(nota: questo post mi è stato suggerito dalla visione di questo video, suggerito dalla solita amica Paola. Sullo specifico della conferenza del dr.Abbate scriverò un’altra volta)
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All’inizio dello sviluppo di internet, diversi anni fa, come esponente del mondo in subbuglio delle Telecomunicazioni, mi capitò di andare a tenere alcune conferenze, perlopiù a scuole medie superiori, per raccontare la rivoluzione digitale e come questa avrebbe cambiato le nostre vite.
Provocatoriamente dicevo: “Se vi dicessi che esiste una macchina, tipo fax, che trasmette una pizza dal forno dove è stata cotta a casa vostra, mi prendereste per matto, e fareste bene. Ma provate ad immaginare se qualcuno vi avesse detto, alcuni anni fa, che esisteva una macchina che prendeva la cassetta VHS, la smaterializzava e la trasmetteva a casa vostra, avreste pensato lo stesso che era pazzo? Forse sì, anche se questo è quello che avviene -parzialmente- oggi: un film, digitalizzato, corre sulla rete e passa da una parte all’altra del mondo. Certo, il supporto, la plastica, il nastro non si sono spostati: si è spostata l’informazione, che era in fin dei conti la cosa importante.”
Insomma, per molte cose tendiamo a confondere il supporto con quello che invece interessa, che è l’informazione contenuta, o trasportata, da quel supporto:
- il giornale è (era) il supporto dell’informazione; ma se questa può viaggiare senza carta, meglio;
- il disco in vinile è il supporto di quello che cerco, cioè una bella musica da ascoltare; ma se posso fare a meno del supporto, meglio;
- la cassetta VHS, il nastro, il DVD sono solo il supporto di quello che mi interessa: se posso farne a meno ed avere lo stesso risultato, meglio.
La digitalizzazione sta pervasivamente entrando nelle nostre vite spingendo sempre più in là il limite delle cose che si possono fare da remoto anche se in alcuni casi, evidentemente, come nel caso della pizza, il supporto fisico non può essere scisso dal sapore: eh no, devo proprio andarci, in pizzeria, se voglio gustarmela: non esiste ancora il teletrasporto!
Grazie al video citato sopra ho scoperto come anche l’acqua possa fungere da vettore (=trasportatore) di informazioni, informazioni talmente efficaci che possono essere addirittura spedite (via internet, ad esempio) dall’altra parte del mondo e far ricostruire…. un oggetto, come con il teletrasporto? Beh, non ancora, ma almeno DNA sì (o quello che si crede essere DNA, in base al metodo delle bande).
L’esperimento è diventato noto a seguito del’interessamento/coinvolgimento di Luc Montagnier, premio nobel per la scoperta (insieme all’impostore Rober Gallo, che aveva provato a rubarglielo) del virus dell’AIDS, l’HIV. Dico diventato noto perchè lui ha ripreso esperimenti di altri, messi a tacere o ritenuti pazzi; con lui, premio nobel, la cosa non è stata messa a tacere tanto facilmente, se anche la TV francese gli ha dedicato un ampio servizio (vedi video sotto).
In estrema sintesi, anche perchè molto materiale si trova in rete, Montagnier e i suoi hanno, nell’ordine:
- estratto materiale genetico dal sangue di un individuo (presunto) affetto da AIDS (quindi sangue contenente il DNA dell’HIV, secondo la teoria dell’HIV, ma questo è secondario);
- creato dosi omeopatiche (diluizioni di 1/10 per 10 volte successive: quindi un decimo di milardesimo, praticamente acqua pura);
- “ascoltato” in doppio cieco le emissioni elettromagnetiche di 20 campioni di acqua, la metà dei quali pure, l’altra metà trattate come spra;
- scoperto che le 10 “trattate“, ancorchè pulite, dal punto di vista chimico-fisico, emettevano radiazioni simili, ancorchè basse, cosa che le altre 10 non facevano.
Fin qua la prima parte che dimostra una sorta di “memoria” dell’acqua: l’acqua che ha “conosciuto” una struttura di DNA, in qualche misura “se la ricorda” (a questo punto verrebbe da andare da Piero Angela e i suoi compari del Cicap che avevano promesso, una quindicina di anni fa, un milione di euro a chi avesse potuto provare la memoria dell’acqua…. vabbeh, poi chi sono i ciarlatani?).
La cosa ancora più strabiliante è che Montagnier e i suoi, d’accordo con l’università di Benevento, inviano il file dell’emissione magnetica di tali campioni (via rete) e a Benevento fanno “ascoltare” ad un campione di acqua distillata questa emissione, per circa un’ora. Dopo, con la polimerasi (processo PCR, quello che si usa nei laboratori di analisi e che è valso il Nobel a Kary Mullis nel 1992) ricostruiscono DNA analogo a quello del sangue immesso nelle provette originali, in Francia.
PEr chi lo desidera, ecco la clip del video che sintetizza la riproduzione a distanza del DNA:
La "sintesi" dell'esperimento di Montagnier della ricostruzione a distanza del DNA
Posted by Alberto Medici on Tuesday, 28 November 2017
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Diverse considerazioni salgono alla mente a questo punto.
- La prima è che si capisce e si giustifica meglio il funzionamento dell’omeopatia. Il farmaco agirebbe per “imitazione“, in qualche modo proponendo la ricostruzione o ri-creazione di alcune strutture adatte a curare. e non servirebbero dosi da cavallo di elementi chimici, ma solo questa sorta di “modello” da proporre al nostro corpo. A questo proposito ricordo di aver letto da qualche parte che, per risanare una flora intestinale disturbata un metodo è quello di trasferire material fecale (o intestinale) da un donatore sano, in modo che l’intestino ricevente ripristini la flora intestinale corretta: il rpincipio sarebbe lo stesso.
- La seconda osservazione è che una cura per una particolare disfunzione potrebbe essere inviata in forma di contenuto informativo (quindi via internet), senza alcun trasferimento di materiale “fisico“.
- La terza è che, ancora una volta, ci rendiamo di quanto limitata sia la nostra comprensione del nostro funzionamento e dei meccanismi che ci regolano e di come, la stragrande maggioranza delle volte che curiamo quello che chiamiamo malattie, in realtà stiamo curando un sintomo, senza aver capito nulla di quello che ci sta sotto.
Seguiranno approfondimenti.
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In questo articolo una spiegazione un po’ più dettagliata dell’esperimento
Nel video sotto (inglese) il racconto dettagliato dell’esperimento.
bellissimo articolo che condivido in pieno. grazie per il video iniziale del prof. abbate, interessantissimo. ho visto il suo sito ed il suo lavoro, sono rimasto affascinato. francesco
Ho aggiunto un estratto dal servizio su Montagnier – quello che mostra la ricostruzione, tramite la PCR di Mullis, il DNA anche IN ASSENZA del DNA iniziale!
ho finito ora di vedere il video con la conferenza del prof. abbate. ho i brividi per quanto ho visto e sentito. mai finora avevo sentito così bene esposto, da un fisico poi, tutti i concetti che seguo da anni e che riuniscono scienza e teologia verso la comprensione che siamo un’unica coscienza universale in continua comunicazione. meraviglioso. grazie ancora
🙂
Bell’articolo. L’ho riportato parzialmente anche sul mio blog, ne vale la pena. Ad integrare consiglio la visione della conferenza del dott. Gianpaolo Giacomini che ho postato qui: https://traterraecielo.live/2017/07/11/e-se-il-dna-fosse-anchesso-un-virus-quale-cura-potrebbe-salvarci-un-vaccino-per-esempio/
Buona serata
Grazie del commento! (PS scusa che non ho approvato prima il tuo commento … sono stato un po’ assente)