(state certi che se uno non crede nell’evoluzionismo è o stupido, o ignorante o pazzo ( – C.Dawkins, autore di “L’illusione di Dio”)

Che l’evoluzionismo, ancorchè dai più creduto come “verità scientifica”, contraddica la Scienza, in particolare il secondo principio della termodinamica, l’abbiamo detto più volte, ad esempio qui e qui. Contraddice cioè una delle osservazioni di più diffuso ed accettato buon senso: nessun sistema, senza alcun intervento dall’esterno, evolve da uno stato di minore energia ad uno di maggiore energia, da uno di minor ordine ad uno di maggior ordine. Per spiegarla in termini semplici, pensate di andare a far la spesa e comprare 3 kg di mele e metterle in un sacchetto che depositate nel bagagliaio: ma vi dimenticate di chiuderlo, il sacchetto. Tornando a casa, facendo le curve, le mele, un po’ alla volta, escono dal saccehetto, è normale. Per un evoluzionista sarebbe normale che, alla lunga, le mele ci rientrassero, in quel sacchetto. E se gli dite: “Ma com’è possibile?” lui vi risponderebbe: “Sì, ma nel corso di milioni, miliardi di anni...” come se l’aggiunta del fattore tempo, in una dimensione non afferrabile e comprensibile dalla mente umana, capovolgesse il modo ovvio di comportarsi della natura.

Andando a guardare un pochino più dall’alto, si può però affermare che tutto il processo immaginato dagli evoluzionisti è un completo capovolgimento dell’ordine naturale delle cose che osserviamo. Prima di descriverlo, vi invito a rivedere i post sulle esperienze premorte che dimostrano, in maniera chiara ed inopponibile, l’esistenza di una “coscienza”, di un “io pensante” totalmente indipendente dall’attività mentale, cerebrale. E se questa coscienza esiste (e si rivela) proprio nel momento di zero attività cerebrale, è evidente che non può essere frutto di tale attività, non può discendere da essa.

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Tornando all’evoluzionismo, possiamo sintetizzare il processo immaginato in questa teoria come la generazione successiva, a partire dalla materia, di forme elementari di vita, che danno origine a forme più complesse, per poi arrivare all’uomo, e , in qualche maniera che qualcuno ci dovrebbe spiegare, genererebbe anche questa cosa extra-corporea che è la coscienza di sè, o anima. I vari passaggi sono tutti non spiegati e non dimostrabili:

  1. Come può il nulla generare qualcosa? Il nulla genera solo nulla;
  2. Come può la materia inerte generare vita? La non vita rimane non vita
  3. Come può l’essere vivente generare coscienza? Qualcosa che sopravvive alla vita stessa?

Mi sembra abbastanza chiaro come qui ci sia un tentativo, disperato, di sostenere l’esatto contrario di quello che nella realtà è avvenuto. Io direi al contrario che:

  1. Una Coscienza universale pre-esistente, non comprensibile, non rinchiudibile in schemi, è all’origine di tutto;
  2. Tale Coscienza ha generato le coscienze individuali, creandole a Sua immagine e somiglianza…
  3. …e ha dato loro una mente, ed un corpo, in cui incarnarsi…
  4. … e ha dato loro il mondo materiale che noi conosciamo, per fare esperienza di libertà e capire la Vita facendone esperienza diretta, con tutte le conseguenze, nel bene e nel male delle nostre azioni.

Se le conclusioni vi sembrano troppo “religiose” o spirituali“, non so cosa farci, mi limito ad osservare che, secondo me, fra le due teorie contrapposte, quella che ha le maggiori difficoltà a sostenere il suo punto di vista, se confrontate con le evidenze che ci sono sotto gli occhi nella nostra realtà di tutti i giorni, è proprio quella evoluzionista.

Non abbiamo prove definitive per nessuna delle due, certo (anche perchè Dio ci lascia liberi), ma poniamoci la domanda: quale ha le maggiori probabilità di essere vera? Se trovo l’impronta di una scarpa nel fango, cosa è più razionale: che qualcuno con quella scarpa sia passato di lì e abbia lasciato una traccia, una memoria del suo passaggio, o che il fango della aiuola abbia preso le sembianze di quella impronta, così, per caso?