Parlando per lavoro quotidianamente inglese, mi diverto a scoprire assonanze fra le varie lingue. Ho scoperto ad esempio che un errore che tipico degli italiani, dire “I am agree” per dire “sono d’accordo“, derivante da una evidente traduzione letterale (in inglese si dice “I agree“, il verbo to agree significa “essere d’accordo“) lo fanno anche altri stranieri, segno evidente che anche nella loro lingua la costruzione è simile all’italiano, forse per una evidente matrice neo-latina. Ma anche un arabo che conosco mi ha un po’ stupito: quando, nel corso della conversazione, mi vuole dare ragione, dice: “You have right, mr.Medici!“come farebbe un italiano: da noi, infatti, si ha, si possiede la ragione, mentre per un inglese si è ragione, si è nel giusto. Evidentemente anche nella lingua araba la costruzione è simile alla nostra? Chissà.
Ma gli errori più comuni, che noto ovviamente nei colleghi italiani, sono quelli derivanti dai cosiddetti “false friends“: quelle parole cioè che hanno una assonanza molto forte con una parola nella propria lingua madre ma che hanno un significato a volte assolutamente, a volte parzialmente, diverso. Esiste una notevole letteratura sull’argomento, il caso più classico è il “eventually“, detto dagli italiani come senso di possibilità (“eventualmente“), mentre in inglese significa inequivocabilmente “alla fine“; e poi i vari “actually“, “in fact“, “to annoy“, “to abuse“, ecc.
Ci pensavo l’altra sera, giovedì, alla presentazione a Vigonovo (a proposito: grazie a tutti quelli che hanno partecipato, e che mi hanno “bruciato” tutti i libri portati, e grazie al sindaco, Damiano Zecchinato, che mi ha invitato). Perchè pensiamo sempre che la mancanza di denaro ci sia il vero problema? Non ci sono i fondi, c’è il patto di stabilità, non abbiamo stanziamenti, in questo facendo una associazione tanto comune quanto indebita: il denaro e la ricchezza sono equivalenti.
Al termine, durante il dibattito, il sindaco (anzi: l’ex sindaco, esendo stato il suo comune commissariato e lui destituito) di Resana, Loris Mazzorato di cui ho parlato qui, che mi ha fatto l’onore di partecipare, è intervenuto, e, raccontando la sua esperienza a capo del comune, ha raccontato di come il volontariato, e la collaborazione messa in piedi grazie al coordinamento della sua amministrazione abbiano “liberato“ (è il miglior termine che mi viene in mente: nel senso che c’erano già, lui ha solo dato fuoco alle polveri) le migliori energie fra cittadini e imprenditori del suo comprensorio e, grazie a questa gratuità, migliorato le condizioni di vita del paese. Non soltanto perchè i marciapiedi erano stati riparati, perchè il tetto dell’asilo non faceva più entrare acqua, perchè l’illuiminazione del cimitero veniva ripristinata, perchè si è potuto garantire il servizio di assistenza e trasporto a malati ed anziani soli: ma perchè la comunità ha riscoperto la vera ricchezza, quella che deriva dal dono gratuito e dalla disponibilità, libera da egoismi, di vivere tutti per il bene comune, non per il proprio orticello.
Dimostrando, ancora una volta, la totale dissonanza fra denaro e ricchezza: due concetti che troppo facilmente tendiamo ad associare, mentre nulla potrebbe essere più lontano dalla realtà. Certo, se UNO ha tanti soldi in tasca, o a disposizione, viene definito “ricco“: ma la ricchezza è tutta un’altra cosa. Come nel video sopra: se, come gli strumentisti, ci mettiamo insieme, e diamo il nostro contributo individuale, in armonia e sincronismo con gli altri, quello che ne verrà fuori sarà un’opera armoniosa e magnifica che vale molto, ma molto di più della somma dei singoli contributi.
Oggi pomeriggio 23 novembre alle ore 15.30 al Centro Culturale di Resana ci sarà una conferenza dal titolo : Europa sì Europa no e questa sera alle ore 20.30 avranno luogo musiche e danze intitolate: VOLVER , storie di Tango . Vi aspettiamo ! Daniela
Grazie Daniela. Salutami il burbero (ma vero) marito! 😉