Abbiamo tutti in mente, perchè ce l’hanno fatto studiare a scuola, l’episodio dei vespri siciliani: dove i siciliani, sottomessi da una occupazione pesante, grazie ad un singolo episodio di prevaricazione su una donna trasformano la reazione in una rivolta che porta alla liberazione dall’oppressore.
Nello spazio antistante gruppi di soldati francesi vigilavano affinché nessuno portasse armi con sé. A quanto si narra, uno di loro, un certo Droetto o Droghetto, avrebbe importunato pesantemente una bella fanciulla (si dice palpandola nel petto sotto le vesti per verificare che non portasse armi nascoste), accendendo la reazione del marito e dei parenti di lei. Lo stesso sposo o un non nominato giovanotto, avrebbe sottratto la spada al francese trafiggendolo nel ventre. Da lì, la rissa generale si tramutò in tumulto e al grido “muoiano i francesi” i palermitani si scagliarono contro gli invasori generando una carneficina e dando vita a quello che sarà chiamato il vespro siciliano. Da Palermo, la rivolta si propagò rapidamente in tutta la Sicilia e la maggior parte dei francesi fu uccisa o dovette fuggire dall’isola. Non si trattò di una semplice rivolta contro le ingiustizie, ma di una vera e propria rivoluzione, perché dietro la voglia di riscatto si espresse anche un’idea del tutto nuova e straordinaria per una terra che aveva conosciuto una dominazione dopo l’altra. La Communitas Siciliae, l’idea cioè di potere realizzare uno stato Siciliano autonomo su basi repubblicane.
Anche oggi, succubi di una asfissiante limitazione delle libertà, ci stiamo adattando, come rane bollite, a spazi sempre più limitati, orari da scolaretti delle medie (“entro le 10 devi essere a casa!”) e, timorosi di fare il primo passo, tutti quanti ce ne stiamo zitti zitti sperando che la situazione finisca.
E a forza di 2 settimane in 2 settimane, ormai sono 14 mesi che ci lasciamo privare dei nostri diritti, un po’ per pigrizia, un po’ per paura delle multe, un po’ per quieto vivere (senza renderci conto che la strategia del potere è sempre la stessa: dividerci, sapendo che non agendo uniti ci lasceremo fare tutto, un po’ alla volta: Chiusi i ristoranti? Beh vabbè, io mica lavoro in un ristorante; Vaccinazione obbligatoria alla classe medica? E vabbeh, io faccio l’insegnante…. e via dicendo…)
Per fortuna nella storia ogni tanto qualcuno alza la testa.
Come il bambino della famosa favola, che dice: “ma il re è nudo!”, e tutti riconoscono quello che non riuscivano a vedere fino ad un attimo prima, qualcuno riesce ad alzarsi in piedi e ribellarsi ad un potere opprimente, fatto da non eletti, fatto da nominati che irridono le scelte del popolo (alle ultime elezioni se c’era un messaggio forte e chiaro dato dagli elettori era quello di Meno Europa, Meno finanza, e il nostro beneamato presidente della repubblica chi ti ha nominato, a capo del governo?) e, con il loro esempio, risvegliano tutti gli altri.
Come ha fatto Monica, ragazza coraggiosa, che ha cacciato dal suo bar due uomini mascherati, con tanto di cappello ed occhiali da sole (voglio sperare che quei due poveracci si fossero bardati così perchè si vergognavano di quello che stavano facendo…) senza timore alcuno, dando un esempio di coraggio che a tanti manca.
Ma grazie a questo esempio siamo chiamati tutti ad unirci, moralmente e fisicamente (ed anche economicamente) a lei, ed alle sempre più numerose Moniche che faranno risvegliare questo paese da un sonno sempre più pieno di incubi.
Grazie Monica, e grazie a tutti quelli che come te sono in grado di dire “basta!”: ti giuro che non ti lasceremo sola, e anzi prenderemo esempio dal tuo coraggio e dalla tua forza.
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Stai attento ad istigare le persone: adesso stanno ricercando i ribelli potenziali per “sanificarli”.
Occhio!
Occhio!
Occhio!
PS: …e poi ti te si veneto, ostrega! 😉
Meglio stare chiusi in casa ad aspettare il vaccino come salvatore?
Meglio stare nella natura e con lo Spirito, che con i violenti verso gli altri e verso se stessi.
A M E N
A M E N
A M E N
PS: Ah, dimenticavo: C O N V E R T I T E V I.