E così, come ogni 2-3 anni, siamo chiamati alle urne (morto qualcuno? Ah già: la democrazia!) per esprimere le nostre preferenze. Eh sì, perchè come recita la nostra beneamata costituzione, quella che Benigni definì la più bella del mondo, che Conte, Draghi, Speranza e tutta la corte costituzionale hanno bellamente calpestato e infangato, come recita la nostra costituzione:
“il potere appartiene al popolo, che lo esercita tramite i propri delegati”.
Ed infatti, possiamo andare a votare e scegliere
(fra liste chiuse di partito, mica si possono scegliere le persone, no, quello è un retaggio di altri tempi):
- fra chi è a favore della guerra contro la Russia e chi no;
- fra chi è a favore dell’invio di armi all’Ucraina (a dispetto delle croniche carenze per sanità, poveri, pensioni, ecc.) e chi no, ;
- fra chi è a favore dell permanenza nella NATO e chi no;
- fra chi è a favore della permanenza nell’Europa e chi no;
- fra chi è a favore di una moneta emessa da un ente privato (la BCE) a zero costi e prestata ad interesse allo stato, e chi no;
- fra chi è a favore di Israele e della continuazione del massacro dei bambini palestinesi e chi no;
- fra chi è a favore dell’imposizione di trattamenti sanitari obbligatori con farmaci mortali, inutili e non testati a discapito dei diritti costituzionali, e chi no;
- e così via.
Come?
Non esistono posizioni diverse su questi temi, mi state dicendo?
Su questi temi tutte le coalizioni sono allineate, e hanno eretto delle barriere per non permettere nessuna nuova coalizione di entrare?
Ma questa è la democrazia, bellezza!
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Ciononostante, io andrò a votare.
Siccome credo che
- vero che non ci si siede ad un tavolo da poker dove il gioco è truccato, ma qui non si tratta di sedersi o meno: ci siamo già, a questo tavolo da gioco;
- vero che non cambierà un granchè, anzi forse quasi niente, ma se riesco a dare un po’ di fastidio, perchè no?
- continuo a credere che anche percentuali infime non faranno vivere sensi di colpa agli eletti (che si porteranno a casa circa 3 milioni di euro nel corso del loro mandato parlamentare);
- nonostante tutto, gli assenti hanno sempre torto;
andrò a votare lo stesso.
Perchè l’alternativa sarebbe la rivoluzione violenta, e siccome
nelle rivoluzioni violente gli psicopatici prendono il potere (cit.)
preferisco rimanere nell’alveo della legalità, e fare, senza troppa convinzione, la mia parte.
“Non esistono posizioni diverse su questi temi, mi state dicendo?
Su questi temi tutte le coalizioni sono allineate, e hanno eretto delle barriere per non permettere nessuna nuova coalizione di entrare?
Ma questa è la democrazia, bellezza!”, Ing Alberto Medici
Non è vero, non risulta, ecco la controprova:
1. “Europee, i NOMI dei candidati della lista Libertà di Cateno De Luca del Nord/Est”, Strettoweb, 26 aprile 2024
Si è concluso oggi a Verona il tour nazionale di presentazione dei candidati della lista Libertà. Oggi al Liston 12 ufficializzate le candidature nella circoscrizione Nord-Orientale. “Quando abbiamo deciso di costruire un percorso insieme abbiamo lavorato per mettere insieme 20 punti che oggi sono il nostro programma elettorale. Un programma che noi, abbiamo a differenza degli altri”, ha sottolineato Laura Castelli, presidente di Sud chiama Nord.
De Luca: “il progetto Libertà è l’unico progetto che valorizza i territori”
“Siamo i primi- afferma il leader di Sud chiama Nord e federatore della lista Libertà Cateno De Luca– ad aver chiuso le liste perché non abbiamo bisogno di portare avanti contrattazioni. La nostra, diversamente da altri, non è una lista di scopo. Il nostro è un progetto che vede insieme anime diverse unite da un unico comune denominatore meno Europa più equità, meno Europa più sovranità, meno Europa più federalismo. Ci siamo ritrovati in questo progetto di Libertà condividendo punti specifici. Il progetto Libertà è l’unico progetto che valorizza i territori, che da spazio a quelle realtà che rivendicano la lotta al centralismo. Venti anime che hanno costruito un progetto nel quale nessuno di noi si è permesso mai di imporre nulla all’altro. Uomini e donne libere– ha concluso De Luca- che hanno messo le proprie esistenze a disposizione di un percorso che ci porterà in Europa”.
Candidati
Cateno De Luca
Laura Castelli
Francesco Amodeo
Mauro Beccari
Vito Comencini
Greta Corso
Sara Cunial
Mirko De Carli
Chiara Vanessa Michelon
Cinzia Pasi
Enrico Rizzi
Ugo Rossi
Paolo Silvagni
Giorgia Tripoli
Simona Zito
Riferimento:
https://www.strettoweb.com/2024/04/europee-nomi-candidati-lista-liberta-cateno-de-luca-nord-est/1716323/
2. “Nella lista Libertà il capolista è Cateno De Luca; Ugo Rossi, tra i leader della protesta No vax a Trieste, è dodicesimo. “, ANSA, 3 maggio 2024
Riferimento:
https://www.ansa.it/veneto/notizie/2024/05/03/europee-nel-collegio-nord-est-11-liste-156-i-candidati_4e1cef83-1955-4879-9b1c-57c06bfa7512.html
Breve commento
Personalmente sono iscritto alla newsletter di Francesco Amodeo e la notizia di questa sua candidatura l’ho ricevuta in anticipo diversi giorni, comunque, Francesco Amodeo afferma più che convintamente che le sue priorità sono quelle da te evidenziate in questo tuo post, altrettanto, vista la loro storia personale, si potrebbe dire per Ugo Rossi e Sara Cunial che pure loro come Francesco Amodeo si presentano sotto la stessa “Lista Libertà” di Cateno De Luca, il problema invece è che non hanno alcun spazio mediatico, infatti, sui giornaloni on line neanche la fanno comparire la Lista Libertà di Cateno De Luca con i suoi candidati antisistema, chissà come mai…., figurarsi sulle TV mainstream, mission impossible, chissà come mai……..
Grazie penso che voterò loro !!!
@Ing Alberto Medici
Figurati, piacere mio!
Pure io la stessa cosa, ma senza farmi alcuna illusione, nel senso che, per come la vedo io, i movimenti/partiti antistema hanno molto più senso a livello nazionale visto che l’obiettivo prioritorio è recuperare i fondamentali dello Stato- nazione ( sovranità mlitare e monetaria ) nel territorio italiano mentre invece la UE, questa UE, vuole disciogliere definitivamente tutti gli stati europei che vi aderiscono in modo tale che lo Stato- nazione a livello europeo diventi solo un ricordo sui libri di storia, addirittura a queste elezioni europee in Italia si presenterà la lista “Stati Uniti d’Europa” capeggiata dalla Bonino , amicona di vecchia data di George Soros, e dal cialtrone di Renzi , amicone di Obama, Michael Leeds & Compagnia Neocon Americana Guerrafondaia Cantante , e guarda caso, ma che strana coincidenza…., loro stanno avendo molta più visibilità mediatica mainstream rispetto alla Lista Libertà di Cateno De Luca con i suoi candidati antisistema che finora invece ha avuto visibilità mediatica al lumicino, davvero una strana coincidenza……!
Domanda: ma cosa rispondere a quelli che dicono che, essendo il n,1 della lista (Cateno De Luca) e la n.2 (Laura Castelli) dei convinti sostenitori di Draghi, non è che si va a votare per un’altra coalizione che manderà due rappresentanti (De Luca e Castelli) della solita, vecchia, oligarchia?
@Ing Alberto Medici
“La scheda elettorale è unica, si vota per una delle liste e si possono esprimere da una a tre preferenze. Nel caso di espressione di due o tre preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso.
Ogni elettore può esprimere non più di tre preferenze. Nel caso di due o tre preferenze espresse, queste devono indicare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e terza preferenza.”
Riferimento:
https://quifinanza.it/politica/video/elezioni-europee-2024-date-info/814205/
Ergo, se ad esempio sbarri la Lista Libertà di Cateno De Luca ed esprimi queste tre preferenze: Francesco Amodeo, Ugo Rossi e Sara Cunial, non è che poi con questo tuo voto hai contribuito a votare come candidati preferiti Cateno De Luca e Laura Castelli, altrimenti il voto di preferenzia non avrebbe alcun senso logico elettorale, ovvio che se la maggior parte della gente sbarra solo la Lista Libertà di Cateno De Luca senza esprimere alcuna preferenza e se questa lista votata con questa modalità anomala (la maggior parte della gente non esprime alcuna preferenza e sbarra solo la lista ) dovesse passare la soglia di sbarramento del 4% e allora la tua ipotesi diventerebbe realtà, ma siccome nella Lista Libertà di Cateno De Luca coloro che hanno sex appeal da un punto di vista politico per gli elettori che non votano la sbobba eurocratica mainstream non sono certo Cateno De Luca e Laura Castelli e allora molto probabile che la maggior parte della gente non sbarrerà solo la lista ma esprimerà le proprie preferenze, tutto questo seguendo un minimo di logica elettorale, poi certo se la gente impazzisce e si mette a sbarrare solo la Lista Libertà di Cateno De Luca senza esprimere alcuna preferenza, che dirti? Ormai in questo mondo pazzo tutto è possibile, ma siccome non ci credo ad un evento improbabile del genere ( chi si smuove il culo per andare a votare alle europee è motivato di solito anche a esprimere le proprie preferenze ) e allora personalmente io voterò Francesco Amodeo, Sara Cunial e una terza preferenza che ancora devo decidere, comunque, vista l’occasione , ricordiamo il bestseller di Francesco Amodeo:
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-matrix-europea.php
Grazie caro
@Ing Alberto Medici
Figurati, piacere mio!
Ma ribadisco quanto ho già detto nel mio secondo post, ovvero che non mi faccio alcuna illusione pur votando alle europee candidati antisistema, vista l’occasione riporto la motivazione principale:
“…..i movimenti/partiti antistema hanno molto più senso a livello nazionale visto che l’obiettivo prioritorio è recuperare i fondamentali dello Stato- nazione ( sovranità mlitare e monetaria ) nel territorio italiano mentre invece la UE, questa UE, vuole disciogliere definitivamente tutti gli stati europei che vi aderiscono in modo tale che lo Stato- nazione a livello europeo diventi solo un ricordo sui libri di storia,….”
Comunque, per approfondire la poca efficacia delle elezioni europee, vedasi la seguente storica Lectio Magistralis di Paolo Barnard, eccola arriva!
“L’imbroglio delle europee: il Parlamento conta meno di zero”, Lectio Magistralis di Paolo Barnard,Libreidee, 24 marzo 2019
Votare per un Parlamento i cui legislatori non possono fare le leggi e in più devono lottare come matti se vogliono opporsi a potentissime leggi fatte da tecnocrati che nessuno ha mai eletto – cioè votare alle elezioni per il Parlamento Europeo – significa «rendersi complici intenzionali di una dittatura». Lo sostiene Paolo Barnard, nella sua “Guida alla vergogna delle elezioni europee”: un riassunto spietato dell’euro-farsa di maggio. «La gran massa di quelli che oggi vi stanno dicendo che una rimonta populista euroscettica alle prossime europee sarà esplosiva contro la bieca autocratica Ue di Bruxelles, è così ripartita: il 2% sono consapevoli falsari, il 98% sono inconsapevoli cretini», premette Barnard. «Se la mattina del 27 maggio 2019 il più potente burocrate d’Europa, Martin Selmayr, vedrà su “Sky News” il faccione raggiante di Salvini “che non lo tiene più nessuno”, scrollerà le spalle e penserà: “Vabbè, una rogna in più”. Mica altro, perché la sua Europa verrà solo di un poco infastidita». Il Parlamento Europeo, infatti, conta niente: è il più demenziale, tragicomico baraccone mai concepito nella storia politica umana. Credere che, dall’interno di un carrozzone impantanato come questo, un’eventuale fronte anti-Bruxelles possa iniziare a sparare cannonate micidiali fin dalla mattina del 27 maggio, «è da fessi», dice Barnard, «o da falsari come Salvini, Bannon, il 5 Stelle e i loro soci in Ue».
Per Barnard, è come «votare per dei vigliacchi», disposti a farsi mandare a Strasburgo pur essendo pienamente consapevoli della loro impotenza. I parlamentari europei? «Delegano la stesura di leggi sovranazionali – cioè più potenti di quelle scritte dai singoli paesi e sovente anticostituzionali, per loro – ai burocrati non-eletti della Commissione Europea». Ipocriti e codardi: «Il “principio di comodità” è ciò che li guida: è comodo sedersi a Strasburgo, intascare un grasso salario e poi, al limite, dara la colpa a Bruxelles per i danni micidiali che certe sue leggi ci fa». Lo chiarisce uno studio della Cambridge University del 1999: «I legislatori hanno noti incentivi a delegare tutto il potere ai burocrati, fra cui il fatto di evitare di essere poi chiamati a rispondere ai cittadini per scelte dure e impopolari». Tradotto: le infami “riforme” di lavoro e pensioni, e i tagli di spesa alla Juncker. Poi si è passati dal non poter fare nulla al poter fare quasi nulla, aggiunge Barnard: l’impotenza degli europarlamentari «divenne talmente oscena e grottesca, che alla fine i super-burocrati di Bruxelles decisero, dal 2006 e poi l’anno dopo col Trattato di Lisbona, d’infilare dei ritocchini cosmetici che dessero l’impressione che il Parlamento potesse bloccargli le leggi».
Con nomi attraenti (Regulatory Procedure With Scrutiny e articolo 290 Tfeu) fu dato al Parlamento Europeo il potere teorico di opporsi alle leggi della Commissione, così come poteva fare il Consiglio dei ministri. Ma era solo l’ennesima farsa: «I parlamentari contestano? Costa una fortuna, e i tempi gli sono nemici». Il Trattato di Lisbona, spiega Barnard, ha reso pressoché inaffrontabile il costo di una contestazione del Parlamento contro la Commissione. Le direttive della Commissione «sono di proposito scritte da oltre 300 tecnocrati con intrichi legali asfissianti». Per cui, l’europarlamentare che volesse capirci qualcosa «dovrebbe pagare uno staff di tecnici a costi altissimi», ma non solo: «Deve poi avere ulteriori mezzi per “istruire” un’intera commissione parlamentare sul tema che vuole criticare, e tutto questo solo per iniziare ad agire». Infine, deve trovare altri mezzi «per formare una coalizione che sia d’accordo con lui, e non basta: deve anche convincere la Conferenza dei presidenti delle commissioni».
E tutto questo, senza contare i tempi: solo 4 mesi, per organizzare il tutto, creare una lobby trasversale fra i vari partiti reclutando colleghi a favore della contestazione e quindi rifare tutto, daccapo, in seno al Consiglio dei ministri, che per legge deve essere poi d’accordo. «Scaduti i 4 mesi, il parlamentare Ue s’attacca al tram». Conferma l’“Economist”: «Il peso, i costi e gli ostacoli di una contestazione contro una legge della Commissione sono quasi sempre maggiori dei benefici. Meglio, per il parlamentare, una forma di baratto in privato con Bruxelles». Lo scriveva nel 2017 il College of Europe, Bruges. In altre parole: meglio darla vinta alla Commissione, in partenza. Un meccanismo «demenziale e democraticamente osceno», sottolinea Barnard: «Un parlamentare eletto deve svenarsi, per contestare burocrati non-eletti». Dal 2009 al 2017, su 545 leggi proposte dalla Commissione, il Parlamento Europeo di fatto ne ha contestate l’1,1%. «Il resto, e sono tutte leggi più potenti di quelle italiane, è passato liscio come l’olio».
Proseguimento:
https://www.libreidee.org/2019/03/limbroglio-delle-europee-il-parlamento-conta-meno-di-zero/
Oltre alle tue sensate ragioni per andare a votare comuque a queste elezioni europee, vedasi anche interessanti considerazioni di Blondet per non darla vinta all’astensionsmo e quindi alle oligarchie euro atlantiche:
https://www.maurizioblondet.it/astensione-e-se-lo-vuole-il-sistema/
Ciao e buona domenica