Perchè mi occupo ancora una volta di Troll?
Perchè uno dei regali più belli che abbiamo ricevuto, con la tecnologia e internet, è proprio la possibilità di scrivere e leggere, e scrivendo e leggendo scambiare opinioni, aumentare e diffondere la conoscenza, crescere, maturare, in un modo che a volte di persona non si riesce a fare. Ho in mente certe riunioni familiari, in cui c’è sempre il personaggio che “tiene banco“, alza la voce, butta tutto in caciara e impedisce lo svolgersi di un confronte sereno, equilibrato, costruttivo. Oppure l’opposizione (magari degli anziani) a certi argomenti, o le pregiudiziali, sia da destra che da sinistra, che impediscono di affrontare certe discussioni.
Invece sul web, un po’ per l’anonimato, ma soprattutto perchè i tempi sono diversi, e lo scrivere rende indispensabile filtrare, sintetizzare, meditare quello che si esprime, si trova un ambiente estremamente favorevole allo scambio di informazioni, idee, opinioni, anche nella contrapposizione, ma sempre “filtrata” dal mezzo. A riprova di questo, il successo dei forum o la grandissima importanza che hanno i commenti nei blog come questo, dove, molte volte, come ho già sostenuto, il post è a volte quasi solo una scusa per avviare la discussione, e andando a scorrere i commenti si trovano moltissimi spunti interessanti ed elementi di arricchimento.
Siccome però a qualcuno dà fastidio che ci sia questo spazio, questa agorà incontrollabile, dove non basta immettere notizie di veline e calciatori, di sesso e di corna, di milioni di euro pagati a questo o a quello e di scandali, per distrarre la gente, come impedire lo sviluppo e la crescita di questa coscienza collettiva? La soluzione è presto trovata: pagare un gruppetto (non ne servono neanche poi tanti, secondo me in Italia non sono neanche 100) di disturbatori di professione, pennivendoli che, coperti da diversi nickname (e, dopo i primi scivoloni iniziali, anche da diversi IP address, altrimenti si smascheravano facilmente) si inseriscono nelle discussioni buttando tutto in caciara, in rissa, offesa gratuita.
Sul blog di Daniele Passerini, 22passi, è uscito qualche tempo fa questo articolo in cui un presunt “whistleblower” (un insider) raccontava la sua esperienza di “seminatore di zizzania a pagamento“. Magari tutto inventato, però se leggete i commenti viene data assoluta e inequivocabile conferma della presenza di tali disturbatori. Anche Maurizio Blondet qualche anno fa aveva riportato la notizia di un piccolo stato mediorientale (“l’unica democrazia del medio oriente”, “i fratelli maggiori”, dice niente?) che aveva assoldato schiere di questi personaggi incaricati di sorvegliare le varie discussioni in giro per il mondo ed intervenire allo scopo di depistare; addirittra pochi mesi fa è venuta fuori la notizia che la stessa comunità europea aveva stanziato dei fondi per infiltrare commentatori anonimi allo scopo di rovinare le discussioni anti-Europa.
Bene. Se, come dice Noam Chomsky, fra i mezzi usati dal potere uno è quello di conoscere alla perfezione la psicologia dei sudditi, noi, che non siamo scemi, abbiamo l’intelligenza e i mezzi per contrapporci. E, nel mio piccolo, lo faccio riportando la mia esperienza con uno dei “campioni” fra i debunkers, tale Claudio Gentile che si firma col nickname di Lefou reloaded; ne ho già parlato in questo post.
La storia: siccome in un suo video lui lamentava il fatto che i cosiddetti “complottisti” non avessero il coraggio di affrontarlo in diretta, io lo invitavo ad una diretta sul signoraggio. La sua prima risposta fu che il signoraggio non esiste, per cui non c’è nulla da discutere. Al che gli risposi che, visto che era così sicuro, sarebbe stato facile per lui smontare la mia tesi. Lui mi rispose: “prima mi dica la sua tesi, e poi deciderò se vale la pena affrontarla“. Insomma, per farla breve, dopo un po’ di insistenza riuscimmo ad organizzare, e il risultato fu il video che linko sotto. Non andate a vederlo, è abbastamza noioso, ma segnalo solo che ad un certo punto dice, in uno dei suoi ragionamenti (pieni di interruzioni, digressioni, parentesi, ecc., ): “.. e, siccome non c’è inflazione, se non in misura minima, questo evidenzia che non c’è creazione di moneta dal nulla come sostengono i signoraggisti;”
Ora, l’altro giorno, grazie ad una affermazione trovata sul libro del premio nobel per l’economia Paul Krugman, gli inserivo questo commento sulla sua pagina facebook:
Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman dice che la Fed crea denaro dal nulla. Niente da commentare? 😉
e la sua risposta, prima:
Come è ovvio per tutti coloro che conoscono il meccanismo di emissione monetaria. E quindi?
e poi:
L’emissione è “ex nihilo”, altrimenti la BC non potrebbe decidere di emetterne quanta ne vuole.
Quindi, ancora una volta, ammette che il denaro è creato dal nulla, e addirittura la BC ne emette quanto ne vuole. Ne è seguita una discreta serie di botta e risposta che cito volentieri perchè (se volete andare a leggere si trova qui, su FB) paradigmatica (cioè, esemplificativa e didascalica) del comportamento di questi disturbatori, che si può riassumere nei seguenti punti:
- negare, negare sempre anche l’evidenza (“e allora?”; ma come allora: hai negato il signoraggio, hai detto che non è vero che le banche creano moneta, e adesso pensi di cavartela così?))
- complicare le cose semplici: come ha scritto un amico fb, Matteo Perna: “Negare la verità è impossibile, ecco perché per poter negare l’evidenza bisogna per forza usare termini e modi diversi anche se in realtà esprimono esattamente la stessa cosa del concetto sintentico. Solo chi ha una buona capacità di ragionamento riesce a capire questo sottile meccanismo di menzogna. Spesso la gente normale viene truffata proprio in questo modo: si sta parlando della stessa cosa, ma sembra che si parli di due cose completamente diverse, e su questa cose le persone rimangono in dubbio. Ecco il compito del debunker, far rimanere le persone costantemente nel dubbio. Smentire e smentire la realtà dei fatti.” ; L’immagine migliore che mi viene in mente è questo: Io odio la pizza. Però vado matto per quei dischi di pane con pomodoro e origano e mozzarella cotti in forno a legna. Ma- ripeto- la pizza mi fa schifo
- attaccare l’avversario personalmente (la speranza è che si dimentichi dell’oggetto contestato e passi a sua volta ad offendere) ( Alberto Medici, qua lei è l’unico a vivere di queste fregnacce, la smetta di fare il minchione….comincerà a parlare di apparizioni mariane e di come satana governi la BCE…. Forse rendendosi conto che nessun organo di potere da peso alle sue parole, tanto da non metterla nemmeno a tacere o smentirla, le può far capire quale sia il valore dei suoi argomenti.Lei è ignorato, caro Medici, non per ignoranza, ma perché non vale la pena starla a sentire) Come se attaccare me servisse a nascondere la realtà della loro contraddizione;
- dividere il fronte opposto tirando in campo argomenti che non c’entrano nulla nella speranza che gli oppositori si dividano almeno su quelli (…Alla fine anche gli antivaccinisti si vaccinano. …Solo i cretinetti ci credono davvero….E di quello che si è iniettato il vairus dell’omosessualità pedofila? Ne vogliamo parliamo? SVEGLIA!!1!!!UNDICI!!!). Ancora una volta, lo scopo è quella della distrazione: siccome la contraddizione, l’incoerenza sono sotto gli occhi di tutto (grazie a Dio Internet conserva la memoria) l’unica via di fuga è salvarsi in corner sperando di avviare un nuovo “ramo” di discussione.
Insomma, il consiglio per tutti è: evitare accuratamente questi perditempo. Loro hanno un interesse a fare quello che fanno, voi perdereste solo tempo, pensando che ci sia della buona fede dietro, e, se non state attenti, rischiate di perdere anche un po’ di serenità (mentre il suggerimento migliore è quello del Sommo Poeta: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”).
I commentatori seri, anche quando non sono d’accordo, si caratterizzano invece per tutt’altre caratteristiche: educazione, voglia di capire, magari portano argomenti, ma non ricorrono mai ai 4 punti sopra.
Conclusione: Non diamogli spazio. Mai. Don’t feed the troll.
Aggiornamento del 4 Luglio: ho chiesto più volte a Lefou, alias Romeo Gentile, di dichiarare pubblicamente che lui aveva sempre sostenuto che le banche creano denaro dal nulla. Gli ho anche promesso che gli avrei fatto pubblicamente le mie scuse, e avrei detto che avevo capito male io. Ma lui, resosi probabilmente conto che questo sarebbe stato pericoloso, non ha risposto, e ha continuato ad insultarmi dicendo: “Dov’è che avrei detto che le banche non creanbo denaro?” dandomi del falso. Ora, visto che non mi ha più risposto, ve lo posso dire: nel video sopra, a questo punto, minuto 35, sviluppa questo passaggio (chiamarlo ragionamento è un po’ ardito): “Siccome se A implica B, qualora B non fosse vero allora non è neanche vero A, ecco dimostrato che le banche non creano denaro.“. Dove B è l’esistenza di inflazione (e lui dice che non c’è inflazione!!!!! 😀 ); e A è il fatto che le banche creano denaro dal nulla (lo mettano in bilancio sia all’attivo che al passivo, si chiama bilancio proprio per quello… appunto: all’attivo il credito che hanno verso il cliente a cui hanno prestato il denaro, al passivo il denaro uscito sul cc del cliente). Quindi, siccome non c’è l’inflazione, ecco dimostrato che le banche non creano denaro. Insisto: tempo perso, prometto, non lo faccio più!
Salve, signor Medici! Spero che non mi considererà un “troll” solo perché le sto scrivendo. Visto che ama così tanto la razionalità, mi limiterò a sollevare un punto molto semplice in cui cade in una grossa… chiamiamola semplicemente “contraddizione”.
Lei aveva affermato in un dibattito pubblico (http://youtu.be/_Pz8AAcwufg?t=1h7m14s) di conoscere una persona guarita grazie alle teorie di Hamer e di fornirne le prove. Dopo due mesi di silenzio, ha fatto pervenire a (LeFou!) (non a me) la seguente risposta:
“A proposito della prova: non ho l’autorizzazione, per questione di privacy, e comunque non mi dispiace: non servirebbe a nulla dare le perle ai porci, perchè essi vi si rivoltrerebbero contro. Ma sono fiducioso, lo ripeto, arriveranno alla verità anche lì, prima o poi…”
Analizziamo i fatti:
1) Ha fatto una affermazione perentoria (ovvero, di conoscere una persona guarita grazie alle teorie di Hamer);
2) Si è detto pronto a fornire le prove di tale “verità”;
3) Per due mesi non ha fornito alcuna prova né, tantomeno, spiegazione;
4) Dopo due mesi ha scritto non a me, ma ad una persone che definisce “troll” – pur non conoscendone nemmeno il nome di battesimo – per tirarsi indietro con un attacco preventivo perché “non servirebbe a nulla dare le perle ai porci”.
Ora, in tutta onestà: lei si considererebbe un troll?
Come già scritto un po’ di tempo fa sul mio canale Youtube, in risposta alla sua stessa domanda, cerchiamo cose diverse e la discussione non può che essere sterile.
A beneficio di chi legge, però, ricordo che, come detto all’inizio del video-confronto, io ho sottolineato che non mi interessava alcuna discussione sulla figura di Hamer, ma ero molto interessato ad approfondire il concetto e l’essenza della malattia. Totalmente incurante di questa mia richiesta il sig.Damato invece citava casi giudiziari, affermazioni del dr.Hamer, ecc., che rendevano il confronto stesso assolutamente inutile. Che poi lui non abbia capito la Nuova Medicina Germanica lo si capisce nella domanda:” Mi dice una persona che sia stata guarita dalla NMG?” mentre il concetto stesso di malattia che viene capovolto da questa teoria non permette di affermare che la guarigione avviene, come nella medicina tradizionale, grazie ad un “metodo”, ad un “protocollo”.
Il sig.Ilario cerca di dimostrare la falsità di un uomo. A me interessa capire perchè ci si ammala e la natura umana. Non abbiamo niente da dirci.
Signor Medici, lei nel suo libro ha scritto delle palesi falsità. Il mio compito, da giornalista, è chiedergliene conto. Proprio perché non è stato in grado di dimostrare (solo per fare un esempio) che Hamer sarebbe venuto in Italia per curare gratuitamente i malati, ha cercato di spostare il discorso su un piano para(pseudo)filosofico. Perché, ripeto, non è stato e non è in grado di sostanziare ciò che ha scritto.
Sul concetto di ‘malattia’, casca male: è stato oggetto della mia tesi di (prima) laurea. Che per hamer la malattia non esista, o meglio sia una “risposta biologica e sensata” a determinati conflitti non sposta di un millimetro quanto io le ho chiesto: conosce persone guarite, secondo il concetto scientifico di “guarigione da una malattia”, grazie a queste teorie? Altrimenti come fa a dire che le teorie di Hamer sono valide?
Io non cerco di dimostrare la sua falsità. Quella è già bella e dimostrata. Lei ha affermato di poter produrre delle prove e si è tirato indietro. Ha ragione: dopo questa sua figuraccia non abbiamo niente da dirci
Scusate, rimetto qui la risposta scritta in precedenza .
Non ho incontrato ancora nessuno che abbia in sé la capacità di conoscere Tutto e, conoscendolo ,possa senza ombra di dubbio dire di custodire la verità assoluta.
Per questo è stata ,da Socrate, coniata la frase : so di non sapere.
Riconoscere i limiti del sapere sul meccanismo perfetto del corpo umano è il servizio più utile che possiamo fare all’umanità intera.
Questo consente di continuare la ricerca della guarigione che non è come sappiamo solo quella del fisico, ma soprattutto quella dell’anima o spirito( a cui ognuno da il nome che preferisce).
Ad un bambino, anche si dessero tutti i giocattoli, il cibo, i vestiti, le scarpe o le cose materiali di cui necessita senza dargli altro, intendo niente altro, si ammalerebbe di solitudine( che è anche una malattia dell’anima).
, scatenando sintomi sul fisico.
Come lo curerebbe lei? Con che tipo di medicine?
E’ provato dalla scienza già perfetta, che lei sostiene abbia già in sé tutte le risposte, che malattie della pelle siano scatenate da fattori psicologici.
http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2002/04/23/Cronaca/PELLE-IN-3-CASI-SU-5-MALATTIE-SCATENATE-DALLA-MENTE_174900.php
Se non è d’accordo con quanto da me scritto non si disturbi a controbattere, le opinioni diverse servono solo a trovare le risposte che cerchiamo.
Cercando il bene troviamo il bene cercando il male troveremo quello.
Non ho incontrato ancora nessuno che abbia in sé la capacità di conoscere Tutto e, conoscendolo ,possa senza ombra di dubbio dire di custodire la verità assoluta.
Per questo è stata ,da Socrate, coniata la frase : so di non sapere.
Riconoscere i limiti del sapere sul meccanismo perfetto del corpo umano è il servizio più utile che possiamo fare all’umanità intera.
Questo consente di continuare la ricerca della guarigione che non è come sappiamo solo quella del fisico, ma soprattutto quella dell’anima o spirito( a cui ognuno da il nome che preferisce).
Ad un bambino, anche si dessero tutti i giocattoli, il cibo, i vestiti, le scarpe o le cose materiali di cui necessita senza dargli altro, intendo niente altro, si ammalerebbe di solitudine( che è anche una malattia dell’anima).
, scatenando sintomi sul fisico.
Come lo curerebbe lei? Con che tipo di medicine?
E’ provato dalla scienza già perfetta, che lei sostiene abbia già in sé tutte le risposte, che malattie della pelle siano scatenate da fattori psicologici.
http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2002/04/23/Cronaca/PELLE-IN-3-CASI-SU-5-MALATTIE-SCATENATE-DALLA-MENTE_174900.php
Se non è d’accordo con quanto da me scritto non si disturbi a controbattere, le opinioni diverse servono solo a trovare le risposte che cerchiamo.
Cercando il bene troviamo il bene cercando il male troveremo quello.
Spero che raccolga il tuo suggerimento, cara Lucia, ma credo che gli interessi di più parlar male di Hamer che cercare di capire i meccanismi della malattia.
Se mi sbaglio, sarò il primo ad ammetterlo e ne sarò felice.
Signor Medici, provi a tener fede alla parola data piuttosto che lanciare strali preventivi sulla mia persona. Non prendo certo lezioni di dignità da una persona che afferma di poter produrre delle prove e poi si tira indietro. Lei può credere quello che vuole sulla mia persona, parlano i fatti.
Gentile Lucia, qui nessuno ha mai detto che l’aspetto psicologico non incida nella genesi di alcune malattie. Il problema è stabilire ‘quanto’ incida. Nel mio sito (lo ha letto?) c’è un’intera pagina sulla psico-oncologia. Per alcune malattie della pelle è un fattore molto importante: ma dire che essere tristi abbassa le difese immunitarie, favorendo lo sviluppo di alcune malattie infettive o virali; o che se si è svogliati non si prenderanno tutte le medicine ed nei giusti tempi; o che produrremmo un po’ meno di determinati ormoni che possono aiutare a combattere certe malattie; tutto questo non significa che la mente può tutto, così come non significa che la mente non gioca alcun ruolo nella genesi di certe malattie. Nel computo totale delle malattie è una concausa come tante altre, ma non ne è certo l’elemento principale.
Spero di essere stato chiaro pur se breve, e se vuole può scrivermi tranquillamente: i miei recapiti sono pubblici, e ho sempre risposto a tutti (anche se non vendo libri)
Caro sig Ilario,
premetto che non sta me giudicare, riflettevo però sul meccanismo di pensiero.
Dire che Hamer sostiene il falso perchè il signor Medici non le da la prova di una guarigione attraverso il metodo Hameriano, mi pare un modo strano di rassicurare sè stessi.
Certo in qualche modo il signor Medici non ha soddisfatto le sue aspettative, ma questo di per se non smentisce l’ipotesi di Hamer.
Potrei fare lo stesso tipo di pensiero sulla medicina “ufficiale” .
Potrei chiederle di dimostrarmi che una persona è guarita con la chemio, “avvenuta” anche per mezzo di una operazione chirurgica. Io poteri contestare tale affermazione sostenendo che non è guarita per la chemio ma per l’asportazione chirurgica. Lei come potrebbe dimostrare il contrario?
Oppure potrei sostenere che la chemio funziona solo su alcuni perchè è solo un effetto placebo, se credi guarisci se non credi muori.Potrebbe dimostrare il contrario?
Le risposte che ha dato la medicina non sono definitive. Sostenere per esempio che tagliare, eliminare, sezionare parti del corpo attaccate dal cancro sia curare è una bugia.A meno che non si voglia sostenere che il raffreddore si cura tagliando il naso.
Dire poi che possiamo curare il nostro corpo avvelenato dal cancro con materiali ancor più tossici non è molto logico no?
Sono circa cento anni che la medicina studia il cancro e ancora non sa dire cosa è quali sono i suoi meccanismi di diffusione nel corpo.
Credere che solo la materia cura malattie o credere che la guarigione possa passare solo attraverso la mente sarebbe come ignorare parte di se stessi. Noi siamo uno e l’altro.
Le nuove teorie nascono da osservazioni della realtà. Le risposte trovate sulla realtà non le troviamo aderenti a ciò che vediamo o viviamo.
Quando questo succede si cercano nuove risposte alla stessa domanda.
Non si sa quali risposte siano giuste e quali no, solo il tempo può smentire o affermare.
Lo domando a lei perchè forse la mia formazione limitata non mi consente di capire:
Cosa è il cancro? Quale meccanismo gli permette di diffordersi nel corpo?
Siamo ciechi e andiamo a tentoni cercando la via, seguire ostinatamente colui che dice di conoscere la strada ma da cento anni gira in tondo senza arrivare alla mèta dovrebbe far dubitare chiunque.
E se lei non è d’accordo con chi dubita e cerca altre strade non è un problema del signor Medici nè tantomeno mio.
Solo pensieri rivoluzionari possono risvegliare il torpore che causa la convinzione dell’aver trovato.
Anche fossero pensieri incredibili sono gli unici però portarci a cercare ancora e ancora e ancora.
Cara Lucia, stia attenta a quello che dice (non è una minaccia, sia chiaro… è solo un consiglio di metodo). Io non ho mai pensato che “Hamer sostiene il falso perchè il signor Medici non le da la prova di una guarigione attraverso il metodo Hameriano”. Io sostengo che le teorie di Hamer ad oggi sono indimostrate, che cozzano contro alcuni princìpi scientifici ben definiti (veda ad esempio i cosiddetti ‘focolai’) e che nessuno ha mai dimostrato che UNA sola persona sia guarita con tali teorie. Come vede è qualcosa di estremamente diverso. Non è che “il signor Medici non ha soddisfatto le mie aspettative”: il signor Medici ha fatto una affermazione precisa, che sarebbe potuta essere il primo anello nella costruzione di una conoscenza di tipo kantiano (tesi, antitesi, sintesi) e invece si è tirato indietro. Considerazioni logiche ed etiche a parte, è evidente che non è una questione di “aspettative” ma di metodo.
Ma il punto ancor più fondamentale è che non sono io a dover dimostrare che le teorie di Hamer non sono valide (e infatti non è quello che ho scritto), è Hamer e chi lo sostiene a doverne dimostrare la validità. Può sembrare complicato ad una mente non allenata alla filosofia della scienza, ma per fortuna il nostro Marcello Truzzi ci è venuto incontro affermando che “[…] e quando queste affermazioni sono straordinarie tanto da essere rivoluzionarie nelle implicazioni che hanno rispetto alle attuali leggi scientifiche generali e verificate, dobbiamo richiedere prove straordinarie”. Sta ad Hamer ed agli hameriani produrre queste prove, non certo agli altri. Ed in fondo è semplice da capire: io dico che nell’armadio nella sua camera da letto vive un drago invisibile, mi dimostri il contrario. Per quanti sforzi potrà fare, la mia tesi rimarrà sempre valida. Perché, come insegna Popper, non è falsificabile.
Lei dice che “le risposte che ha dato la medicina non sono definitive”. Ma l’equivoco di fondo è che le risposte che ha dato la medicina NON VOGLIONO ESSERE definitive: è questo il bello della scienza. Dal 1981 ad oggi abbiamo fatto milioni di scoperte, che hanno affinato sempre di più la medicina e non solo. Le teorie di Hamer rimangono sostanzialmente immutate da quella data (eccetto l’aggiunta della “quinta legge”). Da un lato abbiamo la scienza, con tutti i suoi limiti ma disposta a mettersi in gioco (checché ne pensi il signor Medici); dall’altro lato c’è un sistema chiuso, infalsificabile, sempre uguale a se stesso, che procede per “intuizioni” del suo creatore.
Veda, io non pretendo di farle capire in due parole concetti che sembrano semplici (ed è qui la forza comunicativa di Hamer). Perché la chemio “cura”, pur essendo un “veleno”? Beh, allora lei non dovrebbe prendere neanche un antibiotico. Inoltre, la chemio è 1) cambiata radicalmente dal 1981 ad oggi e 2) incide circa per il 10% nella cura di tutti i tumori; gli stessi medici invitano a non farne un uso indiscriminato, ed ad esempio per i tumori al polmone è quasi inutile da un punto di vista curativo. Questo significa che la chemio è inutile? Lo vada a dire a chi è guarito di leucemia linfatica acuta.
Che cos’è il cancro? E perché a me che non ho mai fumato viene il cancro, e ad un altro che fuma no? Se vuole una “risposta definitiva” deve rivolgersi ad una religione (ma anche ad una setta, come quella di Hamer) e non alla scienza. Al momento, sono noti i meccanismi di attivazione di alcuni tumori e meno noti quelli di altri. In ogni caso i fattori sono così tanti che non è possibile dare una risposta univoca.
Le faccio un esempio: quando ‘spara’ il primo colpo a biliardo, prendendo tutte le palline ben ordinate nel triangolo centrale, sarà in grado di stabilire esattamente dove andrà ogni pallina? Impossibile per un essere umano, ma difficile anche per un computer: l’interazione tra ogni pallina può determinare uno spostamento che poi andrà ad incidere a catena su tutto il sistema. E stiamo parlando di un sistema perfettamente controllato, dove supponiamo che non vi siano spifferi d’aria e che il panno sia perfettamente liscio ed uguale. Pensi a tutto ciò applicato all’uomo (ben più complesso di una palla da biliardo) ed all’ambiente esterno (che per fortuna non è un panno perfettamente liscio e stabile). Per questo si usa la statistica, per cercare di ricondurre alla razionalità qualcosa che è vivo, turbolento, ma che in qualche modo ha un pattern comune. Stabilire quale sia questo pattern è però operazione culturale e non matematica, e l’esempio più facile è quello della disfunzione erettile: è una “malattia”? Per i canoni sociali di oggi sì, trecento anni fa (quando si moriva per un raffreddore) non lo era affatto. Stesso discorso sulla cellulite e così via.
Come vede, il dubbio è parte fondante della scienza. Ma il dubbio non autorizza nessuno a fare affermazioni senza poi degnarsi di dimostrarle. Perché se io dicessi che potrei curare un suo parente malato di tumore infilandogli aghi bollenti a distanza di due centimetri in tutto il corpo, e quando poi lui morisse dicessi che “non ci ha creduto abbastanza”, che è colpa delle “lobbies del farmaco” (che pure esistono) e che quindi le mie teorie sono valide -diffondendole su libri a pagamento e continuando a propinarle ad altri malati disperati- lei come mi giudicherebbe? Un vigliacco, un irresponsabile, un “troll”? E farebbe bene.
Esattamente come mi aspettavo. La vis polemica toglie lo spazio alla volontà di capire (se mai ce n’era stata una) la malattia. D’altronde non serviva essere chiaroveggenti: si sta ripetendo, puntualmente, lo stesso schema del confronto online. Colpa mia. Avrei dovuto aspettarmelo, da un compare di lefou.
Però che peccato. Si sarebbe potuto parlare di malattia, di meccanismi biologici, di psiche, approfondire, capire… invece no: tutti gli sforzi orientati unicamente a screditare un uomo che, secondo me, ha un grandissimo merito, secondo lei è un ciarlatano ma – ripeto – non è quello il punto.
E poi questa insistenza sulle prove: se io non posso riferire di una persona che conosco, continuate a ripetere che avrei imbrogliato. Ma se fossi certo che vi farebbe cambiare idea, farei di tutto per convincere questa persona a venire allo scoperto, a raccontarvi la sua esperienza. Ma sono certo che non vi basterebbe, e che trovereste comunque altre giustificazioni.
Vedo che mi dà ragione: il dialogo, su queste basi, è sterile.
Ahi, signor Medici. Le ripeto, con me casca male. E non solo per una questione professionale o accademica: ha torto marcio, e non ci vuole un esperto per capire che fa delle parole un uso tutto suo. Veniamo ai fatti.
Lei dice che io avrei una “vis polemica”. Ne fa una questione di metodo. Io sono polemico con chi sfrutta, per un proprio tornaconto personale (economico?) la sofferenza altrui. Se lei vive in un villaggio dei Puffi o in un libro di Rodari, sono fatti suoi. Gli uomini, quelli che si prendono le responsabilità di ciò che affermano, quando leggono una falsità vi si scagliano contro con tutta la forza che hanno, Argomentando, ovviamente. E senza insinuazioni del tipo “se mai ce n’è stata una”. Si attenga ai fatti, se ci riesce. Ma no, non ci riesce.
I fatti. Lei ha fatto delle affermazioni sulla vita di Hamer che non trovano NESSUN riscontro. Io l’ho invitata a darne conto, e lei continua a scappare. Certo non posso obbligarla a dare conto delle sue affermazioni (sono un giornalista, non un giudice), ma certo posso sottolineare come lei faccia delle affermazioni pesanti senza mai (MAI) degnarsi di darne conto. È come se io dicessi che lei è uno sfruttatore della prostituzione minorile, e quando lei -giustamente- mi chiedesse le prove per una affermazione del genere, io rispondessi “le prove le ho, ma sono certo che non le basterebbe, e che troverebbe comunque altre giustificazioni”. Sarei quantomeno un irresponsabile (ma forse anche un vigliacco).
E veniamo alle prove. Lei ha detto che le teorie di Hamer sono valide. Benissimo. Può dimostrarlo? Ha detto di sì. Conosce una persona che “secondo il concetto scientifico di malattia e guarigione” sia guarita? Ha detto di sì. Può fornirne la prova? Ha detto di sì. E ora si tira indietro. Allora anche io dico di avere una persona che può testimoniare come lei induca delle minorenni alla prostituzione, per poi tirarmi indietro: lei cosa direbbe? Avrebbe una (cito) “vis polemica”?
Gentile Medici, il problema è uno ed uno soltanto. Io mi baso su documenti, su fatti, e mi prendo la responsabilità di ogni singola parola che scrivo. Lei fa soldi vendendo teorie che poi non si degna minimamente di dimostrare, ma anzi fa di più: dice di poterle dimostrare, per poi tirarsi indietro attaccandomi. Il “problema” così divento io, che non sarei abbastanza “aperto”: ma lei sulla base di cosa fa questa affermazione? Mi ha fatto una perizia psichiatrica, può documentare casi analoghi, ho mai scritto che nel caso i documenti da lei presentati si rivelassero validi non sarei pronto a scriverne? Come vede, lei mi giudica professionalmente sulla base di sue opinioni personali. Legittimo, per carità, ma deve capire una volta per tutte che le opinioni personali non sono (epistemologicamente) “la verità”. Non si nasconda dietro una foglia di fico: ha fatto una promessa, non la sta mantenendo. Il “problema” non sono io: è la sua coerenza e dignità.
Non so che risposte cerca sig. Ilario le posso però raccontare cosa è successo a me.
Avevo da poco partorito il mio terzo figlio (nato nell’89) e come saprà la medicina sostiene che più figli una donna partorisce e più è protetta dal cancro.
Per dolori fortissimi ad un ovaio vengo ricoverata d’urgenza per asportarlo. Dopo alcuni giorni di cure per far rientrare l’eccessiva infiammazione, i medici controllano tramite ecografia la situazione e sorpresa l’ovaio micropolicistico è tornato un ovaio normale. L’intervento chirurgico rientra.
Nel frattempo però arriva l’esito del pap-test, senza darmi spiegazioni mi portano in sala operatoria per “bruciare” il collo dell’utero. Fanno ciò che ritengono necessario e mi rimandano a casa senza dare una diagnosi comprensibile per me, sono solo paroloni sul foglio di dimissioni.
Dopo circa una decina di anni ad un funerale ci troviamo tra conoscenti e una di loro parlando di quel mio ricovero (era infermiera del reparto all’epoca) mi dice:
Sai che durante il tuo ricovero andavo a casa disperata, perché anch’io avevo tre figli come te, i medici ti davano per spacciata e non me ne facevo una ragione?
Mi davano per già morta, infatti non mi hanno raccomandato controlli , tanto che alcune persone (medici o paramedici) conosciute in seguito mi hanno sempre dato della matta, più che matta ignoravo di essere malata.
Ho successivamente subito anche una quadrantectomia al seno sx per un tumore, non ho mai fatto tragedie sono convinta che la disperazione, i pianti, l’abbattimento non servano a nulla.
Tutti intorno a me pensano che io sia una persona forte, sono invece semplicemente serena, sempre, e chi non mi capisce tranquillizza se stesso considerandomi incosciente.
La mia serenità, il mio affidarmi alla vita senza cercare di controllare sempre tutto a tutti i costi mi ha aiutata?
Se per ipotesi, in entrambi i casi, mi avesse “salvata” il mio modo di pensare, come potrei dimostrarlo?
Lo so che sta pensando ,certo si, però ti sei affidata ai medici, all’ospedale…..
Si ma ho imparato che i medici non sanno tutto, spessissimo sbagliano. Prendo sempre ciò che dicono con le pinze. Io non sono la malattia, io sono me stessa , un essere unico, irripetibile. La mia malattia non è perfettamente uguale alla tua, perché le mie cellule non sono le tue cellule. E la mente che le fa funzionare non è la stessa.
PS Se ha domande di qualsiasi tipo faccia pure.
Signora Lucia, innanzitutto sono contento che lei stia bene. Ma non vedo questo cosa c’entri con Hamer o con il fatto che il signor Medici aveva affermato di poter produrre prove circa la validità di tali teorie.
Da quello che mi scrive, il problema fondamentale è che i medici non sono stati in grado di spiegarle come stavano “impiastricciando” sul suo corpo: è logico che lei si sia sentita svuotata, un mero oggetto. Me ne dispiace, è un problema comune a molti. I miei studi indicano che oggi è un problema di gran lunga minore rispetto ad una trentina di anni fa, visto che anche i medici si sono accorti di quanto sia necessaria una preparazione comunicativa ben specifica (mentre prima ci si affidava alle “mani calde” del singolo medico). Comunicare una diagnosi, o un trattamento potenzialmente doloroso o letale, è qualcosa di terribile: ed occorre una preparazione tecnica molto precisa.
Io non ho domande da farle: lei ha seguìto la medicina scientifica, è stata curata, è guarita. Sono contento per lei. Ovviamente questo non significa che “la medicina scientifica funziona”, ma di certo non abbiamo un analogo caso hameriano documentato (pur se promesso dal signor Medici).
Concludo ricordandole che ho già scritto che la psicologia incide nella genesi e nel trattamento delle malattie. Ma questo non significa che Hamer abbia automaticamente ragione: lo dimostra la sua “terapia” per il carcinoma allo stomaco, o le evidenti falsità riguardo i focolai. Essere positivi aiuta (l’ho scritto), ma questo non significa rinunciare alla medicina scientifica. Se lei avesse avuto una leucemia linfatica acuta, avrebbe fatto o no la chemio? Hamer dice che non bisogna farla, mai. E allora un conto è considerare Hamer un “supporto psicologico” (anche se lui andrebbe su tutte le furie), un conto è affidarsi a teorie che il signor Medici afferma che ‘funzionino’, salvo poi tirarsi indietro quando se ne chiede conto.
PS: il punto fondamentale di quanto ho espresso finora è proprio che “i medici non sanno tutto” (né l’hanno mai sostenuto). Poiché è un punto importante e l’ho chiaramente espresso nei commenti fin qui, la invito a rileggere con calma quanto ho già scritto. Grazie.
I medici si pongono come i depositari della sapienza, proprio per questo risultano non credibili.
Invece di avere l’umiltà di ammettere di non conoscere tutto parlano esattamente facendo credere il contrario.
Io, so con certezza che la scienza medica è ignorante, non sa tutto.
Se per scardinare questa certezza c’è bisogno di persone come Hamer per farci tornare esseri pensanti dico viva il dott. Hamer anche se non sa tutto.
Così come non siamo solo materia non siamo unicamente spirito.
Se la scienza nega l’esistenza dell’anima e il suo conseguente ruolo nella guarigione,
perché chi crede nell’esistenza dell’anima non può allo stesso modo avere il diritto di credere ad una guarigione fatta anche di altro che non sia solo materia?
Il grosso errore della scienza sta nel negare l’esistenza di Dio, si fa portatrice di verità incontrovertibili.
Mi dispiace ma chi crede nell’esistenza di Dio non si accontenta di tali spiegazioni , troppe cose non combaciano, sarà un puzzle eternamente mancante di pezzi.
La scienza medica dovrebbe prima di ogni cosa ammettere i suoi limiti. Se io avendo un cancro andassi da un oncologo a chiedergli un documento scritto in cui dichiari con certezza che le sue cure mi farebbero guarire, mi accontenterebbe?
Esattamente come Hamer nessuno si assumerebbe tale responsabilità, rimane sempre e comunque una questione di fiducia.
Perché posso “chiedere” di morire come voglio ma non di guarire come voglio?
La scienza medica può, dichiarando la morte cerebrale,( come si dimostra?) espiantare organi mentre il mio cuore batte con il mio consenso.
Ma assolutamente non mi autorizza cercare altri modi di guarire.
1) Si studi il problema della demarcazione
1 bis) Per tale motivo la scienza non “nega” l’esistenza di Dio. Semplicemente è fuori dal suo campo di applicazione.
2) La scienza ammette i suoi limiti, non so quante altre volte dovrò ripeterglielo. Ma lei cerca certezze che solo la religione può darle.
3) Mi sembra che lei si possa curare come meglio vuole. E infatti critica la medicina scientifica che pure l’ha salvata. Complimenti
Non sono la sola a prendere in considerazione ciò che fa comodo.
le ho chiesto qui:
*Lo domando a lei perchè forse la mia formazione limitata non mi consente di capire:
Cosa è il cancro? Quale meccanismo gli permette di diffordersi nel corpo?
* potrei sostenere che la chemio funziona solo su alcuni perchè è un effetto placebo, se credi guarisci se non credi muori.Potrebbe dimostrare il contrario?
non l’ho accusata di nulla ognuno crede ciò che crede,
Cos’è il cancro l’ho già scritto più su, ma se vuole qualche risposta più specifica: http://www.airc.it/tumori/cosa-e-il-cancro.asp
La chemio è un placebo? Facciamo finta che lo sia. Allora è un placebo anche fischiettare. E siccome sono sicuro che lei durante la sua guarigione abbia fischitettato almeno una volta, come possiamo essere sicuri che fischiettare non sia la “vera” causa della sua guarigione?
Comunque vedo che non ha capito il concetto: se lei fa affermazioni straordinarie, sta a lei dimostrarle con prove straordinarie. Ce la fa?
-In tutto ciò, “a beneficio dei lettori” (cit.), il signor Medici non ha ancora spiegato le sue evidenti contraddizioni-
Riprendo dal link che ha segnalato:
*Che cos’è il cancro? A una domanda del genere gli studiosi fanno fatica a dare una risposta precisa e convincente.
La scienza non sa rispondere.
Quindi per pura fiducia (fede) dovrei credere ad una scienza che non prende in considerazione la parte dell’uomo non tangibile?
Non ho mai ,in nessun caso, sostenuto che la scienza medica è falsa, contesto la negazione della parte intangibile dell’uomo che concorre alla guarigione e che a volte può essere la causa della malattia.
3) Mi sembra che lei si possa curare come meglio vuole. E infatti critica la medicina scientifica che pure l’ha salvata.
Non sapevo che fosse vietato criticare la medicina scientifica se si ricorre ad essa.
Stia attento a non criticare il suo comune se non tiene conto del pericolo delle buche stradali sennò non avrebbe diritto di percorrerle.
Lei può contestare quello che vuole (ci mancherebbe), ma quale parte di “si studi il problema della demarcazione” non le è chiara?
La scienza non “nega la parte non tangibile dell’uomo”: semplicemente accetta di non avere gli strumenti epistemologici per decretarne verità ed esistenza. A me sembra una grande prova di umiltà, per lei è qualcosa di inaccettabile. Ma è un problema suo.
Per quanto riguarda la (le) genesi del cancro, un conto è dire “non abbiamo una risposta univoca e definitiva per tutto” ed un altro è dire “non sappiamo nulla”. La differenza è abissale, e se non la coglie è ancora una volta un problema suo. Non c’è bisogno di nessuna “fede”, e se avesse letto il problema della demarcazione lo avrebbe capito in un nanosecondo.
Hamer fa delle affermazioni precise, che le piaccia o no. E non le sostanzia (come del resto fa il signor Medici). Come vede è molto più semplice di ogni discorso para(pseudo) filosofico-religioso. Lei fa delle enormi generalizzazioni su tutti i medici, frutto della sua esperienza personale. Non mi sento di infierire, ma è ovvio che lei non ha affatto un atteggiamento sereno sull’argomento. Pretende risposte certe, univoche ed eterne. E le pretende dalla scienza, non dalla religione. Io non so più come farle capire quanto sia in errore.
PS: La metafora che usa è completamente sbagliata. Criticare la scienza medica significa lottare contro le storture del sistema peer-review, dell’immissione sul mercato di farmaci non adeguatamente sperimentati, dell’uso sempre più diffuso della medicina preventiva e degli interessi che animano la medicina come OGNI aspetto della vita umana (è come se io pretendessi che il giornalismo fosse un’isola felice dove tutti quelli che scrivono lo fanno in buona fede e senza alcun tipo di pressione economico-politica: basta leggere “Il Giornale” e “Il Manifesto” per capire che sarebbe una pretesa assurda). Le critiche quindi sono SEMPRE le benvenute, ma devono essere sostanziate e circoscritte. Perché, semplicemente, sarebbe incoerente propagare le teorie di Hamer per gli altri e servirsi della medicina scientifica per sé.
PPS: A proposito di coerenza, in tutto ciò il signor Medici ha affermato di poter documentare che almeno una persona sia guarita grazie alle teorie di Hamer e si è tirato indietro perché “non servirebbe a nulla dare le perle ai porci”
Avevo domandato:
Se io avendo un cancro andassi da un oncologo a chiedergli un documento scritto in cui dichiari con certezza che le sue cure mi farebbero guarire, mi accontenterebbe?
Sappiamo entrambi che la risposta è no.
La stessa cosa non la pretenderei se scegliessi la terapia di Di Bella o di Simoncini o di Hamer
L’errore di base è che vorremmo una certezza che nessuno al mondo ci può dare, crediamo nella scienza medica perché abbiamo l’impressione tramite essa di poter tenere sotto controllo tutto, quando invece non controlliamo nulla.
Potremmo trovare centinaia di persone che avendo risposta negativa dalla scienza sulla propria malattia cercano fuori da essa una soluzione.
Ed è proprio in quella terra di nessuno potrebbe venire la risposta.
**
Solgenitsin fu rilasciato dal gulag quand’era ormai terminale per carcinoma gastrico: va a morire a casa, gli dissero i carcerieri sovietici.
Lo stesso giorno della sua liberazione ascoltò per radio la notizia della morte di Stalin: il suo cancro scomparve, una remissione che Solgenitsin ha sempre considerato come un dono del Cielo da ripagare con l’assunzione di un compito a cui dedicare il resto di vita donatogli: «dire la verità» sull’impero della menzogna comunista.**
Io questo non controllo lo do per scontato, c’è qualcosa che sento ma non vedo, che è più forte di me e serenamente lo accetto.
C’è chi al contrario crede nel potere dell’uomo su ogni cosa, ogni aspetto della vita.
Parli per lei. Io conosco benissimo il fenomeno delle remissioni spontanee, e non ho mai minimamente pensato che con “la scienza medica abbiamo l’impressione tramite essa di poter tenere sotto controllo tutto”. Evidentemente non ha capito quello che ho scritto finora, ma non posso farci nulla.
Lei ha una sua opinione personale sulla scienza medica? Benissimo, è lecito. Questa opinione è fattuale, basata su una conoscenza approfondita dell’argomento, coerente, logica? No, e lo ha ammesso anche lei: “c’è qualcosa che sento ma non vedo”. Continui pure a “sentire”, ma questo non dimostra in alcun modo che le teorie di Hamer siano valide
Certo che è lecito per me credere ciò che voglio, l’ho sempre fatto anche senza la sua benedizione.
Se poi mi considera stupida la cosa non mi tocca minimamente. C’è già lei intelligente a questo mondo e forse può bastare.
Che poi le teorie di Hamer siano valide o meno chi lo può dire? Lei che ha TUTTE le verità in mano?
Non la considero stupida, la considero non adeguatamente informata. Per questo le ho chiesto di leggere almeno il problema della demarcazione, ma lei continua a dire “io la penso così e basta”. E va bene, abbiamo capito come la pensa. Ma la sua opinione, appunto, non dimostra che le teorie di Hamer siano valide. Mi chiede chi può dire se lo siano? Lui stesso, ma anche il signor Medici che ne ha pubblicamente affermato la validità senza sostanziare tale affermazione. Ma si guardano bene dal farlo. Esattamente come se io dicessi che lei in realtà è un roll pagato da Hamer, senza degnarmi di sostanziare tale affermazione. Sarebbe sterile, oltre che vigliacco.
Le ripeto, affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. Sè è in grado di fornirle siamo qui ad ascoltarla, se vuole continuare a dire “io la penso così” è solo un frignare che non porta da nessuna parte
Io frigno? sig, Ilario non getti addosso a me lagne sue.
E’ lei che continua a chiedere prove sulla teoria di Hamer.
Le ho detto di come mi avessero dato per morta, i medici-so-tutto-io, ma sono ancora qui viva e vegeta senza aver fatto nulla dopo,Lei lo ritiene di poco conto?
Se non le è chiaro le dico che tali medici mi hanno “bruciato” il collo dell’utero giusto per far qualcosa.
NON nutrivano nessuna speranza per me.
ERO MORTA.
Potrei dirle di come la mia totale fiducia in ciò che lei non vede abbia innescato la guarigione, non posso dimostrarlo a nessuno, sono cose che si provano sulla propria pelle.
Se continuo a chiedere le prove della validità delle teorie di Hamer è perché lei si è inserita in una discussione in cui chiedo al signor Medici di sostanziare le sue affermazioni circa la validità delle teorie di Hamer. Se non lo vede, ancora una volta, non è colpa mia.
Lei aveva una malattia. I medici l’hanno curata. Lei è guarita. Avranno anche sbagliato a non renderla partecipe del processo terapeutico, ma se è qui a gettare fango addosso all’intera categoria è proprio grazie a loro. Ma visto che esistono studi che dimostrano come alcuni trattamenti medici statisticamente funzionino, e non esistono studi circa la sua fede guaritrice (che appunto “non può dimostrare a nessuno”), le argomentazioni termineranno sempre in questo vicolo cieco.
Cazzarola è meravigliosa la sua sapienza sulla mia vita.
Lei non è minimamente interessato a conoscere i fatti sulla mia malattia.
La riprova è che non mi ha chiesto nessuna delucidazione.
Lei presume di avere tutte le risposte possibili e per questo non è curioso della vita e dei fatti degli altri.
A quanto mi risultava sono le doti fondamentali per diventare un Ottimo giornalista.
Auguri di una sfolgorante carriera sig. Ilario
La ringrazio per gli auguri, che le mando indietro amplificati. Non mi è chiaro però perché dovrei chiederle una documentazione di quanto lei sta affermando circa la propria malattia (come ho fatto per le testimonianze inserite nel mio sito).
Le sembrerà incredibile, ma il mio tempo e le mie energie sono limitate: la sua esperienza dimostra che le teorie di Hamer sono valide? Che con la sola fede si guarisce? Se la risposta è positiva sono pronto a svolgere questo ennesimo lavoro gratuito. Ma se serve solo al suo ego sono costretto a declinare il suo gentile invito.
Questa testimonianza forse è di suo gradimento:
http://www.associazionesum.it/la_medicina_ufficiale_puo_curare_le_malattie.htm
Bello, l’articolo che hai postato.
Poi, mi sono messo a scorrere il sito e vi ho trovato i “messaggi di Babaji”, tra cui questo:
http://www.associazionesum.it/la_nuova_nascita.htm
Che contiene un sacco di verità, per chi il cuore e la mente li tiene uniti e non disuniti.
Ma che fa anche profondamente riflettere, alla luce della Fede in Colui che E’ Via, Verità e Vita e in nessun modo riducibile ad un “avatar” come lo sono stati tanti altri maestri: come la strategia menzognera del padre della menzogna sia multi-dimensionale.
E ti propone l’ “asfissia” della menzogna materialista (che è asfissia del cuore, certo; ma lo è anche della mente, se essa è pienamente razionale e non cede in alcun modo al razionalismo) per poi farti trovare l’apparente “ossigeno” dei Babaji della situazione.
Che affermano sempre, tra le tante “ossigenate” verità, una parte più o meno grande (ché quella “integrale” sarà affermata dall’Anticristo in persona) della “grande bugia”.
Che ha a che vedere, ovviamente, con la Persona di Gesù.
Vigiliamo, preghiamo ed amiamo.
La ‘testimonianza’ che posta è molto sospetta. Mi piacerebbe verificarla: c’è un dottor Giuseppe De Pace al Monaldi di Napoli, domani gli scrivo per sapere se è lui l’autore (altrimenti potrebbe benissimo essere un falso, e per il momento va presa con le dovute cautele). Perché è sospetta? Perché è piena di errori grossolani: se io ho un tumore al polmone e dopo le cure questo è sparito, la “medicina ufficiale” mi ha curato o no? Questo medico dice che la medicina sopprime solo i sintomi, ma in questo caso è palesemente falso (il tumore o scompare o rimane, tertium non datur).
Dice poi che “se il paziente muore anche dopo un mese per insufficienza renale o epatica, superinfezioni, ecc. provocati chiaramente dalla chemio, per la statistica non è morto di linfoma!”: falso, falsissimo! Non so perché un ortopedico parli di statistiche oncologiche, ma non è chiaro come si “muoia di linfoma”: se il paziente ha un infarto, come nella maggior parte dei decessi dovuti a tumore, è stata colpa del cuore o del tumore? Se ho la leucemia e mi si abbassano le difese immunitarie, se muoio per una banale influenza sarà stata colpa della leucemia o dell’influenza-killer? Ed in ogni caso si parla di sopravvivenza a 5 anni, quindi non si sa di cosa stia parlando.
Afferma poi che “ultimamente ho sentito dire da alcuni autorevoli (!) colleghi che una terapia è efficace se dà almeno il 55-60% di risultati positivi, vale a dire all’incirca la stessa percentuale dell’astensione al trattamento!”. Ma di cosa stiamo parlando? Se ho un tumore e mi astengo da ogni trattamento guarisco al 55-60%? Ma da dove cavolo pesca questi assurdi dati? Se a dirlo è una persona che si professa medico è estremamente grave.
L’alimentazione è sicuramente un fattore importante (personalmente la curo molto), ma è appunto UN fattore insieme a tanti altri. Nelle malattie genetiche, ad esempio, non serve a nulla. Questo non significa che si debba mangiare in modo sregolato, ma solo non “santificare” l’alimentazione come sostitutivo integrale di ogni trattamento medico.
Concludo sottolineando come lei cade ciclicamente sempre nello stesso errore: quale parte di “la scienza medica non ha le risposte a tutte le domande, ma qualche risposta riesce pur a darla” non le è chiara? Non esiste la ‘medicina ufficiale’, esiste solo una medicina che cura ed una che non cura. Lei si è affidata alla medicina scientifica ed è guarita. E posta una “testimonianza” di una persona che dice che con la medicina scientifica non si guarisce. Complimenti, ancora una volta
Vediamoci il buono,in questo intervento di Ilario.
Per richiamare alla mente (ed al cuore) che nel modello di Hamer (che personalmente considero di una semplicità e di una logicità e di una scientificità -in quanto perfettamente falsificabile- cristalline) manca proprio il pezzo del “Peccato Originale”.
Che non affligge solo e soltanto l’Anima (e tale “afflizione” o “macchia” viene rimossa e lavata dal Battesimo); ma che affligge l’Anima proprio perché profondamente (ossia: “geneticamente”) iscritta nel nostro corpo.
E, se il Battesimo lava la macchia sull’Anima, è manifestazione evidente sia della Misericordia che della Giustizia di Dio che non guarisca ed elimini anche le conseguenze psico-corporee (e quindi sia genetiche che epigenetiche) del Peccato Originale.
Della Sua Misericordia, in quanto, qualora ciò avvenisse, il contenuto della Fede diventerebbe sin troppo “evidente” e “visibile” e coloro che a quel punto continuassero a rifiutare il Cristo Gesù, pur avendo di fronte ai loro stessi occhi gli innegabili ed immediati effetti psico-fisici dell’accettarLo: non avrebbero più alcun tipo di scusa, così come non la ebbero coloro che, pur essendo presenti alla resurrezione del già decomposto Lazzaro (che, per l’appunto: più che semplice “resurrezione” fu vera e propria “ri-creazione”. Che solo Dio può fare), si ostinarono nel loro odio nei confronti di Colui che la ottenne, istantaneamente, dal Padre Suo.
Della Sua Giustizia, in quanto il “vedere” immediatamente gli effetti psico-corporei del Battesimo (con il battezzato che “all’istante” diviene nel corpo e nella psiche come sarebbe stato se non gli fosse stato trasmesso per via genetica ed epigenetica il Peccato Originale) avrebbe portato, in questi duemila anni di storia cristiana, turbe innumerevoli a chiedere di essere battezzati: ma non per Fede, e per Amore, ma solo e soltanto per “golosità”.
“Golosità” di ri-ottenere all’istante quella perfezione psico-corporea da cui siamo stati privati a causa della tragica scelta di Adamo.
Se il paradigma di Hamer, sublime e che è -come ogni verità- manifestamente inspirato dallo Spirito di Colui che E’ Verità (oltre che Via e Vita), ci dà conto della bontà e della bellezza della nostra stessa costituzione (che, essendo pensata da Dio: non può che essere buona e bella), lasciandoci alle spalle quelle assurde storie di “impazzimenti cellulari” che avvengono senza motivo o per oscure e non meglio precisate ragioni “genetiche”; e di batteri e virus “maligni” che sanno lontano un miglio di gnosticismo e di manicheismo, che vede l’Universo come terreno di battaglia permanente tra due “principi” opposti, quello del Bene e quello del Male; e la materia e la carne come “prigione” e “punizione” dell’elemento spirituale, quindi intrinsecamente decadente, perversa, “malata” e “ammalabile”;
è, d’altro canto, altrettanto vero, che per colpa della scelta primigenia fatta dal Primo Uomo entrò nel “mondo” il peccato, il dolore e la morte.
E, innegabilmente, la stessa “malattia”.
Intesa non nel senso liberatorio in cui la intende e la riscopre Hamer (ossia come “programma semplice, biologico e sensato” che fa parte del nostro stesso “programma originario”, e che viene innescato a seguito di un trauma inaspettato e vissuto in isolamento; e il cui superamento definitivo e certamente efficace ci è insegnato esplicitamente da Gesù, quando c’invita a perdonare “settanta volte sette” la stessa persona che ci fa del male) bensì proprio nei suoi aspetti più “scandalosi” di malattia congenita: ossia con la quale si viene al mondo.
Aspetti così intrinsecamente “scandalosi” (la famosa questione del “male innocente”) da far “deragliare” tanti (e lo vediamo spesso ed esplicitamente proprio su questo sito) verso i lidi e le sirene reincarnazioniste, che sembrano fornire l’unica spiegazione possibile (e che appare, per tanti versi: l’unica che sia al tempo stesso ET razionale ET preservante la Bontà e l’Onnipotenza di Dio) allo scandalo, appunto, del “male innocente” che colpisce i bambini fin dalla nascita, o meglio: fin dal loro concepimento.
La risposta reincarnazionista è, in estrema ma non prevaricatoria o deformante sintesi: ognuno di noi “sceglie” prima della successiva reincarnazione il modo di “espiare” e/o di “apprendere” rispetto al dolore/male/mancate possibilità/peccati vissuti/compiuti nelle vite precedenti.
La risposta di un cristiano (che, se è tale pienamente: crede nella Resurrezione e NON PUO’ credere nella reincarnazione, perché esplicitamente negata dal Maestro e Signore nostro. E perché sostanzialmente annullante il Suo Sacrificio Salvifico e Redentivo) è invece: vi è stato una scelta, compiuta dal Primo Uomo su ispirazione di colui che -da “più bello degli Angeli” qual era- aveva fatto una scelta spiritualmente omologa ancora prima, che ha determinato un certo Evento. E le conseguenze di quell’Evento si propagano da allora, di generazione in generazione: per via, appunto, “generativa”.
E proprio per salvarci dalle conseguenze spiritualmente e psico-corporalmente annichilenti di quell’Evento e dal fatto che esso comportava la nostra appartenenza “per diritto acquisito” all’omicida fin dal principio: Gesù, Verbo Eterno, ha preso Carne nel tempo e nello spazio.
A questa risposta, nel tempo che Dio sa essere giusto per ognuno di noi, si aggiungono poi due “pezzi” (che ancora non fanno parte del Deposito della Fede, su cui è doverosa l’unità):
quello della pre-esistenza delle Anime Umane e quello della loro scelta primigenia (similarmente alla scelta fatta dagli Angeli) tra Dio e colui che scelse di essere il Suo Avversario.
Dalla combinazione di questi due “pezzi”, ne deriva il fatto che ogni Anima s’incarna dopo aver fatto, all’inizio, una scelta puramente spirituale, e dopo aver “osservato” dal Cielo le scelte terrene delle Anime che l’hanno preceduta nell’incarnazione (ma sia la “scelta primigenia” che i “i ricordi” di quanto osservato dal Cielo: sono velati, generalmente, da un velo di misericordioso oblio, al momento dell’incarnazione).
E scegliendo di assumersi, se Anima “figlia di Dio” (coloro che s’incarnano per fare il bene: per sé stessi, per molti, per l’intera umanità): quel certo “peso” di conseguenze di Peccato Originale. Che diventa, quando è particolarmente rilevante: anche mezzo di salvezza per tante Anime di “figli della perdizione” (coloro che hanno operato la scelta primigenia di rifiutare Dio e che s’incarnano per fare il male: per sé stessi, per molti, per l’intera umanità) che, dipendesse da loro, si dannerebbero da subito, al pari degli Angeli ribelli.
Ma che la Misericordia del Padre nostro fa sì che crescano, loro “zizzania”, sullo stesso campo ed a stretto contatto (sia nella Chiesa che nell’intera umanità) del buon “grano”.
Proprio per mettere in atto ogni strategia salvifica possibile, così come Gesù la mise in atto con lo stesso Giuda (da Lui perfettamente conosciuto come “figlio della perdizione”) e che Si tenne vicino, strettamente vicino, per tre anni e mezzo.
Difendendolo e schermandolo in ogni occasione dai più che legittimi sospetti da parte degli altri Apostoli: poiché sapeva benissimo che se gli avesse confermato i loro sospetti sull’Iscariota, essi stessi (che pure erano “buon grano”, ossia “figli di Dio” che Gli erano stati affidati dal Padre Suo e loro) si sarebbero lasciati prendere dall’ebbrezza e dalla “malattia” del giudizio. Malattia gravissima, poiché ci fa mettere, noi semplici uomini e neanche più Uomini: al posto che solo Dio e il Figlio di Dio possono legittimamente occupare.
Quello che pare mancare, in tanti di coloro che -da Lefebvre in avanti- “denunciano” coram populo lo svolgersi sempre più manifesto del Mistero d’Iniquità in atto nella Chiesa fondata DA e SU Gesù, è proprio questa consapevolezza -squisitamente spirituale- dell’incalzare dei Tempi e della loro fine.
E sembrano (ma, se ci auto-osserviamo, è facile arrivare a dire: sembriamo) proprio quegli Apostoli che, dopo aver “intuito” il cuore nero dell’Iscariota osservandone il comportamento manifestamente contradditorio rispetto a quanto andava affermando (e neanche sempre: poiché a volte affermava vere e proprie “sfuriate” contro Gesù, contro la Sua eccessiva Misericordia, contro la Sua mancanza di buon senso e di “senso pratico”, contro il Suo “fanatico” denunciare le sistematiche iniquità pratiche e deformazioni dottrinali di coloro che si erano assisi sulla cattedra di Mosé e con i quali sarebbe stato ben più “ragionevole” e “saggio” addivenire ad un “ecumenico” accordo), sarebbero stati ben lieti di “gettarsi” sull’Iscariota per rompergli la testa e comunque scacciarlo via dal circolo Apostolico.
Ed ecco che proprio i “tradizionalisti” sembrano dimenticare che “tradizione” e “tradimento” sono le due facce della stessa medaglia e derivano dalla stessa parola che è quella di “tradere”, ossia: “consegnare”.
E quindi l’interprete vivo e vivente della Tradizione è proprio colui che si rende conto (così come hanno fatto, avendone peraltro l’Autorità, i Papi da Giovanni XXIII fino a Benedetto XVI, pur con tutti i loro errori -umani-troppo-umani- da “Pietro-Satana”) di quando è arrivato il momento di dare spazio al “traditore”.
Combattendo, al tempo stesso, fino alla fine per aiutarlo a salvarsi l’Anima immortale. E preservandolo dalle accuse e dalle condanne degli Apostoli fedeli ma a loro volta troppo “umani”.
E questa “tolleranza” portata alle estreme e soprannaturali (e “irragionevoli”, ad occhi puramente umani) conseguenze nei confronti dell’Iscariota che si ha al proprio fianco e di cui non si ignorano le intenzioni (ché, se le si ignorassero: il dolore ed il martirio spirituale non sarebbe così grande e non sarebbe neanche così corredentivo): non avviene solo al vertice della Chiesa fondata DA e SU Gesù.
Ma in OGNI Movimento nato nell’alveo della Chiesa e di cui Maria è Madre.
E, mi azzardo a dire: in ogni società umana.
Perché la Passione in corso non è solo della Chiesa ma dell’Umanità tutta.
Tornando sul paradigma di Hamer e sul “pezzo” mancantegli, ossia la natura del Peccato Originale e delle sue conseguenze psico-corporee, propagatesi per via sia genetica che epigenetica (laddove quest’ultima è sempre più messa in luce ed appofondita dalle ricerche di scienziati come Lipton e Sheldrake): mi corre l’obbligo di segnalare questo documento, del Movimento d’Amore San Juan Diego (di cui non faccio più parte, essendone stato espulso; e rispetto al quale ed alla Rivelazione donata alla donna che l’ha fondato per Volere di Dio e della cui veridicità sono profondamente convinto, benché consapevole che solo la Chiesa Cattolica attraverso il suo Magistero Infallibile può dire una parola certa a riguardo: ho quindi le mani ancora più libere di quanto non le avessi prima):
MONOS_2013_giu_21_Genesi_Biblica_e_Creazione_Don_Guido_Bortoluzzi_e_Conchiglia_della_Santissima_Trinita’.pdf
Buona lettura a tutti e buona fine di domenica
Buongiorno, dott. D’Amico,
mi chiamo Fabio Massimo e avrei due domande per lei a proposito della “scientificità” dell’oncologia moderna.
Due domande fatte da una persona (il sottoscritto) che non è medico ma che, sin dai tempi dell’università e degli studi di ingegneria: ha il “vizio” di ragionare.
Entrambe le domande sono relative al meccanismo di “diffusione” del cancro comunemente accettato e ritenuto vero, nell’odierna oncologia.
Ma, prima di fargliele, desidererei una sua conferma circa il suddetto meccanismo, per sgombrare il campo dall’equivoco di una mia mal comprensione dello stesso (cosa possibilissima, non essendo un medico).
Le chiedo quindi conferma, sig. D’Amico, che il meccanismo di “diffusione” del cancro da un distretto corporeo ad un altro (attualmente non solo ipotizzato ma anche ritenuto vero dall’odierna oncologia) sia il seguente:
dato un cancro cosiddetto “primario”, esso “genera” (o “causa” o “induce”: a lei la scelta del termine lessicale maggiormente corretto e maggiormente rappresentativo della realtà) un cancro cosiddetto “secondario” (o metastasi) attraverso il distacco di una o più cellule cancerogene dalla prima massa cancerosa, la loro migrazione via ematica e/o linfatica, e il raggiungimento dell’organo presso cui si sviluppa la seconda massa cancerosa (o “metastasi”).
Mi conferma che è quello suddescritto il meccanismo di diffusione del cancro secondo la branca della medicina che del cancro ha fatto oggetto di studio e di terapia (ossia: l’oncologia)?
Grazie in anticipo per la sua risposta,
Fabio Massimo
Mi perdoni il refuso sul suo cognome (e sull’alternanza tra “dott” e “sig”).
Che, per lo meno, restava bello anche nella versione sbagliata.
E colgo l’occasione per passare direttamente a chiamarla per nome, pur continuando a darle il “lei” che è doveroso tra coloro che non si conoscono.
Ancora grazie per l’attenzione e grazie in anticipo per la sua risposta,
Ilario.
Innanzitutto la prego di non chiamarmi “dottore”, è un titolo che non uso nemmeno in campo accademico ed inoltre potrebbe far pensare che io possa essere laureato in medicina.
Temo (sto mentendo: sono sicuro) che la sua domanda sia retorica, ma le rispondo lo stesso: sì, ci sono studi che dimostrano come il meccanismo delle metastasi sia più o meno quello che lei ha descritto.
Se ha dubbi sull’argomento, qui ci sono ulteriori informazioni: http://www.airc.it/cura-del-tumore/faq-metastasi.asp
Saluti
Circa il “dott.”, voleva essere un omaggio alla sua condizione di pluri-laureato e non mi pare potesse indurre qualcuno a ritenere che lei fosse laureato in medicina.
Ma avevo già anticipato il suo invito in tal senso, inziando a chiamarla Ilario.
E la ringrazio, Ilario, per aver dato un riscontro alla mia richiesta (per nulla retorica: poiché avevo messo in conto anche di aver capito male, e in realtà addirittura lo speravo) di aver conferma che il paradigma dell’odierna oncologia circa le cosiddette “metastasi” o anche “cancri secondari”: fosse quello che avevo inteso.
E, bastandomi la sua preziosa conferma, mi permetta di astenermi dall’averne una ulteriore dal sito da lei segnalatomi.
Se l’oncologia odierna ritiene che le cose stanno così, e se questo convincimento è ritenuto scientifico, logico e coerente, mi prendo la libertà (e i figli di Dio godono di una libertà così grande da essere a priori inquantificabile: come lei certamente saprà se ha Dio per Padre) di vagliarne, testarne, misurarne e verificarne: la scientificità, la logicità e la coerenza.
Ponendo, come è giusto fare ogni volta che ci si muove verso la comprensione reale (e non fittizia) di qualcosa, delle DOMANDE (due, nello specifico):
1) SE la “metastasi” è causata/indotta/generata dal “cancro primario” attraverso la migrazione di cellule cancerogene che si staccano da quest’ultimo, ALLORA dovrebbero osservarsi queste cellule “migranti” nel sangue e/o nel liquido linfatico.
In mancanza di tale osservazione empirica, siamo di fronte ad un modello che in quanto “falsificabile” è scientifico: ma che tuttavia, in quanto mai “verificato” (ossia, non essendosi mai osservate sul campo le condizioni da esso predette), resta ancora una mera ipotesi.
Le risulta, Ilario, che in decenni e decenni di studi oncologici siano mai state osservate queste cellule cancerogene “migranti” nel tessuto sanguigno e/o linfatico?
E perché, se la “teoria” oncologica presuppone l’esistenza di tali cellule “migranti”: i malati di cancro non hanno particolari limitazioni nella donazione del sangue (a differenza dei malati di AIDS o dei malati di epatite)?
2) un’acquisizione ormai assodata della biologia è che le cellule, una volta differenziatesi durante lo sviluppo embrionale (in muscolari, epatiche, polmonari, ematiche, ossee, epiteliali, ect ect ect), restino differenziate: e quindi una cellula muscolare darà sempre origine, per mitosi, ad altre cellule muscolari e in nessun modo a delle cellule epatiche. E viceversa.
Da qui l’importanza sulle cellule cosiddette “staminali”, che hanno la preziosissima caratteristica di essere ancora INdifferenziate, almeno parzialmente.
Ma se la “teoria” oncologica presuppone che una cellula cancerogena epatica (che, per quanto cancerogena: non è “indifferenziata” ma resta comunque “epatica”) si “stacchi” dal tumore primario al fegato e, “migrando” attraverso il circolo sanguigno o linfatico, arrivi a -ad esempio- ai polmoni od al cervello, e qui dia origine alla cosiddetta “metastasi” (polmonare o cerebrale), allora ciò non implica forse che le cellule cancerogene, oltre ad essere “impazzite” (poiché riproducentesi ad un ritmo anomalo e fuori controllo) ed oltre ad essere eventualmente anche “migranti” attraverso sangue e/o linfa, hanno anche l’immensamente sorprendente capacità di TRASMUTARE da un tipo ad un altro, anche radicalmente diverso (quanto radicalmente diversa è una cellula del fegato da una del cervello o dei polmoni)?
Quindi, queste cellule cancerogene sarebbero capaci in primis di tornare indifferenziate e poi, una volta raggiunto l’organo bersaglio e in cui viene generata/causata/indotta la cosiddetta “metestasi”: di differenziarsi nuovamente in un tipo anche radicalmente diverso dall’originario?
Se l’oncologia odierna fa un’affermazione del genere, allora non si tratta soltanto di un’affermazione straordinaria (e, come lei giustamente ricordava: “le affermazioni straordinarie richiedeno prove almeno altrettanto straordinarie”), ma è, in tutta evidenza, un’affermazione di per sé incoerente e financo illogica rispetto alle conoscenze acquisite (e, fino a prova contraria: VERIFICATE) in ambito di biologia cellulare ed embriologico.
Quindi, Ilario, siccome ha dato prova di avere a cuore (nelle affermazioni da lei fatte nei confronti di Alberto e Lucia) quei tre criteri FONDAMENTALI che sono:
1) scientificità
2) coerenza
3) logicità
sono sicuro che saprà darmi delle risposte adeguate e argomentate da fatti tali con le quali mi mostrerà che i tre criteri suddetti sono pienamente rispettati nella “scienza oncologica”.
Riassumendo, le chiedo:
1) sono state mai osservate (ALMENO UNA VOLTA) cellule cancerogene “migranti” nel circolo sanguigno e/o linfatico?
E se no: perché si considera “verificata” quella che fino a che non si osserverà tale “fatto”, resta invece una mera “teoria”?
2) l’oncologia considera possibile che delle cellule già differenziate come le cellule cancerogene si de-differenzino per poi nuovamente differenziarsi in qualcosa di totalmente diverso una volta raggiunto l’organo bersaglio? E se sì: perché la si considera coerente e logica, quando è patente e manifesta l’incoerenza con ciò che intere branche della biologia ha già mostrato essere vero?
Grazie in anticipo delle sue risposte, Ilario.
Riguardo la sua prima domanda, la risposta è di una semplicità imbarazzante: le cellule tumorali metastatiche si possono isolare dal sangue di un paziente che ha un tumore (Nature Reviews Cancer 2011; 11: 426-437). Ma capisco il perché di questa sua domanda: gli hameriani dicono che non è vero, lei ci crede e mi punta il citino contro chiedendomene conto. Eppure basta leggere PubMed, o perfino Google Scholar. È di una semplicità imbarazzante, ripeto. Basta voler conoscere i fatti.
Per la seconda domanda, lei fa un po’ di confusione. Il tumore non “trasmuta”: semplicemente, e cito, “le cellule metastatiche esprimono sulla loro superficie delle proteine che stabiliscono delle particolari affinità molecolari con quelle espresse sulla superficie di un determinato organo”.
Come vede, lei ha delle informazioni false e/o incomplete. Se poi mi dice in che modo questo validi le teorie di Hamer, mi fa un enorme piacere.
A proposito della prima domanda, circa l’effettiva verifica ed osservazione di uno degli effetti previsti dalla teoria oncologica delle cosiddette “metastasi”, ovvero la presenza di cellule cancerogene “migranti” nel sangue e/o nella linfa.
Lei risponde con la frase: ” le cellule tumorali metastatiche si possono isolare dal sangue di un paziente che ha un tumore (Nature Reviews Cancer 2011; 11: 426-437)”
Per “metastatiche” intende “migranti”?
Che significa: “si possono isolare”?
Che prelevando del sangue ad un paziente tumorale si trovano SEMPRE delle cellule tumorali “migranti”?
Che si trovano A VOLTE?
Che si sono trovate almeno UNA VOLTA?
Inoltre, cosa pensare del fatto che prima di donare il sangue si verifichi l’assenza di malattie come AIDS ed epatite MA NON di tumori (che, come lei ben sa: non sempre si scoprono quando sono al loro stadio cosiddetto “primario” ma ancora oggi -anche se meno di ieri, visto l’importanza assunta dalla cosiddetta “diagnosi precoce”- si scoprono quando la persona “era purtroppo già piena di metastasi”)?
A proposito della seconda domanda, circa la coerenza e logicità con le leggi note della biologia (e di quella sua branca fondamentale detta embriologia) dell’ipotesi esplicativa dell’oncologia riguardo il fatto che una cellula cancerogena epatica, oltre a staccarsi dal fegato e “migrare” nel circolo sanguigno e/o linfatico, arrivi poi a diventare -pur mantenendo il suo carattere di “cellula cancerogena”- una cellula di tipo COMPLETAMENTE DIVERSO, come una cellula polmonare o, addirittura, neuronale: LEI NON HA ASSOLUTAMENTE RISPOSTO.
O meglio: ha risposto come avrebbe risposto un medico (o qualcuno che ne condivideva la visione) all’epoca in cui si ignorava del tutto l’esistenza e l’azione dei micro-organismi e si pensava che le malattie come la peste derivassero dalle esalazioni di spiriti maligni.
A discarico di quei medici di allora c’era almeno una visione del mondo “coerente” con quell’azione omnipervasiva degli “spiriti maligni”.
Ogni, anche grazie alla “cura” illuministica (doloroso ma in qualche modo “necessari”, per tanti cristiani che si rifiutavano di “coordinare” la Ragione con la Fede), ed ai progressi nei vari campi della scienza: siamo ben consapevoli che non vale alcun “principio d’autorità” in campo scientifico.
E che non è sufficiente coordinare e legare assieme alcune parole, peraltro rivestite da apotropaico tecnicismo, per ottenere un’affermazione che sia logica e coerente e rispettiva dei FATTI (contro i quali, diceva qualcuno: non valgono gli ARGOMENTI).
La sua citazione (e, perlomeno, non sono sue quelle parole irrispettose della coerenza e della logicità, e quindi in definitiva della scienticità, che lei pure dice di ricercare, al punto da accusare la teoria di Hamer di esserne completamente priva) è appunto la citazione di una formula apotropaica, di uno scongiuro assimilabile a quelli degli stregoni animisti di alcune società africane o asiatiche ma in nessun modo un’affermazione informata alla coerenza ed alla logicità.
Gliela riporto, per comodità:
“le cellule metastatiche esprimono sulla loro superficie delle proteine che stabiliscono delle particolari affinità molecolari con quelle espresse sulla superficie di un determinato organo”.
Quali che siano le nuove “affinità molecolari” stabilite dalle cellule cancerogene migranti che si vanno ad installare nell’organo bersaglio: ciò non dà conto in alcun modo conto (che sia coerente e logico e quindi anche scientifico; e non apotropaicamente e sciamanicamente e magicamente “anti-scientifico”) del loro cambio di natura.
Del fatto, lo ripeto perché “repetita iuvant”, che una cellula ossea appartenente al tumore osseo iniziale, cambi in maniera sostanziale e diventi cellula polmonare. Totalmente differente dalla prima, lei lo sa.
O forse vogliamo dire che nella metastasi polmonare a volte si trovano delle cellule ossee? O magari neuronali?
FATTI e RAGIONAMENTI, Ilario.
Non citazioni, che lasciano il tempo che trovano.
E che sono comunque utili, a chi ha gli occhi per vedere: il livello sistematico di menzogna e di NON RISPETTO della verità anche elementare a cui sono giunti coloro che di queste Matrici sono ai livelli superiori.
Che Dio, che E’ Logos e quindi Ragione, la illumini.
Signor Massimo, lei mi ha fatto una domanda. Io le ho risposto. Se non è in grado di fare una ricerchina su internet, le metto il link della ricerca a cui mi riferisco: http://is.gd/u7p9eM
Se vi trova qualcosa di falso, me lo dica pure – e lo dica anche a Nature, visto che si trova. Ah, e se non capisce termini semplici come “si possono isolare” io davvero non so che fare. Un dizionario però è un buon inizio.
Per quanto riguarda la seconda domanda, anche lì le ho risposto in maniera chiara. Lei continua a dire che la cellula si “trasfiguri”, e non riesce a farsene una ragione. Probabilmente perché le mancano le basi minime di biologia. La spiegazione è quella, e ci sono studi che lo dimostrano (da cui le “citazioni” che tanto le danno fastidio: perché non sto usando il principio di autorità, sto solo elencando ciò che tanti ricercatori hanno provato con studi che anche lei può leggere gratuitamente). Non è d’accordo? Ancora una volta, dimostri con i fatti (e non con le sue opinioni parareligiose) che i ricercatori hanno sbagliato.
Il resto sono solo deliri, e come spiegavo alla signora Lucia il mio tempo e le mie energie sono limitate. Lei mi ha fatto una domanda, io le ho fornito un documento che prova come lei sia in errore: lo legga, e poi ne possiamo riparlare. Fino ad allora, cordiali saluti
PUNTO UNO
Sulla verifica fattuale della “migratorietà” delle cellule tumorali, lei mi ha risposto con questa affermazione, ripresa da Nature:
A meno che non si ritenga Nature una specie di Bibbia infallibile e non ritenga le affermazioni che ivi si trovano dei dogmi indiscutibili (ma sono sicuro che lei non è un dogmatico ma un amante della libertà di pensiero e della ricerca della verità), è legittimo fare alcune domande, su tale affermazione.
Gliele ho fatte e mi dispiace che le abbia lasciate inevase.
Gliele ripongo.
La prima è una semplice richiesta di conferma, mirante alla definizione del termine usato (così come, se si ricorda, le avevo chiesto conferma all’inizio del nostro confronto se quello che avevo inteso circa l’ipotesi fatta dall’oncologia sul meccanismo di origine delle cosiddette “metastasi” era effettivamente quanto l’oncologia sostenesse; e non un mio travisamento. Lei quella conferma me l’ha data, e da lì è partito il nostro confronto)
La seconda è una domanda mirante all’esplicitazione del significato contenuto in quell’affermazione.
Poiché “si possono isolare” dà adito a legittimi domande.
1) Per “metastatiche” intende “migranti”?
2) Che significa: “si possono isolare”?
Che prelevando del sangue ad un paziente tumorale si trovano SEMPRE delle cellule tumorali “migranti”?
Che si trovano A VOLTE?
Che si sono trovate almeno UNA VOLTA?
PUNTO DUE
Non sono io ad affermare che le cellule cancerose si trasmutino (e non si “trasfigurino”: la Trasfigurazione è qualcosa di profondamente diverso e attinge ad una Realtà che mi pare lei non sia attualmente disponibile a prendere in considerazione).
E’ l’oncologia stessa ad affermarlo, nel proporre quello che lei mi ha confermato essere, all’inizio del nostro confronto, il meccanismo di formazione delle metastasi.
Una cellula cancerosa ossea che diventa (magicamente? no, non esiste la “magia”, e comunque non è certamente un criterio scientifico. Questo lei lo ammette senza alcuna difficoltà), una volta raggiunto l’organo bersaglio (ammettiamo: un polmone): una cellula cancerosa polmonare.
Da ossea a polmonare.
Da epatica a neuronale.
Da pancreatica a sanguigna.
Sono “affermazioni straordinarie”, Ilario: lei ne conviene.
Anche e soprattutto perché contraddicono (e quindi inficiano e distruggono la coerenza, che di ogni teoria scientifica -ma anche della stessa teologia- dovrebbe essere caratteristica irrinunciabile ed insopprimibile) altri DATI ed altri FATTI già ampiamente accertati dalla biologia e dall’embriologia.
O devo presumere che le sua basi di biologia siano così inconsistenti da renderla effettivamente in-capace di prendere atto di tale patente incoerenza?
Se la sua è un’ignoranza invincibile, perché lei è del tutto ignorante e del tutto all’oscuro di ciò che l’embriologia ha scoperto circa la differenziazione cellulare: me lo faccia sapere, e cercherò di autarla come potrò (per quanto anche il mio tempo sia limitato)
Sono, quelle che le cellule cancerose trasmutino da un tipo ad un tipo completamente differente, “affermazioni straordinarie”, doppiamente “straordinarie”.
E quindi richiedono “prove -doppiamente- straordinarie”.
Non citazioni come quella da lei fatta (e, nel secondo caso, senza specificarne neanche la fonte: trattavasi sempre della biblica “Nature”?)
Non si ritiri dal confronto, Ilario: perché dimostrerebbe quantomeno paura, e se si è mossi solo e soltanto dall’amore della verità, di cosa mai si dovrebbe aver paura?
Qualcuno potrebbe a quel punto pensare male.
E ritenere che a muoverla sia qualcosa di altro e di diverso.
Ma di chi sarebbe la responsabilità di questo cattivo pensiero?
Senta, io non so più in che lingua dirglielo. Quelle non sono affermazioni teologiche, sono studi scientifici. Quelle parole sono fondate su osservazioni empiriche, dati, documenti e quant’altro. Lei non ci crede? Faccia uno studio analogo che dimostri le sue teorie. Se non riesce a capire i meccanismi biologici non è colpa mia, né della scienza, né dei ricercatori che hanno prodotto quegli studi. Fino ad allora, è lei che sta rifuggendo un dialogo sereno.
PS: per quanto mi riguarda può pensare anche malissimo sulla mia persona. Riuscirò a vivere benissimo ugualmente. Perché, ancora una volta, io conosco bene la differenza tra opinione personale e fatto. Se lei riesce a dimostrare che “a muovermi sia qualcosa di altro e di diverso” lo faccia pure, altrimenti queste insinuazioni le lasci ai vigliacchi.
Grazie Lucia per la tua bella testimonianza.
Anche perchè mi conferma nell’affermazione che avevo fatto, che nessuna testimonianza potrà convincere chi, per partito preso, non è in grado di ascoltare. Se uno dorme, facendo molto rumore riuscirai a svegliarlo. Ma se finge di dormire, nessun livello di rumore sarà mai sufficiente.
Un atteggiamento di curiosità, alla vera base di ogni sapere scientifico, porterebbe a farsi delle domande. Invece, anche nel sito dell’AIRC, trovi affermazioni come: “Che cos’è il cancro? A una domanda del genere gli studiosi fanno fatica a dare una risposta precisa e convincente.” E poi tutto un rimandare ad altre cause, concause, fattori ambientali, familiari, fragilità. Sono sicuro che tutti noi conosciamo persone morte di tumore al polmone che non avevano MAI fumato in vita loro. Ma questo non desta nessuna curiosità. Pretendono sceintificità, ben sapendo che neanche la medicina dà risposte sicure, garantite.
Termino qui. Non prima di questo esempio:
Ad un uomo vene diagnosticato un tumore. Viene avviata la chemioterapia. Nel giro di due settimane (14 gg.) muore. Che peccato. Che sfortuna. E vabbeh, si sa, il cancro è la malattia che non perdona, è toccato a lui, poverino, cosa volete indagare di più? Pazienza.
Questo per chi si accontenta.
Magari se uno non si accontenta scopre che era un uomo di 32 anni. Molto sportivo, giocava a calcio fra i semi professionisti. Non uno sfigato, anzi, il capitano della sua squadra. Poi indaghi un po’ di più e scopri che il tumore era al testicolo. Strano: un organo esterno, possibile che sia stato così devastante? Poi leggi, e, non accontentandoti, scopri che due settimane prima era nata la sua prima figlia. Possiamo immaginare qualcosa? Possiamo supporre che ci sia un collegamento? Possiamo cercare di capire se ha patito qualche shock?
No no, guai ad affermare questo: Hamer è un ciarlatano, e non ha mai guarito nessuno. Continuate la chemio.
“se foste ciechi non avreste colpa; ma vedete, e non volete vedere, e questa è la vostra colpa più grande”
Ognuno di noi ha delle idiosincrasie e delle zone di “cecità volontaria”, Alberto.
L’importante è restare in cammino e restare “morbidi” e “docili”.
E’ quando ci irrigidiamo e ci ribelliamo, nella difesa delle nostre cecità volontarie: che iniziano a nascere i problemi grossi.
Ad Ilario, che si è preso la briga di venirci a trovare, come già fatto in precedenza da un altro “pezzo grosso” come Francesco, sono state poste delle domande, precise e circonstanziate.
Attendiamo le sue risposte, nella consapevolezza che non è né nell’aertura degli occhi sull’inganno monetario o sull’inganno medico/farmaceutico che ci giochiamo, di per sé, la salvezza dell’Anima.
Certo, laddove si constata che un non credente esplicito è anche un propugnatore attivo e consapevole e volontario di una di tali Matrici di Inganno;
o che lo è un credente, e vieppiù cristiano-cattolico;
ecco che a quel punto le uniche categorie restano quelle escatologiche.
Dei “rallentatori” e degli “acceleratori” al modo che Dio ha in abominio.
Nei cui confronti è giusto non esitare a usare i toni sferzanti e duri e passibili di essere accusati di “fanatismo” che Gesù usava con coloro che si erano scelti (volontariamente, lucidamente): un altro padre.
Signor Medici, ma precisamente lei che problema ha con la parola “multifattorialità”? Capisco che non la si incontra spesso, ma basta un comune dizionario. Si ostina autisticamente a ripetere che ci sono persone malate di tumore al polmone che non hanno mai fumato, come se questo fosse l’uovo di colombo. Ma se avesse aperto il dizionario, avrebbe capito che fumare significa solo aumentare il rischio di contrarre tale malattia: aumentare, non esentarcene a vita. E proprio perché i fattori sono tanti, al loro aumentare aumentano anche le probabilità di contrarre tale malattia: se non fumo avrò una certa probabilità, se fumo sarà più alta, se fumo e respiro amianto sarà ancora più alta e così via. Non è un concetto difficile da capire, davvero.
Per quanto riguarda l’esempio che fa, quell’uomo quando ha sviluppato il tumore ha sicuramente indossato nei mesi precedenti una maglia rossa, o quantomeno con qualche elemento rosso. E tutti quelli che hanno sviluppato un tumore analogo, nei mesi precedenti hanno indossato una maglia rossa (anche solo parzialmente). Perché la scienza medica non indaga questa correlazione? Colpa delle multinazionali delle magliette? No, perché le persone serie conoscono la fallacia logica del post-hoc e l’effetto Barnum. Le faccio un esempio semplice, così magari non si spaventa dei paroloni e riesce a capire meglio. Io ho avuto un terribile incidente in moto e ho avuto paura di morire: per Hamer avrei dovuto sviluppare un tumore al polmone. E invece no, sono sano come un pesce. Come se lo spiega? Se invece avessi sviluppato un tumore del genere, ecco che tutto sarebbe “tornato”. E a stabilire ogni correlazione dovrei essere sempre io, che non sono certo nella posizione di valutare con serenità scientifica e distacco quanto accaduto. Insomma: comodo, troppo comodo.
I fatti parlano chiaro: lei ha affermato che le teorie di Hamer sono valide, e che avrebbe potuto dimostrarlo. Ha fatto un’affermazione pesante, e si tira indietro. Tutto il resto è fumo per cercare di nascondere questa evidenza: ha dato la sua parola, e non l’ha mantenuta; ha fatto un’affermazione, e non è in grado di dimostrarla; ha scritto in un libro delle cose su Hamer, e non è capace di provarle vere (e anzi, si arrabbia con me che oso chiedergliene conto).
Sig. Ilario, non si preoccupi di noi, nonostante i suoi timori non siamo dei decerebrati.
Personalmente so di non sapere tutto, ma chi può sostenere il contrario?
Il suo timore è che crediamo al primo ciarlatano che si presenta a raccontarci favole? Le favole a questo mondo le raccontiamo tutti. Ci sono favole che raccontano ciò che il pubblico vuole sentire e ci sono favole scomode che non piacciono a molti.
Nulla toglie però che siano favole entrambe.
Viviamo in un mondo che ci ha sempre fatto paura, l’uomo per dominare tale paura ha iniziato ad etichettare le cose , a dargli valore.
Questo è buono , questo no.
Come al supermercato decidiamo noi cosa è buono e cosa no.
Spesso ci fidiamo della pubblicità e del marchio famoso, e controlliamo solo le etichette delle sottomarche, dicendo a noi stessi che teniamo alla nostra salute, siamo bravi spendendo di più.
A volte invece andiamo a controllare l’etichetta di tutti i prodotti scoprendo che non sono poi tanto dissimili.
Non so se i vari medici che lei considera ciarlatani hanno ragione.
Sicuramente alcuni di loro hanno buttato al vento tutta una carriera e decennali studi perché hanno visto qualcosa che la scienza non può vedere. Erano dentro le cose e ciò che gli avevano insegnato non faceva il paio con ciò che vivevano insieme agli ammalati.
Personalmente sono più vicina aduna persona che si mette in gioco insieme a chi soffre, sono più lontana da chi pontifica su un piedistallo.
E so per certo che la scienza non sono le case farmaceutiche.
La scienza è: laboratorio, tutto lindo pulito e in ordine, provette e reagenti. L’università è: tu e il libro e la biblioteca, il prof. le aule anche qui tutto ordinato.
La vita , l’uomo i sentimenti e la malattia sono invece un’accozzaglia di cose non molto ordinate spesso sporche.
L’augurio più bello che io possa farle è che le accada qualcosa di meraviglioso che possa scardinare le certezze accumulate fino ad ora.
Per scoprire cose bisogna entrarci, essere disposti almeno a bagnarsi le scarpe, sennò se ne vedrà solo la superficie.
Alberto ha detto cose inesatte? Forse preso dall’entusiasmo ha esagerato? Mi chiedo , a chi non è mai successo?
.
Duxcuntactor le ha chiesto poche cose precise, lei che è sicuramente più informato di tutti noi gli saprà rispondere.
Io non mi preoccupo per voi. Mi preoccupo che qualcuno diffonda (nel caso del signor Medici, perfino a pagamento) informazioni mediche inesatte e potenzialmente pericolose: lo sa che la teoria di Hamer nega l’uso della morfina? Ha mai assistito un malato di tumore in fase terminale? Ha idea del dolore che provavano i pazienti di Hamer malati di tumore al cervello, che di notte sbattevano la testa nel muro per il dolore scongiurandolo di avere un po’ di sollievo, mentre lui rideva e faceva girare per il reparto delle galline?
Ecco, lei ha un’idea tutta sua della scienza e dell’università. Le ripeto, la sua esperienza personale la porta a queste considerazioni ma è una sua opinione che non ha nessun riscontro: la scienza è anche Marie Curie che muore per le radiazioni da lei stessa scoperte, la scienza è anche Edward Jenner che ha salvato la vita a 122 milioni di persone grazie al vaccino contro il vaiolo (quello stesso vaccino che per molti vigliacchi è parte del complotto delle case farmaceutiche), la scienza è anche ragazzi che dedicano la propria vita alla ricerca in laboratorio per pochi spiccioli, la scienza è anche tanti medici che silenziosamente giorno dopo giorno lottano contro la superstizione, l’ignoranza ed uno Stato che non dà loro i fondi nemmeno per comprare la carta igienica nell’ospedale. Ma la scienza, come ho scritto sin dall’inizio, è anche interessi economici e politici – esattamente come TUTTE le attività umane.
Allo stesso modo, l’università è anche ragazzi che non possono frequentarne i corsi per motivi economici e si spaccano la schiena con lavori umilissimi pur di poter migliorare se stessi, l’università è anche ragazzi che mettono da parte quei pochi spiccioli che riescono ad accumulare e vanno all’estero a giocarsi il tutto per tutto. Ma l’università è anche i baroni, la burocrazia, l’attenzione ossessiva al pezzo di carta e non alla conoscenza. In tutte le cose c’è del buono e del meno buono. Ma lei sembra suggerire che l’unica cosa che vale è la “università della vita”. Come insegna il caso di Wanna Marchi, l’Italia è un Paese troppo ignorante per poterlo credere.
Veda, io non mi metto su un piedistallo né ho “certezze” granitiche. Però io mi baso su studi, documenti, tutte cose che sono anche alla sua portata in linea potenziale. E se i documenti dicono una cosa, non posso non dirla. È inutile rintanarsi nel neorelativismo spinto del “non esiste la conoscenza universale”. Grazie, ce lo avevano detto in Grecia già qualche millennio fa. Il mio augurio è che lei legga finalmente il mio sito (a differenza del signor Medici, io non vendo nulla: è gratuito, non ci perde nulla) e che riesca a capire un po’ meglio i termini della questione. Se poi vi troverà qualcosa di inesatto, mi scriva pure e correggerò all’istante. Ma dovrà sostanziare le sue affermazioni con documenti, dati, prove: perché altrimenti il piano comunicativo sarebbe troppo sfalsato, e non sarebbe giusto nei confronti di chi come me si è smazzato (gratis) per fornire una informazione corretta a chi è disperato ed è pronto a credere al primo ciarlatano.
PS: Alberto Medici ha fatto delle affermazioni sulla vita di Hamer che sono del tutto false e/o indimostrate. Lei dice che è colpa dell’entusiasmo? Prendiamolo per buono. Mi dice allora dove e quando ha scritto “scusate, è vero, ho sbagliato”? Inoltre lei sottovaluta che il signor Medici queste cose le ha scritte in un libro. Ora, io quando scrivo perfino su Facebook sto molto attento a che quello che scrivo sia documentato e verificato. Gli errori capitano, ma la differenza tra un giornalista ed una persona che butta le mani sulla tastiera è proprio questa: un giornalista verifica, sempre. E se sbaglia, corregge. Il signor Medici ha fallito queste basi elementari. Per non parlare poi dell’indegno dietrofront sul “ho le prove, ma non te le dò perché sei prevenuto”. Ed “indegno” è proprio la parola giusta
PPS: ho già risposto a “duxcuntactor”, se non se ne fosse accorta. Proverò ad essere più preciso, ma il mio tempo e le mie energie sono limitate. Molto di quelli che mi chiedete è nel mio sito (gratuito). Visto che ho speso molto tempo -e denaro- per dare l’opportunità a tutti di farsi un’idea precisa e documentata (a differenza del signor Medici) sulla questione, fatemi e fatevi una cortesia: leggetelo. È una questione di rispetto nei miei confronti
Nella medicina si può parlare di prova scientifica? Si può affermare che un farmaco guarisce da una malattia? Per tutti i malati, in ogni condizione, in qualunque stato si trovi il paziente? O che quel farmaco caiuserà sempre (o non causerà mai) certi effetti collaterali? No, perchè siamo tutti diversi, e anche per lo stesso individuo le condizioni variano da un annao all’altro, da un giorno all’altro, dalla mattina al pomeriggio oserei dire.
Per questo la cosiddetta scienza medica è necessariamente probabilistica e oserei dire “vaga”, oltre a curare sostanzialmente i sintomi e non capire la cause profonde. Se si va a leggere il sito dell’AIRC si trova un sacco di indeterminatezza, le cause possono essere queste, ma, in qualche caso possono essere queste altre, e forse esiste una predisposizione, e a volte i sintomi si manifestanom così, altre volte no, si suppone che esista un meccanismo di questo tipo che in qualche case agisce così…..e se io voglio sapere con certezza quello che succederà a me come faccio? Sarò di quelli a cui succede questo o a cui succede quello? Avrò le predisposizioni o no? Tutto basato su un calcolo delle probabilità?
Quello che non capisco è perchè questa indeterminatezza vada bene quando serve a giustificare i protocolli standard, ufficiali, convenzionati (e che fruttano alle case farmaceutiche circa 200-300 mila euro per singolo malato di tumore trattato con chemioterapia), mentre per una teoria che invece mette insieme non soltanto l’aspetto meccanicistico, ma include il sentito del paziente e la sua percezione degli avvenimenti esterni, e di come questi possano interagire con il proprio essere, ecco, in questo caso no, si vuole la prova scientifica, matematica, razionale, inequivocabile.
Un film di Stanlio e Olio fa ridere? Sì? Abbiamo la prova scientifica? E se io le trovo uno che non ride posso dire di avere la prova scientifica che non fa ridere? E se trovo 1.000.000 di persone che ridono basta per dire che fa ridere? Oppure devo sospendere il giudizio perchè potrei trovare uno che non ride? Ci rendiamo conto delle assurdità in cui siamo scesi?
Per questo io ravviso una profonda malafede, e l’ho detto fin dall’inizio che il confronto sarebbe stato sterile, perchè si usano due pesi e due misure. Il ricercatore onesto, il giornalista scrupoloso, il curioso sincero si fa delle domande.
Ritornando al caso del calciatore: chi se la sentirebbe di dire che quel ragazzo è morto a causa del tumore? In due settimane? O non forse a causa di tutti i cicli di chemioterapia in rapida successione? Ma a chi non interessa conoscere la verità non interessa questa risposta. Il tumore è una sfiga, e se muori è perchè sei stato sfigato (=statisticamente sfigato). Non perchè ti hanno sparato in vena una dose di veleno che avrebbe ammazzato anche un bisonte. Ma quella va bene. Lo dice big pharma, hanno solo sbagliato la dose, in questo raro caso, di solito mungono il malato (e il SSN) per diversi anni.
ignor Medici, è fantastico che lei parli di malafede nei miei confronti. Le ricordo che lei vende un libro in cui ha scritto delle falsità (che non solo non ha mai rettificato, ma non ammette nemmeno dicendo che “il problema è un altro”), io non vendo nulla. Proprio lei è l’ultima persona che può parlare di “malafede”.
Noto comunque che lei non ha un minimo di conoscenza della filosofia della scienza. Visto che non siamo tutti perfettamente uguali, e la medicina non è una scienza matematicamente esatta, allora è “vaga”. È più che evidente che non sa di cosa sta parlando, e un po’ di studio dell’argomento le avrebbe fatto bene (è meraviglioso che poi lei ne abbia addirittura scritto). Ma visto che le mancano queste basi, le faccio un esempio che può capire anche lei. Si tenga forte, è una rivelazione: anche la scienza culinaria è “vaga”. Certo, perché quando stabiliamo la ricetta del ragù diciamo che ci vogliono due chili di pomodoro, ma che tipo di pomodoro è? I pomodori non sono tutti uguali. E anche quando riuscissimo a clonarne di perfettamente uguali, a che altitudine dovremmo far bollire l’acqua per gli spaghetti? E che tipo di acqua dovremmo usare? Allora, secondo lei, dovremmo concludere che la ricetta per fare il ragù non è valida ed è indifferente mangiare insetti vivi. Tanto, vista questa “indeterminatezza”…
Ma come vede, il punto è sempre lo stesso. Le fa paura che la scienza non abbia (né ha mai preteso di avere) una risposta univoca su tutto. Quella che lei chiama “indeterminatezza” è umiltà nel ricercare passo dopo passo l’intima epistemologia delle cose. Eppure, come ho già scritto (ma l’analfabetismo funzionale miete più vittime di quanto si pensi) questo non significa che “non sappiamo nulla”. Sappiamo ad esempio che se lei si becca il tetano può fare l’antitetanica. Sappiamo che se ha un’infezione grave può sconfiggerla con un antibiotico. È meraviglioso che si sputi veleno sulla scienza medica ma poi si corra all’ospedale quando si sta male. E venite a parlare a me di coerenza.
Lei dice di voler conoscere la verità. No, lei fa “ammuina” ignorando di aver scritto falsità che non si è mai degnato di correggere. Se il calciatore ha seguito tutti i protocolli scientifici ed è guarito, lei dice che non è possibile stabilire se a guarirlo sia stata la medicina o la sua forza di volontà. Non possiamo stabilire allora nemmeno se sia stata la maglietta rossa di cui parlavo prima. O magari il fatto che abbia ruotato la testa tre volte in senso orario (l’avrà pur fatto, nell’arco del suo trattamento). La scienza è proprio ciò che si propone di mettere ordine e razionalità all’interno di tutto ciò. Lei la rifiuta a priori, mischiando interessi economici-politici con le basi della filosofia della scienza. Il tutto, si badi bene, per nascondere il fatto che ha affermato perentoriamente di poter dimostrare che le teorie di Hamer siano valide. Per poi tirarsi indietro. Ancora una volta: e proprio lei vuole farmi una lezione di coerenza e malafede? Casca malissimo.
Il nostro Ilario, del cui arrivo fra noi ringrazio Dio perché egli ci sta portando nella sua stessa persona un messaggio fondamentale e ci dà l’occasione di compiere più di un’opera di misericordia spirituale, ha fatto in precedenza due importanti affermazioni, durante il suo confronto con Lucia (che approfitto per ringraziare dal più profondo del cuore e per ricordarle che le voglio bene e che la sento vicinissima, in Gesù e Maria).
Le riporto testualmente, facendole precedere dal link al commento in cui si trovano:
Sono le stesse parole usate da Ilario, ad impegnarlo a dimostrare ed a mostrare la coerenza e la logica di ciò che l’oncologia afferma. Tanto più che ciò che essa afferma è ben più che una semplice “opinione” (ma anche una semplice “opinione, come giustamente ricordato da Ilario, non è esentata dall’onere della coerenza e della logicità) ma addirittura l’unica “cura” valida ed efficace per il cancro e riconosciuta dal sistema medico-farmaceutico come tale.
E’ poi sempre Ilario a sottolineare, oltre che l’importanza e l’imprescindibilità della coerenza e della logicità (sia nel campo delle opinioni che, ancora di più, nel campo della scienza) che rispetto all’ “affermazione straordinaria” che una cellula cancerosa di tipo osseo possa, dopo la “migrazione” nel sangue e/o nella linfa, diventare una cellula cancerosa di tipo polmonare: servono “prove straordinari”.
E non apotropaiche citazioni.
Grazie, Ilario, per essere venuto tra noi.
E grazie in anticipo per le risposte che vorrà darci, sperando che esse siano improntate dall’amore per la verità e dall’onesta intellettuale.
Signor Massimo, “straordinario” significa “fuori dall’ordinario”. Nel nostro caso, fuori dall’enorme corpus di letteratura medico-scientifica che dimostra passo per passo che l’ossigeno è una delle componenti più importanti per l’uomo, che siamo composti per la massima parte d’acqua e così via. Studi scientifici. Magari manipolati? A volte, ma visto che sono tanti e pubblici, alla fine le magagne escono sempre fuori. Lei invece insiste con il suo “ma non è logico”. Invece lo è, solo che bisognerebbe prendersi la briga di leggere quegli studi (e capirli, e per capirli occorrerebbe dello studio pregresso. Troppo faticoso, meglio scrivere che siamo tutti “ingannati”).
Ora, io gli studi glieli ho elencati. Lei non li ha letti. Che altro posso fare? Posso usare anche io la parola “apotropaico” per darmi un tono? Servirebbe? Le ho anche già spiegato che non si tratta di citazioni ma di studi scientifici. Ancora una volta, se non capisce la differenza il dizionario è un ottimo strumento per iniziare.
Infatti, Ilario, uno che affermasse che l’uomo può vivere IN ASSENZA di ossigeno affermerebbe non solo un fatto stra-ordinario ma anche manifestamente contradditorio con i dati accertati della biologia (oltre che dell’esperienza quotidiana).
L’affermazione (da lei sposata in pieno) fatta dall’oncologia in base alla quale una cellula ossea possa trasformarsi -purché cancerosa e “metastatica”- in una cellula polmonare: è PARIMENTI stra-ordinaria.
E parimenti contradditoria sia con i dati accertati della biologia (le cellule già completamente differenziate restano TALI e danno origine a cellule dello STESSO TIPO) che con quelli dell’esperienza (in base alla quale riteniamo assurdo che un pezzo di fegato possa allocarsi nel polmone, o un pezzo di osso nel cervello).
Qual’è la parte il cui significato le sfugge nella frase, da lei stesso fatta in precedenza:
“affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie”?
Circa gli “studi” da lei citati, che “spiegherebbero” questa meraviglia della natura della trasformazione di una cellula ossea in cellula polmonare e di una cellula epatica in una cellula neuronale, lei si è limitato a CITARMI (non specificando neanche se l’aveva presa dall’infallibile “Nature”) la seguente frase:
Possiamo anche evitare di definirla apotropaica (e cioé assimilabile ad un superstizioso scongiuro), questa affermazione.
Ma, di fatto: è sideralmente lontana dall’essere la “prova straordinaria” rispetto alla “straordinaria affermazione” fatta dall’oncologia rispetto alle cellule cancerose metastatiche che mutano la loro natura da un tipo ad un altro, a seconda dell’organo bersaglio raggiunto.
Ma questo gliel’ho già fatto presente, qui (https://www.ingannati.it/2013/06/28/i-troll-prevedibili-scontati-noiosi-sempre-dannosi/#comment-8114) e qui (https://www.ingannati.it/2013/06/28/i-troll-prevedibili-scontati-noiosi-sempre-dannosi/#comment-8123)
Le rinnovo, comunque, l’invito fattole in precedenza, Ilario,a non
ritirarsi dal confronto: per evitare che chi ci legge, che ha fino ad ora già ampiamente avuto modo di “pesare” e di “valutare”, possa iniziare a nutrire dubbi sulla sua stessa buona fede.
Senta, io non so più in che lingua dirglielo. Quelle non sono affermazioni teologiche, sono studi scientifici. Quelle parole sono fondate su osservazioni empiriche, dati, documenti e quant’altro. Lei non ci crede? Faccia uno studio analogo che dimostri le sue teorie. Se non riesce a capire i meccanismi biologici non è colpa mia, né della scienza, né dei ricercatori che hanno prodotto quegli studi. Fino ad allora, è lei che sta rifuggendo un dialogo sereno.
PS: per quanto mi riguarda può pensare anche malissimo sulla mia persona. Riuscirò a vivere benissimo ugualmente. Perché, ancora una volta, io conosco bene la differenza tra opinione personale e fatto. Se lei riesce a dimostrare che “a muovermi sia qualcosa di altro e di diverso” lo faccia pure, altrimenti queste insinuazioni le lasci ai vigliacchi.
Appunto, Ilario: siamo nel campo della scienza e non del dogma (inteso nel significato NEGATIVO che è stato attribuito a questa parola: perché a coloro che si sono presi la briga di “ragionarci” sopra, sui veri Dogmi: non sfugge la profonda bellezza anche razionale degli stessi).
E proprio perché siamo nel campo della scienza: lei ha responsabilità di non fuggire e di non “rintanarsi” nelle fumisterie.
Ma, visto che si sta parlando di FATTI e di OSSERVAZIONI EMPIRICHE e di meccanismi (la cui formulazione è scientifica in quanto è FALSIFICABILE: viceversa abbandoniamo il campo della scienza ed entriamo in quello della metafisica) VERIFICATI: allora resti sul campo dei FATTI, delle OSSERVAZIONI EMPIRICHE e delle VERIFICHE.
E, visto che sarebbe un “fatto” che una cellula epatica diventi ossea (a condizione di essere cancerosa e “metastatica”, ossia “migrata” in un diverso distretto corporeo da quello originario): allora è INELUDIBILE la questione della coerenza di tale presunto “fatto” con quegli altri “fatti”, che sono innegabilmente tali e che sono pure integrati dentro un quadro interpretativo acclarato, che attestano che una volta che una cellula si differenzia, essa dà origine solo e soltanto a cellule di quello stesso tipo.
Se lei la vuole eludere, questa questione, perché si “fida ciecamente” di ciò che presumono gli oncologi e non è disposto a considerare che si possa mettere su un enorme baraccone (qual è quello di Kankropoli) solo e soltanto su una mera ipotesi e peraltro contradditoria con altri fatti acclarati: è un problema e un limite della sua coscienza e della sua attitudine alla ricerca della verità, Ilario.
Ma, ancora una volta non posso che citarla, anzi para-frasarla:
E quando lei dice a Lucia:
Allora merita la seguente risposta:
noi invece (che siamo credenti nella Verità e Amore fattiSi Carne) ci preoccupiamo anche per lei e per la sua Anima: poiché il rifiuto volontario e sistematico nei confronti di specifiche e contingenti verità è strettamente connesso col rifiuto nei confronti della Verità che E’ Gesù.
Ma, allo stesso tempo, ci preoccupiamo che moltissimi diffondano (persino senza essere pagati) informazioni scientifiche fallaci che vogliono farsi passare per mediche e che sono ATTUALMENTE pericolose.
Hamer nega l’uso della morfina?
E allora?
Se la morfina fosse responsabile, come Hamer afferma (ma di questa affermazione che è scientifica in quanto falsificabile: non gli è stata permessa alcuna verifica, dopo quella effettuato nel ’98 da un’Università slovacca e che era a suo totale favore), della morte del paziente: non sarebbe scandaloso somministrargliela per farlo morire piuttosto che attendere che il dolore passi?
Grazie delle risposte che ha fornito fino ad ora, Ilario: che hanno comunque il pregio della chiarezza.
E l’ulteriore pregio di restare a memoria futura di coloro che passeranno da queste parti.
Che lei possa lasciare uno spiraglio, anche minimo, all’azione dello Spirito di Verità.
E che le Lacrime di Maria Santissima le possano ottenere da Dio la grazia che questo spiraglio diventi apertura piena e salvifica .
Ma davvero sta facendo il troll in un post sui troll? Novantadue minuti di applausi.
Possiamo ripetere all’infinito sempre le stesse cose. Io più semplici di così non riesco a mettergliele. Per lei non è possibile che un tumore della mammella vada a metastatizzare nel fegato: eppure ne conserva le caratteristiche, tanto da essere considerato un tumore della mammella e non epatico (pur essendo fisicamente ‘ancorato’ al fegato). Le ripeto, se lei ci vede una contraddizione è un problema suo. Io la invito a dimostrare con uno studio scientifico che migliaia di persone con competenze di gran lunga superiori alle sue (ed alle mie) hanno dimostrato con, appunto, migliaia di studi scientifici.
Per quanto riguarda l’università di Trnava, la invito a leggere la sezione relativa sul mio sito. Tale “documento” non esiste, ed in ogni caso un foglio di carta non è uno studio scientifico. Io davvero non so come farglielo capire più chiaramente di così. Domani vado alla mia università e mi faccio firmare da tutto il dipartimento di giornalismo un foglio in cui c’è scritto che il giornalismo in realtà fa parte di un complotto alieno mirato a distruggere tutti i papaveri presenti sulla Terra: cosa dimostrerebbe? Sulla morfina, poi, lei dice “e se fosse quella la causa della morte del paziente?”. Benissimo, togliamogli la morfina. E se fosse l’acqua la causa della morte del paziente? Lasciamolo morire di sete. E se fosse il cibo? Facciamolo morire di fame. E se fosse l’ossigeno? Lasciamolo soffocare.
Insomma, come vede lei continua a trovare contraddizioni laddove esiste un corpus scientifico che le risolve in pieno. Certo, bisognerebbe quantomeno conoscere cosa sia una cellula tumorale e quali siano i meccanismi che la regolano. Ma questi meccanismi sono estremamente complessi e richiederebbero troppa, troppa fatica. Molto più semplice fare come fa lei, dichiarare una contraddizione inesistente e chiederne conto. Come vede è un cortocircuito logico dal quale non uscirà mai.
La saggezza popolare afferma: “la lingua batte dove il dente duole”.
Un saggio del popolo (e ve ne sono, tra coloro che ci leggono) non ha quindi difficoltà a trarre le dovute conseguenze da questa sua accusa di comportarmi io da “troll”.
Se le vuole ripetere all’infinito le affermazioni fatte e spacciarle per scientifiche e verificate (e pure coerenti col resto del corpus delle verità scientifiche): è un problema suo, e a questo punto, di evidente natura spirituale.
Che, diventa anche un problema logico ed intellettivo, come attesta la sua ultima affermazione:
In cui arriva ad affermare che la “trasmutazione” cellulare non avviene: perché le cellule tumorali polmonari che hanno “metastatizzato” il fegato, sono ancora riconoscibili come cellule polmonari, pur essendo “ancorate” al fegato?
Quindi, è passato dall’affermare che la “trasmutazione” cellulare avviene, alla sua integrale negazione.
Ma, le ripeto: le auto-contraddizioni prima o poi accadono (è accaduto anche a quell’articolista del giornale da cui lei stesso è apprezzato, il “Fatto Quotidiano”: quando, parlando dell’inammisibilità dell’inumazione e delle esequie per i feti abortiti -o “prodotti abortivi”- , ha scritto che esse sono discutibili in quanto non ne viene chiesto il consenso ai “genitori”. Ma se gli esseri umani adulti che hanno voluto compiere l’aborto volontario sono “genitori”, allora significa che i “feti abortiti” non sono “prodotti abortivi”, bensì “figli”. E, lei stesso capisce bene Ilario, che il problema del consenso dei “genitori” all’inumazione dei “figli” di cui hanno richiesto la soppressione: diventa a quel punto ben sorpassabile. E neanche più un problema, in verità) e non c’è da stupirsene che esse accadono.
Poiché il linguaggio che usiamo è intrinsecamente “progettato” per essere aderente alla logica, alla verità, alla Realtà.
In ogni caso, non è, le ripeto: un semplice problema di comprensione e di insufficienza logica e razionale (o tanto meno di ignoranza invincibile) da parte sua, Ilario.
Ma è un problema spirituale.
Perché quando si scambia la forza (e la Matrice Sanitario/Farmaceutica, di cui l’oncologia è punta di diamante: è innegabilmente “forte”) col diritto e con la verità: è un’ulteriore manifestazione della natura spirituale dell’intoppo.
Il che mi spinge a chiederle: chi è, per lei, Gesù?
Ma veramente vuole giocare con le parole con me? Un conto è dire che le cellule tumorali “trasmutano”, come se fossero parte di un brutto episodio di Star Wars; un altro è dire che conservano le caratteristiche del tumore primario da cui sono state originate. Cosa non le è chiaro in questo passaggio? Evidentemente non ha una pur neppur vaga idea di cosa sia una cellula tumorale. Le consiglio di leggere Don X. Nguyen and Joan Massagué, Genetic determinants of cancer metastasis, Nature, 2007. http://www.nature.com/nrg/journal/v8/n5/pdf/nrg2101.pdf
PS: Mi risparmi i suoi deliri apocalittico-religiosi e porti piuttosto gli studi scientifici che sostanziano le sue affermazioni. Io l’ho fatto, lei no. Come vede, il discorso non è paritario
PS: la ringrazio per avermi affidato alle lacrime della Madonna, ma sul punto la penso come Massimo Troisi – http://youtu.be/raBsIWi7Isc
Chi afferma che un tumore al testicolo ha la stessa probabilità di correlazione alla nascita di un figlio che ha il fatto di aver indossato una maglietta rossa, o è stupido o in malafede.
E in entrambi i casi la discussione è sterile, come avevo detto fin dall’inizio.
Quindi, scusandomi con chi avrebbe qualcosa di utile da dire, chiudo qui i commenti.
[…] inutili o o quantomeno utili solo a disorientare e disturbare le discussioni serie, come scritto qui e qui) ovunque, nei vari forum, ovunque si trovi qualche elemento contrario a […]
[…] inutili o o quantomeno utili solo a disorientare e disturbare le discussioni serie, come scritto qui e qui) ovunque, nei vari forum, ovunque si trovi qualche elemento contrario a Israele. A riprova di […]