Post sul M5S e le elezioni in Friuli: commenti, condivisioni, polemiche. Come tutte le volte che si innesca una “discussione” sui nostri politici.
Post sulla Juventus (da alcuni ribattezzata Rubentus): discussioni, polemiche, condivisioni.
Post sul benessere individuale, sul comprendere le malattie, su come vivere meglio, su imparare l’arte della risata e della felicità: magari qualche “like“, e tutto finisce lì.
Me l’aveva detto, tempo fa, un amico, fondatore e gestore di uno dei più seguiti siti di controinformazione in Italia (20-30.000 page views al giorno): quando si innesca, nei commenti, una battaglia fra opposte fazioni (magari scatenata ad arte, aggiungo io), è lì che le visite al sito scattano verso l’alto.
Sembra che abbiamo questa sorta di bisogno di avere un nemico, un avversario, qualcuno a cui contrapporci, come se solo lì, solo in quella occasione valesse la pena di impegnarci. Ma se pensar male si fa peccato, ma ci s’azzecca, io credo che la vera ragione del nostro impegno verso l’esterno stia nel fatto che ci costa molto meno di quanto ci costerebbe lavorare su noi stessi, sulla nostra crescita, sul nostro progresso, spirituale, fisico, materiale.
Amici come Adriano Buranello (esperto di 5LB di Hamer) o Daniele Berti (yoga della risata, palestra della felicità) me lo confermano: la gente preferisce dare all’esterno, agli altri la responsabilità del proprio stato, rifiutandosi di mettersi a lavorare su sè stessi (cosa che porterebbe risultati molto migliori e duraturi).
Preferiamo la comodità del dare la colpa a qualcun altro che la scomodità del metterci in discussione. E restiamo sempre fermi.
Stavo pensando queste cose stamattina a seguito di un commento fatto su FB, che mi arriva, come il cacio sui maccheroni, questo commento dell’amico Rolando, che ricopio qui:
Colui che conosce gli altri è sapiente; colui che conosce sé stesso è illuminato.
Colui che vince un altro è potente; colui che vince sé stesso è forte.
Colui che agisce con forza ha risolutezza; colui che sa soddisfarsi è ricco.
Colui che non si discosta dal suo giusto posto sussiste a lungo; morire senza perire, questa è la longevità.
Cit.: “io credo che la vera ragione del nostro impegno verso l’esterno stia nel fatto che ci costa molto meno di quanto ci costerebbe lavorare su noi stessi, sulla nostra crescita, sul nostro progresso, spirituale, fisico, materiale.”
Non è un problema economico/energetico: l’energia da sviluppare per deformare fattori esogeni è infinitamente maggiore, tant’è che non se ne viene a capo.
Il problema è il comprendonio: si rifugge dalla responsabilità di aver scelto questa vita, quindi si fa di tutto per non capire l’ovvio, cioè che siamo causa e fine di questo universo.
Nella sua caduta c’è la chiave del comportamento dell’uomo: prima dell’inizio del tempo l’Uomo aveva tutto dentro di Sé, ora per vivere deve distruggere quello che gli serve per vivere e quello che gli serve si trova fuori, infatti i mistici non hanno bisogno di mangiare/bere; i mistici sono gli uomini che si avvicinano di più all’Uomo.
Sono convinto Che,se e’ vero questo bisogno di “criticare”, e’ anche Vero che siamo terribilmente condizionatia ad essere necessariamente “per” o ” contro” qualcosa o qualcuno.,…
Sì, il condizionamento esiste, riconoscerlo va bene, ma attenzione a cercare sempre all’esterno la causa dei nostri mali. Abbiamo raziocinio per comprendere; se ci aggiungiamo la volontà, possiamo essere liberi di fare le scelte giuste!