Alla presentazione/catechesi/incontro di preghiera/concerto (non so come definirlo: li metto tutti per non sbagliare) con “don” Paolo Spoladore, a Conegliano ieri, sono emersi diversi elementi degni di nota, di spunto e di riflessione (c’era di che dubitarne?). Uno in particolare voglio citare, perchè mi ha fatto tornare alla mente un’intervista a Bruce Lipton (vedi sotto) che da parecchio tempo volevo mettere e commentare, ma non mi ero mai deciso. Così, stamattina, me la sono riguardata, e la ripubblico qui, invitandovi a vederla.
Cosa ha detto il “donpa” che mi ha risvegliato l’attenzione e mi ha fatto tornare alla mente Bruce Lipton? Ha parlato di dialogo interiore, come di quella cosa che noi tutti dobbiamo imparare a riconoscere e modificare se vogliamo cambiare qualcosa nella nostra vita. Il dialogo interiore è frutto di una sorta di imprinting che avviene in buona parte, anche se non solo, nei primi anni di vita, e che ci accompagna in maniera sub-cosciente per tutta la vita, influenzandoci e (il più delle volte) impedendoci di vivere pienamente liberi, aperti alle mille e mille opportunità che la Vita (Dio) ci offre. La cosa che mi ha fatto tornare alla mente Lipton è stata l’esplicita affermazione che i nostri pensieri, il nostro dialogo interiore, produce una chimica che influenza la biologia delle nostre cellule, dei nostri organi, del nostro corpo, una chimica alla quale siamo un pochino “assuefatti” o peggio “drogati“, e che ci porta a ripercorrere sempre gli stessi sentieri, a commettere gli stessi errori, a stare negli stessi pregiudizi, forse proprio perchè ci sentiamo a casa, a nostro agio anche in situazioni che, seppur spiacevoli, sono conosciute. Ecco perchè ricadiamo sempre negli stessi errori, continuiamo nella cattive abitudini, e non cresciamo mai.
Nell’intervista di Lipton ci sono numerosi spunti interessanti. Innanzitutto la sua scoperta iniziale (anni ’60), quando si accorse che cellule identiche evolvevano in tessuti diversi, a seconda dell’ambiente in cui erano poste, a completa smentita della predestinazione genetica (che genera anche una sorte di vittimismo e rassegnazione, molto in linea col luteranesimo o calvinismo protestanti). Ma poi la parte più interessante riguarda l’estensione di queste scoperte all’essere umano, dove l’ambiente in cui crescono le nostre cellule, il corpo, viene influenzato dai nostri pensieri (il nostro dialogo interiore), e via via, crescendo, l’umanità, un enorme organismo unico, che se non trova il modo di crescere e vivere in armonia è come un organismo assalito da malattie cosiddette “autoimmuni“, in cui le cellule si combattono fra loro, anzichè collaborare armoniosamente per far prosperare l’organismo.
Da sottolineare anche la sua posizione anti-darwinista: l’evoluzione non deriva dal prevalere di un individuo rispetto agli altri, e sulle caratteristiche di quel singolo individuo deriverà la nuova specie; ma la vera evoluzione sta nella capacità di unione, di armonia e di cooperazione fra più individui che si mettono insieme, così come più organismi unicellulari si sono evoluti non per contrapposizione fra di loro ma grazie all’unione in organismi più complessi.
Insomma, una bella intervista da gustarsi per queste vacanze di Natale (e per fare anche un po’ di ripasso di inglese).
[…] finito di leggere “La biologia delle credenze” di Bruce Lipton: (ne avevo parlato già qui e qui) avevo visto diversi suoi video e interviste, come quello riportato sopra, ma alcuni passaggi […]
Interessantissimo,mi dai qualche riferimento bibliografico per approfondire?
[…] da una bella conferenza del biologo Bruce Lipton, già trattato in queste pagine (ad esempio qui e qui). Non ho trovato la versione in italiano, ma in sostanza lo sviluppo del ragionamento è il […]