nipoti

  • Premessa #1: i miei genitori (170 anni in due) stanno conoscendo (e testimoniando) una bellissima vecchiaia, serena, in armonia, in pace con Dio e col mondo;
  • Premessa #2: coi loro numerosi nipoti (una ventina circa) hanno a volte un “sacro fuoco” nel trasmettere la fede che però usa (a mio avviso) leve sbagliate, riscontrando un pochino di freddezza o di educato e formale assenso, ma niente di più.
  • Premessa #3: per i ritrovi di Natale questa scenetta di vago “dialogo fra sordi” si è ripetuta.

Così ho pensato a scrivere una letterina. Siccome non se la sono presa, anzi gli è piaciuta, la ripubblico qui, sperando che possa essere d’aiuto a tutti quei nonni e genitori che soffrono (eh sì cari figli, che voi ci crediate o no, soffrono) perchè questi “non vanno a messa“.

(PS: ancora una volta grazia a Don Romeo, sempre più ispiratore ispirato.)

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Ciao cari genitori, è stato un vero piacere vedervi il giorno di Natale e vedere come gli anni che passano non intaccano la vostra serenità, il vostro stare insieme, la vostra gioia e pace interiore: siete un esempio che fa venire voglia di invecchiare!
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Forse la più bella testimonianza la date così, con il vostro essere sereni, con il vostro stare insieme, con la serenità che emana l’ambiente che create intorno a voi.
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Capisco il vostro (soprattutto della mamma) sacro fuoco: se le persone si appassionano a cose di molto minore importanza come un cibo, una musica o una squadra di calcio, a ben maggior ragione ha diritto alla passione chi trova la Fonte della Felicità, Vita, Sapienza!
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Peccato che i nipoti, chi più chi meno, stiano vivendo una fase della loro vita in cui le priorità più urgenti sono diverse;  loro infatti si domandano:
  • “Ci sarà un posto anche per me in questo mondo? 
  • Sarò adatto a questa vita, o sono inadatto, e non mi vorrà nessuno? 
  • Ci sarà qualcuno che mi accetta, o dovrò combattere per dimostrarmi sempre all’altezza della situazione?” 
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e così faticano a capire quello che vedono solo come un aspetto esteriore, che per voi, per chi ha raggiunto saggezza e maturità con gli anni vissuti, è invece logica conseguenza, “l’andare a messa“.
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Forse, ricordando come eravamo noi a 20 anni, potremmo capire che quello che manca a loro è più che un un Dio che chiede che siano rispettati i precetti,
  • è un Dio che li accetta per come sono,
  • che ha così tanto da donare che nulla e nessuno può meritarselo,
  • che non ha esitato a dare la propria vita fra le sofferenze per degli ingrati come noi,
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e lo rifarebbe ogni giorno, perchè ci ama di un amore intimo, tenero, personale, incondizionato. Un amore così al quale nessuno può resistere, anche perchè non ne esiste uno simile, a questo mondo, e grazie a Lui tutto il resto diventa facile, semplice, perchè secondario, accessorio.
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E dall’alto della vostra età e della vostra esperienza, semplicemente, potete trasmettere questa fiducia meglio di chiunque altro, a testimonianza dell’aiuto incessante e sovrabbondante che Dio non fa mancare a chi si fida di Lui.
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Grazie di testimoniare sempre così la vostra (e nostra) fede.