalere? Esiste forse una gerarchia delle amicizie?)
Ma, forse proprio perchè nell’assenza del rapporto fisico e nella concentrazione del messaggio di testo si è costretti a distillare l’essenza di un concetto, di una idea, di una emozione, per certi versi si entra in relazione con l’intimo di una persona che spesso tutta la parte non verbale, come un fastidioso rumore di fondo, non ci permette di fare. Per questo continuerò a coltivare ANCHE questo mezzo di comunicazione che, come ho scritto in un’altra occasione, sostengo e difendo.
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