A cena con persone che non conoscevo, all’interno di un gruppo di persone interessanti “spiccava” in negativo un tizio particolarmente rassegnato, quasi triste. Così, nel corso della serata, questo dice che non andrà a votare ai referendum perchè non ha mai votato e non voterà mai, tanto non cambierà mai nulla; critica ad esempio Grillo (fra i tanti) e dice che non serve a niente prendersela con questo o quello, e via di seguito.
Siccome l’atteggiamento era particolarmente mogio, io che sono un deciso rompiscatole provo a stuzzicarlo e domandargli qualcosa: così viene fuori che vive ancora coi genitori; ha avuto una ragazza ma poi si sono lasciati perchè lui non si vede in prospettiva impegnato in una relazione duratura; ovviamente non solo non ha figli ma non ha la benchè minima intenzione di averne; ha un lavoro ma si capisce che “gli tocca”: non c’è nessuna luce nel suo sguardo, nessun argomento che lo accenda, neanche i classici del calcio o delle belle donne; parla guardando in basso, non ti guarda quasi mai negli occhi e non si riesce a trovare nulla che lo “accenda”.
Non ho potuto fare a meno di pensare: “Questo è il prototipo dell’uomo batteria rappresentato nel film Matrix!”: un essere cioè la cui vita ha l’unico scopo di produrre energia per il sistema; un sistema di cui lui non ha conoscenza e che lo utilizza fintanto che ne ha bisogno, poi lo butterà via; un sistema che ha bisogno di persone rassegnate, che non hanno nessuna aspirazione se non quella di di arrivare a fine giornata, a fine settimana, di farsi riempire la testa di consigli per gli acquisti e di versare il frutto del loro lavoro nel sistema stesso, sotto forma di tasse e accise, carburante, vaccini e medicine, gadgets e (falsi) ritrovati per la felicità, siano essi dentifrici per denti più bianchi o bibite gassate che ti faranno sentire giovane, bello e cercato dalle donne.
Tanti sono caduti nella trappola, incapaci anche di rendersi conto del loro stato di rassegnazione, tanti hanno abbandonato la ricerca di una vera ragione per vivere, uno scopo per cui Dio ci ha messo in questo mondo, tuanti, per citare ancora una volta De Mello, hanno dimenticato di essere aquile e, credendosi polli, si accontentano di razzolare nel fango per cercare qualche verme.
Ecco perchè è bene ricordare l’etimologia della parola entusiasmo:
La parola entusiamo tra origine dalla radice greca thus- (in sanscrito dhu-), da cui il verbo greco enthousiazein , cioè essere inspirato, essere appassionato, avere un afflato verso qualcosa o verso qualcuno. La radice thu- aveva un’accezione ancora più marcata: indicava una sorta di furore, di impeto, di slancio, addirittura di delirio sacro…(da cui il greco thuas=baccante).
Un’altra etimologia della parola entusiasmo possiamo attribuirla al greco enthus o en-theos, cioè avere un dio dentro, essere invasato, essere ispirato da una forza esterna irresistibile…
Ancora una volta: togliamo Dio dalla nostra vita, e cosa rimane? Nulla, tutt’al più delle Duracell utili solo fino a che non sono scariche…
Dai sei troppo giusto !!! Bravo Kisssssssssss
Secondo me l’uomo batteria invece sei tu ovvero iò che rappresenta il 99% di persone che vivono in questo mondo e quelle che lo stanno portando alla sua fine..
Una persona rassegnata come quella che hai descritto significa che ha semplicemente capito tutto e sta combattendo involontariamente contro il sistema, ha la piena coscienza di ciò che ha attorno e non si lascia fregare dalle solite cazzate inculcate dalla società, cose che hai persino elencato tu e indicato come assenti in lui..
Non vota perchè ha capito che a decidere sono sempre altri, non vuole avere figli perchè destinati a morire come tutti e rifiuta rapporti duraturi perchè (restando in tema) tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, lavora solo perchè è il sistema a volerlo e non si lascia influenzare da argomenti tipici dello schiavo medio quali calcio e donne. Credo che invece di criticare dovresti imparare da lui ad aprire gli occhi.
Caspita! Un programma che fa venir voglia di vivere, non c’è che dire!
Alberto ha solo descritto, intelligentemente, questo caso, che ho vissuto in prima persona tra l’altro. Bisogna vivere, io non so se lei, eletto, creda in Dio, ma vivere l’amore predicato da Cristo è qualcosa che non rilascia soddisfazione più grande. Una famiglia, un lavoro, dei figli, dilettarsi nella sapienza, nella conoscenza, nella scienza e nell’intelligenza. Vivere nello spirito, con lodi ed adorazione verso il Creatore, o semplicemente andare a pescare alle prime luci dell’alba, farsi una partita a calcetto con amici, una bella nuotata, fantasticare sotto il cielo stellato la notte o guardando le nuvole di giorno. E’ bene vivere, anche facendo le stesse cose di prima, ma con gli occhi aperti. Alberto non ha semplicemente criticato un povero depresso, ma ha sfruttato questi per rispondere a chi sta come lui, per aiutarli a ritovare il coraggio e la forza di vivere. Eletto, non sia così duro nel giudicare. Alberto, complimenti per l’articolo.
Ci sono andato pesante, lo ammetto, ma mi era servito estremizzare per far capire il concetto.
Comunque la reazione è stata aggressiva: benissimo, significa che la rassegnazione non ha preso il sopravvento!
Lei parla di illusioni, ci ragioni un po sopra.
La forza di vivere viene quando si prende tutto con superficialità, quando non si da peso al proprio destino, probabilmente lei crede in dio, una buona scusa per non accettare la triste realtà.
Qui la cosa che forse non avete colto è un’altra, voi pensate che vivere come state facendo sia la cosa giusta e criticate chi lo fa diversamente, imparate ad accettare le esistenze altrui e anzi cercate di comprenderle e capirle se ci riuscite.
La nota è stata sicuramente “forzata” per sottolineare il concetto. Nonostante questo non capisco il commento: “La forza di vivere viene quando si prende tutto con superficalità”, per me è esattamente il contrario. Inoltre non credo che la realtà sia triste, ma credo anzi che la realtà sia resa triste dai servitori, consapevoli o inconsapevoli, del demonio.
Per quanto riguarda accettare il modo di vivere degli altri nessun problema, se li vedo contenti. Quando colgo una tristezza di fondo, se permette, oso affermare che c’è qualcosa che non va.
Grazie del suo commento.
Con “superficalità” non intendo il concetto negativo della parola che può essere mal interpretato, ma intendo la persona che ad esempio pensa raramente alla morte cioè al suo obiettivo finale e distoglie spesso il pensiero rimandando il discorso a data da destinarsi.. Quindi vive tranquilla senza approfondire la conoscenza del proprio essere di ciò che realmente è, si costruisce un futuro magari faticando, si batte per un qualcosa che non durerà e sparirà con lui.
Bello! Vivere leggeri, sapendo che non c’è nulla di cui preoccuparsi…. in questo ti seguo pienamente!
Ma l’effetto delle nostre azioni non sparirà!
@ eletto:
Caro Amico,
pensare alla morte significa non averci (ancora) pensato abbastanza da comprendere che si tratta solo di un passaggio obbligato, del quale è perfettamente inutile aver reverenza o timore.
Chiedersi perché siamo qui, adesso, può invece servire a renderci conto che l’unico fine possibile per un vivente, cosciente di esserlo qui, ed ora, è difendere questo luogo da chi lo vuole assoggettare e deformare secondo i propri personali desiderata, cercare di lasciarlo migliore di come lo si è trovato, anche coinvolgendo altri viventi in questo impegno.
Rifletti: non abbiamo chiesto di venire qui, non ci sono state fornite istruzioni per l’uso del creato, che, per la nostra limitata comprensione, è, e resta, un dato di fatto; siamo obbligati a toglierci di mezzo con poco o punto preavviso (se abbiamo fortuna), e comunque senza un nostro preventivo consenso: situazione che mi ricorda piuttosto un trattamento coercitivo come una punizione; quindi non si tratta di un paradiso, forse un purgatorio, o, meglio, un inferno cui si è condannati senza spiegazione e senza definizione di pena. In un’ottica cosmica siamo qualcosa di talmente insignificante da poter trarre rilievo solo dalla cura prestata all’ambiente nel quale siano stati precipitati.
(Grazie dell’ospitalità)
CHI SREBBE QUESTO UOMO BATTERIA..
MANDERò COPRRENTE CONTINUA