Più che altro potrebbe essere la prova -semmai ve ne fosse bisogno- che non esistono vecchi immortali barbuti che fanno miracoli per amore, dettano libri sacri e fecondano una vergine di quando in quando, come qualcuno va raccontando in giro da tempi assai più antichi di quelli che avrebbero visto la nascita di Gesù.

Anche pensare che la profonda complessità e la perfetta armonia del creato siano il frutto di una combinazione casuale di reazioni chimiche, però, è altrettanto da scoppiati.

Approfitto dell’articolo per dire come la penso su Dio, cosa che avevo già in mente di fare dopo aver leggiucchiato altri interventi qua e là; da bambino rimasi colpito di come una cosa piccina come l’Atomo sui miei testi scolastici fosse rappresentata allo stesso modo di una cosa così grande come il Sistema Solare. Erano identici, uno la copia in scala dell’altro, e non poteva essere un caso. “Come in alto così in basso” ebbi modo di leggere in seguito.

C’è stato un lungo periodo di ricerche, libri più o meno eretici, crisi di fede al termine del quale ho maturato la conclusione che la faccenda sia un po’ come quel giochino russo delle bamboline messe l’una dentro l’altra, le matrioske.

Ciascuno di noi può essere visto come una forma di vita completa, fatta e finita, ma anche come la parte di un qualcosa di più grande. Atomi che formano molecole, molecole che formano esseri viventi, che a loro volta formano pianeti che a loro volta formano sistemi e così via: come se tutti fossimo piccole cellule di un gigantesco essere vivente, o meglio, di un INFINITO essere vivente. Penso che questo essere vivente “definitivo”, cioè la forma di vita che include al suo interno tutte le altre, penso che questo essere sia Dio e che in un certo senso sia l’UNICA forma di vita esistente, di cui ciascuno di noi costituisce una minuscola particella.

In un certo senso, quindi, Dio siamo noi.

Ho letto della “forza debole” di Giordano Bruno e della “materia oscura” oggetto di studi ben più recenti, e anche dal basso della mia profonda ignoranza in campo scientifico mi è sembrato di intuire tracce di un qualcosa che in qualche maniera sottile sto percependo sin dal mio primo giorno di vita.

Penso che tutto il resto, vale a dire le diverse religioni con relative caste, regolamenti, credenze, testi sacri e via dicendo sia per il 99,9% politica; politica non nell’accezione greca del termine bensì in quella attuale, vale a dire un insieme di mezzucci e bassezze volti a tenere le persone in schiavitù.

Il fatto che io abbia parlato di “Dio” è una mera convenzione linguistica che deriva dall’educazione cattolica ricevuta in tenera età, un’abitudine se vogliamo, ma ci tengo a precisare che le considerazioni fatte qui ed ora non si riferiscono in alcun modo al credo abbracciato dai frequentatori di questo bel blog. Al contrario: sebbene sia strapieno di difetti, problemi e acciacchi vari, mi sento sicuramente più vicino a Dio da quando ho abbandonato l’ambiente cattolico, in seno al quale sono stato terrorizzato con i sensi di colpa, con la paura della morte e del giudizio altrui e da quel parroco che non voleva smetterla di fissarmi e le provava tutte pur di mettermi quella manona viscida sulla schiena o un po’ più giù.

Sono rimasto sinceramente sconcertato nel constatare come tra molti di coloro che si definiscono uomini liberi, cercatori di verità, ribelli contro il sistema e via dicendo, viga una ferrea, cieca, acritica e totale adesione a questo credo, artificialmente concordato tramite voto per alzata di mano dagli antenati di coloro che si divertono a pisciarci in testa adesso; un credo che non esito a definire perverso e diabolico, una fede paurosamente identica alla New Age Luciferina che dal cattolicesimo medievale ha preso tutto tranne la terminologia: il solito vecchio trucco del cambiare le parole per non cambiare mai nulla di fatto.

Mi sono sentito ancora più amareggiato quando alcuni hanno espressamente parlato di superiorità rispetto agli altri, di unica vera religione, di lotta agli infedeli e altre corbellerie che avrebbero fatto impallidire il Torquemada dei tempi d’oro.

Ci si impossessa di valori oggettivi, universali e non esclusivamente cristiani, valori come fratellanza, solidarietà e quant’altro e ci si appiccica sopra il marchio cattolico come se le due cose fossero legate indissolubilmente eppure io, che coi vostri testi “sacri” mi ci pulisco i fondelli, metto in pratica una buona parte dei precetti che rivendicate come vostri, perché a dettarmeli è il semplice BUON SENSO, cioè qualcosa che ci appartiene già a prescindere da qualunque credenza, se siamo disposti ad ascoltarlo ovviamente.

Nessuno, nemmeno Gesù Cristo può venirmi a dire di aver inventato il Buon Senso.

Detto questo, mando un grandissimo abbraccio al mitico Alberto e me ne vado da questo angolo di web, dove non mi sento più a casa. La deriva fanatico-cattolica che sta trascinando con sé i ragazzi di StampaLibera, che non mi azzardo più a cliccare nemmeno da semplice lurker a scrocco (figuriamoci se devo mettermi a pagare per le OVVIETA’ cosmiche della Beltramo e i delirii inquisitori del Bottaro) sta serpeggiando ormai anche in questa e molte altre realtà del web.

Quasi superfluo aggiungere che la cosa, a questo punto della storia, non mi sorprende affatto =)