gesualdi

Grazie all’amico Matteo Toniato, criticamente.it (suo l’aforisma: “Per il controllo delle masse il primo e più importante passo è negare all’Uomo la sua dimensione spirituale“) riporto questa breve sintesi sull’incontro-presentazione tenuto ieri mattina a Padova.

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Francesco Gesualdi fu allievo di Don Lorenzo Milani alla Scuola di Barbiana.
E’ uno dei padri fondatori del consumo critico.
Fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (www.cnms.it).
Autore del libro “Le catene del debito e come possiamo spezzarle” Feltrinelli Editore.

Sabato 1 Marzo 2014 dalle 9:30 alle 12:30, presso il Dipartimento di Sociologia e Filosofia in Via Cesarotti, ho partecipato all’incontro in cui ha presentato “Smonta il debito”: analisi e riflessione sulla tortuosa situazione di debito in cui l’Italia è stata inguaiata e come uscirne. Perché il tema del debito non può essere lasciato agli economisti e ai politici.


Questi, in sintesi, i punti salienti della conferenza:
1. Non é vero che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.
Si pensi che, nel solo 2011, su 753 miliardi di euro di entrate abbiamo avanzato ben 39 miliardi: quindi abbiamo risparmiato.
Il problema è dato dagli interessi composti che aggravano drammaticamente l’esposizione del debito (anatocismo).

2. Un’ Europa deviata ha rafforzato le nostre catene.
Le istituzioni della UE, finora, hanno tutelato principalmente le banche e il profitto a scapito delle persone e dei loro bisogni primari.
Fiscal Compact e M.E.S. hanno irrigidito ulteriormente il margine di manovra degli Stati.
Occorre ridare un’anima sociale all’Europa.

3. L’austerità ha gravi conseguenze sociali.
Le soluzioni finora adottate dalla politica nazionale hanno dimostrato troppa debolezza e, addirittura, hanno peggiorato la situazione già critica.
Oggi ci troviamo di fronte ad un bivio che ci porta a scegliere tra svalutare la moneta o svalutare i salari.
Sta prevalendo, con innumerevoli danni, la seconda via ma potremmo aprire anche una terza via: perché non svalutiamo la “competizione” che, ovunque passa, fa terra bruciata?
Ad esempio, le aziende che esternalizzano dicono che, comunque, “..creano lavoro..” ma, chiediamoci, “..che tipo lavoro…?”, un lavoro precario e spesso privo di tutele, a volte anche quelle minime….
Del resto, il frutto di conquiste maturate nel mondo del lavoro in tempi lunghi e con sacrifici non deve essere considerato un dato acquisito ma un valore da consolidare e difendere.

4. L’alternativa all’austerità è la sovranità monetaria socialmente orientata.
Il governo della moneta deve stare sotto il controllo popolare con una Banca Centrale autorizzata a fornire denaro fresco allo Stato per la piena occupazione e la promozione dei servizi pubblici.
Bisogna uscire dalle “grinfie” del mercato e le strategie per farlo possono essere 3:
– vietare la speculazione sui titoli di debito pubblico;
– autoridurci i tassi di interesse;
– sospendere i pagamenti delle quote che non riusciamo a coprire.

5. Cosa posso fare io?

-> informarmi bene
-> votare bene
-> scegliere banche non speculative
-> aderire alla campagna sul debito


La parola magica è: PARTECIPAZIONE.
La moneta va concepita come un bene comune (così come l’acqua, la terra, l’istruzione…)
Per approfondire puoi leggere il dossier preparato dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo coordinato da Francesco Gesualdi: http://www.cnms.it/attachments/article/71/debito_pubblico_2013.pdf

e puoi aderire alla campagna sul debito:

http://www.cnms.it/categoria-argomenti/campagna-debito-pubblico

Matteo Toniato