Nonostante esista una associazione che vuole mettere insieme l’ateismo con la razionalità (UAAR – Unione Atei ed Agnostici Razionalisti), a me è sempre sembrato che non ci sia nulla di più irrazionale che negare Dio, o quantomeno negare il Trascendente, negare una Intelligenza esterna che stia alla base di tutto il Creato. L’ho sempre sentito a livello istintivo, perchè il finito non giustifica sè stesso, perchè dal nulla non si crea nulla, perchè dalla non-vita non si genera la vita, e via dicendo. E le scoperte della Scienza, con la S maiuscola, quella vera, non dogmatica, non pregiudiziale e libera da condizionamenti a priori ci portano alle stesse conclusioni, in maniera ancora più puntellata da prove e ragionamenti ineccepibili.
Avevo già citato in questo post alcune delle osservazioni scientifiche sull’Intelligent Design (capofila: Stephen Meyer), a negazione dell’evoluzionismo (la meno scientifica di tutte le teorie che ci vogliono far passare come scienza: e invece non è altro che un insieme di congetture ed ipotesi, non sorrette da alcuna prova e facilmente smontate da pochi ragionamenti, questi sì razionali e scientifici); ora ho trovato, e ve lo linko sotto, un video-conferenza del gesuita Robert Spitzer che prova, senza alcuna possibilità di dubbio, come l’esistenza di un Creatore, o di un “Qualcosa” che trascende completamente i nostri sensi e la nostra esperienza sia una conseguenza inevitabile di qualunque ragionamento serio, razionale, documentato e coerente. E soprattutto esente da pregiudizi.
Ahimè! In Inglese… 🙁
Una sintesi estrema ve la riporto su questo schema: le evidenze, che portano tutte alla stessa conclusione, si raggruppano in tre filoni di ragionamento.
- Primo filone: l’analisi dell’espansione dell’Universo, supportata dal teorema BVG (Borda-Valenkin-Gupda), a seguito delle scoperte di Lemaitre e Hubble; tutto punta inequivocabilmente, indipendentemente dal modello di universo che si voglia adottare, ad un inizio. Ed un inizio, in fisica, comporta inevitabilmente un Iniziatore, o Creatore.
- Secondo filone: il secondo principio della termodinamica, mai smentito ed osservabile anche sotto i nostri occhi, quotidianamente, che stabillisce l’impossibilità, per qualunque sistema, di passare da uno stato di minore ad uno di maggiore ordine ed intelligenza: impossibile sotto tutti i punti di vista, senza accettare la presenza di un Ordinatore esterno;
- Terzo filone: la strabiliante armonia delle costanti fisiche, tale per cui se ci fosse una varianza anche minima in questi valori, rapporti diversi da quelli osservati in natura anche per solo una parte su 10 alla 50-esima, sarebbe impossibile l’esistenza dell’universo, dell’Idrogeno, ecc. O siamo molto, ma molto, ma molto fortunati, o, anche qui, razionalmente, si deve ammettere l’esistenza di un progetto (e di un relativo Progettista).
Anche perchè, diciamocelo francamente, se Creato deriva da un Creatore, non sarebbe strano se l’Opera non portasse la firma dell’Autore? E man mano che la Scienza progredisce, trova sempre maggiori e maggiori conferme di questa “firma”, lasciata dall’Autore.
Esiste inoltre un quarto elemento: la indiscutibile esistenza dell’anima, cioè di qualcosa di non tangibile, non misurabile, ma sicuramente sopravvivente alla morte del corpo, come evidenziato in migliaia di esperienze documentate di NDE (Near-Death-Experience, o esperienze pre-morte): dove indubbiamente l’anima del “trapassato” è uscita dal corpo, clinicamente morto, e ha visto e sentito cose che il “corpo“, per dove si trovava, molto spesso in una stanza d’ospedale, non poteva certo sentire nè vedere. Come quelle di molti ciechi, molti dei quali ciechi dalla nascita, che nel corso delle esperienze pre-morte hanno visto, per la prima volta in vita loro!, e sono stati in grado di raccontare particolari, una volta ritornati in vita. Tornati in vita, si badi bene, ancora ciechi.
Scienza e Dio: veramente incompatibili o c’è una connessione?
La scienza, per sua natura, non può negare l’esistenza del trascendente. Perchè? Ma perchè il metodo scientifico è induttivo: passa dal particolare al generale, e si basa sull’osservazione del reale. Quindi, qualcosa che trascenda il reale non è, per definizione, passibile di osservazione scientifica.
Non è vero però il contrario, che sembrerebbe una conseguenza logica: se la scienza non può negare l’esistenza di Dio, non potrà neanche provarla, direbbe qualcuno. Pari e patta, zero a zero e tutti a casa.
Ma le due cose sono molto diverse. Innanzitutto, negare è molto più difficile che affermare. Pensate agli alieni. Se voglio negare che esistano gli alieni, dovrei dimostrare che in ognuno dei possibili mondi esistenti, non esistono alieni, avendo la certezza di quanto affermo: infatti potrebbero essere nascosti, quando vado a cercarli in un particolare momento. Mentre per provare l’esistenza basta trovarne uno.
E per l’esistenza di Dio la scienza deve astenersi, come fa per la Sua negazione? No. Proprio per i motivi citati sopra, se da una parte non può negarla, può però tirarla in ballo come esigenza indispensabile a giustificare quanto ha osservato in questo universo, nel reale e particolare, con metodo scientifico. Un po’ come uno che cerchi una chiave in una aiuola: solo perchè non la trova, non può dire che la chiave non esiste. Potrebbe esistere, ma sta fuori dell’aiuola, il mio universo di ricerca. Ma se trovo una impronta di una chiave, nel terreno dell’aiuola, posso ragionevolmente dire che la chiave deve esistere: non l’ho trovata, ma è altamente improbabile che il fango dell’aiuola abbia preso quella forma per caso. Una chiave deve aver lasciato l’impronta.
Insomma, a voler sostenere la posizione atea serve una buona dose di irrazionalità: è questo il vero dogma che va contro ogni scienza ed ogni ragione!
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