Ho trovato questo piacevole scritto e lo ricopio per intero.
Non senza aggiungere, come scritto e detto molte altre volte, ad esempio qui, qui e qui, che siamo tutti disposti ad accettare il significato dei sintomi quando si tratta di cose semplici, dove il rapporto causa-effetto è immediato (ad esempio una scottatura). Ma quando la correlazione diventa più … articolata, preferiamo a) delegare la nostra salute a qualcun altro; b) rinunciare alla comprensione di quello che ci sta capitando, e c) dare la colpa ad una causa esterna (il brutto male, il virus asiatico, le genetica, la sfortuna, ecc.)
CIAO, SONO IL TUO SINTOMO
Ciao, ho molti nomi: dolore al ginocchio, ascesso, mal di stomaco, reumatismo, asma, il muco, influenza, mal di schiena, sciatica, cancro, depressione, mal di testa, tosse, mal di gola, insufficienza renale, diabete, emorroidi… e la lista continua. Mi sono offerto volontario per il peggior lavoro: essere il lettore di te stesso. Non capisci, nessuno mi capisce. Pensi che voglio disturbarti, rovinare i tuoi piani di vita, tutti pensano che voglio rovinare, fare del male, limitarti. E non è così, sarebbe assurdo. Mi dispiace, sto solo cercando di parlarti in una lingua che capisci.
Dimmi una cosa. Andresti a patteggiare coi terroristi, e busseresti alla loro porta con un fiore in mano, e indosseresti una maglietta con il simbolo della “pace” stampato sul retro? No, giusto? Allora perché non capisci che io, il sintomo, non posso essere “sottile” e “leggero” quando ho bisogno di darti un messaggio? Mi odi, ti lamenti di me con tutte le persone, ti lamenti della mia presenza nel tuo corpo, ma non ti dai un minuto per pensare, ragionare e cercare di capire la ragione della mia presenza nel tuo corpo. Dici: “taci“, “vai via“, “ti odio“, “maledetto sia il tempo in cui appari“, e molte frasi che mi fanno sentite impotente per farti capire, ma lo stesso mi tengo stabile e costante, perché devo farti capire il messaggio.
Cosa fai? Mi metti a dormire con delle medicine. Mi dici di starmene zitto coi sedativi, con gli antinfiammatori o con la chemioterapia. Cerchi di farmi rimanere in silenzio, giorno dopo giorno. E sono sorpreso di vedere che a volte preferisci consultare gli indovini in modo che possa “scomparire” dal tuo corpo in un modo “magico“. La mia unica intenzione è quella di darti un messaggio, ma tu vuoi ancora ignorarmi totalmente.
Pensa che sono come la sirena del Titanic, quella che tenta in mille modi di avvertirti che c’è un iceberg davanti, ma non lo capisci e affondi. Spendo ore, settimane, mesi, anni, cercando di salvarti la vita, e invece sostieni che non ti permetto di dormire. Se non mi lasci “camminare in te“, non mi permetti di lavorare in te, ancora continui senza ascoltarmi… Capisci?
Per te, io, il sintomo, sono la malattia. Che assurdo! Non confondere le cose. Io non sono la malattia, io sono il sintomo.
Poi vai dal dottore e paghi per fargli così tante domande, poi spendi del denaro che non hai per comprare i farmaci, solo per farmi stare zitto. Perché mi metti a tacere, quando sono l’unico allarme che sta cercando di salvarti? La malattia “sei tu”, “il tuo stile di vita”, “le tue emozioni contenute”, e nessun dottore su questo pianeta sa come combatterlo. L’unica cosa che fanno è attaccarmi, cioè combattere il sintomo, farmi tacere, farmi sparire. Rendermi invisibile così non mi vedi.
Va bene, se ti senti a disagio a leggere questo, dovrebbe essere qualcosa come un “colpo alla tua intelligenza”. Hai ragione se ti senti frustrato, ma posso gestire il tuo processo molto bene, l’ho capito. In effetti, fa parte del mio lavoro, non c’è bisogno di preoccuparsi.
La buona notizia è che spetta a te non aver più bisogno di me, sei tu che devi analizzare ciò che sto cercando di dirti, quello che sto cercando di prevenire. Quando io, “il sintomo” appaio nella tua vita, non è per salutarti, è per dirti quale emozione contenuta nel tuo corpo dev’essere esaminata e risolta per non ammalarti.
Dovresti chiederti: “Perché questo sintomo è apparso nella mia vita?”, ” Perché questo sintomo sta comparendo ora? Cosa dovrei cambiare in me?” Se lasci queste domande soltanto nella tua mente, le risposte non ti porteranno lontano da quello che è successo da anni. Dovresti anche chiederlo al tuo inconscio, al tuo cuore, alle tue emozioni.
Per favore, quando mi presento nel tuo corpo, prima di cercare un medico per potermi mettere a dormire, pensa a quello che cerco di dirti… Veramente, per una volta nella mia vita, vorrei che il mio eccellente lavoro fosse riconosciuto, perché così me ne adrò più velocemente. Poco a poco scoprirai che quanto più ti analizzi, tanto meno ti visiteró. Ti assicuro che verrà il giorno in cui non mi vedrai né mi sentirai.
Nel raggiungere questo equilibrio e perfezione come osservatore e analizzatore della tua vita, emozioni, reazioni, non avrai bisogno di chiamare un medico o comprare medicine perché diventerai pronto ad assumerti la responsabilità delle tue creazioni. Non ti sentirai più come una vittima, e prenderai il controllo della tua vita.
Smettila di mostrarmi ai tuoi amici e alla tua famiglia come se fossi un trofeo, facendomi male. Sembra che pensi io sia un tesoro, di cui non vuoi mai più congedarti. Ti prego di essere consapevole, riflettere e agire, così farò prima e mi allontanerò dalla tua vita!
Con affetto. IL SINTOMO.
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