La traduzione sbagliata, o perlomeno furviante, di “Alea jacta est” in “Il dado è tratto“, non rende pienamente l’idea della irrevocabilità di una decisione presa e dalla quale non si può tornare indietro. Se si pensa che il significato invece è “Il dado è lanciato“, si capisce meglio la pregnanza storica di quella frase, con la quale Cesare, passando il fiume Rubicone, limite oltre il quale gli eserciti non potevano andare, dichiarava in qualche modo aperta la guerra civile.
Era il 10 Gennaio del 49 a.C. e, con 10 giorni di anticipo rispetto a quella ricorrenza, Beppe Grillo, nel suo discorso di fine anno 2013, ha dato lo slancio, se non proprio alla guerra civile, ad una più decisa ed incisiva azione contro i poteri forti che spadroneggiano nel nostro mondo. Magari mi sbaglierò, ma se prima i temi erano più “soft” come l’ecologia, l’internet per tutti, gli inceneritori, adesso i bersagli indicati sono molto più pregnanti e, lo dico con grande soddisfazione, a mio modesto avviso quelli giusti:
- strapotere delle banche
- strapotere delle elites finanziarie,
- strapotere della BCE,
- strapotere della massoneria;
- ritorno ad una sovranità italiana sia dal punto di vista monetario ma anche alimentare, territoriale, ecc.;
- votazione per decidere se restare o meno entro l’Euro (ricordo che per molto meno, referendum per accettare o meno le misure di austerity, il leader greco Papademos se ne dovette andare per lasciar posto al fantoccio Goldman Sachs di turno, esattamente come avvenne per Berlusconi in Italia pochi giorni dopo, quando dovette lasciare il osto al fantoccio Goldman Sachs Monti);
- rilancio alla grande per le elezioni europee con promessa di vincerle (chi può dire altrettanto?).
Insomma, un discorso che secondo me resterà nella storia. Da ascoltare e meditare: io sottoscrivo tutto.
http://www.youtube.com/watch?v=FhxOrixn5cA