Domanda: i film di Stanlio e Ollio fanno ridere?
“Certamente!” sarebbe la risposta di chiunque. Se però si volesse approfondire, e si chiedesse: “Ma sei proprio certo che fanno ridere tutti, il 100% delle persone? E proprio TUTTI i film di Stanlio e Ollio fanno ridere? O ce n’è qualcuno che non fa ridere? E fanno ridere dall’inizio alla fine, o solo in parte? ” ovvio che allora ci si tirerebbe un po’ indietro, “sì, mah… il più delle volte… mediamente…” Se poi la domanda fosse rivolta in un processo e dalla risposta data dipendesse l’esito finale del giudizio, chiaramente nessuno si sentirebbe di affermare che TUTTI i film di Stanlio e Ollio fanno ridere, che fanno ridere TUTTE le persone, e che fanno ridere dall’inizio alla fine.
Per quanto stupida (e scontata) possa sembrare questa introduzione, serve per riaffermare ancora una volta la stupidità di chi, di fronte a teorie mediche, chiede la prova “scientifica“. Stupidità doppia quando poi queste stesse persone non hanno la stessa pretesa di scientificità rispetto ai sistemi “ufficiali“, approvati dalla medicina canonica. Potreste affermare che la chemioterapia guarisce? Il 100% dei pazienti? Ovvio che no.
Anche solo limitando l’osservazione al corpo, la complessità della macchina “uomo” è tale che la medicina si deve per forza basare su una serie di ipotesi, molte volte neanche confermate, se non a livello probabilistico, di funzionamento dei meccanismi biologici, cellulari, chimici. Ma oltre a ciò, la follia dell’isolamento del singolo organo malato dal contesto, già stupida per conto suo, è resa ancora più stupida se si omette di considerare che, oltre ad un coprpo, c’è una mente e un’anima, a completare l’essere umano. La specializzazione della medicina, che affronta il singolo malessere solo dal punto di vista sintomatico, ha reso l’ignoranza della comprensione dell’essere umano abissale, e causa principale dell’incapacità di guarire. Al più, si trattano i sintomi, sperando che gli effetti collaterali di quel trattamento non siano peggiori del decorso della malattia originaria. Un po’ come quando si mette la polvere sotto il tappeto: non si è fatta pulizia, si è semplicemente spostato il problema.
I detrattori della Nuova Medicina Germanica si perdono una possibilità magnifica, la possibilità di conoscere i meccanismi di interazione fra emozioni e corpo, in maniera sistemica e completa come forse solo un tedesco poteva fare, e così facendo lasciano l’intuizione della correlazione ad un livello embrionale, infantile, senza possibilità di applicazione pratica. E sì che anche la saggezza popolare aiuta, con la sua forma di sapere tramandato di generazione in generazione con i proverbi, a comprendere l’intima relazione fra le cose che ci accadono, il modo in cui le viviamo, e gli effetti sulla nostra salute. Quando si dice che di una certa cosa “ne farai una malattia“, oppure che una certa cosa ti fa “il sangue amaro“, si fa, senza conoscerne le basi scientifiche, esattamente riferimento a questo.
Ad esempio uno dei grandi meriti di Hamer, per quello che mi riguarda, è stato quello di spiegare come gli eventi in sè non hanno, a livello assoluto, una conseguenza sicura, diretta, individuabile a priori, ma quello che conta è come l’evento viene “percepito” dal singolo. Ad esempio un licenziamento, che avviene nello stesso identico modo per 5 persone diverse, può avere 5 effetti diversi, a seconda di come le persone lo prendono: può essere una perdita di territorio (“non ho più un posto dove stare“), di autostima (“non valgo più niente”), ecc. ecc.
Per fare esempi semplici: una musica può essere un’esperienza piacevole, che magari non mi disturba, neanche mentre sto studiando; ma se la stessa musica proviene dalla stanza accanto, e la vivo come un’invasione del mio territorio, può darmi un fastidio incredibile (magari proprio la stessa musica). Cito un esperimento che mi era stato raccontato molti anni fa, quando non conoscevo ancora Hamer. A due gruppi di persone, ugualmente assortiti per età, cultura, ecc., vennero forniti gli stessi test da fare. Entrambi i gruppi furono disturbati da un grande rumore, ossessivo, dicendo però al primo gruppo che purtroppo, non c’era nulla da fare (stavano facendo dei lavori nell’appartamento a fianco), mentre al secondo gruppo venne detto che, in caso il rumore li avesse disturbati troppo e impedito la concentrazione, avrebbero potuto premere un campanello e il rumore sarebbe smesso. Come facilmente prevedibile, il secondo gruppo ottenne risultati molto migliori del primo. Quello che però non vi aspettereste è che il secondo gruppo non fece uso della propria facoltà di interrompere il rumore: il semplice fatto di sapere che potevano interromperlo era sufficiente a non fargli sentire il peso di quel rumore; in qualche modo possiamo dire che non era il rumore che disturbava, ma la percezione dello stesso, che per i primi era vissuto come importuno, molesto, un ostacolo alla concentrazione (invasione di territorio), per i secondi no. Insomma, chi pretende di limitarsi agli aspetti misurabili, pesabili, riscontrabili con bilancia, metro e termometro rischia di perdersi un’enorme fetta della comprensione della verità.
Potrei citare molti altri esempi, anche vissuti personalmente, in diversi ambiti (non necessariamente di malattia: quando si capisce come funzioniamo, quali sono le regole che la Vita ci ha dato, possiamo ritrovarle rispecchiate un po’ ovunque, riconoscere la firma dell’Autore in ogni cosa); e quello che mi dispiace è che ci sia ancora chi pretende di buttare via tutto senza approfondire, arroccati nella falsa pretesa di scientificità.
E si ostina a fare all’infinito la stessa domanda: “Ma mi metti per iscritto che se vengo a vedere il film riderò? Garantito? al 100%? Hai la prova?”
Il blog di Gioia Locati, la giornalista di Libero che ha dichiarato di aver avuto la diagnosi di tumore al seno nel 2007 e che è favorevole alla terapia del dr. Di Bella, ha pubblicato un articolo sul caso di Angelina Jolie. Ho inserito alcuni commenti ed è sorto un ping pong con i medici, quasi tutti favorevoli alla cura del dr. Di Bella, che scrivono su questo blog. Copio una parte di questi commenti che possono forse far comprendere alcune difficoltà che nascono dalla secolare divisione tra spirito-psiche-corpo.
marco il 19 maggio 2013 alle 12:07:
bhè insomma, a me non sembra sufficiente assimilare in un grande calderone la paura, il conflitto la psiche e lo stress.
Anche i miei figli giocando si son dati botte da orbi o si sono involontariamente traumatizzati a vicenda Paola, ma li ho sani senza averli dovuti far crescere l’uno lontano dall’altro.
Prendere un caso e farlo diventare l’emblema di una scientificità di un “pensiero” (Nuova Medicina Germanica) non mi sembra una metodologia che non si presta ad un approfondimento nè significativa di nessuna certezza , anzi , da questo punto di vista, ritengo le teorie di Hamer addirittura colpevolizzanti e deleterie.
monty 20 maggio 2013 alle 10:37
“Quanto ad Hamer siamo sullo stesso piano, e cioè agli antipodi della scientificità. Non solo c’è assenza assoluta di qualsiasi riscontro scientifico, ma sembra di essere tornati ai tempi dei “tubuli”, degli “umori” e di facezie di questo genere. Teorie spesso assurde pretendono di “saltare” a piè pari due secoli di medicina scientifica, sbattendo la porta in faccia a chi, con umiltà e rigorosa, paziente osservazione e infinite riprove, ha stabilito verità indiscutibili sacrificando la propria esistenza per sollevare l’umanità dalla superstizione e dal teoricismo.
E si faccia anche a meno di citare soggetti come Montagnier, che, dopo reiterate e documentate smentite alle sue tesi, è stato appoggiato – insieme a Gallo – dai trafficanti di farmaci.
E’ proprio parificando sacro e profano, scienza e ciarlatanismo, rigore e delirio, che si porta acqua al mulino di chi ignora o contrasta grandi verità – queste scientificamente provate fino allo spasimo – per motivi inconfessabili. Sarebbe auspicabile astenersi da certe reboanti affermazioni quando è il dilettantismo e non una rigorosa formazione scientifica ad originarle.
1. Flosil il 19 maggio 2013 alle 23:30:
2.
3. Hamer e il suo pensiero sono ELITARI, destinati a una parte della popolazione e non a tutti.
Sull’ipotetico disastro indotto da una psiche si può lavorare , innanzitutto con l’utilizzo di molecole endogene , studiando le alterazioni che l’eventuale psiche induce su di esse ed andando a compiere una terapia sostanzialmente sostitutiva (e questo l’MDB lo FA).
L’Hamer pensiero rende il paziente colpevole del suo stesso non guarire, della sua incapacità di risolvere un conflitto (generandone paradossalmente un altro più grosso!)
Parte delle mie risposte:
1. Paola il 19 maggio 2013 alle 15:57:
A Bruno , Marco cikagiuro
a Marco:
ripeto: ogni caso è unico e irripetibile. Ci sono persone che hanno vissuto esperienze terribili senza avere alcun problema psico-fisico. Il caso della bambina: è semplicemente successo e la madre ha voluto rendere testimonianza di fronte a più di cinquecento persone pensando di fare cosa utile. Non si vuole farlo diventare emblema di una scientificità di un “pensiero”. Hamer e molti altri ricercatori, tra i quali quelli prima elencati, hanno ascoltato e esaminato centinaia di casi. Affermare che le sue scoperte sono addirittura colpevolizzanti e deleterie mi sembra fuorviante. Crea forse minore paura pensare che la malattia sia dovuta al caso? Da Socrate e ancor prima si dice “conosci te stesso”. Che significa olismo?
Nomi di medici che seguono le scoperte di Hamer si possono trovare anche sul sito dell’associazione Alba
A Bruno:
scrivi “ …. Affermazione priva di qualunque parvenza di scientificità che sta solo nell’immaginario”
Se ogni caso è unico e irripetibile per poterlo verificare si deve considerare il vissuto/sentito della persona. Nessuno può sostituirsi ad essa e nessuno può affermare che ogni singolo caso sia privo di scientificità se è dimostrabile anche alla luce della consapevolezza di chi vive in quel corpo esaminato. Ho riscontrato che le affermazioni che sentivo in famiglia tipo “è morto di crepacuore” “è morto di dispiacere” “è morto di paura” trovano ora conferma da parte di ricercatori, tra i quali quelli citati nel commento precedente, che è difficile non definire scientifici.
Montagnier ha affermato che la paura può uccidere. Montagnier sta ora studiando quei casi di persone, definiti elitari, che pur avendo avuto diagnostica di sieropositività non hanno mai sviluppato l’aids e ne ha parlato anche nelle Tv nazionali. Esistono migliaia di scienziati che dichiarano che tutta la storia dell’aids deve essere rivista.
A cikagiuro:
con le risposte suindicate ho in parte già risposto al suo ultimo commento. Lei scrive “Se ne convinca e faccia anche lei il salto da Hamer a Di Bella”:
Non occorre: io approvo sia le scoperte del dr. Hamer che il metodo del prof. Di Bella. Ho ricordato in un commento il caso del giovane medico che ho conosciuto personalmente. Se quel medico fosse stato un po’ più consapevole delle relazioni esistenti tra il problema psichico vissuto e il suo linfoma forse anche la cura del prof. Di Bella sarebbe stata più efficace.
Ricordo che al congresso “La Scienza incontra lo Spirito” del 2006 a Milano erano presenti fra i vari relatori anche il figlio del prof. Di Bella . Il congresso è iniziato con una relazione di Mambretti sulle scoperte del dr. Hamer.
Paola il 19 maggio 2013 alle 11:41:
Rispondo a cikagiuro Bruno e Marco:
a cikagiuro: lei scrive: “se il postulato di Hamer poggiasse su basi rigorosamente scientifiche tali fenomeni si ripeterebbero in modo costante ed oggettivo”. Ogni caso è unico e irripetibile. Per Hamer vi sono correlazioni tra psiche-cervello-organi ma queste correlazioni sono individuali. Scriveva un antropologo-teosofo di mia conoscenza nel 1971: “la mente è soggettiva e individuale e non può essere considerata un oggetto; considerandola come un oggetto si è da lei doppiamente ingannati”.
A Marco:
lei scrive: “conflitto di cui la persona non ne ha coscienza…” Se i traumi sono stati molto intensi quasi sempre le persone sono coscienti del loro vissuto/sentito anche senza l’intervento di medici,psicologi ecc.
Il mesotelioma della bambina: la bambina era già nata quando ha subito l’attacco al ventre da parte del fratellino. La madre, scoperta la causa, ha allontanato per mesi il fratellino dalla bambina per evitare alla piccola possibili paure che avrebbero potuto causare recidive.
A Bruno:
Scrivi: “scusa la durezza dell’intervento Paola, ma ci siamo confrontati allo spasimo in questo blog su come provare quanto viene affermato da chiunque”:
Nei miei precedenti commenti ho citato le dichiarazioni del genetista Tian Xu dell’università di Yale, quelle di Montagnier, degli scienziati del Wellcome Truste Centre for Neuroimaging, dei medici della John Hopkins University, di Bruce Lipton, dello psichiatra prof. Villari in merito alla recente sentenza del Tar Piemonte. Posso aggiungere anche quelle del cardiochirurgo prof. Sandro Bartoccioni pubblicate nel libro “Dall’altra parte”che descrive la causa del suo tumore allo stomaco, del prof. Enzo Soresi, già primario di pneumologia al Niguarda che nel suo libro “Il cervello anarchico” scrive che il pensiero è il timone di malattia e guarigione, del prof. Fabrizio Benedetti, neuro scienziato esperto di effetti placebo-nocebo ecc.
Non mi pare che queste dichiarazioni si possano definire, come tu scrivi “affermazioni prive di qualunque parvenza di scientificità che stanno solo nell’immaginario”.
*******************
“Tra le cosiddette scienze esatte la medicina è quella che meno merita questo nome…teoricamente è la più benefica e pure, nello stesso tempo, nessun’altra scuola di scienza esibisce tanti esempi di meschini pregiudizi, materialismo, ateismo e maliziosa caparbietà”
(H.P. Blavatsky – “Iside Svelata” – La Scienza – ed. 1994 – Vol. I parte I pag. 175)
Riporto il commento inviatomi da un amico che preferisce rimanere anonimo
La teoria delle infezioni è stata confutata
22/06/2013 – Articolo di Extreme News e relativa nota di Pilhar: (http://www.germanische-heilkunde.at)
ExtremNews
Sensazionale: i più importanti infettivologi europei fanno cadere la teoria delle infezioni
da Manuel Schmidt
Il 14 maggio 2013, giorno del 217-esimo anniversario della prima vaccinazione di Edward Jenner, sono stati pubblicati dai più influenti seguaci della teoria delle infezioni i risultati delle loro pluriennali ricerche. Essi hanno constatato che tutti i tipi di “agenti patogeni” che erano stati cercati nei bambini malati, sono sempre presenti, nella stessa forma e quantità, anche nei
bambini sani.
Questo non stupirà i lettori di Wissenschatfftplus, perchè il fondamento della vita è la coesione, la simbiosi. Al livello dei batteri, delle cellule, dei tessuti e organi non c’è nessun conflitto e lì non ne è stato osservato ancora nessuno. Competizione c’è solo tra organismi pluricellulari quando scarseggiano le risorse.
Dal 1986, per mezzo di manifestazioni e pubblicazioni, il dott. Lanka fa notare questi fatti e queste correlazioni, che ha incontrato studiando la biologia. Dal 2003 pubblica i risultati delle sue ricerche su una rivista bimestrale dalla quale è nato Wissenschafftplus.
All’inizio i ricercatori della cerchia del massimo “virologo della influenza aviaria e suina” Albert D.M.E. Osterhaus tentarono di trovare il “più subdolo” dei batteri, il Mycoplasma Pneumoniae in bambini malati. Questo batterio è presente come tutti i batteri dappertutto ma ufficialmente viene ancora bollato sempre come super-pericoloso, perché è estremamente piccolo e non ha una membrana
cellulare.
Così si sostiene che il Mycoplasma Pneumoniae sia la causa di infezioni polmonari e cerebrali mortali, che attacchi nervi, cervello, orecchie, cuore e sangue ecc., sebbene non ci siano, come del resto in tutta la teoria delle infezioni, mai state prove scientifiche. Se viene “trovato” in bambini ammalati allora vengono chiuse intere strutture e tutte le persone che hanno avuto contatto con il malato vengono sottoposte a trattamenti obbligatori con pericolosi chemio-antibiotici.
Gli scienziati volevano dimostrare all’inizio del loro studio che la presenza di questo batterio aggrava e peggiora altre malattie
infettive.
Ma a questo punto ci fu la sorpresa.
Per la prima volta nella storia della teoria delle infezioni i ricercatori hanno pubblicato i loro esperimenti di controllo. Hanno constatato che se cercavano il batterio in bambini sani, con gli stessi criteri come nei bambini ammalati, lo trovavano sempre anche nei bambini sani. Ma non basta, essi allargarono la loro ricerca ad altri “patogeni” e hanno provato anche qui la stessa cosa: tutto quello che cercavano come “causa di malattia” lo trovavano anche nei soggetti sani.
L’allarme non è cessato.
I ricercatori non vollero però ammettere a se stessi che tutto ciò che avevano fatto nell’ambito della teoria classica delle infezioni fosse insensato e in parte anche pericoloso. Per questo, come nel caso della ricerca sul cancro sulla base della teoria della ereditarietà e della genetica, introdussero la “infettivologia individuale”. Tra dieci-venti anni sarà scientificamente dimostrato come i nostri geni interagiscono con i geni dei microorganismi patogeni, perché contagio e malattia si possono spiegare e trattare solo individualmente.
Una considerazione in sintesi:
Finora la teoria delle infezioni partiva dal postulato che si verrebbe in contatto con i germi patogeni (che provocano la malattia). Quindi dall’esterno arriva qualcosa, che non abbiamo, entra e uno si ammala.
Vengono fatte grandi campagne pubblicitarie dove ci viene mostrato con vari comportamenti come possiamo evitare il contatto e
l’infezione con questi germi patogeni. Tutta una branca dell’indutria vive solo sull’argomento che bisogna disinfettare il più possibile adoperando detersivi e prodotti igienici antibatterici.
Ora viene ufficialmente dimostrato che i batteri, che erano definiti patogeni, sono altrettanto permanenti nelle persone sane. Quindi non c’è niente che arriva e penetra dall’esterno, da cui ci si debba proteggere. Tutto c’è già, da sempre.
Dobbiamo in futuro preparare dei pacchetti salva-aziende per Sakrotan & Co.? Allo stesso modo la attuale teoria delle infezioni è con ciò confutata ufficialmente, perché se fosse giusta non ci sarebbero persone sane perché tutti hanno in sè e su di sè tutti i tipi di “germi patogeni”. Quindi un batterio non può, in sé e per sè, essere la causa di una malattia.
Ora non viene presa in considerazione la possibilità che la teoria delle infezioni sia evidentemente sbagliata, ma si passa da una
ipotesi indimostrata alla successiva ipotesi indimostrata e si modifica la teoria semplicemente affermando che per attivare una
infezione un „gene“ umano interagisce con un „gene“ del batterio. Non è tipico dell’essere umano? Che ad argomenti concreti contro
la sua teoria egli pensi sempre a modificare la teoria stessa per continuare in qualche modo ad avere ragione?
Tanto più tipico è che la teoria, modifica dopo modifica, diventa sempre più dubbia. Ammettiamo che la scienza abbia dimostrato
l’esistenza dei “geni”, così questi vengono ritenuti come statici. Se ho dei geni che attivano il batterio XYZ, perché per anni non lo attivano e poi improvvisamente dall’oggi al domani invece sì e io mi ammalo. E poi una settimana più tardi lo disattivano di nuovo? Il batterio è sempre lì, secondo la scoperta ufficiale, che io sia sano o ammalato. Si vede che questa ipotesi sembra ancora più infondata della classica teoria delle infezioni.
Da più di 100 anni la teoria classica delle infezioni è ritenuta come un fatto scientificamente provato senza ombra di dubbi. E ora si scopre che si trattava solo di una teoria alla quale ci si è aggrappati testardamente nonostante la scarsità di prove, che si sono anche dimostrate come non sostenibili. Si deve procedere allo stesso modo anche con la teoria modificata? Cioè porre la teoria come un dogma a cui tutti devono credere ciecamente e poi per 100 anni si tenterà di dimostrarla fino a quando le contraddizioni non saranno troppo grandi?
Allora, modifichiamo la teoria delle infezioni ancora una volta oppure non sarebbe meglio guardare come lavora veramente la
biologia e sbarazzarsi finalmente delle false ipotesi?
Fonte: Dr. rer. nat. Stefan T.J. Lanka / Christoph H. Hannemann
—
Nota di Helmut Pilhar:
Ah è così! Il virologo dott. Lanka ha fatto quindi notare questa discrepanza già dal 1986. Dove lo si può leggere?
Dal 2003 il dott. Lanka „divulga“ le scoperte biologiche del dott. Hamer. Un paio di anni prima – eravamo alla fine degli anni 90 – ho avuto personalmente il piacere di tenere insieme al dott. Lanka un meeting di conferenze. Allora egli era molto vicino al signor Ehlers editore della rivista “raum&zeit” e non voleva proprio saperne del dottor Hamer (diceva:“gli Hameriani”) oppure, forse, non lo aveva capito bene, chi lo sa?
Perchè non rivela in questo articolo, da dove ha saputo (citazione) „come lavora veramente la biologia“? Di questo ne sarebbe venuto a conoscenza solo dal 2003! Forse qui qualcuno si sta facendo bello con le scoperte altrui? Oppure qualcuno vorrebbe – su commissione – DISINNESCARE il necessario cambio di paradigma medico e soprattutto politico-sociale nella nostra società? Con lo slogan: “non ascoltate l’Hamer politico, per amor del cielo”.
Io sono un padre al quale, a causa di superstiziosi dogmi e per motivi di Stato, è stata violentata sua figlia (caso Olivia ndT). Non voglio rivivere un altra volta la stessa cosa, neanchè per un mio nipote! So anche che gli stessi colpevoli-fanatici si trovano ancora nella politica e nella medicina ufficiale, come anche nelle banche, chiese, media, ecc..
Siamo eterodiretti! Siamo „allevati“ da gruppi di interesse privato, così come il contadino “alleva” il suo bestiame. Quelli che ci
governano non sono affatto nostra gente!
Il dottor Hamer ci fa notare continuamente questa dimensione politica e il dottor Lanka si tiene ben distante da questo tema. Perché?
Sicuramente non sarà per motivi di ingenuità.
A che cosa mi servono, come padre, queste prove scientifiche, se un avvocato eterodiretto mi fa causa e un giudice eterodiretto mi
toglie la patria podestà e a mio figlio viene rubata l’unica protezione, la cura dei genitori?
Chi sostiene di essere più premuroso della madre naturale è un bugiardo (proverbio arabo).
Abbiamo bisogno di un vero Stato del diritto. Il dottor Lanka non la vede allo stesso modo. Strano! E questo mi fa dubitare di lui… Chi ha fatto conoscenza di questo sistema sanitario può riconoscere che non si tratta solo di questioni medico-tecniche. Se fosse così allora la Medicina Germanica sarebbe da tempo lege artis e le chimere AIDS, infezioni, sistema immunitario, benigno/maligno ecc. sarebbero sparite da tempo nel nulla. Se avessimo uno Stato del diritto allora conterebbero i fatti scientificamente verificabili e non i dogmi centenari per motivi religiosi.
Il dottor Lanka ha esortato la popolazione a richiedere la prova dei virus. Si è visto che questa prova non può essere prodotta. Bene!
L’esistenza dei virus è stata messa in discussione dal dottor Hamer già nel 1990 in un articolo sulla rivista raum&zeit. Il dottor Lanka conosce questo articolo, questo è garantito.
Notizia interessante che condivido con i lettori di INGANNATI.
Buona lettura.
ITA – http://www.lastampa.it/2013/07/10/scienza/benessere/medicina-naturale/oil-pulling-lunga-vita-a-denti-e-gengive-BCwYxsyZBbAvqaWzXEk6vN/pagina.html
ENG – http://oilpulling.com/
Già Antoine Béchamp il medico contemporaneo del chimico Pasteur, il padre della moderna microbiologia, comprese che i microbi si trovano allorquando il terreno biologico è stato alterato (scarsa igiene, traumi psichici, veleni, farmaci, errori alimentari, elettromagnetismo, radiazioni, armi biologiche, batteriologiche ecc.) Alcuni microbi, che convivono in simbiosi con il nostro corpo fisico, si attivano per riparare una data parte del corpo. Ad esempio: le cicatrizzazioni sono operate da virus, per la demolizione di cellule che sono proliferate a seguito di uno shock psichico o altro si attivano, a seconda delle parti interessate, funghi, batteri, micobatteri ecc. Se le ferite vengono contaminate da oggetti sporchi, ferri chirurgici o altro, si trovano microbi in eccesso che hanno lo scopo di debellare la contaminazione. E’ noto il caso del dr. Ignaz Semmelweiss che scopri che la febbre puerperale che nell’ottocento mieteva molte vittime era dovuta alla scarsa igiene delle operazioni di allora. E quando non si conosce la causa della malattia la paura aumenta e può scatenare traumi psichici che generano conseguenze irreversibili.
Nel corso del suo seminario del 2006 il dr. Hamer affermò insistentemente che, a suo avviso, la tubercolosi e il tumore polmonare sono originati dallo stesso conflitto della paura della morte. Inevitabili le domande: e il contagio? Non è forse la tubercolosi una malattia contagiosa? Quanti casi sono successi dopo la seconda guerra mondiale? Se il trauma o shock psichico della paura della morte propria o altrui –persone care- è la causa scatenante dell’alterazione polmonare è facile capire che durante il periodo bellico molte persone hanno vissuto questo trauma e la tubercolosi era la fase di soluzione del trauma subito mesi o anche un anno e più prima.
E dopo la prima guerra mondiale? La cosiddetta influenza spagnola del 1918 ha fatto molte più vittime della prima guerra mondiale. Nelle fasi finali la malattia presentava tutti i sintomi della tubercolosi perché si trattava presumibilmente dello stesso processo. Le dichiarazioni della Madonna di Fatima possono avere creato ancora più panico perché se una pandemia è preannunciata da una così elevata Entità Spirituale è evidente che si crea una gigantesca forma pensiero di paura ed anche un comune raffreddore può trasformarsi in un evento irrisolvibile.