Quindi la sentenza riguardo alla morte del militare, avvenuta dopo 12 ore dal vaccino, stabilisce:
- che c’è stato un rapporto di causa ed effetto;
- ma non c’è alcun colpevole.
Quindi abbiamo scoperto che in Italia si può “distribuire” le responsabilità lungo una lunghissima catena di deleghe e comandoo (dal ministro della sanità-> alle USL -> alle caserme -> al medico vaccinatore) senza che nessuno sia ritenuto responsabile.
Bello no?
In questo modo puoi anche fare un genocidio, ma non c’è alcun colpevole:
tutti potranno sempre e solo dire: “io obbedivo agli ordini”.
Ma la cosa più importante è forse quella, passata un po’ sottotraccia, dove i giudici scrivono la vera causa della morte:
“Il decesso è ascrivibile alla risposta individuale al vaccino, risposta indootta da uno stato di sensibilizzazione al SarsCov2, contratto (precedentemente) in via asintomatica”
Prima conclusione
(quella che fa comodo a chi vuole scagionare, ai giudici che non se la sentono di mettere alla sbarra il ministro della sanità):
- è colpa tua se sei morto! Sei morto a causa della tua risposta individuale, infatti tanti altri non sono morti.
Seconda conclusione
(quella che terremo presente per la propssima volta):
- Visto che essere stati infettati, anche se in via asintomatica, può indurre una risposta mortale, perchè non avete imposto il controllo di positività prima di vaccinare, nonostante tutti sanno che chi ha contratto una malattia, entrando in contatto con il presunto patogeno (cioè il “virus”) non serve che si vaccini? Anzi, perchè avete insistito che dovevano vaccinarsi anche quelli che avevano avuto la malattia, anche in forma manifesta, e non soltanto asintomatica?
Integrazioni
1. CASO PATERNò
«Morì di vaccino»: sentenza e condanna a morte di Stato, di Andrea Zambrano per La Nuova Bussola Quotidiana, 23 ottobre 2023
Il tribunale di Catania ha archiviato le accuse contro Astrazeneca e i sanitari che iniettarono il vaccino al marinaio Stefano Paternò, morto 12 ore dopo l’inoculo. Nessun colpevole, ma la sentenza, pur vergognosa, conferma che la morte avvenne per colpa del vaccino.
Con l’archiviazione del gip del tribunale di Siracusa avvenuta nei giorni scorsi nei confronti dell’ad di Astrazeneca e dei sanitari che somministrarono il vaccino al marinaio Stefano Paternò, si conclude uno dei casi più eclatanti finora approdati davanti a un tribunale italiano per morti da vaccino. La vicenda fece scalpore: Paternò, che aveva 43 anni ed era militare di Marina, morì l’8 marzo 2021, appena 12 ore dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca per sindrome da distress respiratorio acuto.
Nel corso delle indagini venne appurato dalla stessa Procura che l’uomo aveva avuto il covid in forma asintomatica ed era pertanto un guarito. Ma la Procura riuscì ad accertare che la morte di Paternò avvenne proprio in conseguenza del vaccino tanto che la stessa pm scrisse che la sua morte a causa dell’inoculo si poteva sostenere con «ragionevole certezza».
Ma tutto questo non è stato sufficiente per arrivare alla condanna di un responsabile, tanto che poi è stato lo stesso pm a chiedere l’archiviazione del caso.
E questo era ampiamente previsto. Non lo poteva essere la casa produttrice, che pure ha potuto dimostrare di aver ottenuto una salvaguardia, da contratto, sulla quale lo Stato italiano si è assunta ogni tipo di responsabilità in capo al produttore e non lo possono essere i sanitari perché blindati da uno scudo penale che rappresenta una cornice invalicabile per la ricerca delle responsabilità. Quindi non può averla nemmeno lo Stato, che scaricando la responsabilità sui poveri cittadini, di fatto ha lasciato a loro l’onere della prova, la vita sul campo e il peso di doverlo dimostrare.
Ne consegue, volendo tirare le somme, che i danneggiati da vaccino che sono morti a causa dell’iniezione, firmando la liberatoria all’inoculo, estorta attraverso la perversa minaccia della perdita del lavoro e della vita sociale, è stata di fatto la loro condanna a morte.
Si tratta da un lato di una lettura vergognosa degli eventi perché con questa decisione si afferma sostanzialmente che il fatto è avvenuto, cioè la morte da vaccino, ma nessuno ne è responsabile. In questa fatalità strisciante sta tutta la sconfitta di una giustizia che ancora non vuole rischiare di andare a cozzare contro lo scoglio della violazione dei principi costituzionali, messa al riparo grazie allo stesso “diktat” del presidente Mattarella, il quale, nell’istituire la commissione bicamerale covid, aveva escluso proprio le indagini sulla correttezza costituzionale della vaccinazione di massa imposta dal raggio d’azione dell’indagine.
Ma se da un lato offende il dolore delle vittime, che si sono fidate di uno Stato che poi ha detto loro “arrangiatevi”, pagando lo scotto più alto, dall’altro ci indica che una verità c’è.
Di vaccino si muore e questo è scritto nero su bianco nel dispositivo del giudice. Quella che è stata per tempo la verità indicibile e il tabù di una campagna improntata alla violenza verbale e alla criminalizzazione dei dissidenti, appare ora, con il bollo di un tribunale italiano, una verità quasi candida, nella sua semplicità.
Di vaccino si muore e fortunatamente nel caso di Paternò questo si è potuto dimostrare, così, almeno – è una consolazione ma non un risarcimento – i suoi famigliari potranno almeno sperare nell’avvio di una pratica di indennizzo. Non restituirà il marinaio ai suoi cari, ma almeno potrà lenire seppur in modestissima misura, le sofferenze patite di veder partire dall’oggi al domani un papà di famiglia e marito che era sano come un pesce e che dal covid non avrebbe potuto temere nulla, dato che lo aveva già sconfitto senza saperlo.
Ma affermando questa verità, almeno si afferma un principio che da ora in avanti sarà sacrosanto. Conclusa la vicenda Paternò, restano sul campo migliaia di malori, invalidità e decessi collegati al vaccino sui quali ora non si potrà più fare finta di niente. Ora che un tribunale ha affermato che il vaccino uccide, potranno essere molti altri i tribunali che saranno costretti ad affermare questa semplice verità.
E nel conto delle cause che oggi sono pendenti in tribunale, potrebbe rappresentare uno tsunami perché di casi come quello di Paternò sono pieni gli studi legali. Non servirà magari a condannare nessuno, ma potrebbe mettere una parola definitiva sulla più vergognosa operazione di privazione della libertà e di inganno di massa che dai tempi della Seconda Guerra mondiale è stata fatta ai cittadini italiani.
Riferimento:
https://lanuovabq.it/it/mori-di-vaccino-sentenza-e-condanna-a-morte-di-stato
Breve commento
Purtroppo è solo la punta di un iceberg della mafia vaccinale globale in combutta con lo stato italiano, vedasi i prossimi punti.
2. Vaccino Covid, il sindacato di polizia Cosap denuncia: “50mila danneggiati da reazioni avverse”
Il sindacato di polizia parla di 50.000 danneggiati tra agenti e appartenenti ai corpi militari. In tanti hanno fatto causa di servizio, chi lamenta invece problemi di salute legati alla vaccinazione lasciato a casa, riformato e pensione ridotta al minimo
31 Marzo 2023
Problema danneggiati dal vaccino anti-Covid anche tra le forze dell’ordine. È un sindacato di polizia, il Cosap di Torino a riferirlo e ad allarmare sulla presenza di quarantenni “ridotti a svolgere con immensa fatica le mansioni di sempre. Hanno problemi cardiovascolari, neurologici, pressione alle stelle, faticano a respirare”. Sono questi i sintomi di cui sono vittime diverse forze dell’ordine, anch’esse sottoposte ad obbligo vaccinale. In molti casi si tratta di danni, conseguenza di vaccinazioni fatte su persone guarite dal Covid.
Covid, sindacato di polizia Cosap: 50mila danneggiati dopo il vaccino
Guardia di finanza, vigili del fuoco e componenti delle forze armate in Italia. Buona parte danneggiati dal vaccino per il Covid, di cui prende le difese il sindacalista Luca Cellamare che spiega: “Evitando di fare le anamnesi, hanno attentato ai corpi militari dello Stato. Iniziarono a somministrare le dosi in caserma, ma quando si accorsero delle prime morti sospette, correlate alla vaccinazione, i medici militari si spaventarono perché non hanno lo scudo penale e, in barba ai protocollli imposti dalla commissione Scanu, hanno mandato tutti a vaccinarsi negli hub”.
Lì “non veniva fatta l’anamnesi, non eri indirizzato a un medico competente per la dovuta visita e se un collega si rifiutava di dare il braccio perché guarito dal Covid, veniva sospeso”. Alcuni di questi già guariti e nero su bianco, in malattia senza motivo. Presto “senza salute, né lavoro, né pensione”, come dichiara sommessamente Massimo. Sono tante le testimonianze raccolte di chi denuncia gravi danni da vaccino. Già guariti ma di cui l’Aifa in particolare con l’ex dg Nicola Magrini non prestava molta attenzione, ma anzi, si lamentava dicendo di avere la mail “intasata” da richieste che “non sono fondate né dal punto di vista regolatorio né dal punto di vista scientifico”.
10mila forze dell’ordine con problemi invalidanti dopo il vaccino Covid
Cellamare spiega quali sono i numeri tra le forze dell’ordine che hanno subito gravi danni dopo il vaccino Covid: “Saranno decine di migliaia, tra poliziotti, carabinieri eguardia di finanza. La maggior parte di loro si è vaccinata, ma invece di segnalare eventi avversi, fa la causa di servizio per malattia. Nel giro di due, tre anni, quando verrà riconosciuta proprio perché contratta nell’adempimento del dovere, significherà almeno 200 euro in più al mese di pensione”.
Ma è un risarcimento minimo considerato che a venirne meno è il lavoro e la salute. Nel caso in cui venissero lamentati problemi di salute legati alla vaccinazione, se si dichiarano malattie croniche invalidanti, ecco l’umiliazione che subisce l’agente: lasciato a casa, riformato e pensione ridotta al minimo.
Riferimento:
https://www.ilgiornaleditalia.it/news/salute/471331/vaccino-covid-sindacato-cosap-50mila-danneggiati-reazioni-avverse.html
PS continuazione nel prossimo post
Grazie!
@Ing Alberto Medici
1. Figurati, piacere mio!
Comunque, a titolo di cronaca, tranne il primo articolo del primo post ( «Morì di vaccino»: sentenza e condanna a morte di Stato, di Andrea Zambrano ) , tutto il resto te lo avveo già segnalato tramite apposita email più di qualche giorno fa.
2. Domanda: l’hai vista la picconata a dir poco erculea alla banda di assassini…. che hanno da pochi giorni lanciato in Italia?
L’ho riportata in un post della sezione commenti a questo tuo recente articolo:
https://www.ingannati.it/2023/10/23/dalla-nuova-zelanda-una-picconata-alla-banda-di-assassini/
3. “Il Milite Ignaro
Il calvario di Francesco (e di altre centinaia di migliaia di soldati come lui), di cui bisogna tacere”
di Pietro Ratto
ttraverso questo libro, l’autore da voce a chi ne ha poca, molto spesso, affatto. Un capolavoro che fa Luce sull’oscurità. Per sapere e non dimenticare.
Storie di uomini e donne al servizio dello Stato.
Uno Stato che non ha trovato modo migliore di “ricompensarli” che ingaggiar contro di loro avvocati scaltri e capaci di accusarli di ciò che non hanno commesso. E di negar loro un risarcimento per tutto ciò che hanno perduto.
In nome della Patria.
Riferimento:
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__il-milite-ignaro-libro.php#recensioni
Migliore recensione:
“Valutazione: 4 / 5 Agghiacciante!
La considerazione in cui viene tenuta la vita umana dai boiardi di stato militari, sanitari, politici e magistratura sono tutti complici di questi crimini e del loro insabbiamento consiglio la lettura a tutti quelli che pensano che i vaccini siano utili e vengano prodotti per la nostra salute ”
4. “In principio era l’uranio impoverito….”
di Alberto Scarpitta ( nato a Padova 1955 ) ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, per Analisi Difesa,, 28 Settembre 2017
Nello scorso mese di luglio è stata resa pubblica la relazione finale della IV Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito, uno studio autorevole che ha fatto ulteriormente chiarezza sulle cause di un fenomeno che ha colpito migliaia di soldati italiani negli ultimi vent’anni.
All’inizio del nuovo millennio, infatti, tra i nostri militari che avevano prestato servizio nelle missioni balcaniche, in Bosnia e nel Kosovo, si era verificato un improvviso aumento di casi di linfoma di Hodgkin, tale da far prevedere un collegamento tra l’insorgere della malattia e l’attività prestata in teatro.
Gravemente sospetta era apparsa la presenta in quei territori di residui di uranio impoverito che, sotto forma di aerosol con particelle micro polverizzare trasportabili dal vento anche a grande distanza, erano suscettibili di entrare nell’organismo per inalazione o ingestione attraverso alimenti contaminati.
Dopo non poche polemiche, non sempre prettamente scientifiche, venne varata la Commissione Mandelli, incaricata dal Ministero della Difesa di far luce sul fenomeno ed individuarne le cause scatenanti.
La commissione terminò i propri lavori nel 2004 senza accertare un nesso diretto ed incontrovertibile tra l’esposizione potenziale all’uranio impoverito e l’insorgenza dei linfomi, ma raccomandando un’ulteriore fase di studio che monitorasse l’evoluzione del fenomeno.
Ne nacque, su indicazioni della Difesa, il Progetto SIGNUM, acronimo per Studio di Impatto Genotossico Nelle Unità Militari, destinato a coinvolgere su base volontaria 982 militari impiegati nella missione “Antica Babilonia” in Iraq, dove le forze statunitensi avevano fatto largo uso di munizionamento contenente uranio impoverito.
Lo studio prevedeva la raccolta di informazioni dettagliate sulla possibile esposizione dei militari oggetto dell’indagine all’uranio impoverito e ad altri metalli pesanti mediante l’esame di campioni biologici (urine, sangue e capelli) effettuato prima e dopo la missione, per un periodo significativamente lungo (quasi otto anni).
Lo scopo era chiaramente quello di porre in essere una sorveglianza clinica ed epidemiologica protratta nel tempo, per accertare l’insorgenza di fenomeni a lungo termine.
Lo studio prendeva inoltre in considerazione altri fattori potenziali di rischio quali le condizioni ambientali e climatiche presenti nelle basi italiane di “White Horse” e “Camp Mittica”, gli stili di vita, la dieta, il fumo ed altre condizioni tendenzialmente pericolose, inclusa, per la prima volta, la somministrazione dei vaccini.
Il rapporto finale del progetto, redatto dal Comitato Scientifico costituito da 14 esperti di fama provenienti dagli staff medici delle università di Pisa, Genova e Roma, giunge già nel 2010 a conclusioni sorprendenti.
Nei soldati monitorati la quantità di uranio impoverito presente nel sangue e nelle urine non risultava aumentata al termine della missione, ma diminuita.
Erano invece aumentati i livelli di cadmio e nichel, notoriamente cancerogeni, ed ara cresciuto il danno ossidativo sul dna dei linfociti, cioè delle cellule del sistema immunitario, in particolare tra i soggetti che svolgevano intesa attività all’esterno ed avevano subito 5 o più vaccinazioni. I monitoraggi ambientali escludevano invece contaminazioni significative dovute ad uranio e l’esposizione ad altri specifici inquinanti genotossici.
L’attenzione sui vaccini
L’uranio impoverito, il grande accusato dei Balcani, cessava di essere il principale responsabile delle malattie sviluppate tra tanti soldati italiani e di un numero tristemente crescente di decessi.
Il Comitato Scientifico di Signum si concentrava invece sui vaccini, osservando una chiara correlazione tra le alterazioni ossidative del DNA ed il numero di vaccinazioni effettuate a partire dal 2003.
La differenza più eclatante si registrava infatti tra i 742 soggetti che avevano ricevuto un massimo di quattro vaccinazioni e quanti, un centinaio, ne avevano praticato un numero superiore, fino ad otto e somministrate talvolta anche in rapida successione. Per questi ultimi il differenziale di alterazioni ossidative era significativamente più elevato.
In particolare risultava sotto accusa il vaccino trivalente vivo attenuato Mrp (morbillo parotite rosolia) suscettibile di compromettere le cellule del nostro sistema immunitario incaricate di aggredire ed eliminare gli agenti patogeni esterni.
Profilassi massicce, stress psico-fisico e forte irraggiamento solare venivano pertanto individuati quali probabili concause di linfomi e neoplasie.
Sulla base di queste conclusioni, per certi versi inaspettate e spiazzanti, si costituì con delibera del Senato del 16 marzo 2010 una nuova Commissione Parlamentare di Inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che avevano colpito il personale italiano impiegato all’estero. Di fronte a questa il professor Franco Nobile, oncologo direttore del Centro prevenzione della lega contro i tumori di Siena, rese noti gli esiti di uno studio condotto su 600 militari del 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore” reduci da missioni internazionali.
Le risultante confermavano quanto emerso dal Progetto Signum, evidenziando la possibilità che pratiche vaccinali particolari, massicce e ravvicinate potessero comportare una “disorganizzazione del sistema immunitario”, suscettibile a sua volta di concorrere alla manifestazione di gravi patologie autoimmuni, quali tiroidite, sclerosi multipla, eritema nodoso, lupus, artrite reumatoide, diabete e, secondo taluni studi, leucemie e linfomi.
Sotto accusa erano soprattutto le modalità di somministrazione vaccinale, con un nesso sempre più evidente tra vaccinazioni ravvicinate e abbassamento delle difese immunitarie, ed il loro stesso contenuto, che evidenziava la presenza di metalli pesanti quali alluminio e mercurio, senz’altro cancerogeni, utilizzati in alcuni tipi di vaccini come eccipienti e conservanti per migliorarne l’effetto.
Il ruolo dei vaccini risulterebbe suffragato soprattutto dall’insorgenza di numerosi casi di malattie in situazioni che escluderebbero altri fattori, primo fra tutti l’uranio impoverito.
Secondo dati di fonte ufficiale, infatti, l’85% dei militari che hanno contratto patologie gravemente invalidanti o sono addirittura deceduti per cause tumorali non hanno preso parte a missioni militari all’estero.
Proseguimento:
https://www.analisidifesa.it/2017/09/in-principio-era-luranio-impoveritopoi-i-vaccini/
Da notare in particolare uno dei tre passaggi finali:
“Dopo quasi vent’anni di polemiche spesso ideologiche e ben poco scientifiche, accese campagne di stampa talvolta fuorvianti, circa 4000 soggetti ammalati ed alcune centinaia di decessi, sembrano finalmente identificate con sufficiente chiarezza le cause principali di un fenomeno così grave e devastante.”
Cmmento.
Un conto è identificare con sufficiente chiarezza le cause principali di un fenomeno così grave e devastante, un altro conto ancora più sostanziale sono i risarcimenti da parte dello stato italiano di cui però nell’articolo non vi è alcuna traccia, come mai?
Risposta: vedasi “Il Milite Ignaro” del Prof Pietro Ratto ( il punto 3. di cui sopra ) e vedasi anche “Vaccino Covid, il sindacato di polizia Cosap denuncia: “50mila danneggiati da reazioni avverse” ” ( il punto 2. del precedente post ), a tale ultimo proposito nel prossimo post riporto anche audio video su RadioRadio
Integrazione al punto 2 ( Vaccino Covid, il sindacato di polizia Cosap denuncia: 50mila danneggiati da reazioni avverse ) del primo post.
L’allarme della polizia sugli effetti avversi ▷ Spunta il dato inquietante di reazioni, “e non se ne parla”, RadioRadio, 9 aprile 2023
Sono almeno 10.000 i nostri colleghi diventati malati cronici dopo il vaccino Covid. Non guariranno più. E più di 50.000 gli appartenenti alle forze dell’ordine o militari con seri problemi di salute dopo quegli inoculi».
Così riferisce a La Verità il segretario generale provinciale del sindacato Cosap Torino, Luca Cellamare. La cortina di fumo che attanaglia i dati delle reazioni avverse inizia pian piano a dissiparsi. Ma a che costo.
«Nella maggior parte dei casi si tratta di agenti quarantenni ridotti a svolgere con grande fatica le mansioni di sempre. Hanno problemi di natura cardiovascolare, neurologica, pressione alle stelle, fatica a respirare».
Una realtà ancor più amara, se si considera che «Di fronte ai primi casi di morti sospette, i medici militari si spaventarono perché non protetti da scudo penale e, in barba ai protocolli, mandarono tutti a vaccinarsi negli hub, dove non veniva fatta l’anamnesi. Se un collega si rifiutava di dare il braccio perché già guarito dal Covid, veniva sospeso».
“Quel sindacalista ha detto delle cose terribili, e non se ne può parlare“, dice il direttore Ilario Di Giovambattista, “questa cosa non esce, come se ci fosse una cappa sull’informazione, sulla comunicazione“.
“Io mi accaloro“, continua, “perché queste persone adesso lo Stato le deve ripagare. A parte che è una vergogna, perché bisogna pensare che può accadere a tuo figli. Tuo figlio, a 25 anni, obbligato, rimane sulla sedia a rotelle: prima di giudicare, pensa se fosse tuo figlio“.
Proseguimento con audio video:
https://www.radioradio.it/2023/04/allarme-della-polizia-sugli-effetti-avversi/
Una buona notizia!
Vaccini Covid, il banchiere svizzero Pascal Najadi: “Hanno avvelenato l’umanità, denunciati alla Procura svizzera WHO, GAVI e WEF per aver inoculato il siero a 5,7 mld di persone” – VIDEO
Najadi: “Non possiamo tollerare alcuna entità che promuova il veleno che viene iniettato nell’umanità. È un democidio”
di Redazione
24 Ottobre 2023
Proseguimento:
https://www.ilgiornaleditalia.it/video/salute/539391/vaccini-covid-pascal-najadi-denunciati-who-gavi-wef.html