Anni fa, per lavoro, venni in contatto col mondo della cantieristica (grandi navi da crociera), e mi “scontrai” col problema del taglio della paratìe. In sostanza dovevamo portare in giro per la nave la rete di distribuzione telefonica (3000 derivati), e distribuire i cosiddetti “salami” (gruppi da centinaia di doppini intrecciati) si scontrava con l’esigenza, per tali imbarcazioni, di tenere assolutamente separate e a tenuta stagna i diversi compartimenti della nave. Questo viene fatto per un motivo di sicurezza, in maniera tale che in caso di incidente (acqua, fuoco, gas, ecc.) il danno venga contenuto e non si propaghi per tutta la nave. A volte mi sembra che anche noi umani siamo un po’ fatti “a compartimenti stagni” come le grandi navi: esiste un posto e un momento per essere efficienti, uno per essere spiritosi, uno per essere religiosi e uno per essere di compagnia.
Mi è venuta in mente questa considerazione a seguito di una bella esperienza che ho avuto ieri, alla presentazione a Vigonovo. L’organizzatrice, a mio avviso, aveva messo dentro un po’ troppo: oltre a 4 relatori, anche interventi successivi non in scaletta, veramente troppo, a mio avviso, a tenere seduto un pubblico in una sala oltretutto non condizionata. Ma tutto sommato un bell’incontro, un’occasione da non perdere per continuare a provare a diffondere un po’ di informazione alternativa.
Una volta arrivato sul posto, una bella sorpresa: sarebbe arrivato anche Gustavo Selva, per amicizia con l’organizzatrice. Ora, chi non ha la mia età può anche non sapere chi sia, ma vi assicuro che per chi ha superato gli anta questo è stato un po’ un mito, uno di quelli che hanno fatto la televisione, il giornalismo in particolare. (Fra l’altro dopo, quando al termine del convegno l’ho accompagnato alla sua destinazione, è stato interessantissimo ascoltare i ricordi di questo signore, classe ’26, parlare dei suoi incontri e delle sue conoscenze, da De gasperi a Togliatti, a Nenni, a Tiziano Terzani, per non parlare della frequentazione con Giovanni Paolo II, qualche battuta su Fini, ecc.)
Ma la vera sorpresa è stata quando, invitato a parlare in pubblico (e si è dovuto insistere, lui non voleva), ha parlato della sua esperienza personale di padre che perde un figlio per tumore (il primogenito, 8 anni fa) e di come questa cosa lo abbia riportato ancora di più ai valori veri, allo Spirito, alla percezione della Vita Eterna senza la quale nulla è il nostro passaggio su questa terra. In un convegno di “complottisti” (signoraggio, scie chimiche, informazione controllata, ecc.) mi ha fatto piacere sentire questa testimonianza, anche se sembrava che stonasse un po’, ma mi ha fatto ancora più piacere sentire un paio di interventi successivi, fra cui uno del sindaco, che riprendevano e confermavano quanto detto dall’insigne giornalista, sul valore della morte, che ridà valore e senso e significato alle nostre azioni in questa vita.
Lezione imparata: ogni occasione è buona, e non siamo fatti a compartimenti stagni!
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