Felicità: uscire dal proprio orticello (Cecilia Galatolo)

Coipo e incollo questa bella riflessione di Cecilia Galatolo, giovane autrice che fra l’altro ho anche intervistato in radio (qui la registrazione della puntata) che, raccontando della sua esperienza universitaria, ci ricorda cosa dà valore, senso e felicità alla nostra vita. Buona lettura

(anche il famoso regista george Lucas ne aveva parlato, vedi sotto, forse in maniera più spiritosa ma il senso era lo stesso: occuparsi degli altri, come dice anche quell’aforisma famoso)

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Pensare ognuno all’orticello suo: credo sia questo il primo motivo della miseria, dei conflitti, dei problemi che ci sono nel mondo. A tutti i livelli. Io penso per la vita mia. Di te – che sei fuori dall’orto – non me ne importa nulla.
Sono vittima anche io di questa mentalità. Lo siamo tutti.

Ho vissuto 5 anni a Roma. Ogni due passi si vedeva un senzatetto vivere in condizioni peggiori del mio gatto.
Cammini vicino a quei poveretti. All’inizio ti commuovi, pian piano inizi a dispiacerti sentendoti impotente. Poi semplicemente ti abitui. Ho la mia giornata, ho le mie cose da fare. Loro sono fuori dai miei impegni. Dal mio orticello.

Poi, un bel giorno, un’amica dell’università dice a te ed altre ragazze:

“Perchè non usciamo domani, in pausa pranzo, portando il pranzo ai barboni? Prepariamo tutte un panino in più, con una bottiglietta d’acqua. Lo diamo ognuna al primo che incontriamo e ci fermiamo un po’ a parlare con lui, con lei”.

Con 5 euro di spesa, ho vissuto una delle esperienze più belle della mia vita. L’abbiamo ripetuta ogni settimana, fino al giorno in cui non ho lasciato la città eterna per tornare nelle Marche e sposarmi. Ma, grazie a quella amica e a quelle persone consociute per strada, ho capito che non è una perdita di tempo uscire dal proprio orticello: è la radice della felicità.

Per questo il diavolo ha tanta cura di anestetizzarci e di farci affogare nell’indifferenza. Cecilia Galatolo.