Chi sta facendo i presìdi, al freddo, magari sottraendo ore alla famiglia o rinunciando per un po’ al lavoro, merita tutto il nostro rispetto. Anche se non si sa bene chi sia alla base di questo movimento, anche se sembra che non ci sia un progetto organico, strutturato, un piano operativo studiato nei minimi dettagli, dobbiamo riconoscere che, fra
- legge elettorale che non permette di esprimere le preferenze,
- potere sempre più lontano dai cittadini,
- mezzi di informazione totalmente controllati e assserviti al sistema (che, per lo più, è un sistema finalizzato a mantenere lo status quo attuale in difesa della finanza padrona), e
- sistema partitico chiuso,
la protesta in piazza sembra veramente essere rimasta l’ultima spiaggia in questa cosiddetta “democrazia”.
Pertanto il mio consiglio è quello di sostenere questa avanguardia che sta protestando per una Italia migliore, e lo sta facendo anche per noi. Per cui, se possiamo, andiamo a dare man forte; magari per qualche ora soltanto; oppure dimostriamo solidarietà: anche se ci tocca perdere un quarto d’ora, ringraziamoli, anche con gesti concreti. Io ho cominciato a tenere in macchina dei regali: cioccolate, snack, ma anche dei libri (il mio, ovviamente). E ogni volta che li incontro, anzichè lamentarmi del tempo perso, abbasso il finestrino, li ringrazio, e dando loro qualcosa vedo come si illumina il volto di chi vede che il suo sacrificio è riconosciuto e apprezzato anche da chi non sta lì, fisicamente, a protestare.
E, per favore, non facciamo l’errore di pretendere di vedere le cose cambiare dall’oggi al domani: se anche la protesta rientrerà, e l’agenda politica continuerà, come sempre, ignara delle richieste del popolo, a cercare di nascondere le proprie malefatte dietro al siparietto destra sinisra, berlusconi-sì Berlusconi-no, Letta-sì renzi-no, non facciamo l’errore di pensare che sia stato tutto inutile: sarà stato un altro passo avanti nella direzione giusta, verso il risveglio delle coscienze che è sempre più imminente.
Bravo Loriano!
I fenomeni politici ai quali assistiamo oggi e che coll’andare del tempo andranno intensificandosi e moltiplicandosi sempre più, sono segni di qualcosa che verrà. Sono prodromi di una catastrofe generale immancabile.
La Rivoluzione francese porta la data del 1789.
Ma i primi segnali cominciarono a manifestarsi molto tempo prima: ai tempi della monarchia assoluta del Roi Soleil, Luis XIV: un’epoca in cui i “nobili” aspiravano al privilegio di poter essere presenti nella camera da letto del re per assistere al “risveglio” appunto del Re sole.
La rivoluzione ed i suoi effetti durarono poi sino all’epopea napoleonica, alla sconfitta dell’ “empereur” e la restaurazione del Congresso di Vienna 1815.
Chi ha la mente e la coscienza aperta abbia pazienza. Dovrà aspettare ancora un poco prima di poter assistere all’esecuzione dei ricchi banchieri: parassiti, distruttori e depredatori delle nazioni moderne.