A volte sale la tentazione di pensare che, di fronte alla vastità delle trame contro l’uomo, la nostra azione possa essere soltanto pura utopia, che tanto non c’è niente da fare: le cose sono sempre andate così, e sempre così andranno. Questa è una vittoria del falsario. Innanzitutto Gesù ha detto che il Regno dei Cieli è vicino, cioè una vita diversa, in armonia, in pace, pienezza, gioia, è possibile, e non è difficile da raggiungere; poi sappiamo tutti l’aforisma: “invece di maledire il buio, accendi un cerino“, e infine, la potenza dell’amore può tutto, come ben rappresentato in questa canzone della Piccola Bottega Baltazar.
Andavo a prenderla. Avanzavo a fatica, zoppicando, con una gamba ingessata, dovevo puntarmi alle stampelle. Nella piazza deser ta, la voce di un amico: “Hey, ma dove vai in quello stato? Ma sei matto?”, ma non mi voltai.
Albeggiava, e una pietra lungo il ciglio segnava mille miglia. Troppa strada ancora da fare, e lei mi stava già aspettando. Con affanno, cominciai a pedalare. Dalle stampelle erano spuntate due ruote, una bicicletta scassata, d’accordo, una Bianchi però! Ma c’avrei fatto una pessima figura.
D’un tratto un motorino tra le mie gambe cominciò a scoppiettare. Minuscolo, però funzionava! A pieni giri sfiorava i venti, ventidue all’ora. Ma sarei arrivato in tempo?
Un colpo di vento, e a uno scatto del mio polso la Ducati Monster fece un balzo nervoso in avanti.
No, non bastava ancora!
Sotto la pioggia, il tachimetro della mia Mustang metallizzata oscillava tra i 170 e i 180.
Sfrecciavo quasi precipitando nell’autostrada che – immensa! – mi si stringeva davanti quasi a inghiottirmi. Mancava poco.
Mi tenni su bello dritto trattenendo con superbia le redini di otto cavalli bianchi. Il sole, alto, faceva scintillare le finiture dorate della carrozza imperiale.
La sua via finalmente, la sua casa. A malapena la mia locomotiva a vapore riuscì a entrare nel viale, fischiando. Le bandiere sventolavano in faccia alla folla accorsa. Circolazione bloccata, traffico in tilt, sindaco e prefetto in persona a protestare! Ma come videro la potenza del mio incrociatore Millennia improvvisarono un discorso di benvenuto.
Non li ascoltai.
Lei alla finestra sorrideva.
Diedi un ordine, i cannoni spararono quaranta colpi a salve. Le vetrate delle case intorno se ne andarono con un allegro tintinnìo.
Lei di lassù mi lanciò un fiore.
Lascia un commento