Pubblico la terza ed ultima parte della traduzione del bellissimo articolo di Michael Rivero, “All wars are bankers’ wars” (tutte le guerre sono guerre di banchieri) perchè, come già detto qui, mi è sembrato particolarmente bello ed efficace, nella sua sintesi. Per chi volesse approfondire suggerisco il documentario di Bill Still col suo “The Money Masters“, ma vi avverto, sono quasi 4 ore di documentario!
- Articolo originale: qui.
- Formato mp3 (inglese): qui.
- Video con articolo in forma discorsiva: qui.
- Parte prima , seconda e terza.
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By Michael Rivero
Arrivati velocemente alla scarsità anche di terre come collaterale, il governo USA si imbarcò in un nuovo programma per sostenere la domanda internazionale di dollari, che stava andando a picco. Gli Stati Uniti approcciarono le nazioni produttrici di petrolio, perlopiù nel medio oriente, e gli offrirono un affare (di quelli che non si possono rifiutare, NdT). In cambio dell’impegno di vendere petrolio esclusivamente in dollari, gli Stati Uniti avrebbero garantito la loro sicurezza militare. Le nazioni ricche di petrolio avrebbero potuto spendere i loro dollari di carta negli Stati Uniti, in particolare in Certificati del tesoro statunitense, rimborsabili grazie a future generazioni di contribuenti americani (a prezzo di nuove emissioni e nuovi debiti, NdT). Questa idea fu denominata i “petrodollari”. In effetti, gli USA, non più in grado di garantire il dollaro con l’oro, lo stava ora garantendo col petrolio. Il petrolio di qualcun altro. E la necessità di controllare le nazioni ricche di petrolio ha forgiato la politica estera Americana in quella regione da quel momento in poi.
Ma nel momento in cui le capacità produttive e agricole dell’America stavano calando, le nazioni produttrici di petrolio si trovarono di fronte ad un dilemma. Quelle montagne di banconote della Federal Reserve non erano poi in grado di comprare molto dagli USA perchè lì, oltre ai beni immobiliari, non c’era molto da comprare. Le auto e gli aerei dell’Europa erano di qualità superior e meno cari, mentre le sperimentazioni con i cibi OGM portava al rifiuto, da parte di intere nazioni, di comprare i raccolti degli Stati Uniti. La continua belligeranza di Israele contro i suoi vicini li portò a domandarsi se gli USA potessero rispettare i propri impegni nell’accordo petrodollari. La nazioni produttrici di petrolio cominciarono a domandarsi se non fosse il caso di vendere il loro petrolio in qualunque valuta l’acquirente avesse deciso di usare. L’Iraq, già di suo ostile agli USA dopo il Desert Storm, chiese di poter vendere il petrolio in Euro nel 2000 e nel 2002, e le nazioni Unite glielo accordarono sotto l’egida del programma “Oil for food“. Un anno dopo gli Usa re-invasero l’Iraq,fecero fuori Saddam Hussein, e rimisero il petrolio dell’Iraq in vendita solo in cambio di dollari.
Il deciso cambiamento di rotta della politica USA dopo il 9-11 e l’incondizionato supporto per la politica di Israele nel Medio Oriente indebolirono ulteriormente l’efficacia dell’accordo petrodollari e sempre più produttori di petrolio cominciano a parlare apertamente di vendere il loro petrolio in alter valute.
In Libya, Gheddafi aveva creato una banca centrale posseduta dallo stato e una valuta basata sul valore, il Gold Dinar. Gheddafi annunciò che avrebbe venduto il suo petrolio ma solo in cambio di Gold Dinar. Altre nazioni africane, vedendo la crescita del Gold Dinar e dell’Euro, e che il dollaro continuava la sua discesa a causa dell’inflazione, optarono per la nuova valuta Libica come mezzo di scambio. Questa mossa aveva la capacità di minare seriamente l’egemonia globale del dollaro. Il presidente francese Nicolas Sarkozy giunse perfino a chiamare la Libia una “minaccia” alla sicurezza finanziaria del mondo. Per cui gli USA invasero la Libia, uccisero brutalmente Gheddafi (pare che la lezione con Saddam non fosse stata abbastanza d’effetto), imposero una banca centrale privata e rimisero il petrolio libico in vendita solo per dollari. L’oro che avrebbe dovuto essere a garanzia del Gold Dinar non è stato, si dice, più trovato.
Secondo il generale Wesley Clark, il piano per la “dollarificazione” delle nazioni produttrici di petrolio includeva sette obiettivi, Iraq, Syria, Lebanon, Libya, Somalia, Sudan, e Iran (il Venezuela, che osò vendere il proprio petrolio alla Cina in cambio di Yuan fu aggiunto dopo). Quello che vale la pena notare riguardo alle sette nazioni originariamente individuate dagli USA è che nessuna di loro è membro della Bank for International Settlements, la banca privata centrale delle banche centrali, che si trova in Svizzera. Questo voleva dire che queste nazioni decidevano da sè come far funzionare le loro economie nazionali, anzichè sottoporsi ai capricci di banche centrali private.
Ora i mirini delle banche sono puntati sull’Iran, che osa avere una banca centrale statale e vendere il loro petrolio nella valuta che preferiscono. L’agenda di guerra è, come sempre, costringere gli iraniani a vendere il loro petrolio solo in dollari e costrinegrli ad accettare una banca centrale posseduta da privati. La Malaysia, una delle nazioni senza una banca centrale controllata dai Rothschild, è in questo momento invasa da una forza denominate “Al Qaeda”, e con la morte del Presidente Hugo Chavez, sono più facili da raggiungere gli obiettivi di imporre un regime favorevole agli USA e ad una banca centrale privata al Venezuela.
Il governo Tedesco ha recentemente chiesto il ritorno di alcuni dei suoi lingotti d’oro dalla Banca di Francia e dalla Federal Reserve. La Francia ha già detto che ci vorranno 5 anni per restituire alla Germania l’oro. Gli Stati Uniti hanno detto che ci vorranno 8 anni per restituire l’oro della Germania. Questo fa pensare che forse la Bank of France e la Federal Reserve hanno usato l’oro depositato per altri scopi, probabilmente a copertura di contratti future per tenere artificiosamente basso il prezzo dell’oro o per mantenere gli investitori negli equities markets, e le banche Centrali stanno cercando un modo per trovare nuovo oro per coprire la mancanza e prevenire una corsa all’oro. E così diventa inevitabile che la Francia invada il Mali, a parole per combattere Al Qaeda, con gli USa a far da rinforzo. Guarda caso il Mali è uno dei maggiori produttori d’oro al mondo, con l’oro che copre l’80% delle esportazioni del Mali. La guerra per le banche è una cosa che più ovvia non si può.
Il Messico ha chiesto una visione fisica delle proprie reserve di oro presso la Bank of England, e assieme alle vaste reserve di petrolio del Venezuela’s (maggiori dell’Arabia Saudita), le miniere d’oro del Venezuela sono un tesoro ambito da tutte la banche centrali che hanno giocato e perso con i lingotti d’oro degli altri. Da cui ci possiamo aspettare un cambiamento di regime se non una imminente invasione.
Siete stati formati da un sistema scolastico pubblico e da media che vi hanno continuamente assicurato che i motivi per tutte le guerre e per gli assassini sono molti e diversi. Gli USA fingono di voler portare democrazia alle terre conquistate (non è vero; di solito quello che ottengono dopo un rovesciamento di regime è l’imposizione di una dittatura, come quando nel 1953 il colpo di stato in Iran contro il presidente democraticamente eletto Mohammad Mosaddegh e l’imposizione della Shah, o nel 1973 quando la CIA rovesciò il governo eletto democraticamente in Cile del presidente Allende per mettervi al suo posto Augusto Pinochet), o di salvare una popolazione da un crudele oppressore, o di vendicare il 9-11, o quella scusa, tirata in ballo ogni volta, delle armi di distruzione di massa. Gli assassini sono sempre passati come azioni di pazzi solitari per nascondere i veri scopi.
Il vero scopo è semplice. È la schiavizzazione della gente tramite la creazione di un falso senso di obbligo. Questo obbligo è falso perchè il sistema delle banche centrali, per come è definito, crea sempre più debito che denaro. Il sistema delle banche centrali private non è scienza, è religione: un insieme di regole arbitrarie create a beneficio della casta sacerdotale, costituita dai titolari di queste banche. La frode continua, spesso con risultati letali, perchè la gente è indotta a ritenere che questo sia l’unico sistema possibile, e che non ci sia alcuna alternativa da immaginare o sognare. Questo valeva anche per altri due sistemi di schiavizzazione, il potere per investitura divina e la schiavitù, entrambi creati per ingannare la gente e renderla obbediente, ed entrambi oggi unanimemente riconosciuti illegittimi dalla civiltà moderna. Oggi stiamo in un tempo della storia umana in cui ci renderà conto che che governare attraverso il debito, o tramite il sistema dele banche centrali private tramite l’emissione di denaro ceduto a debito è altrettanto illegittimo. Funziona solo fintanto che la gente pensa che sia l’unica strada percorribile.
Ma dovete capire questo, sopra ogni altra cosa: le banche centrali private non sono lì per servire la gente, la comunità, o la nazione. Le banche centrali private sono lì per servire i loro proprietari, per farli ricchi al di là di ogni immaginazione e tutto al costo dell’inchiostro, della carta, e della necessaria corruzione del giusto ufficiale.
Dietro a tutte queste guerre, a tutti questi assassini, le centinaia di milioni di orribili morti di tutte le guerre c’è una singola linea politica dittatoriale. I banchieri centrali privati permettono che chi fa le regole di governare ad una condizione: che le genti delle nazioni siano schiavizzate a loro. In mancanza di ciò, quel governante sarà ucciso, e la sua nazione invasa dale alter nazioni schiavizzate dale banche centrali.
Il cosiddetto scontro di civiltà di cui leggiamo sulle riviste di regime è in realtà una guerra fra sistemi bancari, con i banchieri centrali private che si impongono al resto del mondo, senza cura per quanti milioni debbano morire a questo scopo. In realtà il costante soffiare il fuoco sull’odio verso i musulmani è dovuto ad un fatto molto semplice. Come i primi cristiani (prima dei cavalieri templari), i musulmani vietano l’usura, cioè il prestito di denaro ad interesse. E quello è il motivo per cui il nostro governo insiste sul fatto che debbano essere uccisi o convertiti. Si rifiutano di sottomettersi a valute emesse a debito. Si rifiutano di essere schiavi del debito.
Ecco perchè i vostri ragazzi devono andare in guerra, versare il loro sangue per la ricchezza dei “drogati-del-denaro”. A malapena siamo sopravvissuti nei due conflitti mondiali. Nell’era della guerra nucleare e delle armi biochimiche, può essere che i banchieri privati siano disposti a correre il rischio di incenerire l’intero pianeta solo per soddisfare la loro avidità?
Pare proprio di sì.
Togliete le bandiere e la propaganda, tutte le guerre moderne sono guerre di e per i banchieri privati, combattute da terzi inconsapevoli e grondanti sangue che non sanno le vere ragioni, e dai quali ci si aspetta che siano felici di dare la propria vita. Il processo e molto semplice. Non appena le banche centrali private emettono la loro valuta come un prestito gravato da interesse, la collettività comincia ad indebitarsi. Quando la gente è stufa di indebitarsi, ecco che arrivano gli economisti Keynesiani che chiedono ai governi di prendere denaro a prestito per mantenere in funzione lo schema piramidale. Quando sia la gente che i governi rifiutano di indebitarsi ancora di più, ecco che cominciano le guerre, per spingere tutti quanti sempre di più nel profondo rosso del debito quando la guerra inizia, e per altri prestiti per la ricostruzione quando la guerra finisce. A guerra finita la gente è nella stessa situazione di prima, solo che i cimiteri sono molto più grabdi e tutti sono indebitati con le banche centrali per il resto del secolo. Ecco perchè Brown Brothers Harriman di New York finanziò l’ascesa di Adolf Hitler.
Fintanto che sarà permesso alle banche centrali private di operare, così come al giorno segue la note, inevitabilmente, ci sarà povertà., disperazione, e milionidi morti in interminabili guerre mondiali, fino a che la terra stessa si darà in sacrificio in fiamme a mammona..
La strada verso una pace vera e duratura passa per l’abolizione di tutte le banche private centrali, ovunque, e dal ritorno a valute emesse dallo stato e basate sul valore che consentano alla gente e alle nazioni di crescere in prosperità.
Fin dal 1928, nel suo libro “La paura di arricchire”, Agostino Maria Trucco aveva ammonito gli Italiani a riflettere ed aveva scritto testualmente:
“Senza un grande fatto nuovo capace di creare un nuovo stato di cose economico-fiscale, fatalmente e al più tardi entro il 1938-39, scoppierà la grandissima guerra mondiale in gestazione”.
In coerenza alla sua profezia, egli comprese che oramai il suo compito non avrebbe potuto esplicarsi in questa sua vita terrena, e abbandonò la lotta. Il 5 aprile 1940 A.M. Trucco moriva, lasciando alla moglie e ai figli null’altro che l’orgoglio di portare un nome che sarà ricordato nei secoli.
Il 2 agosto 1940 il governo fascista notificava alla vedova la diffida di ricevere lettere o comunicare con chiunque “in merito all’Hallesismo”.
Immancabile il trionfo dell’Hallesismo – Nessuna idea concreta, nessuna proposta pratica, oggi è offerta all’umanità, al di fuori dell’Hallesismo.
(Quaderno “Età dell’Acquario” n. 20/1979 – ” http://www.Teosofia-Bernardino del Boca -Scienze finanziarie/economiche”
Greazie Paola, devo rimettermi a studiarlo!
Ecco un altro talento italiano, un economista vero, che dovrebbe esser immediatamente ripescato dal dimenticatoio. Fu perseguitato ingiustamente da una “giustizia” che sappiamo quel che è, ebbe però l’appoggio di un gran numero di intellettuali dell’epoca.
Io so molto poco di Agostino Trucco. Mi pare che proponesse di formare una area centrale, non una banca centrale, dove concentrare tutte le merci internazionali, che sarebbero messe all’asta all’interno del mercato stesso. Egli aveva studiato una unità (econometrica) di conto giusta, un denominatore comune, accettata da tutti i paesi non soggetta a svalutazione e fluttuazioni. Ogni paese verrebbe pagato nella sua propria moneta nazionale. Sarebbero evitati i conflitti economici, non lasciando spazio alla speculazione puramente finanziaria, verrebbe eliminata la causa delle guerre.
Mi vien voglia di andare ad approfondire le idee di questo economista che non era affatto un matto, autore di un gran numero di libri.
A.M. Trucco scrisse oltre duecento libri. Copio dal “Quaderno dell’Età dell’Acquario” n. 20/1979 – “ Hallesismo: l’economia al servizio dell’uomo “ a cura di Francesco Geraci e Francesco Marinucci.
“Nel 1893 il ragioniere genovese Agostino Maria Trucco, viaggiando a scopo di lucro per l’Europa, giunse a Parigi ed ebbe e occasione di visitare il Mercato di alimentazione (Halles) della città. A.M. Trucco vagheggiava da tempo una organizzazione commerciale internazionale la quale si avvalesse del notevole progresso raggiunto non solo nei traporti terrestri e marittimi na anche e soprattutto nei rapporti tra le nazioni….
La visita alle Halles di Parigi decise della vita di A.M. Trucco e segnò la nascita dell’Hallesismo…
Un commerciante diventa apostolo: L’organizzazione commerciale internazionale da lui vagheggiata prese nella sua mente, da quel giorno, un nuovo indirizzo: non più un ente commerciale agente in proprio e con finalità di lucro, ma un ente di interesse pubblico, agente come intermediario tra produttori e consumatori di ogni plaga, regione e nazione. Da quel giorno il commerciante si trasformò in economista, l’organizzatore in apostolo….
Un fantasma contro un apostolo: A.M. Trucco –animato dal più puro entusiasmo, illudendosi di poter riuscire in breve tempo- si dedicò completamente alla realizzazione dell’opera, ma ben presto si accorse della vanità del suo lavoro per la presenza di un maligno fantasma che neutralizzava ogni suo sforzo. Molto tempo occorse al Trucco per individuare quel fantasma, ma alla fine la luce si fece nella sua mente, ed egli intuì la verità, gettando così le basi della sua grande e benefica Idea.
Egli infatti aveva elaborato un congegno quanto mai perfetto per l’organizzazione degli scambi internazionali, perfetto da tutti i punti di vista: burocratico, merceologico, giuridico, contrattuale, assicurativo, ecc. e aveva preso in esame tutte le merci che possono essere oggetto di scambio, allo scopo di elaborare contratti tipo a clausole unificate che avrebbero ridotto a zero, o a semplici e rapide vertenze arbitrali, ogni controversia. Egli però aveva creduto – come tutti gli altri – che in ogni operazione di compravendita vi fosse soltanto un solo oggetto di scambio. Egli non si era accorto (e tutti gli altri con lui) che ogni vendita è un baratto, uno scambio di due beni tra due contraenti.
IN REALTA’ SI HA UNO SCAMBIO DI UN BENE REALE CON UNA MERCE FANTASMA , CHE E’ IL DENARO .
Ma anche il denaro è una merce di scambio!
Se anche il denaro è anche esso una merce di scambio, sarà necessario sottoporre anche il denaro all’esame merceologico. Trucco intraprese questo esame, e ben presto si accorse che la merce moneta era ammalata e gravemente ammalata. L’apparente stato di floridezza che godeva allora questa grande ammalata aveva varie ragioni profonde, storiche ed intrinseche alla natura della moneta stessa. La momentanea stabilità reciproca dei cambi mascherava in quell’epoca l’epidemia, in quanto tutte insieme le monete erano vittime di un collettivo deperimento. Un esame appena sommario dell’aumento dei prezzi (in denaro) nel secolo XIX dimostra infatti la costante, incessante svalutazione delle monete europee. La parità aurea che si protrasse fino al 1914 in quasi tutte le nazioni, dava la sensazione di una stabilità nel valore delle monete, che invece si svalutavano tutti i giorni. Ma nessuno se ne accorgeva, dato appunto il loro agganciamento all’oro il quale a sua volta si svalutava a causa della sua crescente ed incessante produzione mondiale. A.M. Trucco comprese subito che era urgente ed improrogabile affrontare il problema monetario, senza del quale ogni suo programma sarebbe stato incompleto, anzi illusorio. Egli riconobbe subito che, mentre è vero, scrupolosamente vero, che i prodotti si scambiano con i prodotti, e la moneta, esaurito il suo compito, resta eliminata, è altrettanto vero che la moneta nell’operazione di scambio ha funzionato come strumento di misura del valore e quindi, se questo strumento dà misure inesatte, variabili, nel tempo e nello spazio, si creeranno necessariamente ingiuste sperequazioni e nefaste ingiustizie.
Il perfezionamento quindi della moneta come strumento di misura era condizione inderogabile per il buon funzionamento del congegno commerciale genialmente concepito da Trucco. Ci affrettiamo però a precisare che Trucco non seguì questo schema logico con processo deduttivo. Egli ideò invece, con un lampo di genio, una unità monetaria unificatrice come mezzo di pagamento nelle transazioni commerciali internazionali, e dopo questa ideazione si pose all’opera, sia per realizzarla, sia per trovarne la giustificazione teorica….
L’apostolo predica al deserto – A.M. Trucco che aveva scritto molti volumi sull’Hallesismo “commerciale”, accentuò la sua fecondità di scrittore per la diffusione dell’Hallesismo “monetario e finanziario”. Egli alternava volumi espositivi con volumi polemici, e continuamente
raffinava la sua concezione col raffronto alle opere dei classici del’economia politica. La fecondità di A.M. Trucco come scrittore è stata veramente eccezionale. A parte gli articoli sparsi nei giornali e riviste, oltre le lettere indirizzate ad elevate personalità del campo politico, bancario e scientifico (lettere, ciascuna delle quali era una brillante ed elevata lezione di economia) e tacendo infine del suo ciclostile che per decenni interi lavorò senza posa, A.M. Trucco dette alle stampe oltre duecento volumi!…
La vita di A.M. Trucco fu dedicata a un’idea. Per essa egli visse, lottò, soffrì e ad essa egli dedicò ogni palpito, ogni pensiero, ogni istante della sua vita. A lui vivente l’umanità non mancò di dare il martirio che essa fatalmente riserba ai suoi figli migliori….”
“Non siamo stati così sciocchi da creare una valuta [collegata all’] oro, di cui non abbiamo disponibilità, ma per ogni marco stampato abbiamo richiesto l’equivalente di un marco in lavoro o in beni prodotti… ci viene da ridere tutte le volte che i nostri finanzieri nazionali sostengono che il valore della valuta deve essere regolato dall’oro o da beni conservati nei forzieri della banca di stato”.
(Adolf Hitler, citato in “Hitler’s Monetary System”, http://www.rense.com, che cita C. C. Veith, Citadels of Chaos, Meador, 1949).
Ottimo articolo, ma il “denaro collegato al valore” è un concetto molto ambiguo. La soluzione della Germania anni 30, che fece un boom economico nel periodo della grande depressione, è quella riportata nella citazione.
Altra frase rivelativa di Hitler (che incredibilmente citava a memoria i “Protocolli dei Savi di Sion”) è: “Il valore di una valuta corrisponde alla potenza di lavoro di una Nazione”. Questa “potenza di lavoro” è il vero valore sottostante al denaro.
Raccomando la lettura dei seguenti due articoli di Ellen Brown, sul più celebre caso di sovranità monetaria dell’ultimo secolo.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3648
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5965
Da quel poco che viene presentato del pensiero di Trucco, si capisce che non ha centrato l’obiettivo. Il problema dei cambi tra le valute dipende infatti da tre fattori e non da uno solo: la stabilità interna dei prezzi, l’equilibrio/squilibrio della bilancia commerciale e infine il cambio valutario. Quest’ultimo è la risultante di una funzione delle prime due variabili e voler fissare un’unità di valore assoluto per gli scambi tra economie diverse non è solo inutile, ma altamente dannoso (in ciò consiste l’euro).
La futilità di voler individuare un valore assoluto viene ben chiarita dal seguente esempio: si assegni un valore all’acqua. Dopodiché si provi a vendere allo stesso prezzo l’acqua nel deserto o alle sorgenti minerali…
La prezzatura non dipende da un presunto valore assoluto, ma dal contesto, dalla situazione, dalla disponibilità e persino dagli umori delle persone coinvolte.
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