Resa incondizionata: accettazione e nuovo inizio

Ripensavo oggi alla storia di Jon Gabriel, quell’uomo che è riuscito a perdere circa 100 kg (oltre la metà del suo peso) senza operazioni chirurgiche, palloncini, erbe miracolose, ma solo

• analizzando la causa del suo “voler essere grasso“
• risolvendo tale causa (con meditazione e visualizzazione).

Un aspetto che mi è tornato alla mente e che avevo trascurato in un primo momento è il seguente: in quale preciso istante è iniziato il processo di guarigione (che nel suo caso chiameremo dimagrimento, o fine della crescita di peso)? Lui lo dice chiaramente, ma forse dovremmo prestarci maggiore attenzione: lui racconta che, ad un certo punto, si è arreso. Ha detto basta. Ha detto: “Ok, se devo essere così, pazienza. Mi adatterò, me ne farò una ragione.” In una parola: si è accettato, ha abbandonato il combattimento: come dicevo in questo post. E a quel punto il suo corpo, con il quale ingaggiava questa battaglia da anni, ha cessato di essere sul chi va là, di sentirsi in perenne situazione di carestia, e da lì il processo ha cominciato a girare in senso inverso.

Molte volte noi siamo convinti che solo con la lotta, con la dura battaglia otterremo qualcosa: e se questo qualcosa ci pare di non ottenerlo, lottiamo ancora di più, a denti stretti, per ottenere ciò che vogliamo. Ma siamo come le famose api della bottiglia rovesciata. Non sapete la storia delle api nella bottiglia? Una volta ho sentito questo esperimento. Se si mettono in una bottiglia rovesciata una mosca e un’ape, la mosca, tradizionalmente considerata più stupida, andando a zonzo da tutte le parti, prima o poi ne uscirà. L’ape, essere in qualche modo superiore, capace di grande organizzazione, continuerà a provare ad andare verso l’alto senza riuscire ad uscire, perchè questo è quello che crede giusto.

Nel caso di Jon Gabriel il suo lottare contro il peso e contro il cibo era ciò che gli pareva giusto: ma al pari dell’ape, non otteneva nulla. Il momento della resa, della deposizione delle armi, dell’accettazione, di sè o di una situazione, fu il momento di svolta.

Anche noi dovremmo imparare a smettere di pensare che il mondo non vada avanti senza di noi; o, peggio ancora, che Dio non sia in grado di provvedere a tutto senza il nostro aiuto. Come rappresentato nel film The Shift, il cambiamento avviene proprio quando si depongono le armi, si molla la presa, si lascia andare e si lascia entrare Dio nella nostra vita (“let it go, let in God”).

Anche perchè, se abbiamo imparato bene la lezione di Hamer, se è vero che alcune DHS non si possono prevedere, è altrettanto vero che chi vive nella fede cieca, assoluta, nel totale abbandono, difficilmente sarà vittima di conflitti. Se sono sommerso dall’Amore Inesauribile di Dio, chi mi può minacciare? Se la mia casa è il mondo, anzi l’universo, quale conflitto di territorio potrò patire? Se ho Dio dalla mia parte, che conflitto di attacco posso subire?

E così la Fede piena riesce ad ottenere miracoli altrimenti inspiegabili.