A seguito colloquio con una dr.ssa dell’USL, dove ho esposto i miei dubbi sulla pratica vaccinale, sono andato a consultare le fonti che mi erano state suggerite (in particolare il sito vaccinarsi.org). L’analisi di tali fonti non è bastata a togliermi i dubbi, anzi, la mancanza di quelle evidenze che cercavo mi ha convinto ancora di più della pericolosità, inutilità e a-scientificità di tale pratica, al punto che ho pensato di rispondere per iscritto a qesta dottoressa.
Fra l’altro, riasscoltando il colloquio (che ho registrato), devo sottolineare che (forse in buona fede, non saprei), la stessa dottoressa ha fatto delle affermazioni false, come si sentono spesso:
- i vaccini sono i farmaci più sicuri in assoluto (senza alcuna prova, solo una argomentazione ad absurdum: “le pare che , essendo dei farnmaci che vengono somministrati a sani, per lo più bambini, non possa essere così?)
- Esistono numerosissimi studi fatti in doppio cieco (invece lo stesso CDC ha ammesso, in risposta all’interrogazione di Del Bigtree e Kennedy jr, che non è stato fatto nessuno studio in doppio cieco);
- La percentuale del 95% per ‘immunità di gregge non è un numero messo a caso ma fonte di studi: anche questo non è vero e tale immunità di gregge non è mai stata provata;
- ecc. ecc.
Di seguito il testo della mia lettera.
Allego testo del dr. Giuseppe Lavra sulla non liceità dell’obbligatorietà dell’azione medica.
NoObbligatorietaPraticaMedicaOmceo
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Ponte San Nicolò
Novembre 2019
Alla c.a. dr.ssa XXXXXXXXX
c/o ULSS XXXXX
Oggetto: pratica vaccinale
Egr.gia dr.ssa XXXXXXXXX,
a seguito del nostro incontro del 11/11 u.s, nel corso del quale le esprimevo le mie perplessità sulla pratica vaccinale, e in seguito alle sue risposte ed ai suoi consigli di andare a cercare ciò che non avevo (ancora) trovato, ho consultato il sito che mi ha indicato, vaccinarsi.org.
Le riporto di seguito le mie considerazioni in proposito, fatte salve alcune premesse.
- Prima premessa: non sono medico, ma, per curriculum scolastico e per inclinazione non mi è sconosciuto il metodo scientifico, che sto cercando di applicare anche in questa analisi.
- Seconda premessa: non le scrivo queste considerazioni nella speranza di convincerla o di insinuare qualche dubbio nelle sue certezze: mi rendo conto che, per ognuno di noi, il consolidamento di posizioni ed idee abbracciate per anni rende quasi impossibile il metterle in discussione; però, in onore e rispetto alla Verità, credo di doverle esplicitare la base evidenziale della mia posizione.
- Terza premessa: in famiglia non siamo mai stati classificabili nella cosiddetta categoria degli anti-vaccinisti, tanto che in passato, prima dell’epoca Lorenzin, non avevamo alcun dubbio (non ci eravamo mai posti il problema, a dire il vero) sulla bontà di questa pratica: tutto è iniziato con l’obbligatorietà, con conseguenze civili e penali per gli inadempienti, che ci ha immediatamente acceso una lampadina, invitandoci ad approfondire.
Detto questo, passo ad elencare i punti irrisolti e i miei pensieri raggruppandoli in tre aree:
- La presunta sicurezza o innocuità dei vaccini;
- L’efficacia e l’utilità della pratica vaccinale;
- Considerazioni finali sul nostro approccio alle malattie.
Cordiali saluti
Punto primo: la sicurezza dei vaccini
In merito a questo punto spesso si usano delle argomentazioni ad absurdum, del tipo: “Le sembra che se non fossero sicuri verrebbero somministrati?” che, sarà d’accordo, è una argomentazione colloquiale che non ha però nulla di scientifico: al limite, possiamo darci il peso del “buon senso”. Possiamo trovare in realtà moltissimi esempi in cui prodotti altamente tossici siano stati venduti, somministrati, distribuiti prima che ci si rendesse conto che facevano male (o addirittura sapendo che facevano male, ma qui si scende nel “pensar male” e si fa peccato...); in questo l’industria farmaceutica è tutt’altro che esente (si pensi al caso del Talidomide degli anni ’60).
Sono andato a cercare sul sito da lei indicato una fonte scientificamente più sostenibile, ma non l’ho trovata. Quanto si trova, in realtà, sono numeri che hanno lo scopo di tranquillizzare, dimostrando la bassa precentuale di reazioni avverse rispetto al totale delle vaccinazioni. Questo però non rassicura: viene invece confermato che reazioni avverse esistono, indipendentemente dalla loro incidenza. Per quale motivo ci si dovrebbe accontentare di un bassa probabilità? Non si tratta di una pratica medica tesa a risolvere una patologia conclamata, si tratta di somministrare elementi altamente tossici (inclusi veleni, metalli pesanti, ecc.) a soggetti perfettamente sani: non mi perdonerei una possibile reazione avversa su mio figlio neanche se fosse uno su un milione, neanche se fosse l’unico a cui capita.
(Si pensi ai coniugi Tremante, 2 figli su 3 morti a seguito di vaccino, ma anche il terzo figlio danneggiato).
Infatti lo stesso sito lo ammette:
Sulla conclamata “inesistenza di prove della correlazione fra trivalente e autismo”, il sito incappa inoltre in un errore metodologico-scientifico ed in una maliziosa omissione.
L’errore metodologico consiste nel basare tale affermazione unicamente colpendo la credibiità di un dottore, il dr.Andrew Wakefield, gastroenterologo e co-autore di un paper pubblicato sul Lancet negli anni 90. A parte che si potrebbe smentire tutto il castello costruito (come fece un tribunale inglese che scagionò e riabilitò completamente il collega Walker-Smith, gastroenterologo pediatrico di fama mondiale), e a parte che il paper citato non stabiliva la correlazione vaccino-autismo ma suggeriva soltanto la necessità di effettuare ulteriori studi ed approfondimenti, affermare che un articolo sia non provato non implica automaticamente che la correlazione non esista, come una base minima di logica e sillogismo rende evidente a chiunque: semplicemente si dice che quell’articolo, o quello studio non lo prova.
Fra l’altro, visto che si parla del dr.Wakefield, non credo che Le possa essere sfuggito il clamore del documentario Vaxxed, tanto temuto dalle nostre autorità che ne fu vietata la proiezione in diverse sale e anche al parlamento italiano ed europeo (la Lorenzin invocò l’intervento del presidente Tajani per impedirne la proiezione a Bruxelles). Se lo avesse visto, saprebbe che un membro del CDC, Center for Disease Control, una sorta di istituto superiore della sanità americano, rivelò di aver falsato i dati di uno studio che doveva dimostrare la non correlazione fra vaccino trivalente ed autismo. Perchè li falsificò? Per ordine dei suoi superiori, proprio perchè, ahimè, una correlazione esisteva, era stata trovata. Negli Stati Uniti è molto facile far causa a chiunque, vale il regime del pro bono, per cui si può, senza spesa alcuna, ingaggiare un avvocato per far causa e questo viene pagato solo se il giudice gli dà ragione. Ebbene, nonostante il documentario Vaxxed faccia nomi e cognomi, non è stato querelato da nessuno, e il dipendente del CDC che ha rivelato la frode, non è stato licenziato, non è stato neanche ascoltato dal parlamento USA, nonostante la sua richiesta di deposizione spontanea.
Per quanto riguarda invece l’omissione del sito vaccinarsi.org, forse ha saputo che una commissione parlamentare italiana, incaricata di analizzare le conseguenze dell’esposizione dei nostri militari all’Uranio impoverito (DU), evidenziò effetti collaterali analoghi anche in militari che non erano stati esposti, in zone di guerra, a tale elemento radioattivo, e giunse, dopo oltre due anni di lavoro, ad individuare nei vaccini, e nella pratica vaccinale a cui sono sottoposti i nostri militari la più probabile causa di tali devastanti effetti collaterali. Non sarà superfluo osservare che le dosi cui sono sottoposti i nostri soldati, mediamente fra i 20 e 30 anni, solo le stesse che somministriamo, magari in prodotti combinati plurivalenti, ai nostri bambini. Ebbene, di tutto questo vaccinarsi.org non fa alcuna menzione. Forse una commissione parlamentare non risulta credibile ed affidabile?
Anche l’affermazione sulla sicurezza viene messa lì, come atto di fede: non sono riuscito a trovare nessuno studio in doppio cieco nè sulla sicurezza nè tantomeno sull’efficacia dei vaccini; al massimo, qualche studio che prova la non maggiore tossicità di un nuovo tipo di vaccino rispetto al precedente, ma nessuno studio con un campione di riferimento con placebo inerte.
A riprova di tutto questo, esiste anche uno studio, riportato su un articolo peer-reviewed, che dimostra una correlazione fra il numero di vaccini praticati in una data nazione e il tasso di mortalità infantile, entro il primo anno di età. Difficile attribuire al caso questa correlazione, non trova?
Punto secondo: l’efficacia della pratica vaccinale
Messa da parte la questione “sicurezza” grazie esclusivamente a generiche rassicurazioni e statistiche che – tutt’al più – fanno sperare di non essere gli sfortunati, in questa sorte di roulette russa (e, ripeto, per una pratica che non si fa per guarire da una malattia rimane assolutamente insufficiente: non correrei mai un rischio del genere su mio figlio) passiamo al tema della utilità e dell’efficacia.
Come noto, il principio vaccinale si basa sull’assunto dell’allenamento del nostro sistema immunitario: facciamogli conoscere i potenziali nemici, opportunamente indeboliti, in modo tale che questa “conoscenza” faccia acquisire l’immunità, nel senso che, la prossima volta che tale elemento patogeno specifico verà in contatto col nostro sistema immunitario questo sarà in grado riconoscerlo e sconfiggerlo prima che si sviuluppi, diventi forte e sia troppo tardi.
Questa è una teoria, una metafora di come funziona il nostro corpo, di come funziona il sistema immunitario e di quale sia il ruolo dei funghi, microbi e batteri: ma siamo sicuri che sia così?
Innanzitutto: lo sviluppo di anticorpi specifici, conseguente alla vaccino, viene supposto essere garanzia di immunizzazione: tale assunto è stato più e più volte dimostrato essere non fondato, laddove si sono registrati casi di contagio avvenuti esclusivamente o quasi all’interno di popolazioni vaccinate.
Inoltre, una considerazione di buon senso: la pratica vaccinale esiste da pochi anni, se confrontati con la storia dell’umanità: se fossero così indispensabili come ci viene fatto credere, com’è possibile che l’umanità sia arrivata ai numeri che ci sono oggi? Nelle migliaia, forse centinaia di migliaia di anni precedente, senza vaccini, perchè non ci siamo estinti?
Si dirà: oggi non si muore più di varie malattie che 100 o 200 anni fa erano mortali: questo grazie ai vaccini! E qui sorgono i primi dubbi: andando a vedere alcune serie storiche si scopre che il crollo dell’incidenza di tali malattie era iniziata … molto prima dell’introduzione dei vaccini! Pare quasi che l’introduzione di tale pratica sia arrivata appena in tempo per potersi appropriare di un merito che non era assolutamente suo, ma attribuibile invece a migliorate condizioni di igiene ed alimentazione (condizioni che erano improvvisamente peggiorate, dopo secoli di storia in armonia con la natura, a seguito dell’introduzione della rivoluzione industriale e l’urbanizzazione di milioni di persone in ambienti sporchi e malsani).
La teoria dei germi come causa dele malattie, discendente dagli studi di Pasteur, conobbe anche degli oppositori, fin dai tempi di Pasteur stesso, con Dechamps a sostenere che “il germe non è nulla, il terreno (dove questo germe si va ad insediare, NdR) è tutto”.
Ancora una volta abbiamo preso per buona una teoria che, stando ai principi di Koch, sempre più spesso non trova conferme. Alcuni esempi possono esserle illuminanti:
- Nel suo libro“STORIA SOCIALE dell’ACQUA. RITI e CULTURE”, Milano Bruno Mondadori, 1998, PAOLO SORCINELLI, docente di Storia Sociale all’università di Bologna, scrive: Il prof. THOMAS MC KEOWN (1922-1988 – medico britannico, epidemiologo e storico della medicina), una grande autorità nei campi della sanità pubblica e della medicina sociale, ha compiuto uno degli studi più dettagliati della storia delle malattie infettive. Nel suo libro “THE ROLE OF MEDICINE(Basil Blackwell, Oxford, 1979, p. 162)” il prof. THOMAS Mc KEOWN, scrive: “L’esperienza degli ultimi due secoli indica che le morti per malattie infettive sono diminuite di una frazione del loro precedente livello senza alcun intervento medico e suggerisce che anche senza disponibilità di interventi medici avrebbero continuato a diminuire.
- Un rapporto molto influente del Dott. MOISES BEHAR (28 agosto1922 Huehuetenango, Guatemala – 14/2//2015 Jerusalem, Israel – medico guatemalteco, pediatra con dottorato in salute pubblica)., “A DEADLY COMBINATION”, pubblicato in World Health, febbraio-marzo 1974, spiega: Nei paesi che oggi sono sviluppati, la MORTALITÀ per tubercolosi, morbillo, pertosse, febbre tifoide, disturbi diarroici e varie altre infezioni HA INIZIATO a DECLINARE MOLTO PRIMA che VENISSERO IDENTIFICATI i relativi AGENTI MICROBICI e prima che si conoscessero specifiche misure di controllo o trattamento. Questo DECLINO è avvenuto in parallelo con il MIGLIORAMENTO delle GENERALI CONDIZIONI di VITA e soprattutto con il MIGLIORAMENTO dell’ALIMENTAZIONE.
- A proposito della nutrizione, il Dott. Behar continua: Il morbillo comune o la diarrea, disturbi innocui e di breve durata tra i bambini ben nutriti, sono solitamente gravi e spesso fatali tra quelli cronicamente malnutriti. Prima dell’esistenza dei vaccini, in pratica ogni bambino, in qualsiasi paese, manifestava il morbillo, ma le morti avvenivano 300 volte più spesso nei paesi più poveri che in quelli più ricchi.
- A p. 405 nel suo libro “Assistenza Igienica ai Bambini”, il dottor H. M. Shelton scrive: “Il DR. PETERS, funzionario medico, sottolineò il fatto, che QUANDO a CINCINNATI si PURIFICO’ L’ ACQUA SCOMPARVERO quasi i CASI di FEBBRE TIFOIDE. FEBBRE TIFOIDEA. L’ ACQUA SPORCA, e NON POTABILE, si prese gioco del vaccino ed I SOLDATI soffrirono e MORIRONO, proprio a causa di questo.
- Nel suo libro “L’intossicazione da vaccino”, Feltrinelli, 1979, Fernand Delarue scrive: Nel 1348 la PESTE NERA o BUBBONICA falciò i due terzi della popolazione francese. Lo stesso COLERA seminò il panico e il terrore per secoli. Queste DUE MALATTIE sono SCOMPARSE in FRANCIA SENZA le VACCINAZIONI. Succede invece che esse persistano invece in alcuni paesi, così come altre malattie, malgrado le vaccinazioni.
- LA PROVA DEFINITIVA che i vaccini NON hanno contribuito nemmeno un po’ alla scomparsa delle malattie infettive è dimostrata dal fatto che i CASI di MORBILLO e di PERTOSSE, ovvero di due malattie VACCINABILI, sono DIMINUITI con la STESSA VELOCITÀ dei CASI di FEBBRE TIFOIDE e SCARLATTINA, ovvero di due malattie NON VACCINABILI.
- Il Dr. Arthur M. Baker (medico, autore dell’articolo “Svelato il Mito del Contagio”) scrive: “Se individui sani riescono a conservare la loro salute anche nel bel mezzo di “malattie epidemiche”, risulta evidente che la teoria del contagio è sbagliata“. “Il “CONTAGIO”, tuttavia, è uno dei MITI della MEDICINA, poiché le SCORIE TOSSICHE NON POSSONO ESSERE TRASMESSE DA UN CORPO all’ALTRO ATTRAVERSO il NORMALE CONTATTO. LE MALATTIE CONTAGIOSE sono un’INVENZIONE, poiché NESSUNO PUO’ PASSARE AD ALTRI la PROPRIA MALATTIA, NON PIU’ DI QUANTO POSSA TRASMETTERE la PROPRIA SALUTE.”
- Il Dr. Giuseppe De Pace, chirurgo ortopedico ospedaliero che lavora all’ospedale Monaldi di Napoli, scrive: “Cambiando dentro sono cambiato fuori, HO MODIFICATO COMPLETAMENTE LA MIA ALIMENTAZIONE (eliminando la carne e gran parte delle proteine animali, immettendo sostanze essenziali e non raffinate, combinando bene gli alimenti). Ho sempre sofferto di INFLUENZA e RAFFREDDORI FREQUENTI specie nella stagione invernale, e mi è stato sempre obiettato che ero un soggetto linfatico” perché nato pre-termine e quindi non avevo sviluppato bene il sistema immunitario! OGGI io NON SOFFRO PIU’ di RAFFREDDORE o INFLUENZA, anche stando a contatto con soggetti influenzati, io NON PRENDO PIU’ NIENTE (…ma allora LA TEORIA SUI GERMI di PASTEUR forse NON E’ MOLTO ESATTA!!) e mi sento pieno di energia e vitalità”.
- A p. 312 nel suo libro “Assistenza Igienica ai Bambini”, il Dr. H. M. Shelton scrive: “Nel suo libro “Gli alimenti del bambino” il Dr. Harry Clements ci racconta una storia che fece il giro di tutti i giornali inglesi. Essa racconta di un caso di TUBERCOLOSI curato grazie all’insorgere della VARICELLA. I medici inglesi spiegarono, che i GERMI della VARICELLA avevano DISTRUTTO QUELLI della TUBERCOLOSI e che dalla BATTAGLIA TRA I DUE GERMI il paziente ne aveva ricevuto giovamento. Esiste un grosso pericolo: “L’ ESSERE SCIENTIFICAMENTE IGNORANTI PER UN ECCESSO DI SCIENZA.”
- Il Dr. H. M. SHELTON scrive: “DURANTE PIU’ DI 60 ANNI DI STUDI INTENSIVI SULLA TEORIA DEI MICROBI non si è trovata nessuna malattia che possa essere di origine microbica e nessuna che possa essere guarita secondo la teoria dei microbi. I PRETESI MICROBI, causa della malattia, NON SI TROVANO NE’ in quelli che NON hanno la malattia, NE’, SPESSO, in quelli CHE HANNO effettivamente la malattia. La presenza di una CAUSA SENZA LA SUA MALATTIA e l’esistenza della MALATTIA SENZA LA SUA CAUSA significa che ci sono delle CAUSE SENZA EFFETTI e degli EFFETTI SENZA CAUSE. All’infuori della scienza medica, da nessuna parte tali cose sono possibili.”
- Durante l’EPIDEMIA D’INFLUENZA del 1918-1919, su 68 VOLONTARI dell’US Naval Detention Training Camp sur Deer Island. Si inoculò a diversi gruppi di volontari il BACILLO di PFEIFFER, proveniente da culture pure, con le secrezioni dei passaggi respiratori e con il sangue preso da un caso tipico di influenza. Si era spennellata e vaporizzata la gola e il naso di 30 UOMINI. SI RIASSUNSE IL RISULTATO DI QUESTI ESPERIMENTI IN QUESTI TERMINI: “in nessun caso, si è potuto produrre un attacco di influenza, in nessuno dei soggetti. DIECI altri UOMINI, erano stati posti al capezzale, di altri 10 nuovi casi di influenza, e sonorizzasti 45 minuti con essi. OGNI UOMO SANO, aveva difronte a lui, 10 uomini ammalati che tossivano sulla sua faccia. RISULTATO? NESSUNO DEI VOLONTARI aveva sviluppato i sintomi dell’influenza dopo l’esperimento” ESPERIMENTI SIMILI A San Francisco e a Filadelfia, al Camp Pike ed in altri luoghi, hanno dimostrato che I MICROBI non possono causare la malattia che sono supposti causare. Il Dr. BEDDOW ha scritto sul Medical Journal World: “Sono pronto a confessare scientificamente, con dei fatti, che IN NESSUN CASO SI E’ PROVATO CHE UN MICRORGANISMO E’ LA CAUSA SPECIFICA DI UNA MALATTIA”.
- Il Dr. THOMAS POWELL, che morì in California a 80 anni qualche anno fa, nel 1988, , è colui che ha preso più microbi di qualsiasi persona. Aveva SFIDATO i suoi colleghi medici di produrre una sola malattia inoculandogliela con dei microbi. Per anni, i microbi del COLERA, della PESTE BUBBONICA e microbi di ogni genere furono inoculati nel suo corpo e nei suoi alimenti. Più di una volta la sua gola era stata spennellata con i MICROBI della DIFTERITE, ma a dispetto di tutti gli sforzi NON SI E’ POTUTO PRODURRE UNA SOLA MALATTIA IN LUI.
- E’ celebre il tentativo del Dr. WAITE di UCCIDERE il colonnello PECK. WAITE aveva nutrito la sua vittima con le colture di tutti i microbi più mortali conosciuti che dovrebbero causare la malattia, ma il colonnello PECK non sembrava esserne infettato nemmeno un po’. E INFINE, WAITE era stato costretto a ricorrere al CLOROFORMIO e al CUSCINO per uccidere la sua vittima.
- IL Dr. JOHN B. FRASER di Toronto, descrisse sulla RIVISTA americana PHYSICAL CULTURE (maggio 1919) i suoi 150 ESPERIMENTI realizzati DAL 1914 al 1918 per DETERMINARE SE I MICROBI CAUSANO veramente la MALATTIA, O SE INVECE sia la MALATTIA generata da altre cause a PRODURRE i MICROBI in eccesso. (Come insegna il PLEOMORFISMO di Antoine Bechamp, Gunther Endelein e Gaston Naessens). Cominciò nel 1914 a DISSETARE GRUPPI di VOLONTARI con dell’ACQUA CONTENENTE 50 MILA MICROBI DI DIFTERITE. Si attese qualche giorno, e NESSUNO SI AMMALO’. Passò allora a un SECONDO ESPERIMENTO, con del LATTE contenente 150 MILA MICROBI DI DIFTERITE. NESSUN SINTOMO. Nel TERZO ESPERIMENTO, si SPENNELLARONO le TONSILLE, il PALATO, le NARICI ed il SOTTO-LINGUA. Nemmeno a farlo apposta, NESUN CASO DI MALATTIA.
- Il Dr. MAX JOSEPH von PETTENKOFER (1818-1901), microbiologo, professore di batteriologia all’università di Vienna, pur disinteressandosi delle diatribe dei suoi contemporanei Pasteur, Béchamp e Koch, era arrivato da anni alla conclusione che i microbi non causano alcuna malattia. Nel 1892, CHIESE a ROBERT KOCH, che nove anni prima aveva isolato il BACILLO DEL COLERA, di inviargli un campione delle sue colture vibrionali. KOCH glielo inviò. Qualche giorno dopo mentre dava un corso nel laboratorio di batteriologia, con grande stupore dei suoi allievi, prese un bicchiere colmo di un liquido, e lo fece verificare strumentalmente uno per uno dai suoi ragazzi. Tutti si accertarono che conteneva MILIONI di MICROBI VIVENTI di COLERA. Richiamò la loro attenzione e INGHIOTTI’ L’INTERO CONTENUTO. Il Dr. KRUIF che era PRESENTE alla LEZIONE , SCRISSE poi che in quel bicchiere erano PRESENTI MILIONI DI BACILLI ATTORCIGLIATI, fatti apposta per INFETTARE e STERMINARE POTENZIALMENTE UN INTERO REGGIMENTO. Il Dr. MAX JOSEPH von PETTENKOFER NON SI PRESE ALCUNA MALATTIA. Il giorno seguente informò il Dr. Koch che nonostante avesse ingerito tutti i suoi bacilli del colera era rimasto in OTTIMA SALUTE. Aveva 74 anni. Nove anni più tardi SI SUICIDO’ con una revolverata alla tempia. Il SUICIDIO di von PETTENKOFER segnò la FINE dell’ ULTIMA RESISTENZA CONTRO LE TEORIE DEI ” CONTAGIONISTI”, poi elaborate nella cosiddetta “Teoria dei Germi”. Il fatto che PETTENKOFER NON SVILUPPO’ il COLERA, è ancora oggi, PER LA MEDICINA UFFICIALE, UN’ENIGMA SENZA SPIEGAZIONE.
- A p. 375 nel suo libro “Assistenza Igienica Ai Bambini”, Il Dr H. M. Shelton scrive: “In un articolo di una pagina, sul New Evening Graphic, SFIDAI I MEDICI, a farmi contrarre IL TETANO, incidendomi in 12 parti del corpo e strofinandomi della terra su ogni ferita. IL DIRETTORE DELL’ UFFICIO D’ IGIENE, mi rispose evasivamente sul giornale locale, ignorando la mia sfida. NON VOLEVA CHE IL SUO ALIBI FOSSE MESSO IN DISCUSSIONE DA UN ESPERIMENTO.”
Aggiungo un ultimo caso eclatante dei nostri tempi. Il microbiologo tedesco Stefan lanka, delll’università di Coblenza, ha proposto un premio di 100.000€ a chi gli avesse portato le prove dell’esistenza del virus del morbillo. A tutt’oggi non ha dovuto dare nulla a nessuno , supportato dalla sentenza della corte di appello di un tribunale a cui si era appellato un reclamante il premio. Una analisi di dettaglio dei paper portati da quest’utlimo evidenziò che gli articoli citati riportavano solo considerazioni deduttive dell’esistenza di tale virus, non la prova definitiva. E, a tutt’oggi, Stefan Lanka non ha dovuto sborsare a nessuno la cifra promessa. Forse che tutto il nostro castello sulle cause delle malattie debba essere rivisto?
Aggiungo un’altra informazione. Esiste una coraggiosa presa di posizione di un gruppo di medici italiani che si sono resi conto di quanto le condizioni di salute dei bambini vaccinati siano mediamente peggiori di quelle dei bambini non vaccinati. Hanno scritto un documento intitolato “Vaccinazioni Pediatriche: Lettera aperta al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità” all’interno del quale leggiamo: “Ci siamo infatti accorti che, dopo un’osservazione minuziosa e prolungata nel tempo di bambini vaccinati e non vaccinati, questi ultimi appaiono indubbiamente e globalmente più sani, meno soggetti alle patologie infettive, specie delle prime vie aeree, meno soggetti ai disturbi intestinali e alle patologie croniche, meno soggetti a patologie neurologiche e comportamentali e scarsi consumatori di farmaci e di interventi sanitari. Può capire, quindi, che la nostra osservazione non è rivolta solo alle patologie specificatamente interessate dalle vaccinazioni, ma alla salute globale del bambino, perché crediamo che questa sia la finalità e il dovere di ogni Medico. Certo, è un dato che nasce dall’esperienza clinica quotidiana ma siamo disponibili a partecipare a un’indagine organizzata dal Suo Istituto che confronti nel modo più rigoroso lo stato di salute dei bambini completamente vaccinati con quella dei bambini mai vaccinati”.
Punto terzo: Considerazioni finali sul nostro approccio alle malattie.
Per concludere, una osservazione sul nostro approccio alla malattia. Qui mi discosto un pochino dall’aspetto più propriamente “scientifico”, nel senso comune che viene dato a questo termine, perchè di solito si limita l’ambito dell’indagine scientifica a ciò che è misurabile, quantificabile e soprattutto riproducibile. Ma non ritengo di fare torto all’intelligenza di nessuno se faccio osservare che
- la nostra conoscenza dei meccanismi intimi è tutt’altro che completa, e solo un atteggiamento apprioristicamente materialista potrebbe negare il profondo influsso che i nostri pensieri hanno sul nostro stato di salute (come anche l’epigenetica da un po’ di anni a questa parte ci ha insegnato); e
- la medicina non è per sua stessa natura una scienza esatta, essendo infinite le combinazioni di individui e situazioni in cui i singoli individui si possono trovare, nel corso della loro vita.
Tutto l’approccio moderno, a partire da Pasteur in poi, si basa su un assunto di “lotta” o di “battaglia”: esiste il nemico, l’elemento patogeno, che decide come e quando attaccare, e se non siamo abbastanza forti, o abbastanza preparati, rischiamo di soccombere (e da qui la necessità della pratica vaccinale). Questa è una visione comunemente accettata ed uno dei cardini più difficili da smontare per la scienza medica moderna.
Ma, da una parte, i numerosi esempi citati (se ne potrebbero citare anche altri, come l’esempio del dr. Robert Willner, che durante le sue conferenze si “contaminava” con il sangue di un HIV-positivo, a dimostrare la fallacia della teoria HIV->Aids) ci portano, se non a negare questo presupposto, almeno a riconsiderarne la sua portata: sicuramente non è così meccanicistico, il processo.
E poi, le voglio far pensare anche ad un’altra cosa: la famosa affermazione di Gesù: “Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!” (MT, 15,11), noi che crediamo in Lui, come la dobbiamo intendere? Come una provocazione, una esagerazione, una metafora? Non mi sembra molto nello stile di Gesù: non Lo abbiamo mai sentito esagerare un concetto con delle iperbole per impressionare le folle, per avere maggior seguito, per stupire! Se Gesù, che era ed è Dio, e quindi ha in Sè tutta la conoscenza, ad ogni livello, fa una affermazione così pesante (oltretutto in un periodo storico in cui le condizioni igieniche era probabilmente lontane dagli standard attuali) possiamo forse pensare che volesse usare una metafora?
Esiste forse probabilmente un’altra interpretazione? Si sbaglia a darne una interpretazione letterale?
Per noi che crediamo nella Parola di Dio fattasi carne, una tale affermazione va presa con molta serietà. E magari diventare il punto da cui far cominciare una rivoluzione nel nostro pensiero e nel nostro approccio alla salute: cominciando a capire che questa non è tanto il risultato di una battaglia vinta contro un nemico pericoloso, quanto il ritorno ad una armonia, interiore ed esteriore, come era nel disegno originale del Creatore.
Per capire, una buona volta, che è quello che esce dalla bocca dell’uomo che lo rende impuro: i pensieri, le idee, le macchinazioni, le rabbie, le invidie, sono ciò che ci contamina e ci fa stare male, e la salute è il risultato del ritorno a questo stato di pace ed armonia e non la vittoria su qualche presunto nemico.
Copio quanto suggerito dalla dr.ssa Silvana De Mari:
Quando sono stata convocata per la vaccinazione dall’Ordine dei Medici gli amici de I giuristi per la vita mi hanno aiutato a compilare una mite risposta.
Ne traggo esempio per dare qualche mite consiglio sul testo da presentare per tutti coloro che sono costretti a subire l’inoculazione dei cosiddetti vaccini per non perdere il lavoro.
Io sottoscritto … esigo in quanto cittadino protetto dalla costituzione di un paese democratico firmatario della dichiarazione dei diritti dell’uomo, del trattato di Norimberga, del trattato di Oviedo e del trattato di Helsinki che mi si dia risposta scritta alle seguenti domande
Qual è l’esatto meccanismo di funzionamento del trattamento sanitario in oggetto? Che rischi di complicazioni future a medio e lungo termine ci sono? In caso di complicanze a chi indirizzare la richiesta di risarcimento? Specificare il nome, cognome e numero di polizza assicurativa. Come è stato affermato addirittura in Senato si tratta di farmaci in fasi completamente sperimentali che possono essere inoculati solamente dove non esistano terapie alternative. I lavori scientifici che affermano che non esistano terapie alternative si potrebbero vedere? Le centinaia di migliaia di pazienti guariti brillantemente con le terapie domiciliari a base di vit D, vit C zitromicina, idrossiclorochina o ivermectina, cortisone e eparina per quale incredibile motivo non sono stati considerati una prova? Per quale incredibile motivo nessuno sta verificando se ho già avuto l’infezione e sia già fornita di anticorpi miei di ottima qualità, stabili, duraturi, e senza effetti collaterali? Dato che nessuno sia per disturbo di stabilire se ho già avuto la malattia che si assume la responsabilità penale civile casomai lo sviluppi una sindrome ADE dopo l’inoculazione? Dato che questo trattamento è ritenuto a questo punto obbligatorio per la mia categoria lavorativa, il farlo senza specificare a chi rivolgersi per la domanda di risarcimenti è un ulteriore passo verso una incredibile illegalità. Se dovessi sperimentare una grave reazione avversa, con effetti a lungo termine (ancora sconosciuti) che portano anche alla morte, derivanti dalla vaccinazione io (o la mia famiglia) saremo RISARCITI? Posso avere nome , cognome e numerò di polizza della persona che potrò denunciare e sapere fino a che cifra copre la sua polizza?
Quale sarebbe il motivo per cui sono obbligato a farmi iniettare questa roba tenendo presente che l’inoculazione di questi farmaci non blocca la trasmissione della malattia?
Secondo l’articolo articolo di Peter Doshi pubblicato il 4 gennaio sul British Medical Journal “i cosiddetti sieri Pfizer e moderna non intervengono sull’infezione ma solo sulla malattia, diminuendone l’intensità dei sintomi non del 95% come millantato ma di un banalissimo e squallido 25 %”. https://blogs.bmj.com/bmj/2021/01/04/peter-doshi-pfizer-and-modernas-95-effective-vaccines-we-need-more-details-and-the-raw-data/ (per inciso sono in grado di diminuire quei sintomi del 99% mediante la prescrizione di zitromicina, idrossiclorochina, cortisone ed eparina, la stessa formula con cui ho guarito di innumerevoli pazienti mentre altri colleghi si limitavano alla prescrizione disastrosa di tachipirina e vigile attesa. I sieri che definite vaccini mi risulta non prevengano la malattia, non risulta nemmeno a Peter Doshi, purtroppo non risulta nemmeno ai molto vaccinati popoli della Gran Bretagna e di Israele, che hanno dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio che aver subito entrambe le dosi non diminuisce il contagio e non risulta nemmeno alla Public Health England , che ha appena condotto una ricerca che ha evidenziato in un rapporto di 40 pagine della carica virale è la stessa tra vaccinati e non vaccinati. Risiede attualmente in uso quindi non prevengono l’infezione come la legge (dl.44 Conv L 76/2021 invece richiede) dunque non vi sia alcun obbligo di ricevere quel siero, perché non fa ciò che la legge richiede, e chiedo, anzi pretendo, in quanto cittadino di uno stato democratico che mi garantisce una libertà pagata lacrime e sangue che qualcuno mi spieghi dove è la logica, o che si scusi per la mancanza di logica. Potete certificarmi che nessuna delle sostanze che volete inocularmi sia stata preparata usando cellule umane di feti abortiti? Esercito a tutti gli effetti piena obiezione di coscienza. Ci risulta che i farmaci Astrazenica e Jonshon & Jonshon sono ufficialmente coltivati su cellule di feto abortito, in realtà neonato molto prematuro vivisezionato, mentre i sieri Pfizer e Moderna sono testati su cellule della stessa origine. Nel caso possiate contestare questa affermazione potrei avere una dichiarazione con una firma leggibile sotto che dimostri su quali tipi di cellule sono stati testati gli RNA Pfizer e Moderna? Esigo mi certifichiate che NON c’è rischio di reazioni iatrogene, che per nessun motivo potrei avere una paralisi di Belle, una sindrome di Guillain Barrè, una trombosi; il foglietto illustrativo scrive che “Non sono stati effettuati studi di genotossicità né di cancerogenicità”. Non si prevede che i componenti del vaccino abbiano un potenziale genotossico. Che non lo prevedano è carino, sarebbe più carino ne fossero certi. Sulla cancerogenicità avrei apprezzato si sbilanciassero un po’ di più. Mi mettete su carta con firma leggibile che siete certi che in nessun motivo potrò sviluppare un cancro? Nel caso chi posso denunciare?
Pretendo che mi certifichiate inequivocabilmente e in buona fede, in conformità con l’articolo 13 della Convenzione di Oviedo, che questa tecnologia NON ha il potenziale di MODIFICARE IL DNA umano attraverso la cosiddetta trascrittasi inversa o la polimerasi delta. Da dove deducete con certezza assoluta che io non abbia in nessuna delle mie cellule trascriptasi inversa o polimerasi delta che permette esplicitamente il trasferimento di informazioni dall’mRNA al DNA;? Se non lo sapete con certezza come vi viene in mente di iniettarmi dell’RNA ?
Chiedo che mi certifichiate che il siero NON contiene una QUALSIASI forma di nanotecnologia;
Chiedo che mi certifichiate che TUTTI i parametri medici per i test e gli studi richiesti sono stati rispettati inclusi i tempi di osservazione di almeno 3 anni indispensabili per mettere a fuoco le reazioni a distanza
Esigo di sapere se dopo la vaccinazione posso smettere di usare la mascherina, posso evitare il distanziamento, sono immune, ho la certezza che non posso più morire o essere ospedalizzata per sars 2 covid 19 e, soprattutto, se mi vaccino, sarò CONTAGIOSO/A per gli altri?
Le risposte per scritto e con firma leggibile e numero di polizza per il risarcimento se, Dio non voglia, qualcuno ha raccontato cose che non si sono avverate, qualcuno cioè ha spacciato opinioni discutibili per scienza inoppugnabile.