Come scritto anche da altre parti (ad esempio in “Coincidenze confortanti“) l’impegno che da un po’ di tempo a questa parte mi ha preso non è condiviso da tanti fratelli nella fede che ritengono forse presuntuoso l’occuparsi di problemi così grandi e che addirittura si possa cadere nell’eccesso di perdere di vista il valore vero, la ricerca della Vita Eterna. Insomma, l’mportante è pregare, tanto qui siamo di passaggio..
Ho chiesto ad un amico (sempre il solito!) un parere, e ne è venuta una interessante risposta che vi riporto.
(io)
La “preghiera e basta” ben difficilmente può configurarsi come quella tentazione a cui alludi: e, quando lo diventa, il problema non sta nella “quantità di preghiera” ma proprio nel rapporto che si ha con Dio.
Che ci si ostina a vedere come “a proprio servizio”, come Colui che ci “deve” far scendere la manna dal Cielo.
Ma, ripeto: se si deforma in maniera così sostanziale il rapporto col Padre, il problema non è a valle (nella preghiera) ma a monte (nel proprio cuore).
Lo stesso xxxx, poi, possiede e gestisce un ristorante, quindi, conformemente ai propri doveri di stato, oltre a pregare lavora.
Quando lui (e tanti come lui) parlano in quei termini, ci mettono in guardia dall’aspettarci troppo dalle soluzioni umane: visto che è ormai arrivato il tempo in cui quelle stesse soluzioni umane non possono darci più nulla.
Il punto è l’avere consapevolezza oppure no di quelli che sono non semplici “soluzioni umane” ma veri e propri Progetti di Dio.
Che hanno bisogno delle nostre mani, braccia, gambe, spalle, voci, occhi e orecchie: per andare avanti.
Esattamente per il motivo che dicevi tu prima: perché siamo chiamati ad essere compartecipi al Progetto di Dio.
E, addirittura: corredentori. Nel nostro piccolo o piccolissimo.
Il fatto, poi, di “specializzarsi” attiene all’utilizzo dei talenti ed al fatto che ognuno di noi è un essere irripetibile e unico.
Ma, al di là delle differenze individuali, vi è alla fine una grande “macro-specializzazione” che attiene al ruolo che si sceglie e che Dio ci affida durante la battaglia (e questi nostri tempi sono battaglia purissima): se quello di stare sul “monte”, come Mosé, con le mani alzate verso il Cielo o quello di stare “in pianura”, come Giosué, in mezzo alle strida ed ai clangori dello scontro fisico, armi in mano.
Ben consapevoli, però, che quando Mosé -per stanchezza- abbassava le braccia: immancabilmente le sorti della battaglia “in pianura” si spostavano a favore dello schieramento avversario (e dell’Avversario).
Quindi: tra Preghiera ed Azione c’è esattamente lo stesso rapporto che c’è tra Fede ed Ragione.
E’ il primo membro di entrambe le relazioni a “comandare” ed a fare da attivatore e “scatenatore” della piena potenzialità del secondo.
L’ideale sarebbe che in ognuno di noi vi fosse, ugualmente sviluppato, sia un Mosé che un Giosué: ma siccome così non è, ecco che interviene quella macro-specializzazione suddetta.
Il che, in ogni caso, non esime gli uomini di preghiera anche dall’agire e quelli di azione anche dal pregare.
Personalmente, mi ritrovo sempre di più ad essere una sorta di “anfibio”: e mi rendo ogni giorno più conto che la Volontà di Dio per quanto mi riguarda è quella che faccia da “ufficiale di collegamento” tra il monte e la pianura.
Avendo il talento di riuscire a parlare sia la lingua di Mosé che la lingua di Giosué.
Ora vado, la battaglia in pianura mi attende.
Dio ti benedica e San Michele Arcangelo ti protegga
ragazzi(fm-am) spero che non siano 40 ma chi ha dato da mangiare ai nostri fratelli maggiori nel deserto? se verranno giorni che dovremo aspettare la manna dal cielo io a gesu’ glielo detto voglio una pizza ma andranno bene anche le quaglie un nerone le comincio’ un nerone le finira’ e prima sara’ meglio è
E mo’ sì esaggerato, Luigì…nerone…
al massimo: è nù abbronzato!
Poi, assieme all’ “abbronzato”, ci sono anche gli “abbonzati”…
E, a proposito di “abbonzati”: il Dalai Lama viene pure lui a Milano, il 27 e 28 giugno.
Che fa: il verso al Papa?
ragazzi (fm-am) io l’abbronzato l’ho denunciato subito per quello che è e fra un po’ governera’ il mondo(col permesso di dio) quando al dalai-lama non so perche’ lo chiamano santita’ il papa è il rappresentante di dio il dalai-lama rappresenta il nulla con la sua filosofia
ARBEIT MACHT FREI
Molto meglio per uscire dalla caverna che state scavando:
http://www.monasterovirtuale.it/home/i-classici-della-spiritualita-cattolica/la-nube-della-non-conoscenza-2.html
Grazie Roland, per questa perla.
Dove aver letto l’illuminante spiegazione de “l’ottima parte” scelta da Maria, riprendo il passo seguente:
“Questo dico per confutare l’errore di quanti sostengono che non è giusto mettersi a servire Dio nella vita contemplativa, se prima non ci si è assicurati il necessario per il proprio sostentamento. Essi dicono: «Aiutati che Dio ti aiuta». In realtà sparlino di Dio, e lo sanno bene. Infatti, chiunque tu sia ad aver abbandonato con tutta sincerità il mondo per volgerti a Dio, sta’ pur certo che egli ti manderà, indipendentemente dai tuoi sforzi personali, l’una o l’altra di queste due cose: una gran quantità di beni o la forza fisica e la pazienza spirituale per sopportare.
Che importa quale delle due si ottiene? Per il vero contemplativo non c’è alcuna differenza.”
Cari amici e fratelli tutti,
penso che questo sia l’argomento che cercavo.Il lavoro sicuramente nobilita l’uomo,lo diceva anche Giovanni Paolo II,ma questo era una volta.Il problema adesso e che il lavoro serve comunque per “sopravvivere”,ovvio che il tutto non gratifica per nulla,ma comunque a quelli che parlano di rinunciare al lavoro perchè hanno scoperto matrici d’inganno,allora rispondo che anche nella preghiera di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria,che ogni volta che finisce la messa,recito,si chiede alla Madre:
“…e ti consacro la mia anima e il mio corpo,tutte le mie attività e tutto ciò che mi appartiene,senza riserva…”
Anche il peso di fare un lavoro che non ci piace,ma ci fa andare avanti per mantenere la famiglia,Gesù e la Madonna lo guardano con compassione e capiscono che per noi è una croce,come quella che hanno portato gli schiavi Ebrei sotto gli Egiziani,nulla è cambiato se non la consapevolezza di quanto sta succedendo nel mondo,e la consapevolezza che Gesù arriverà a liberarci tutti.
Ciao Stella e benvenuta su questo sito. Mi piace il termine che hai usato: “consapevolezza”. Non speranza, ma consapevolezza.. Hai perfettamente ragione.
Grazie Alberto. 🙂
Ciao Stella anche da me, frequentatrice , benvenuta. E’ stata una grazia trovare una persona come Alberto che parla di realtà di menzogna e realtà di Fede, in un sito.
Un abbraccio in Gesù e Maria
Benvenuta, Stella, anche da parte mia.
Peraltro, il tuo nome è parte di quello di un Progetto che, mio malgrado: mi è stato “assegnato”. E rispetto al quale ho fino ad oggi “temporeggiato” in un modo sì tollerato ma, me ne rendo conto: non voluto da Dio.
Quindi, il tuo ingresso in questa piazza virtuale scegliendo proprio il post “ora et labora”: fa parte delle “concomitanze” significative che rilevo sempre più attorno a me.
E che mi fanno riflettere sulla mia inadempienza, da un lato, e sorridere di gioia, dall’altro.
Un grande abbraccio,
in Gesù e Maria
Ne sono felice.