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Ieri sera a Battaglia Terme (PD) ho rivisto Monia (e l’immancabile Nando) per la sua presentazione dell’ultimo libro, liberarsi dalla ditatura europea, già accennato qui. A costo di ripetermi, devo dire che è bravissima, sia nell’esposizione, scorrevole e accattivante, mai noiosa, sempre interessante, che nella parte di risposta alle domande. La cosa che ogni volta mi stupisce (non è la prima volta che la sento) è la sua incredibile preparazione su … tutto (ormai credo che non esistano argomenti che non conosce o si quali non è preparata! Dall’Islanda all’Ungheria, da una valutazione su banca Etica al ruolo del WTO, nion esiste argomento “ostico”: sempre preparata! Ma come fa? Mah! )

Mi è piaciuta la sua conclusione: la rivoluzione non si fa alla tastiera di un PC: utilissimo, contribuisce a diffondere le informazioni, ma poi il vero cambiamento deve essere dentro di noi. Quindi: spegnete il pc più spesso, e state coi vostri figli e coi vostri vicini. bello (adesso spengo! 😉 )

Altra cosa che mi porto a casa dall’incontro, grazie all’intervento di un partecipante. Se uno è contro la prostituzione (per disparati motivi, religiosi, etici, culturali, ecc., non importa) poi può andare con una prostituta? Certo che no, a meno di non avere uno sdoppiamento della personalità. E se uno è contrario alla schiavitù e al lavoro minorile, può approfittare del risultato di tale lavoro? In teoria no, ma nella realtà lo facciamo tutti i giorni. Come è possibile? Nel primo caso c’è il contatto diretto con chi è schiavo(a), e questo impedisce di “voltarsi dall’altra parte” e far finta di non sapere. Nel secondo uno può far finta di non sapere, e comprare prodotti che solo uno sfruttamento oltre ogni limite di lavoratori, molto spesso ancora bambini, può mantenere a prezzi così bassi.

Per questo bisogna ritornare al contatto diretto, umano, personale, e piantarla con questa globalizzazione disumanizzante.