Nel bellissimo film “Fair Game“ c’è una scena, forse la principale, dove la moglie (Naomi Watts) chiede al marito (Sean Penn): “E tu? Tu hai messo la famiglia, al primo posto, quando hai scritto quell’articolo?” (l’articolo di denuncia della falsità delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, che erano state la scusa per il massacro in Irak).
Un attimo di riflessione e l’ottimo Sean Penn risponde: “Forse hai ragione tu. Forse non avrei dovuto scriverlo. Forse avrei dovuto girarmi dall’altra parte, di fronte alla verità. Questo è quello che fa un bravo americano?”
In questa scena di pochi secondi è rappresentato uno dei dilemmi cruciali della vita di ognuno di noi: scegliere ciò che è giusto, o ciò che ci fa comodo? E attenzione: nessuno, dico nessuno, pensi di potersi tirare fuori da questa situazione. Continuamente, ogni giorno, più volte al giorno, possiamo fare scelte di comodo, o scelte di giustizia e verità (come ho scritto nel post Eroi moderni). Non serve essere ex ambasciatori USA che sanno che le armi di distruzione di massa non esistono; anche nel più umile dei lavori, nella più semplice e ripetitiva delle azioni, siamo chiamati a metterci dentro noi stessi, il nostro cuore, il nostro impegno; oppure, a tirare a campare, a sgattaiolare di fronte alle responsabilità, a scegliere la via più facile e più comoda.
Mi è tornato in mente questo episodio pensando all’imminente udienza in processo dei fratelli Marcianò, quelli che da anni denunciano le scie chimiche dal loro sito Tanjer Enemy. E siccome non possiamo chiamrci fuori, invece di dichiarare “Je suis Charlie“, oggi sarebbe proprio il caso di dichiarare: “Je suis Rosario“.
Copio e incollo da una mail ricevuta dall’amico Corrado Penna.
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David Grassi, da militare si era opposto ad un deliberato atto di inquinamento del mare, allo sversamento di liquidi oleosi inquinanti.
«No, signor capitano, questo non lo possiamo fare. E se lo dovesse fare lei, sappia che ho già fatto delle foto e alcuni filmati che invierò a chi di dovere, anche alla stampa se necessario, per denunciare quello che è successo a bordo».
Era il 23 febbraio 2002 e e per quel suo rifiuto è stato condannato a 15 giorni di arresto, la sua carriera è stata pregiudicata, ed alla fine è stato persino congedato. Dopo 12 anni dil Tar di Genova accoglie parzialmente il suo ricorso, cancellando la sanzione disciplinare ma senza riconoscergli il riconoscimento dei danni subiti.
Simile è la storia di Giuseppe di Bello, che scopre e denuncia l’inquinamento del Lago Petrusillo in Basilicata, che viene sospeso dal servizio per questo suo atto doveroso ed onesto.
In un paese in cui si verificano simili vicende che speranze ha un cittadino onesto di fare valere le sue denunce in campo ambientale? Molto poche evidentemente. Da anni infatti Rosario ed Antonio Marcianò denunciano un tipo di inquinamento senza precedenti dell’aria che respiriamo, causato da un traffico aereo incredibilmente elevato e decisamente particolare. Questa attività li ha resi oggetto di una incredibile serie di articoli di scherno e derisione presenti sul web, alcuni decisamente volgari; ma le denunce dei due fratelli sanremesi contro gli autori di tali articoli non hanno mai avuto seguito.
In maniera ben diversa si è mossa invece la giustizia quando ad essere denunciati per delle presunte diffamazioni sono stati proprio i due fratelli Marcianò, e si è arrivati a diversi rinvii a giudizio, a volte senza che nemmeno venissero ascoltati in fase istruttoria.
Per farsi un’idea della reale situazione basta fare una piccola ricerca su internet e verificare di persona come i presunti diffamatori siano da anni pesantemente diffamati. E mentre minacce, diffmazioni e attività di stalking proseguono impunite da anni ai danni di Rosario ed antonio Marcianò, la polizia postale arriva a sequestrare i loro Personal Computer, cosa mai vista in un caso simile. Da notare come nell’atto che predispone il sequestro dei Pc, i queralanti vengono definti come persone dotate di titoli di studio e competenze specifiche nella materia menzionata, forse un cittadino non si può permettere di contraddire gli esperti?
Il fatto è che i due fratelli di San Remo che ai ai primi di marzo affronteranno due udienze, denunciano dei fatti sui quali a quanto pare vige il segreto di stato, nonché il segreto militare. E se davvero dicessero delle fesserie, come vuole farci credere il potere ed i mass-media ufficiali, come mai un simile spiegamento di forze contro due persone che starebbero “farneticando”? Come giustificare la presenza di insulti ed attacchi personali sul web da una parte, e di un incredibile accanimento giudiziario dall’altra, se non ci fosse del vero nelle loro denunce sulle scie chimiche?
Per un resoconto delle vicende giudiziarie summenzionate vedi i seguenti link
http://www.sanremonews.it/fileadmin/archivio/sanremonews/Provedimento_di_squestro_dei_computer.jpg
http://www.tankerenemy.com/2012/02/la-giustizia-come-bavaglio-dei.html
http://www.tankerenemy.com/2013/10/una-giustizia-senso-unico-i-fratelli.html
http://www.tankerenemy.com/2013/10/da-guttenberg-alla-stampa-serva-del.html
http://straker-61.blogspot.it/2015/01/lanciano-ti-da-una-mano.
La cosa più semplice è voltarsi dall’altra parte e dire: “Tutto va bene signora Marchesa”.
La cosa più difficile è essere veri uomini e dire la verità.
Vero. Specie quando si è in due soltanto: tu e la tua coscienza.